Categorie

Archivi

Meta

Perché i maghi vivono più a lungo dei Babbani?

13 Giugno 2021 gian-sarl 6 min read

Perché i maghi vivono più a lungo dei Babbani?

13 Giugno 2021 Newt 6 min read

Nei sette libri della saga incontriamo tanti maghi e streghe che hanno superato di gran lunga i 100 anni di età e sono ancora nel pieno possesso delle loro facoltà mentali.

Si può quindi affermare con una certa evidenza che la vita dei maghi sia in media più lunga di quella dei Babbani. Cerchiamo di capire quale sia il segreto dei maghi che permette a loro di avere una speranza di vita così alta.

Maghi ultracentenari

Iniziamo facendo i nomi di qualche mago vissuto per più di 100 anni, in modo da renderci conto di come sia comune per loro arrivare a quell’età in piena lucidità.

Mettiamo da parte i particolarissimi casi di Nicholas Flames e sua moglie Peronella, che hanno superato i 650 anni utilizzando la Pietra Filosofale.

Nicolas Flamel, uno dei maghi più longevi della storia

Il primo mago molto anziano che ci viene in mente, a questo punto, è ovviamente Albus Silente. Il Preside di Hogwarts è morto a 115 anni per la maledizione dell’anello dei Gaunt.

Suo fratello Aberforth non è da meno, dato che a 114 anni ha combattuto strenuamente nella Battaglia di Hogwarts. La Rowling ha poi dichiarato che ha continuato a lavorare per anni alla Testa di Porco.

Anche Horace Lumacorno è abbastanza avanti con gli anni: avendo iniziato a insegnare a Hogwarts nel 1931, non può essere nato dopo il 1913. Viene fatto intendere che sia ancora vivo, anche se in pensione, durante gli eventi della Maledizione dell’Erede (2020).

Minerva McGranitt potrebbe aver superato di gran lunga i 100 anni, ma sulla sua data di nascita è tuttora in corso una disputa (potete leggerne di più in quest’articolo).

Non è mai stata comunicata una data di morte per Newt Scamander. Inoltre, per quanto possano essere fonti attendibili, la sua figurina Streghe e Maghi Famosi nel primo videogioco reca la scritta “1897-ancora in vita” e il suo nome appare nella Mappa del Malandrino nel terzo film.

Meritano una menzione due coetanei di Albus Silente come Elphias Doge e Gellert Grindelwald, e soprattutto Bathilda Bath, prozia di quest’ultimo, che sicuramente straccerebbe qualunque record di longevità babbano (attualmente detenuto dalla francese Jeanne Calment, morta a 122 anni nel 1997, curiosamente nello stesso anno di Bathilda).


La genetica dei maghi

A questo punto possiamo dire che è evidente che i maghi possano vivere più a lungo dei Babbani. Nel nostro mondo i supercentenari (così vengono chiamati coloro che raggiungono i 110 anni di età) sono rarissimi. Nel Regno Unito, dove si svolgono le avventure della saga, ci sono stati 154 supercentenari accertati, di cui solo 7 uomini (fonte: Wikipedia). I maghi, quindi, in media vivono di più. Si tratta solo di una questione genetica dovuta al fatto che sono persone diverse dai Babbani? Sembrerebbe di no.

Per capirlo dobbiamo conoscere cos’è un mago e la risposta è meno scontata di quanto sembra. Nel mondo di Harry Potter i maghi sono esseri umani a tutti gli effetti, a differenza di ciò che avviene in altri universi letterari come quello del Signore degli Anelli. Molti maghi non sanno di esserlo fino a una certa età (come Harry, Hermione e persino Neville, pur provenendo da una famiglia di soli maghi). Inoltre si possono accoppiare con i Babbani senza problemi (ad esempio, il padre di Severus Piton è un Babbano, così come la madre di Remus Lupin).

Harry Potter sperimenta la magia

I maghi, dunque, sono semplicemente degli esseri umani “particolari” dotati di quella particolare forza che è la magia. Sul sito della Rowling si legge che nelle sue idee la magia è una forza sovrannaturale in grado di cambiare gli aspetti del mondo dalle proprie fondamenta. Non è però una forza che va contro le leggi della natura, ma semplicemente le sfrutta in modi specifici e creativi, sconosciuti alla scienza dei Babbani.

La Rowling, in quest’intervista che risale ai tempi del Calice di Fuoco, ha affrontato anche la questione della speranza di vita dei maghi, affermando semplicemente che vivono più a lungo dei Babbani. Zia Jo però non ne ha chiarito le ragioni, quindi proviamo a spiegarci questo aspetto.


Le malattie dei Babbani colpiscono i maghi?

Nel corso dei sette libri della saga, soprattutto negli ultimi quattro, assistiamo alla morte di personaggi piuttosto giovani. Questo però non ci deve fuorviare: nessuna di queste morti è naturale. Nessun personaggio muore di vecchiaia o per malattie connesse all’età avanzata nel corso dei sette libri. Non sappiamo, quindi, se le comuni malattie del mondo dei Babbani possano creare problemi anche ai maghi. È difficile pensare che non possano ammalarsi o infettarsi, dato che, come abbiamo specificato, sono esseri umani a tutti gli effetti. Evidentemente, però, dispongono di strumenti migliori per curarsi.

L’idea di utilizzare la magia per vivere di più è stata portata all’estremo da Lord Voldemort, che proprio per le sue manie sull’immortalità ha finito per vivere “soltanto” 71 anni, ma questa è un’altra storia.

In generale, i maghi possono ricorrere ad incantesimi e pozioni per curare le malattie e gli acciacchi della vecchiaia, o semplicemente per rimettersi in forma. Pensiamo ad esempio all’Ossofast, in grado di far ricrescere le ossa rotte, o alle lacrime di fenice, dal potere curativo pressoché illimitato. Dunque, persone come Madama Chips e i Guaritori del San Mungo usano metodi magici certamente diversi da quelli dei medici babbani, che ovviamente non possono fare affidamento su questa forza sovrannaturale. Dato che “diversi” non significa necessariamente “migliori”, proviamo a fare degli esempi concreti.

Un passo del secondo libro ci fa pensare che per i maghi possano superare un raffreddore o un’influenza con i loro metodi:

In infermeria, Madama Chips ebbe il suo daffare a curare un’improvvisa epidemia di raffreddore che aveva colpito professori e studenti. Il suo decotto Tiramisù aveva un effetto immediato, anche se lasciava con le orecchie fumanti per molte ore.

Camera dei Segreti, Capitolo 8
Harry Potter in infermeria con Madama Chips

Tutto fa pensare, quindi, che i metodi magici funzionano sulle comuni malattie. Il contrario però non vale, e di questo ne abbiamo una prova schiacciante. Augustus Pye, Guaritore Tirocinante del San Mungo, provò infatti a utilizzare i punti di sutura su Arthur Weasley per curare il morso di Nagini, con scarsi risultati. Arthur approvò tale soluzione, spinto anche dalla sua adorazione verso i Babbani, ma Hermione non fu per nulla sorpresa dalla mancata efficacia:

“Be’, dai, sulle ferite non magiche funzionano bene” osservò Hermione. “Immagino però che in quel veleno di serpente ci sia qualcosa che li scioglie.”

Ordine della Fenice, Capitolo 23

Viene dunque da pensare che la magia sia qualcosa di “più potente” e che quindi non solo possa curare le comuni malattie non magiche, ma che addirittura sia più efficace dei metodi babbani. Con ogni probabilità questo vale anche per le malattie che si aggravano con la vecchiaia. Di questo ne abbiamo parlato anche in quest’articolo sulle malattie nel mondo magico.


Conosciamo dei maghi morti di vecchiaia?

Anche se le loro morti avvengono fuori scena, ci sono stati presentati dei personaggi del Mondo Magico deceduti per malattie connesse alla vecchiaia. I nonni paterni di Harry, Fleamont ed Euphemia Potter, morirono per complicazioni dovute al vaiolo di drago quando erano già piuttosto anziani. Curiosamente, anche il rivale storico di Harry, Draco Malfoy, perse il nonno paterno Abraxas a causa di questa terribile malattia:

“Sì” rispose il professore senza guardare Malfoy, “mi spiace, ho saputo che è morto, anche se naturalmente c’era da aspettarselo, il vaiolo di drago alla sua età…”

Principe Mezzosangue, Capitolo 9

Lumacorno, quindi, ci conferma che il vaiolo di drago aumenta la sua letalità con l’età in cui viene contratto (cosa in comune a tantissime malattie del nostro mondo). Non stupisce quindi che Elphias Doge ne sia sopravvissuto (era ancora un ragazzino).

Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche
Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche

Nessuno di questi maghi, comunque, è morto per una malattia conosciuta nel mondo babbano. Questo sembra confermare che siano le malattie “magiche” a mettere più in difficoltà i Guaritori. Queste, però, sono evidentemente meno comuni dei vari raffreddori e influenze. Basta pensare che un solo ospedale (il San Mungo) riesce ad accogliere i pazienti di tutta la Gran Bretagna.


Dunque, più che per ragioni genetiche, sembra sia questo il motivo della speranza di vita maggiore nei maghi. Questa, ovviamente, è la nostra teoria su una questione che non ha ancora una risposta definitiva. Aspettiamo quindi i vostri commenti sull’argomento!

Commenti

×