Vi siete mai chiesti da dove vengono le parole del Mondo Magico? Da dove vengono tutti i termini usati per le creature magiche, gli incantesimi e tutto ciò che concerne la magia e che non ha – apparentemente – legami con il mondo dei babbani? È grazie all’immaginazione e allo studio dell’autrice di Harry Potter che abbiamo l’universo a cui siamo tanto affezionati, il cosiddetto Potterverse.
Il tema della magia è sempre stato trattato, fin dall’antichità. Ci sono infiniti racconti, leggende, saghe. E quindi possiamo ben credere che J.K. Rowling ne abbia analizzati, letti e, probabilmente, amati molti prima di creare l’universo attorno a Harry Potter. Per questa ragione, molte delle parole introdotte nel Mondo Magico trovavano già posto nel vocabolario inglese, e non solo. Oggi vediamo dieci parole che coesistono in entrambi i mondi.
Dumbledore – Silente
Albus Dumbledore è il nome originale del nostro amato Preside Silente. Come la maggior parte dei nomi di personaggi, anche questo nasconde un significato. In questo caso la parola dumbledore era molto comune nel XVIII secolo, e indicava un calabrone o un bombo. Per la precisione: dumble– era un prefisso usato per riferirsi a vari insetti, dal quale deriva anche bumble-, che oggi è presente nel termine per indicare i calabroni, bumblebee; dore, o dor, è una parola che risale addirittura all’VIII secolo, e indicava api o altri insetti. C’è dunque un legame tra un bombo e il preside di Hogwarts? Ci risponde la stessa J.K. Rowling:
“Dumbledore” è una vecchia parola inglese che significa bombo. Poiché Albus Dumbledore è molto appassionato di musica, ho sempre immaginato che canticchiasse molto tra sé e sé, come una specie di ronzio.
J.K. Rowling, intervista con Christopher Lydon a “The Connection”, WBRU Radio, 12 ottobre 1999.
Ecco perché la traduzione del nome del preside in Silente, per quanto questo termine richiami una grande saggezza e una conoscenza degne di questo mago, è molto lontana dal nome originale e dal suo significato. Leggete qui e qui per scoprire l’origine di altri nomi dei personaggi con un significato velato.
Muggle – Babbano
Tra le parole inventate dalla Rowling, questa è sicuramente quella entrata maggiormente nell’uso comune. La parola babbano, in inglese muggle, indica la popolazione non magica vista dalla prospettiva dei maghi. Questo termine nasce come sostantivo, ma può essere utilizzato anche come aggettivo: diciamo sia The Dursleys are Muggles (I Dursley sono babbani), che the Muggle world (il mondo babbano).
Secondo il dizionario di inglese Oxford, la scrittrice avrebbe coniato questa parola partendo da mug, ovvero una persona sciocca e stupida (sebbene non tutti i muggles lo siano). Eppure, scorrendo vecchi testi, è possibile trovare già nel XVII secolo proprio il termine muggle, con un’accezione completamente diversa, infatti è usata come sinonimo di tesoro, dolcezza. Comunque questa accezione era già in disuso nel secolo successivo.
C’è da rilevare, però, che questa parola, grazie a Harry Potter, è ormai entrata di prepotenza nell’uso comune, con nuovi ambiti di utilizzo. Ad esempio, la parola muggle in inglese, oggi, può indicare una persona senza particolari abilità o capacità sovraumane o sovrannaturali, oppure una persona senza esperienza o conoscenza in un determinato campo.
Squib – Magonò
Questa parola in italiano è stata resa con Magonò, e indica quelle persone nate in famiglie magiche, ma senza poteri. Al contrario dei babbani, loro conoscono la magia, ma non sono in grado di usarla.
Anche questa, tra le parole utilizzate dall’autrice, non è totalmente originale. Infatti, appare già nel XVI secolo in Inghilterra, con il significato di petardi, fuochi d’artificio (piccoli tubi di carta riempiti di polvere da sparo). Questo piccolo petardo si illuminava e si spegneva talmente tanto velocemente che era molto difficile accorgersene. Per questo, in poco tempo, la parola squib è diventata un simbolo metaforico perfetto per indicare la delusione. In italiano potremmo usare fiasco, o fuoco di paglia.
In seguito, questa parola è stata utilizzata anche per definire una persona meschina e insignificante. Dall’Ottocento è possibile, infine, trovare l’espressione damp squib (letteramente petardo bagnato) che si riferisce a qualcuno che ha promesso tanto, ma consegnato molto poco, come un fuoco d’artificio bagnato. Questa espressione è ancora molto comune in Inghilterra.
Immaginiamo che la Rowling abbia pensato a squib poiché, almeno in passato, avere un figlio senza poteri doveva apparire come una delusione agli occhi delle famiglie magiche. E i traduttori italiani sono stati molto bravi a scegliere, tra le mille possibili parole, Magonò, che esprime le stesse sensazioni di insignificanza e disappunto.
Mandrake – Mandragora
La tenera piantina travasata all’inizio del film Harry Potter e la Camera dei Segreti è celebre da secoli. Già nel XIV secolo in Inghilterra si scriveva della mandrake, una radice dalle proprietà magiche. Quindi, non si tratta di un termine coniato dall’autrice, ma grazie al suo lavoro esso ha sicuramente trovato una nuova popolarità.
La pianta era già conosciuta nell’antica Grecia, quando si credeva che le mandragore piangessero quando venivano tirate fuori dalla terra, e che chiunque sentisse il grido della mandragola sarebbe stato ucciso all’istante. Ai tempi si consigliava di raccoglierla legando una corda intorno alla pianta ed attaccando quella corda ad un cane, che avrebbe così tirato la pianta e sarebbe morto al posto del padrone. La mandragora non piange davvero e, tranquilli, nessun cane è stato maltrattato o ammazzato da questa pianta!
Indipendentemente dalle superstizioni e dai presunti poteri magici, la mandragola era usata già nella medicina medievale per aumentare la fertilità, indurre il sonno e, a volte come cura per la pazzia. Nel Mondo Magico le mandragole sono conosciute per il loro uso nelle pozioni, in particolare in quella che riporta in carne e ossa coloro che sono stati pietrificati.
Hyppogriph – Ippogrifo
Molte, se non la maggior parte, delle creature magiche presenti nell’universo di Harry Potter sono già presenti nella mitologia, nelle leggende o nelle credenze popolari. L’ippogrifo non fa eccezione! Incontriamo questo fierissimo animale in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, dove è mostrato, come nella mitologia greca, con le sembianze in parte di cavallo e in parte di grifone (creatura mitologica che a sua volta è in parte aquila e in parte leone).
L’etimologia della parola viene proprio dal greco e dal latino: ippo-, in greco “cavallo” e Grifo, dal latino “grifone”. Eppure, la parola hippogryff in inglese appare solo nel XVII secolo, quando è stato tradotto l’Orlando Furioso. Infatti nel poema di Ariosto, Ruggero doma e cavalca proprio un ippogrifo.
Basilisk – Basilisco
Anche il Basilisco è una creatura di cui si narra già nell’antica Grecia e Roma. Si tratterebbe di un serpente nato da un uovo di gallina, il cui sibilo allontana tutti gli altri serpenti, e il cui sguardo è fatale. Nell’universo di Harry Potter, coloro che vedono il basilisco indirettamente non vengono uccisi, ma sono semplicemente pietrificati.
La parola basilisk in inglese appare nel XIV secolo e deriva dal greco Basileus, che significa “re” (probabilmente perché nella mitologia il basilisco aveva una macchia a forma di corona sulla sua testa). Ma il basilisco non è solo mitologia: in biologia, tra le tante parole, è stata scelta proprio basilisco per definire una particolare lucertola nordamericana, appartenente alla stessa famiglia delle iguane, che può gonfiare e sgonfiare una cresta sulla sua testa a suo piacimento.
Nagini
Oltre che dalla mitologia greca e romana, la Rowling ha anche preso spunto da quelle indù e buddista. Questo è il caso di Nagini, il serpente che accompagna sempre Voldemort. Il suo nome è anche quello di alcune grandi creature dalle sembianze di serpenti semi-divine, a volte adorate e a volte temute. Proprio il nome Nagini è la forma femminile della parola sanscrita nāga, letteramente serpente, ed è entrata per la prima volta a contatto con la lingua inglese nel XVIII secolo, con le prime traduzioni di testi buddisti e indù. In seguito, il termine è entrato anche nel vocabolario scientifico, tanto che uno dei generi dei serpenti dal punto di vista tassonomico è chiamato proprio Naja, da nāga.
Grindylow – Avvincino
Naturalmente, com’è giusto che sia, la Rowling ha anche attinto dalla tradizione inglese durante la creazione del suo universo. Così numerosi creature, spiriti e folletti arrivano proprio dalle storie e leggende inglesi. Come nel caso dei Grindylows, gli Avvincini in italiano, che nascono nel folklore del Lancashire, una regione nel nord-ovest dell’Inghilterra. La parola si trova in alcune collezioni di racconti popolari del XIX secolo, anche se le storie su queste creature marine dalle lunghe dita affusolate che tirano giù le persone che annegano, sono narrate da molto prima.
Arithmancy – Aritmanzia
Materia tra le più misteriose studiate a Hogwarts, l’Aritmanzia consiste nel predire il futuro interpretando i numeri, per saperne di più leggete questo articolo in cui ne parliamo. Dai libri non ne sappiamo molto, ma questa materia è sempre stata studiata anche nel mondo babbano. Ci sono, infatti, numerosi documenti del XVII secolo che parlano di Aritmanzia in ottica filosofica e religiosa. Non si tratta solo di magia e credenze popolari.
L’etimologia della parola aritmanzia è una combinazione di arithmetic (aritmetica) e -mancy (-manzia) che vuol dire divinazione. Per essere più chiari, quando parliamo di Ghematria e Cabala, stiamo parlando di una branca dell’Aritmanzia.
Transfiguration – Trasfigurazione
La Transfiguration è l’arte magica di trasformare una cosa in un’altra e la Rowling stessa afferma che consiste nell’alterare la composizione molecolare di un oggetto o un animale, quindi è la più scientifica tra le forme di magia. Anche questa parola è già esistente nel vocabolario inglese, prima del suo nuovo utilizzo potteriano.
Ma a differenza delle trasfigurazioni insegnate dalla Professoressa McGranitt, il primo uso del termine si riferiva ad un episodio biblico: quando Gesù davanti a tre discepoli si trasfigura e il suo volto risplende, la sua veste diventa bianca, e Mosè ed Elia appaiono e parlano con lui. Quindi la trasfiguration inglese deriva dal latino transfigurare, “cambiare forma”. Ben presto, la parola allarga il suo campo di utilizzo e si riferisce a qualsiasi grande trasformazione o metamorfosi e ancora oggi mantiene questo significato.
Dobbiamo ammettere che la capacità di scegliere le parole non manca a J.K. Rowling, tanto che molte di queste sono entrate per la prima volta, o tornate, nel linguaggio che usiamo quotidianamente. E voi, sapete o volete sapere l’origine di altre parole del Mondo Magico? Se sì, quali? Fatecelo sapere nei commenti!
Fonte
Merriam-Webster