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Silente e il disturbo narcisistico di personalità

27 Giugno 2023 anto-arci 4 min read
Silente che combatte Voldemort presso il Ministero

Silente e il disturbo narcisistico di personalità

27 Giugno 2023 Flitwick 4 min read

Albus Percival Wulfric Brian Silente, probabilmente il mago più potente di tutti i tempi, è noto per la sua saggezza e abilità. Dietro la sua iconica figura di mentore e professore si nasconde però un lato oscuro.

Un lato oscuro che va al di là dei segreti ai quali Silente ci ha abituato per tutta la saga. Emerge in diverse occasioni una nascosta mania di protagonismo, celata il più delle volte dal rifiuto di ruoli di potere all’interno del mondo magico.

Alcune iniziative segrete di Silente mettono in evidenza il suo bisogno di attirare l’attenzione su di sé, e la sua necessità di muovere i fili come un burattinaio di tutto il mondo magico.

Il duello

Quello che sappiamo sul famoso duello finale con Grindelwald (qui si trova una descrizione della Battaglia di Nurmengard) è ancora poco (siamo in trepidante attesa dei prossimi Animali Fantastici), ma le informazioni in nostro possesso sono sufficienti ad indicarci i primi sintomi di questa sua ossessione.

Sappiamo che infine lo ha affrontato e ha vinto, ma sappiamo anche che ha premeditato ogni sua scelta come si fa in una partita a scacchi, dove ci sono sacrificabili pedoni e utili alfieri, i quali non sono mai del tutto a conoscenza dei piani del Re.

Albus dumbledore e grindelwald si affrontano

L’ordine della Fenice

Trasversalmente possiamo parlare dell’Ordine della Fenice, fondamentale in entrambe le guerre contro Voldemort, ma anche questo affetto dalla malattia della segretezza. Troppe volte abbiamo assistito a litigi dovuti proprio alla mancata condivisione di informazioni da parte di Silente, discussioni che puntualmente terminavano con frasi come: “Dobbiamo fidarci di Silente!”

Forse sarebbe stato sufficiente condividere qualche informazione in più o dare uno stralcio di quello che era il piano più ampio. Anche qui si nota come Silente voglia essere un regista occulto dei membri, condizionandone gli stati d’animo e le decisioni.


L’alleanza con Piton

Se mi trovassi davanti un Mangiamorte, seppur sconfitto, la prima cosa che mi verrebbe da chiedergli sarebbe una collaborazione?

Il ruolo di Severus Piton è sicuramente il più interessante e sensazionale di tutta la saga (qui vi parliamo di quanto Piton sia un personaggio complesso), ma lo è altrettanto il suo reclutamento nell’Ordine. La posizione del professore di pozioni è chiarita nei libri. Il suo amore per Lily e la disperazione per la sua morte sono l’unico motore della sua vita. Questo binomio lo rende saturo, non ha bisogno di altro per andare avanti, e quindi non gli resta che ricordarla in ogni gesto, in ogni pensiero, sempre.

Dall’altra parte, su quella collina, invece, parrebbe che Silente abbia visto in Piton un altro incredibile alfiere per la sua scacchiera. È come se Silente avesse previsto una serie di possibili scenari (l’intelligenza non gli mancava) e avesse trovato un deus ex machina in Piton. È comprensibile la non condivisione sull’esistenza degli Horcrux, ma tutte le altre informazioni? 

Severus Piton e Albus Silente

La morte di Ariana

L’avvenimento più significativo nella vita di Albus è sicuramente la morte dell’amata sorella. Abbiamo capito che il ricordo di lei lo ha accompagnato, in un modo o nell’altro, almeno negli ultimi sette anni di vita. Ma anche in questo racconto non possiamo non vedere il suo egocentrismo patologico prendere il sopravvento ancora una volta. Il suo sentimento di colpa è sicuramente genuino ma anche qui si pone come l’unico che avrebbe dovuto e potuto tener testa alla delicata situazione familiare.

Il giovane Silente e Il vecchio Silente con la sorella Ariana

E Aberforth…

Non ha mai ritenuto il fratello in grado, nemmeno ricorda che Aberforth gli aveva chiesto di andarsene dopo la morte della loro madre e di lasciare Ariana alle sue cure. Nel suo momento di confessione, nel settimo libro, con Harry non menziona mai che avrebbe potuto semplicemente fare un passo indietro, ma colpevolizza sé stesso per esserci stato nel modo sbagliato accettando di buon grado il pugno sul naso da parte del fratello come punizione per le sue colpe.

Anche nel riconoscere i propri errori evidenzia il suo bisogno di percepire ammirazione, è plateale il suo pianto ed è sciocco il suo chiedere perdono a Harry, e tutti gli altri?

Aberforth Silente giovane e anziano

Le rivelazioni programmate

È la scelta temporale dei momenti rivelatori che fa emergere la necessità di Silente di tentare (e molte volte riuscire) di tessere il destino altrui.

Nel capitolo King’s cross del settimo libro è evidente come Silente si ponga in tono di scuse con Harry, ma è qui che rileggendo le parole del Preside possiamo notare che egli non si stia scusando solo di non aver chiarito a Harry la necessità della sua morte, ma di come le cose sarebbero potute andare diversamente se avesse tenuto a bada il suo narcisistico comportamento.

Quello stesso comportamento che lo ha fatto essere architetto invisibile di molti degli avvenimenti dell’intera saga: il suo improbabile viaggio a Londra nel primo libro, l’arrivo di Fanny nella Camera dei Segreti, il suggerire l’utilizzo della giratempo per risolvere gli avvenimenti nel terzo, non aver riconosciuto inverosimilmente l’impostore Moody nel quarto, l’allontanamento forzato da Harry nel quinto, architettare segretamente la sua morte e aver organizzato gli avvenimenti anche dopo quest’ultima etc.

Albus Silente ne L'Ordine della Fenice

Forse Silente chiede perdono per aver considerato un male necessario le conseguenze dei suoi segreti, l’ultimo dialogo con Piton ne è l’emblema: “Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto?”. L’amato preside forse non è mai riuscito a liberarsi di quel famoso motto: “Per un bene superiore!” 

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