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Tra la vita e la morte: gli elementi della saga a cavallo dei due mondi

14 Agosto 2020 andr-pito 5 min read

Tra la vita e la morte: gli elementi della saga a cavallo dei due mondi

14 Agosto 2020 Olivander 5 min read

Numerose volte nell’arco della saga abbiamo potuto constatare che i maghi sanno qualcosa della morte che ai Babbani è ancora sconosciuto. Questo è visibile in svariati elementi disseminati nei sette libri: ritratti, pietra della resurrezione e fantasmi ne sono un esempio.

Analizziamo insieme alcune delle componenti del Mondo Magico che formano una sorta di ponte tra la vita e la morte: punti di contatto tra due mondi che non sono poi così lontani.

I fantasmi

Uno degli esempi più classici e lampanti del legame tra i due mondi sono i fantasmi. Fin dal primo libro vediamo come queste pittoresche entità popolino i corridoi e le stanze del castello di Hogwarts, fermandosi spesso a chiacchierare con studenti e professori.

Un fantasma è un’impronta tridimensionale e trasparente di un mago o una strega deceduti e che permane sotto questa forma nel mondo dei vivi.

Ma come mai non tutte le persone che muoiono rimangono come fantasmi? Innanzitutto, ai Babbani non è data la possibilità di diventare fantasmi dopo la morte, ma soltanto a maghi e streghe. Dobbiamo inoltre tenere presente che si tratta di una scelta: solamente le persone con degli affari irrisolti decidono di rimanere in qualche modo attaccati al mondo materiale, rifiutandosi di andarsene del tutto.

Tuttavia, come possiamo capire da quello che dice Nick-Quasi-Senza-Testa a Harry, la scelta di non “andare avanti” dopo la morte, rimanendo quindi come fantasma, non sembra proprio la più saggia.

Io avevo paura della morte” sussurrò Nick. “Ho scelto di restare. A volte mi chiedo se non avrei dovuto… be’, questo non è né qua né là… in effetti io non sono né qua né là…” Sbottò in una risatina triste. “Io non so nulla dei segreti della morte, Harry, perché ho scelto questa meschina imitazione della vita.

L’Ordine della Fenice, Capitolo 38 – La Seconda Guerra Comincia
I fantasmi di Hogwarts

I ritratti

Nel corso della saga sono svariati i ritratti che interagiscono con i vari personaggi. Basti pensare alla Signora Grassa e a Sir Cadogan, ai dipinti dei vari presidi di Hogwarts, tra cui ovviamente quello di Silente, ma anche a quadri al di fuori della Scuola di Magia, come quello di Walburga Black, che ancora riempie Grimmauld Place con le sue urla.

Come per i fantasmi, anche nel caso dei ritratti, si tratta di ciò che è restato in questo mondo di persone che vi sono vissute in passato. Tuttavia, mentre i fantasmi sono sorta di impronte tridimensionali, come detto in precedenza, i ritratti sono una perfetta copia bidimensionale del loro modello.

I dipinti vengono animati tramite speciali pozioni e incantesimi e la rappresentazione è tanto più accurata tanto maggiore è il potere del soggetto raffigurato. Questo ci appare evidente non appena pensiamo al ritratto di Albus Silente.

Un’ulteriore differenza sostanziale tra fantasmi e ritratti è che questi ultimi, a differenza dei primi, possiedono ancora una sorta di “paura di morire”, come possiamo facilmente capire ad esempio quando la Signora Grassa fugge terrorizzata nei quadri adiacenti a seguito dell’attacco subito nella sua tela ad opera di Sirius Black.

I ritratti di Hogwarts

La Pietra della Resurrezione

Non c’è niente di più significativo della resurrezione per creare un legame tra vita e morte: invertire il corso naturale delle cose, riportando indietro persone che hanno già lasciato il nostro mondo.

Anche se nessun incantesimo può riportare effettivamente in vita i morti, come disse una volta Silente ad Harry, la Pietra della Resurrezione sicuramente ci si avvicina molto. Essa richiama le persone più care, le quali ritornano però in uno stato particolare: assomigliano a ricordi solidificati, meno concreti di un corpo vivente, ma molto di più di un fantasma.

Nel settimo libro Harry la utilizza per far tornare brevemente Sirius, Remus e i suoi genitori, affinché gli diano il coraggio necessario ad affrontare l’ultima fatica contro Voldemort e ad abbracciare la Morte come una vecchia amica.

La Morte dona la Pietra della Resurrezione al secondo fratello

Il Velo dell’Ufficio Misteri

Uno degli oggetti più misteriosi in cui ci siamo imbattuti nella saga è senza dubbio il Velo sito all’interno della Stanza della Morte nell’Ufficio Misteri del Ministero della Magia.

Aveva la stranissima sensazione che dietro il velo ci fosse qualcuno. Stringendo la bacchetta, girò attorno alla piattaforma, ma non c’era nessuno: vide soltanto l’altro lato del logoro velo nero.

L’Ordine della Fenice, Capitolo 34 – L’Ufficio Misteri

L’antico arco di pietra che torreggia nella stanza con il suo scuro velo fluttuante parrebbe essere un portale attraverso il quale è possibile ascoltare i sussurri dei morti; sicuramente lo ricordiamo tristemente perché oltre esso è scomparso Sirius.

In realtà, nessuno ancora sa di cosa si tratti esattamente: è possibile che permetta il passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei morti? Quello che è certo è che rimane il più concreto collegamento tra la vita e la morte di cui i maghi sono a conoscenza.

Il Velo della Stanza della Morte dell'Ufficio Misteri

Gli Inferi

Impossibile non parlare anche degli Inferi: cadaveri riportati in vita tramite un incantesimo oscuro. Tale magia permette tuttavia soltanto di rianimare dei corpi, dei meri involucri, senza più alcun ricordo della vita vissuta e senza nemmeno una propria volontà o facoltà di pensare. Sono vere e proprie marionette che eseguono gli ordini del mago oscuro che li ha rievocati.

Ci vengono descritti come copri bianchi e ossuti, con occhi vuoti, tuttavia ciò che forse più ci spaventa di loro è proprio la mancanza di un qualsivoglia tipo di anima. Non essendo creature vive, non possono morire e nemmeno provare dolore; l’unico modo per affrontarli è sfruttare il fuoco: essendo esseri della notte, temono la luce e il calore.

Gli Inferi, richiamati dalla morte

I Thestral

In modo più velato rispetto ai precedenti, anche i Thestral possono essere considerati un elemento di collegamento tra i due mondi. Essi sono infatti creature visibili soltanto da coloro che hanno assistito alla morte di una persona. Soprattutto per via di questa affascinante caratteristica, i Thestral godono ingiustamente di una cattiva reputazione, che li vede come animali pericolosi e portatori di sfortuna.

No… no, via!” esclamò Hagrid, un po’ preoccupato. “Insomma, un cane morde se lo provochi, no? Ma i Thestral hanno una brutta fama solo per quella storia della morte… la gente credeva che erano cattivi segni, ma è che non capivano, no?

L’Ordine della Fenice, Capitolo 21 – L’Occhio del Serpente

Se volete sapere quali personaggi della saga sono in grado di vedere i Thestral, ne abbiamo parlato in questo articolo.

Thestral sotto la pioggia

Evitare la morte

Tanto altro potrebbe essere detto sul legame tra vita e morte, soprattutto su come i maghi nel corso della storia abbiano più volte tentato di ingannare la Morte stessa, cercando di legarsi indissolubilmente a questo mondo. Tuttavia, la strada per l’immortalità comporta violenza e soprattutto la mutilazione della propria anima: basti pensare alla creazione di Horcrux o all’atto di bere il sangue di unicorno.

Il sangue di unicorno ti mantiene in vita anche se sei a un passo dalla morte; ma il costo da pagare è tremendo. Poiché hai ucciso una cosa pura e indifesa per salvarti, dall’istante che il sangue tocca le tue labbra non vivrai che una mezza vita, una vita dannata.

La Pietra Filosofale, Capitolo 15 – La Foresta Proibita
Studenti di Hogwarts con un unicorno

Quindi, nonostante siano a conoscenza di qualche segreto in più, anche per maghi e streghe la Morte costituisce un mistero ancora da svelare. Per quanto ai Babbani la magia possa sembrare onnipotente, anche noi dalla saga abbiamo imparato che così non è: conoscere e praticare la magia non dovrebbe trovare il suo fine ultimo nell’evitare la morte, ma nell’abbracciare appieno la vita.

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