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Da Voldemort a Scar: il male ha la voce di Massimo Popolizio

6 Settembre 2019 tatiross 3 min read

Da Voldemort a Scar: il male ha la voce di Massimo Popolizio

6 Settembre 2019 Augurey 3 min read

Sono molte le cose che accomunano Scar e il Signore Oscuro: la stessa crudeltà, la stessa sete di potere, lo stesso disprezzo per le vite degli oppositori… e, in lingua italiana, persino la stessa voce.

L’attesissimo remake de “Il Re Leone” è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 21 agosto, totalizzando quasi tre milioni di euro il giorno stesso del suo esordio. Un successo prevedibile per un film di un tale spessore, che in lingua originale vanta la voce di Beyoncé per il ruolo di Nala.

L’attenzione dei Potterhead italiani, tuttavia, è interamente rivolta al malvagio zio di Simba, Scar. Quest’ultimo è stato infatti doppiato da Massimo Popolizio, il grande attore e doppiatore che ha prestato la voce a Lord Voldemort.

Massimo Popolizio – L’arte di dar voce al male

Una scelta apprezzata da molti, anche se non da tutti, quella di dare ai due antagonisti la medesima voce. Impossibile non ritrovare lo stesso brivido di paura che accompagna la presenza di Voldemort nel muso scarno di Scar. La voce di Massimo Popolizio, intrigante e solenne,è capace di passare da una calma quasi carezzevole alla vetta più estrema della rabbia e del risentimento. Grazie alla sua incredibile padronanza dell’arte del doppiaggio, ha dato giustizia ed anima a due colossi della malvagità della nostra infanzia quali sono Voldemort e Scar.

Nato a Genova nel 1961, Massimo Popolizio ha completato la sua formazione artistica e professionale all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma. Ha recitato in molte opere di Shakespeare ed è stato tre volte vincitore del premio Ubu come migliore attore. Nel 2006 l’INDA, l’istituto nazionale del dramma antico, gli attribuisce il Premio “Eschilo d’oro”. Non solo una grande voce, dunque, ma un professionista a tutto tondo.
Per due grandi figure dell’animazione e della letteratura moderna, non si poteva chiedere di meglio.

Scar e Voldemort – Due storie di malvagità ed emarginazione

Molti sono i tratti che accomunano questi due personaggi, per questo risulta arduo estraniare la mente da Voldemort quando Scar fa la sua comparsa nel film. Chi non ha paragonato la viscida diffidenza del leone a quella del mago oscuro? Chi, al posto delle iene, non ha visto la schiera dei Mangiamorte?

Il desiderio di Scar, similmente a quello di Voldemort, è estendere il proprio dominio e la propria dittatura su ogni cosa. L’oppositore rappresenta un pericolo e, in quanto tale, deve essere eliminato. Non importa che si tratti di un leoncino o di un neonato: per quanto indifeso gli deve essere impedito di crescere e fortificarsi, di vendicare i suoi morti e porre fine al dominio del dittatore.

Scar e la sua sfida alle leggi naturali

Il terrore di perdere il potere, in effetti. è comprensibile in entrambi i casi. Scar non è il legittimo erede al trono, ma un maschio beta cui è permesso vivere ai margini del branco di Mufasa solo in quanto fratello di quest’ultimo.

La sua condizione sociale è ben deducibile dalla criniera: per i leoni essa è simbolo di regalità e comando, e il fatto che Scar abbia pochi ciuffi ispidi simboleggia l’illegalità del suo dominio. Egli basa la sua superiorità sull’intelligenza, dote assolutamente rispettabile nella società umana, ma piuttosto inutile nella savana. Mufasa, e successivamente Simba, hanno più diritto di Scar ad essere re: la brutale legge della natura non incorona infatti gli intellettuali, ma chi ha la forza necessaria per guidare il branco.

Voldemort e un’eredità sbagliata

Voldemort, dal canto suo, non avrebbe mai potuto essere a capo di una società comandata dai Purosangue, in quanto mezzosangue egli stesso. Egli prova disgusto e disprezzo verso la parte babbana che scorre nel suo sangue, per questo sceglie di rinnegarla e crearsi una nuova identità: ecco che l’orfano Tom Riddle, colui che nessuno ha mai voluto né cercato, si trasforma nel più tremendo mago oscuro mai esistito. Perché piegarsi al razzismo dei Purosangue, quando si ha abbastanza potere magico per governare?
Nella sua folle corsa verso il comando, Voldemort dimostra suo malgrado come non sia necessario avere sangue puro nelle vene per dominare perfettamente le arti magiche.

Sia Voldemort che Scar instaurano così un regno del terrore, ed entrambi sono destinati a perire, abbandonati persino dai propri seguaci. Due storie intrise di cattiveria e tragicità, dunque, moniti di come emarginazione e dimenticanza possano alimentare odio e brama di vendetta.

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