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Sir Nicholas de Mimsy-Porpington: vita, morte, complemorte e anche di più

31 Ottobre 2019 vale-long 10 min read
Copertina Sir Nicholas

Sir Nicholas de Mimsy-Porpington: vita, morte, complemorte e anche di più

31 Ottobre 2019 Caskett 10 min read

Sir Nicholas de Mimsy-Porpington, il magico cavaliere che fu quasi decapitato. Lo conosciamo come il gentile fantasma di Grifondoro, ironico e prodigo ad aiutare i giovani studenti della sua Casa. Ma chi è stato prima di diventare Sir Nick-Quasi-Senza-Testa?

Nel lontano 1492 la corte di Enrico VII vantava un cavaliere d’eccezione: Sir Nicholas de Mimsy-Porpington. Buon amico dei babbani, non sappiamo molto della sua vita, ma apprendiamo dagli scritti di J.K. Rowling parecchio sulla sua morte. Sappiamo, infatti, che fosse avvezzo all’arte della Trasfigurazione e che quest’attitudine, non del tutto affinata, lo portò alla morte.

In particolare, fu l’incontro con Lady Grieve, una dama di corte, e un maldestro tentativo di raddrizzarle i denti con la magia, culminato con lo spuntare di una zanna mostruosa al loro posto. Venne perciò condannato a morte per decapitazione il giorno seguente: il 31 ottobre 1492. Privato della bacchetta non ebbe la possibilità di scappare e salvarsi la vita e sfortuna volle che l’ascia utilizzata per l’esecuzione non fosse ben affilata, per cui servirono 45 colpi per portarla a termine. Nonostante ciò, al momento della morte Sir Nick aveva la testa ancora attaccata al collo da qualche centimetro di carne e pelle, causando l’apsetto singolare che assunse da fantasma e il soprannome di Sir Nick-Quasi-Senza-Testa.

SirNicholas de Mimsy-Porpington

Questa storia non è l’unica degna di nota tra quelle dei fantasmi di Hogwarts. Alcune potete trovarle in questo articolo!


Origini del nome di Sir Nick

Come riporta il sito HarryPotter.Fandom.com e come la maggioranza dei dettagli inseriti dalla Rowling, il nome di Sir Nick non è stato scelto a caso. Mentre Nicholas potrebbe derivare dal greco Nikolaos con il significato di “vittoria del popolo”, il soprannome, Nick, in inglese signfica letteralmente “scalfittura” ed è abbastanza ironico considerato il soggetto.

Mimsy non ha un vero e proprio significato. Probabilmente deriva da una poesia nonsense scritta da Lewis Carrol, “The Jabberwocky”, e inserita nel romanzo “Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi trovò”.

Porpington, infine, potrebbe essere una distorsione dell’inglese porpentine, il vecchio termine per indicare il porcospino. È un vocabolo preso con ogni probabilità da un verso dell’“Amleto” di Shakespeare, e potrebbe riferirsi al carattere a tratti spinoso proprio di Sir Nick.


Esorcizzare la morte organizzando il proprio complemorte

Per quanto Sir Nick sia il primo fantasma che conosciamo, non è una presenza invasiva all’interno della vita di Harry. Ciononostante non possiamo non aver provato un moto d’affetto verso di lui quando aiuta Harry, nella Camera dei Segreti, a sfuggire dalle grinfie di Gazza, convincendo Pix a far cadere un Armadio Svanitore proprio sopra il suo ufficio.

In quell’occasione era contrariato per non essere stato ammesso alla Caccia dei Senzatesta da Sir Patrick Delaney-Podmore, il quale sarebbe stato presente alla sua festa di complemorte. Ovviamente Harry non poté rifiutare quando Sir Nick gli chiese di presenziare alla festa insieme a Ron e Hermione e di dire agli altri fantasmi che in realtà il suo aspetto incuteva paura agli studenti!

È così che abbiamo l’opportunità di leggere la descrizione di una vera festa di complemorte, per l’esattezza i 500 anni dalla morte di Sir Nick.

Fu così che il giorno di Halloween, alle sette di sera, Harry, Ron e Hermione oltrepassarono la porta della affollatissima Sala Grande, da cui provenivano invitanti bagliori di piatti d’oro e di candele, per raggiungere i sotterranei.
Anche il corridoio che conduceva alla sala della festa di Nick-Quasi-Senza-Testa era stato illuminato da candelabri, ma l’effetto era tutt’altro che allegro: candele lunghe e sottili, nere come l’ebano, la cui vivida luce blu gettava un cupo riflesso spettrale anche sui vivi. La temperatura scendeva a ogni passo. Harry rabbrividì e si strinse addosso gli abiti; in quello stesso momento, udì un rumore come di mille unghie che grattavano un’enorme lavagna.

*********

Fu una visione incredibile. Il sotterraneo brulicava di centinaia di figure trasparenti, dal colorito perlaceo, che ondeggiavano su una pista da ballo danzando un valzer al suono spaventoso e tremulo di trenta seghe che un’orchestra su un palco, anch’esso drappeggiato di nero, suonava con altrettanti archetti di violino. Dal soffitto, un candelabro diffondeva una luce blu notte da un altro migliaio di candele nere. Ogni respiro dei tre ragazzi si trasformava in nuvolette di vapore; fu come entrare in una cella frigorifera.

*********

Dall’altra parte del sotterraneo c’era un lungo tavolo, anch’esso coperto di velluto nero. Si avvicinarono entusiasti, ma si fermarono di botto, inorriditi. L’odore era assolutamente disgustoso. Grandi pesci putridi erano stati disposti su bei vassoi d’argento; torte bruciate, nere come il carbone, erano ammonticchiate su altri piatti da portata; c’erano poi una zuppiera di frattaglie verminose, una forma di formaggio coperto di uno spesso strato di muffa verde e pelosa e, al posto d’onore, un’enorme torta grigia a forma di pietra tombale su cui, tracciata con glassa color catrame, c’era la seguente iscrizione:

Sir Nicholas de Mimsy-Porpington

Morto il 31 ottobre 1492

Harry guardò esterrefatto un fantasma corpulento avvicinarsi al tavolo, piegarsi e attraversare un salmone puzzolente a bocca spalancata.
“Riesci a sentire il sapore, se ci passi attraverso?” gli chiese Harry.
“Quasi” rispose triste il fantasma, e si allontanò.
“Immagino che lo abbiano fatto andare a male per renderlo più saporito” commentò Hermione con aria saccente, tappandosi il naso e avvicinandosi per guardare meglio le frattaglie putride.

Harry Potter e la Camera dei Segreti, capitolo 8, “La festa di complemorte”

Morto due volte

Incontriamo Sir Nick ancora nella Camera dei Segreti quando viene investito dallo sguardo del Basilisco. Fu un episodio fortunato, giacché la sua ectoplasmica presenza si frappose tra il Basilisco e Justin Finch-Fletchley, salvando quest’ultimo dalla morte.

Steso a terra, rigido e freddo, c’era Justin Finch-Fletchley, la faccia contratta in un’espressione di terrore e gli occhi vuoti, fissi al soffitto. E non era tutto. Accanto a lui c’era un’altra sagoma, lo spettacolo più strano che Harry avesse mai visto. Era Nick-Quasi-Senza-Testa, non più del suo colore bianco perlaceo e trasparente ma nero e fumoso, che galleggiava immobile e orizzontale a un metro e mezzo da terra. La testa era per metà staccata dal collo e sul viso aveva un’espressione sconvolta, identica a quella di Justin.

Harry Potter e la Camera dei Segreti, capitolo 11, “Il Club dei Duellanti”

Com’è possibile uccidere un fantasma? Chiaramente Sir Nick non era morto, ma il suo stato singolare ne aveva tutta l’aria. Comunque, sfido chiunque ad affermare di non aver sorriso nel leggere il passo seguente!

Justin fu portato in infermeria, ma per Nick-Quasi-Senza-Testa sembrava che nessuno sapesse cosa fare. Alla fine la McGranitt fece apparire dall’aria un grosso ventaglio, che consegnò a Ernie con l’incarico di sventolare Nick-Quasi-Senza-Testa e di sospingerlo su per le scale. E così fece Ernie, sventolando Nick lungo il tragitto, come un nuvolone nero.

Harry Potter e la Camera dei Segreti, capitolo 11, “Il Club dei Duellanti”

Sir Nick e il rapporto con la morte

Sir Nick-Quasi-Senza-Testa

Uno tra i passi più intensi e comoventi dell’Ordine della Fenice è il capitolo 38, “La seconda guerra comincia”. Ultimo capitolo del libro, vede Harry alla disperata ricerca di un fantasma, per conservare una speranza di poter rivedere Sirius, morto nell’Ufficio Misteri.

Aveva ormai rinunciato a ogni speranza quando vide una forma trasparente fluttuare in fondo al corridoio.
“Ehi… Ehi, Nick! NICK!”
Il fantasma si riaffacciò dal muro, e Harry vide lo stravagante cappello piumato e la testa pericolosamente dondolante di Sir Nicholas de Mimsy-Porpington.
“Buonasera” lo salutò sorridendo il fantasma, mentre finiva di estrarre il resto del corpo dalla pietra. “Non sono l’unico assente, dunque? Anche se” e sospirò, “in un senso piuttosto diverso, naturalmente…”
“Posso chiederti una cosa, Nick?”
Una strana espressione comparve sul viso di Nick-Quasi-Senza-Testa mentre s’infilava un dito nella gorgiera rigida e la strattonava, evidentemente per guadagnare tempo. Lasciò perdere solo quando il collo semistaccato parve sul punto di cedere del tutto.
“Ehm… Proprio adesso, Harry?” chiese, sgomento. “Non potresti aspettare dopo il banchetto?”
“No… Nick… Ti prego. Ho bisogno di parlarti. Possiamo entrare qui dentro?”
Aprì la porta dell’aula più vicina, e Nick-Quasi-Senza-Testa sospirò.
“Oh, d’accordo” si rassegnò. “Non posso far finta di non essermelo aspettato”.
Harry tenne aperta la porta per lasciarlo passare, ma Nick preferì attraversare il muro.
“Cos’è che ti aspettavi?” gli chiese Harry chiudendo la porta.
“Che tu venissi a trovarmi” rispose Nick, fluttuando verso la finestra e guardando i prati sempre più bui. “Capita, a volte… Quando qualcuno subisce una… Perdita”.
“Be’…” disse Harry, rifiutandosi di cambiare discorso. “Avevi ragione. Sono… Sono venuto a parlarti”.
Nick rimase in silenzio.
“Il fatto è…” Harry trovava più difficile del previsto fare quel discorso, “insomma… Tu sei morto. Però sei ancora qui, giusto?”
Nick sospirò e continuò a guardare fuori.
“È così, no?” insisté Harry. “Sei morto, però sto parlando con te… Puoi girare per Hogwarts e tutto, non è vero?”
“Sì” rispose a voce bassa Nick-Quasi-Senza-Testa. “Vado in giro e parlo, sì”.
“Quindi sei tornato, giusto?” lo incalzò Harry. “Chi muore può tornare. Sotto forma di fantasma. Non è costretto a sparire del tutto. Allora?” aggiunse impaziente, quando Nick continuò a tacere.
Finalmente, dopo una lunga esitazione, Nick-Quasi-Senza-Testa si decise a dire: “Non tutti possono tornare”.
“Come sarebbe?”
“Solo… Soltanto i maghi”.
“Oh”. Harry quasi rise di sollievo. “Allora è a posto… È di un mago che parlo. Quindi può tornare, no?”
Nick voltò le spalle alla finestra e fissò Harry con aria mesta.
“Non tornerà”.
“Chi?”
“Sirius Black”.
“Ma tu l’hai fatto!” disse Harry, rabbioso. “Sei tornato… Sei morto, ma non sei scomparso…”
“Ai maghi è concesso di lasciare un’impronta di se stessi sulla terra, così che la loro ombra sbiadita continui a percorrere le stesse strade che calpestarono in vita. Ma solo pochissimi maghi scelgono di farlo”.
“Perché?” chiese Harry. “Ma non importa… A Sirius non importa se è una cosa insolita, tornerà, so che lo farà!”
Ne era così convinto che si voltò verso la porta, certo, per un attimo, che avrebbe visto un Sirius perlaceo e trasparente, ma raggiante, attraversarla per venirgli incontro.
“Non tornerà” ripeté Nick. “Lui è… Andato avanti”.
“Come sarebbe, “andato avanti”?” incalzò Harry. “Avanti dove? E senti… Che cosa succede, quando si muore? Dove si va? Perché non tornano tutti? Come mai questo posto non pullula di fantasmi? Perché?…”
“Non posso rispondere” disse Nick.
“Tu sei morto, no?” replicò Harry esasperato. “Chi può rispondere meglio di te?”
“Io avevo paura della morte” sussurrò Nick. “Ho scelto di restare. A volte mi chiedo se non avrei dovuto… Be’, questo non è né qua né là… In effetti io non sono né qua né là…”. Sbottò in una risatina triste. “Io non so nulla dei segreti della morte, Harry, perché ho scelto questa meschina imitazione della vita. Credo che maghi istruiti svolgano approfondite ricerche sull’argomento nell’Ufficio Misteri…”
“Non parlarmi di quel posto!” esclamò Harry.
“Mi dispiace non esserti stato d’aiuto” disse gentilmente Nick. “Be’… Adesso scusami… Il banchetto, sai com’è…”
E fluttuò fuori dalla stanza, lasciando Harry solo, a fissare senza vederla la parete che Nick aveva appena attraversato.

In questo passo non viene spiegato con esattezza come un mago possa diventare un fantasma, ma se dovessimo azzardare un’ipotesi potremmo dire che ha a che fare con la paura o meno della morte. Almeno, è quello che Sir Nick specifica a Harry.


Un Sir per amico

Un Sir per amico

In più di un’occasione Sir Nick si rivela un valido aiuto e, soprattutto, un amico per il Golden Trio. Nonostante la sensibilità pachidermica di Ron in più occasioni!

“E vuole che tutte le Case siano amiche?” chiese Harry, guardando il tavolo di Serpeverde, dove Draco Malfoy teneva banco. “Facile”.
“Be’, ecco, non dovresti assumere questo atteggiamento” lo rimproverò Nick. “Cooperazione pacifica, questa è la chiave. Noi fantasmi, anche se apparteniamo a Case distinte, manteniamo legami di amicizia. Nonostante la competitività tra Grifondoro e Serpeverde, non mi sognerei mai di scatenare una disputa con il Barone Sanguinario”.
“Solo perché ti fa paura” disse Ron.
Nick-Quasi-Senza-Testa fu enormemente offeso.
“Mi fa paura? Io, Sir Nicholas de Mimsy-Porpington, mi pregio di non essere mai stato colpevole di codardia nella mia vita! Il nobile sangue che scorre nelle mie vene…”
“Quale sangue?” chiese Ron. “Non ne hai più…”
“È un modo di dire!” esclamò Nick-Quasi-Senza-Testa, ormai così irritato che la testa semimozzata gli tremava in modo minaccioso. “Suppongo di poter ancora far uso delle parole che preferisco, anche se i piaceri del mangiare e del bere mi sono negati! Ma sono abbastanza avvezzo a che gli studenti traggano divertimento dalla mia morte, te lo garantisco!”
“Nick, non ti voleva prendere in giro!” disse Hermione, scoccando un’occhiata furiosa a Ron.
Purtroppo Ron aveva di nuovo la bocca piena da scoppiare e riuscì a bofonchiare solo “Onti voevo fendere”, che Nick non parve considerare una scusa adeguata. Si levò a mezz’aria, raddrizzò il cappello piumato e volò via verso l’altro capo del tavolo, dove atterrò tra i due fratelli Canon, Colin e Dennis.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice, capitolo 11, “La nuova canzone del Cappello Parlante”

“Già” confermò Ron. “Volevano tutti sapere se sei davvero il Prescelto…”
“Si è parlato molto di questo argomento anche tra i fantasmi” lo interruppe Nick-Quasi-Senza-Testa, reclinando verso Harry il capo a malapena unito al corpo, tanto che oscillò pericolosamente sulla gorgiera. “Io sono considerato un’autorità su Potter; è ben noto che siamo in rapporti amichevoli. Ho assicurato alla comunità degli spiriti che non ti tormenterò per avere informazioni, tuttavia. ‘Harry Potter sa che può confidarsi con me con la massima tranquillità’ ho detto loro. ‘Morirei piuttosto che tradire la sua fiducia’”.
“Non è una gran promessa, visto che sei già morto” osservò Ron.
“Ancora una volta dimostri la sensibilità di un’ascia smussata” ribatté Nick-Quasi-Senza-Testa in tono offeso. Si librò a mezz’aria e svolazzò via verso l’estremità della tavola di Grifondoro proprio mentre Silente si alzava dalla tavola degli insegnanti.

Harry Potter e il Principe Mezzosangue, capitolo 8, “Il trionfo di Piton”

Ci sono tanti fantasmi a Hogwarts e in giro per il mondo magico. Eppure, sfido chiunque a trovare un cavalier cortese al pari di Sir Nick con cui condividere il proprio percorso!

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