Come ogni grande opera che si rispetti, la saga di Harry Potter ha avuto a che fare con numerose accuse di plagio. Nel corso degli anni, J. K. Rowling ha affrontato diverse controversie legali, ribattendo colpo su colpo in tribunale.
A partire dal 1997, anno di uscita del primo libro, abbiamo tutti imparato a conoscere Harry e i suoi amici a Hogwarts. Tuttavia, alcuni scrittori affermano di averlo conosciuto, e anzi di averlo essi stessi creato, ben prima che la Rowling pubblicasse l’opera che ha rivoluzionato il mondo del Fantasy. Cerchiamo in questo articolo di fare chiarezza sulle principali accuse di plagio mosse a J. K. Rowling.
Nancy Stouffer e i “babbani”
La prima vera battaglia legale di J. K. Rowling avvenne nel 1999. La scrittrice americana Nancy Stouffer denunciò la “madre” di Harry Potter per violazione del copyright delle sue opere. Nel 1984, l’autrice pubblicò The Legend of Rah and the Muggles, nel quale veniva usato il termine “muggle” (“babbano” in italiano), del quale la Rowling si sarebbe poi appropriata. Altro elemento sospetto era un opuscolo di attività per bambini il cui protagonista era Larry Potter, un bambino con occhiali e capelli scuri… vi ricorda qualcosa?
Nel 2002, Scholastic Press, editore americano della Rowling, intentò insieme alla Warner Bros una causa nei confronti della Stouffer, accusandola di aver tentato di frodare la Corte. Il tribunale diede ragione a J. K. Rowling, dichiarando che Nancy Stouffer fosse in malafede e avesse retroattivamente modificato le sue pubblicazioni, aggiungendo, ad esempio, la parola “muggle”.
Adrian Jacobs e Willy il mago
Nonostante Adrian Jacobs sia scomparso nel 1997, la sua famiglia citò in giudizio la Bloomsbury, casa editrice della Rowling, soltanto nel giugno 2009. Sul banco degli imputati Harry Potter e il calice di fuoco, per il quale la Rowling avrebbe copiato la dinamica de Le avventure di Willy il mago.
In particolare, il Torneo Tremaghi sembrerebbe molto simile ad un concorso magico svoltosi nel romanzo di Jacobs, nel quale il protagonista ha a che fare con indovinelli e ostaggi imprigionati da una comunità di creature fantastiche. Inoltre, Willy ottiene alcuni indizi in un bagno, proprio come Harry con l’uovo sottratto all’Ungaro Spinato.
Nel 2011 la causa fu archiviata, poiché il giudice ritenne che non ci fosse una corrispondenza tale da costituire un plagio.
William Kelly: l’ultima accusa di plagio
Sempre nel 2009, ci fu un’altra accusa di plagio. A tentare il colpo grosso, questa volta, William Kelly. In principio, l’autore di Travels with Li Po si rivolse alla Amnesty International per la pubblicazione della sua opera. A rifiutare, però, fu proprio J. K. Rowling, che all’epoca lavorava nella casa editrice londinese.
Dopo il rifiuto, verosimilmente, Kelly covò rancore per molti anni nei confronti della Rowling, la quale gli consigliò pure un editore che facesse al caso suo. All’uscita di Harry Potter e la pietra filosofale, lo scrittore fece la sua mossa, pubblicando le sue discutibili argomentazioni circa il fantomatico plagio.
Nel documento, ormai cancellato, veniva posto l’accento su un mago che non sa di essere un mago e su una pietra che rende immortali, entrambi elementi “deboli”. Nella sua accusa, Kelly incluse anche la copiatura di un personaggio simile a Nicolas Flamel, senza tenere conto di come quest’ultimo fosse un personaggio realmente esistito…
Se l’aver scritto una delle saghe più amate di sempre le ha cambiato la vita, J. K. Rowling deve anche affrontare gli effetti collaterali del successo. Spesso l’invidia dei colleghi può portare ad accuse infondate, come accaduto anche a S. Meyer. Tuttavia, la Rowling avrà sempre dalla sua il sostegno dei fan, poiché un aiuto verrà sempre dato a Hogwarts, a chi lo richiederà.