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Harry Potter e Hunger Games: esistono delle somiglianze?

7 Maggio 2020 eric-bard 7 min read

Harry Potter e Hunger Games: esistono delle somiglianze?

7 Maggio 2020 Mikasa 7 min read

Dopo più di dieci anni dall’uscita nelle sale del primo capitolo cinematografico dell’omonima saga di libri, Hunger Games torna alla ribalta con l’uscita del prequel Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente. Come era prevedibile, la storia e i suoi personaggi sono entrati a far parte del cuore dei lettori, alcuni dei quali non hanno potuto fare a meno di pensare: c’è qualcosa in Hunger Games che rimandi a Harry Potter? Vediamolo insieme.

Fermi tutti: non stiamo dicendo che le storie – né tantomeno le ambientazioni – di Hunger Games e Harry Potter siano simili. Tuttavia, visto soprattutto l’enorme impatto che una saga come quella firmata da J.K. Rowling ha avuto sul pubblico, viene spontaneo chiedersi se alcuni dei suoi punti cardine non abbiano stimolato anche la fantasia della scrittrice di Hunger Games, Suzanne Collins.

E poi siamo sinceri, non sappiamo resistere neppure alla tentazione di smistare personaggi nuovi man mano che li conosciamo nelle quattro case di Hogwarts, figuratevi se non cerchiamo analogie tra saghe.

Ecco quindi alcuni aspetti in comune che, secondo noi, sussistono sia all’interno della saga di Harry Potter sia in quella di Hunger Games.

I protagonisti

Cosa accomuna Katniss Everdeen, una ragazza proveniente da una famiglia umile che vive in un distretto ai margini della società, e Harry Potter, un giovane mago orfano di entrambi i genitori, con una cospicua eredità alle spalle, che in aggiunta è riconosciuto in ogni dove come colui che è sopravvissuto al più potente mago oscuro esistente?

Apparentemente, proprio niente. Magari il fatto che hanno entrambi i capelli scuri e gli occhi chiari. Ottima analisi, non trovate?

Se però prestiamo un po’ più di attenzione ci renderemo conto che tra i due esiste più di un’affinità: dal carattere alla disastrata, e frustrante, situazione familiare in cui entrambi versano.

Dal punto di vista caratteriale, apparentemente non sembra che Harry e Katniss abbiano particolari punti in comune per quanto riguarda la propria indole: lei appare subito molto scontrosa seppur protettiva, pronta a tutto pur di proteggere se stessa e soprattutto chi le sta attorno. Harry invece ha una natura docile e abituata a subire a causa dei maltrattamenti degli zii e del cugino Dudley.

Tuttavia, entrambi i protagonisti si rivelano coraggiosi e con una particolare propensione nel venire fuori dai guai con apparente facilità. Katniss da un giorno all’altro viene gettata in un’arena con altri ragazzi pronti a ucciderla per non perire a loro volta, mentre Harry scopre di essere da prima che nascesse l’obiettivo di un mago oscuro.

Entrambi sono, a loro modo, delle vittime di trama che sembra non possano condurre un’esistenza serena perché, quando meno ce lo si aspetta, un nuovo pericolo incombe. Vuoi che sia essere l’unica vincitrice donna degli Hunger Games del proprio distretto ed essere – con sorpresa – richiamata nell’arena un anno dopo o finire in un Torneo mortale il cui traguardo finale è il cimitero in cui il mago che vuole ucciderti risorgerà. Per fare un esempio.


Il sacrificio

Perché Harry Potter è sopravvissuto quando Voldemort ha scagliato su di lui l’Anatema che uccide? Perché Katniss Everdeen è entrata nell’arena partecipando ai 74esimi Hunger Games?

Entrambe le domande trovano risposta nel sacrificio; nel caso di Harry, si tratta di quello di sua madre Lily, che si interpone tra lui e Lord Voldemort, venendo uccisa, mentre Katniss si offre volontaria al posto di sua sorella Prim quando quest’ultima viene sorteggiata per i giochi.

Lord Voldemort concede a Lily Potter la possibilità di spostarsi e lasciare che Harry venga ucciso, ma l’amore di una madre, in questo caso, è più forte di qualsiasi magia oscura e di qualsiasi paura. Lily si pone tra la bacchetta di Lord Voldemort e suo figlio Harry, proteggendo suo figlio grazie alla forza dell’amore, una magia che perdura anche dopo la sua morte.

«No! Harry no, ti prego!» 

«Spostati, stupida… spostati…» 

«Harry no! Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry!»

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, Capitolo 9, Una Magra Sconfitta

Primrose Everdeen, invece, è la sorella minore di Katniss e – al suo primo anno di sorteggio, 12 anni – viene estratta per partecipare alla 74esima edizione degli Hunger Games. Sua sorella Katniss, 16 anni, si offre immediatamente volontaria per proteggerla e sacrifica se stessa.

Nell’arena, poi, Katniss prende sotto la sua custodia la piccola Rue, coetanea di Prim, rivedendo in lei proprio la sorella minore e portando avanti la sua memoria anche dopo la fine dei giochi.
Dentro l’arena Katniss sa benissimo che a sopravvivere può essere uno soltanto, ma ciò non la distoglie dalla volontà di proteggere la giovane tributa, fino a mettere a repentaglio la propria incolumità per starle vicino nei suoi ultimi momenti di vita e per seppellirla.


La guerra

Che sia all’interno di un’arena delimitata o estesa all’intero mondo magico, sia Katniss sia Harry si ritrovano a combattere in giovanissima età.

Harry ad appena undici anni deve fare i conti con l’idea di essere l’unico obiettivo del più potente mago oscuro di tutti i tempi, che ha ucciso i suoi genitori e non esiterà due volte a fare lo stesso con lui (sempre attendendo la fine dell’anno scolastico però, l’istruzione prima di tutto).

Katniss invece vive in un mondo costellato dalla violenza, in cui ogni anno ragazzi dai 12 ai 18 anni sono costretti a scontrarsi e uccidersi in un’arena finché non rimarrà un unico vincitore.
E come se non bastasse, la guerra nell’arena non è che la punta dell’iceberg di un conflitto che coinvolgerà l’intera Panem, Capitol City compresa.

I due protagonisti si ritrovano dunque a fare i conti con una realtà violenta, talmente crudele che a tratti lascia dimenticare al lettore la giovane età di cui alcuni personaggi. I due, così come i coetanei che li circondano, sono costretti a crescere prima del tempo, abbandonando (o non incontrando affatto) ben presto la spensieratezza che caratterizza la fine dell’infanzia e l’adolescenza.

Nel caso di Katniss Everdeen questo discorso trova ancora più riscontro, perché diciamocelo: Harry qualche gioia nella vita l’ha avuta.


La famiglia: un grande assente

Abbiamo già affrontato il tema della scomparsa dei genitori di Harry, quando egli ha poco più di un anno, e questo già sarebbe sufficiente per farci parlare di un’assenza quando si tratta di famiglia. Tuttavia, la grande mancanza nel caso di Harry Potter non deriva dai suoi genitori, che paradossalmente sono parecchio presenti come figure, quanto piuttosto dagli zii con cui vive, i Dursley.

Sono proprio loro l’assenza che si sente come un assordante sottofondo nel corso di libri e film, in una realtà in cui il giovane Harry ha sempre saputo di essere il secondo (ma solo perché oltre lui c’era solo Dudley, altrimenti sarebbe stato anche il ventiquattresimo), l’altro. Qualcuno che non si è mai sentito amato all’interno della propria casa, osservando però con costanza le attenzioni riservate a un’altra persona che, di fatto, era proprio come lui: un giovane ragazzo.

Nel caso di Katniss, allo stesso modo, non è tanto la prematura morte del padre a sentirsi all’interno della famiglia Everdeen, quanto piuttosto ciò che questo evento scatena e l’incapacità della madre di dimostrare amore e attenzioni alle proprie figlie, a causa di una depressione sopraggiunta in seguito alla perdita del marito. A soli 12 anni, infatti, Katniss è costretta a procurarsi del cibo grazie ad alcuni benefattori (come il padre di Peeta che le lancia delle pagnotte) e alla caccia, dove conosce Gale.

Con il tempo sua madre inizia a venir fuori dalla depressione e a riprendersi cura delle figlie, anche se è evidente che Katniss compia uno sforzo non indifferente per perdonarla, essendosi sentita totalmente abbandonata e costretta a crescere la sorella più piccola, cosa che altrimenti non avrebbe fatto nessun altro.


La morte delle persone amate

Anche qui possiamo ricollegarci al discorso di prima, parlando di un’assenza riferita a coloro che un attimo prima erano presenti e quello dopo non più.

Harry pian piano fa i conti con una serie di perdite: quella dei suoi genitori, nuovamente, comprendendo che non sono morti per un incidente d’auto, bensì per proteggerlo. Sirius, colui che più si avvicinava a una figura genitoriale finalmente ritrovata. Albus Silente, che ha ricoperto più o meno lo stesso ruolo seppur in veste più formale. Tutti i suoi amici come Fred, Remus, Tonks, Colin Canon, Cedric… persone che in un attimo sono scomparse, senza lasciare alla mente il tempo di metabolizzare la perdita.

Anche Katniss si vede catapultata in una realtà analoga quando perde suo padre in giovanissima età per un incidente in miniera e non ha il tempo di affrontare l’accaduto, perché deve sostituire prontamente sua madre e occuparsi della famiglia, oppure Rue all’interno dell’arena, i nuovi amici a cui si era legata nel corso del tempo, come Finnick o Mags, o la sua amatissima sorella Prim.


L’amicizia: un valore fondamentale

Uno dei motivi per cui Harry Potter avrà sempre un posto nel cuore dei suoi lettori è certamente l’importanza che l’amicizia costituisce dall’inizio alla fine.

Quando conosce Ron e Hermione, Harry trova in loro la famiglia che non ha mai avuto. Non abbiamo dubbi nel dire che la forza di Harry si fonda sul loro legame, e lo stesso vale per i suoi amici.

Questo probabilmente è il messaggio più bello che J.K. Rowling potesse donarci: l’idea che, al mondo, non saremo mai soli se avremo al nostro fianco un amico pronto a sostenerci e a credere in noi.

Nel mondo di Panem invece, Katniss è una ragazza solitaria, ma con due amici, Madge e Gale. Mentre la prima ha un ruolo minoritario, seppure fondamentale, Gale ha svolto un ruolo importantissimo nell’evoluzione del personaggio di Katniss. È con lui che Katniss impara a cacciare e sopravvivere ed è proprio il ragazzo a convincerla che avrebbe potuto vincere gli Hunger Games.

Il rapporto con l’amico raggiunge una tale importanza da renderlo l’unica persona a cui la ragazza sente di poter affidare la propria famiglia, mentre sarà lontana per i giochi, considerando che potrebbe non tornare mai più.


Anche se Harry Potter e Hunger Games sono storie diverse fin nel profondo, sono tuttavia accomunate da alcuni valori fondamentali, che sono riusciti a farci emozionare grazie alla capacità di dare volto alle profondità dell’animo umano.

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