Impariamo a conoscere le Maledizioni Senza Perdono durante tutto il corso della saga. È proprio con una di esse, d’altronde, che questa storia ha il suo inizio e anche la sua fine. Siamo abituati a pensare si tratti di incantesimi terribili, contro i quali le vittime non hanno alcuno scampo. Ma è davvero così?
Come dicevamo, è proprio perché è possibile resistere alle Maledizioni Senza Perdono che la storia narrata nei libri di J.K. Rowling ha inizio. È infatti con un Bambino che è sopravvissuto che si apre il primo capitolo de La Pietra Filosofale, e il bambino in questione (Harry Potter) è sopravvissuto proprio a una delle tre Maledizioni, la più spaventosa: l’Anatema che uccide.
Ricapitoliamo brevemente: le tre Maledizioni Senza Perdono
Tre sono gli incantesimi considerati senza perdono, in quanto l’utilizzo di uno di questi ti procura un biglietto di sola andata per Azkaban (cit.): Imperio, Crucio e Avada Kedavra. Rispettivamente, la Maledizione Imperius, la Maledizione Cruciatus e l’Anatema che uccide.
Con differente frequenza, incontriamo tutte e tre nel corso della saga. La più importante è chiaramente la terza, per le ragioni cui accennavamo. Non è chiaro se questo sia l’unico incantesimo in grado di uccidere il rivale contro cui si sta combattendo, ma sicuramente è il più efficace.
Anche se non con lo stesso esito, tuttavia altrettanto terribile è la Maledizione Cruciatus: l’incantesimo della tortura. Se scagliata, provoca un dolore lancinante e inesorabile, che può persino condurre alla pazzia. Questa è stata, infatti, la triste fine di Frank e Alice Paciock, i genitori di Neville.
Infine, la più infida delle Maledizioni Senza Perdono è Imperio. Può sembrare la meno terrificante, poiché a conti fatti non provoca dolore e neanche la morte istantanea; tuttavia, non dimentichiamoci che sotto l’effetto di questa Maledizione una persona si trasforma in un burattino senza volontà nelle mani del mago che l’ha scagliata. E in queste condizioni, potrebbe compiere davvero qualsiasi gesto.
Resistere alla Maledizione Imperius
Per via della totale inconsapevolezza e della piacevole sensazione provate dalla vittima sotto l’incantesimo Imperio, resistere a questa Maledizione è più complesso di quanto si pensi. A differenza delle altre due, infatti, è assai difficile anche solo capire di esserne sotto l’effetto.
La Maledizione Imperius, comunque, può essere contrastata, come spiega Moody agli studenti durante la sua fatidica lezione. Ma per farlo sono necessarie una incredibile forza di volontà e una grande tempra mentale. E il primo passo è sicuramente accorgersi di essere sotto il controllo di qualcun altro, cosa anch’essa non scontata.
Di nuovo, bisogna fare tesoro delle parole di Barty Crouch Jr., profondo conoscitore della Maledizione Imperius, quando nei panni di Malocchio Moody invita gli studenti a praticare una vigilanza costante. Solo così si ha una speranza di poter resistere all’incantesimo Imperio e impedire al nemico di imporre il suo controllo sulla vittima.
Resistere alla Maledizione Cruciatus
Se contrastare l’incantesimo Imperio, seppur complesso, è possibile, nessuno può evitare il dolore provocato da Crucio, se si viene colpiti direttamente dall’incanto. Tutto ciò che si può fare è cercare di evitare la Maledizione, riparandosi, schivandola o sfruttando il Prior Incantatio (lo vedremo in seguito).
Ma una volta raggiunti, nonostante la soglia del dolore sia chiaramente diversa per ognuno, la tortura della Maledizione Cruciatus non si può fermare se non è colui che la sta scagliando a interromperla. Dobbiamo solo sperare che la convinzione del nostro nemico nel procurarci tale sofferenza non sia tanto salda. Ricordiamo che persino dopo la morte di Sirius, Harry non è pienamente in grado di usare Crucio contro Bellatrix.
«Non avevi mai usato una Maledizione Senza Perdono, vero, ragazzo?» sbraitò. [Bellatrix] aveva abbandonato la vocetta infantile. «Devi volerlo, Potter! Devi voler provocare dolore… goderne… una giusta collera non può farmi male per molto…»
Harry Potter e l’Ordine della Fenice – cap. 36
Resistere all’Anatema che uccide
Così come avviene per Crucio, per far sì che Avada Kedavra abbia effetto non soltanto servono una grande abilità e potere, ma bisogna anche volerlo profondamente. Requisiti fondamentali perché l’incanto abbia effetto sono mantenere una straordinaria freddezza e non esitare minimamente di fronte alla vittima.
Per questo motivo, la vera speranza che avremmo di fronte a un nemico che scaglia contro di noi l’Anatema che uccide è che sia lui a fallire nell’intento, più che noi a resistere. Infatti, non esiste alcun incantesimo di difesa in grado di bloccare l’Anatema che uccide. Possiamo solo tentare di schivare l’incanto, oppure – anche in questo caso – sperare nella riuscita del Prior Incantatio, come avviene nel cimitero in Harry Potter e il Calice di Fuoco.
Ci sono, tuttavia, due magie molto potenti che potrebbero salvarci dalla terza Maledizione Senza Perdono. Non si tratta di incantesimi, bensì di pratiche magiche con le quali un mago potrebbe essere in grado di sconfiggere la morte.
Abbiamo già in un certo senso menzionato la prima, quando in apertura abbiamo ricordato che la saga inizia proprio con un Bambino che è sopravvissuto all’Anatema che uccide. La Protezione Sacrificale consiste nel sacrificare il proprio corpo in un atto estremo di amore, ponendosi davanti alla vittima in sua difesa. È proprio ciò che accade quando Voldemort cerca di uccidere il piccolo Harry, fallendo nell’impresa.
E giungiamo così alla seconda pratica in grado di salvarci dall’incantesimo Avada Kedavra: la creazione di uno o più Horcrux. Se colpiti dalla Maledizione, sarà il nostro corpo a morire, mentre un pezzo della nostra anima rimarrà aggrappato all’Horcrux. In questo modo, la nostra anima sopravvivrà, seppur spezzata, maledetta e condannata a errare come uno spirito in cerca di un nuovo corpo.
Colui che ha resistito a tutte e tre le Maledizioni
Suonerà scontato, ma colui che ha resistito, nel corso della saga, almeno una volta a tutte e tre le Maledizioni Senza Perdono è proprio lui, Harry Potter.
Avada Kedavra! Ma Harry non muore mai
Innanzitutto e inconsapevolmente, a un anno di età, sfrutta la Protezione Sacrificale per sopravvivere all’Anatema che uccide scagliato da Voldemort. E questo, come abbiamo detto più volte, è ciò che ha dato inizio a tutto.
Eviterà poi la morte diverse altre volte negli anni a venire, facendo sì che su di lui l’incanto Avada Kedavra abbia talmente poco effetto che – si dice in modo scherzoso – ormai riesce a contrastarlo con un semplice Expelliarmus. È ciò che accade nel cimitero di Little Hangleton, quando i due incantesimi si scontrano e le due bacchette entrano in contatto. Ecco dunque il Prior Incantatio, uno dei modi più efficaci di contrastare le Maledizioni: rimandiamo al nostro articolo dedicato per sapere perché accade questo fenomeno.
La stessa connessione fra le bacchette di Harry e di Voldemort, che condividono lo stesso nucleo, accade anche all’inizio de I Doni della Morte, quando Harry, in volo insieme a Hagrid, fugge da Privet Drive per raggiungere la Tana, luogo sicuro. Qui Voldemort attacca Harry, cercando di ucciderlo, ma l’esito è lo stesso e il Signore Oscuro fallisce nell’impresa.
Il momento forse più famoso e importante in cui Harry sopravvive all’Anatema che uccide (senza sfruttare il Prior Incantatio) è nella Foresta Proibita, quando va incontro alla morte. Non ci dilunghiamo ora sul perché Harry sia sopravvissuto nella Foresta (ne abbiamo parlato approfonditamente qui): ci basti sapere che anche in questo caso la protezione di Lily fa sì che Voldemort uccida soltanto l’Horcrux che “vive” dentro Harry, e non Harry stesso.
Infine, un’ultima volta il nostro protagonista sfugge alla morte per mano di Voldemort, e questa volta sarà Voldemort stesso a perire a causa del proprio incantesimo. Alla fine della Battaglia di Hogwarts, Harry e Voldemort duellano di nuovo, lanciando un unico incantesimo: Expelliarmus da una parte e Avada Kedavra dall’altra.
I due incanti si scontrano, ma non danno vita al Prior Incantatio, poiché ora Voldemort ha fra le mani la Bacchetta di Sambuco. Ma essa non gli appartiene: poiché l’Anatema che uccide viene scagliato contro il suo stesso possessore, Harry, l’incantesimo rimbalza contro Voldemort, uccidendolo.
Ribellarsi alla Maledizione Imperius
Quando vediamo per la prima volta in azione l’incantesimo Imperio, scopriamo anche che su Harry non ha l’effetto atteso. Il ragazzo infatti, appena quattordicenne, nonostante cada inizialmente sotto il controllo della Maledizione, pian piano comincia a contrastare l’ordine impartitogli da Malocchio Moody e si ribella al suo potere. Tutto questo, non usando stratagemmi o bizzarri incantesimi di protezione, bensì soltanto grazie alla sua straordinaria forza di volontà.
Per lo stesso motivo, Harry riesce a resistere una seconda volta alla Maledizione Imperius, e ci troviamo di nuovo nel cimitero di Little Hangleton: Voldemort lo sta torturando con la Maledizione Cruciatus…
«Una piccola pausa» disse Voldemort, le narici a fessura dilatate dall’eccitazione, «una piccola pausa… ti ha fatto male, vero, Harry? Non vuoi che lo faccia ancora, vero?»
Harry non rispose. […]
«Ti ho chiesto: vuoi che lo rifaccia?» ripeté Voldemort con voce dolce. «Rispondimi! Imperio!»Harry Potter e il Calice di Fuoco – cap. 34
Ma Harry resiste, combatte la Maledizione, vince contro di essa, si rifiuta di obbedire. E rende l’incantesimo Imperio, ancora una volta, a tutti gli effetti, inefficace contro di lui.
Vincere il dolore… evitandolo
Anche la Maledizione Cruciatus viene scagliata diverse volte contro Harry nel corso della saga, e in quasi tutte le occasioni il ragazzo riesce a resistere alla tortura della Maledizione semplicemente… schivandola. La Umbridge, Bellatrix, Draco, persino Tiger (nella Stanza delle Necessità) cercano di colpire Harry con l’incantesimo Crucio, fallendo nell’impresa poiché la Maledizione viene interrotta o deviata.
Come spiegato in precedenza, questo è l’unico modo efficace per resistere a una Maledizione Cruciatus scagliata con convinzione. C’è tuttavia un’ultima occasione in cui Harry viene colpito in pieno dall’incanto, senza tuttavia provare il dolore lancinante della Maledizione.
Siamo di nuovo nella Foresta Proibita e Voldemort si sta accanendo contro quello che crede essere il corpo senza vita del suo nemico. Crucio!, urla il Signore Oscuro, ma il dolore che Harry si aspettava non venne: questo perché, l’abbiamo già accennato, la Bacchetta di Sambuco con cui Voldemort sta operando questi incantesimi si rifiuta di attaccare Harry, suo vero possessore.
Per rispondere alla domanda posta in principio, sì, resistere alle Maledizioni Senza Perdono è possibile: basta soltanto sapere come fare. Avere una grande forza d’animo, o essere abili a schivare un incantesimo… altrimenti sperare che a questo mondo ci sia qualcuno che ci ama a tal punto da sacrificare la propria vita per noi!