Nel mondo magico esiste la religione? Nel seguente articolo proviamo a rispondere a questa complessa domanda evidenziando i parallelismi tra la saga e la religione.
“Harry Potter” non è sempre andato d’accordo con le istituzioni religiose. Nel tempo, numerosi sono stati i tentativi di censura per presunti contrasti della saga con la religione (qui vi raccontiamo cosa è successo nel Tennessee mentre qui vi parliamo del caso olandese).
Tra le più grandi accuse mosse alla saga vi è il fatto di raccontare una storia che esclude intrinsecamente il fattore religioso. Ciò non si addice, secondi alcuni, al fatto di essere una saga per bambini che necessitano di solidi valori morali. Nonostante queste discutibili critiche, vedremo come nella saga siano stati inseriti dei riferimenti, a volte palesi e a volte nascosti, alla religione.
Sirius Black: il padrino
“Sembrava che Black e Potter fossero fratelli!” intervenne il professor Vitious. “Inseparabili!”.
“Ma certo” disse Caramell. “Potter si fidava di Black più che di ogni altro suo amico. Quando finirono la scuola, nulla cambiò. Black fece da testimone quando James sposò Lily. Poi lo scelsero come padrino di Harry. Harry non lo sa, naturalmente. Potete immaginare come l’idea lo torturerebbe”.
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Capitolo 10: La Mappa del Malandrino.
Nel terzo volume della saga veniamo a sapere che Sirius Black, presunto pluriomicida che ha tradito la famiglia Potter, è il padrino di Harry. Questa notizia, ovviamente, sconvolge il ragazzo che si rende conto della profonda fiducia che i suoi genitori riponevano nel mago, tanto da nominarlo suo padrino e tutore.
Ma in che senso Sirius è il padrino di Harry? Questo non viene mai spiegato nella saga, tuttavia è chiaro che il ruolo di padrino, rivendicato con fierezza da Sirius, è piuttosto importante nell’ambito della comunità magica. Al riguardo, la saga non fornisce molti indizi, considerando anche che l’unico personaggio che ricopre questo ruolo oltre Sirius è Harry che diventa padrino di Teddy Lupin. Non vi è, peraltro, nella saga alcun riferimento a un’eventuale figura, spesso femminile, affiancata al padrino.
Le teorie
Le teorie sul campo sono diverse. Alcuni ritengono che si tratti semplicemente di una specificazione del fatto che Sirius è il tutore di Harry e, dunque, una figura preposta a prendersi cura di lui in caso accada qualcosa ai genitori. Tuttavia, questa tesi non convince affatto. Le parole “tutore” è “padrino” non vengono, infatti, usate indistintamente nel corso della saga. Sembra fuori dubbio, dunque, che il ruolo del tutore abbia un’implicazione legale, mentre al padrino è attributo un valore morale.
Vi è, inoltre, il fatto che al ruolo del padrino viene fatta corrispondere la figura del “figlioccio” che non lascia dubbi sulla connotazione religiosa del ruolo. Tuttavia la domanda sorge spontanea: perché esiste questa figura religiosa nella comunità magica? Nel corso della saga viene fatto riferimenti al “nome di battesimo”. Si può allora pensare che la comunità magica conosca i sacramenti o e solo un modo di dire? I riferimenti a questa figura, tuttavia, sono troppo pochi e sporadici per dare una risposta certa a queste domande.
Da ultimo, si può menzionare il fatto che sia Lily Potter che Remus Lupin hanno origini babbane. Questo può far sorgere il dubbio circa la possibilità che abbiano scelto di far battezzare i propri figli nella comunità babbana. La questione tuttavia, in assenza di delucidazioni ufficiali, rimane irrisolta.
Il frate grasso
Una ventina di fantasmi erano appena entrati nella stanza, attraversando la parete in fondo. Di color bianco perlaceo e leggermente trasparenti, scivolavano per la stanza parlando tra loro e quasi senza guardare gli allievi del primo anno. Sembrava che stessero discutendo.
Quello che assomigliava a un monaco piccolo e grasso stava dicendo: “Io dico che bisogna perdonare e dimenticare; dobbiamo dargli un’altra possibilità…”. “Mio caro Frate, non abbiamo forse dato a Pix tutte le possibilità che meritava?”.
Harry Potter e la Pietra Filosofale. Capitolo 7: Il cappello Parlante.
Se la figura del padrino lascia spazio a qualche possibile interpretazione, quella del fantasma di Tassorosso, il frate grasso, è inequivoca. Il frate è una figura religiosa e, senza dubbio, cristiana. Purtroppo, non sappiamo molto su questo fantasma di Hogwarts se non qualche informazione che ci viene fornita da Wizarding World.
In particolare, apprendiamo che il frate, dopo aver terminato gli studi magici, ha aderito a una religione mendicante. È stato giustiziato dopo che i membri della chiesa superiori nutrirono dei sospetti sulla sua capacità di curare il vaiolo con un bastone (probabilmente una bacchetta). Aveva inoltre l’abitudine di tirare fuori conigli dalla calice della comunione. Queste scarse informazioni lasciano intendere che il frate praticasse il culto fuori dalla comunità magica.
Il cimitero di Godric’s Hallow
Nel settimo libro, la commistione tra la storia e il fattore religioso si fa interessante. Tanto che alcuni hanno persino teorizzato un parallelismo tra Harry Potter, come salvatore della comunità magica, e Gesù, sacrificatosi per liberare l’umanità dai peccati. Chi sostiene questa tesi mette in evidenza il fatto che entrambi siano in qualche modo “risorti” .
Troviamo un richiamo alla religione nel cimitero di Godric’s Hallow dove Harry e Hermione si recano per cercare la tomba dei genitori di Harry. Quando la trovano, notano la seguente incisione:
James Potter, nato il 27 marzo 1960, morto il 31 ottobre 1981
Lily Potter, nata il 30 gennaio 1960, morta il 31 ottobre 1981
L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte
Harry Potter e i Doni della Morte. Capitolo 16: Godric’s Hollow.
Questa, che Harry scambia per una citazione riconducibile ai Mangiamorte, esprime, in realtà, come spiega Hermione, la capacità di vivere “oltre” la morte. È esattamente lo stesso significato attribuito a un’identica citazione biblica:
L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
Prima lettera ai Corinzi cap. 15 vers. 26
Inoltre, I due ragazzi vedono per caso la tomba della sorella di Silente, Kendra. Sulla lapide è incisa questa frase:
Dove si trova il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
Harry Potter e i Doni della Morte. Capitolo 16: Godric’s Hollow.
Anche in questo caso, l’incisione è del tutto similare a un versetto del vangelo.
Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Luca Capitolo 12 vers. 34.
Il significato di questa frase richiama un messaggio molto presente nella saga: ciò a cui scegliamo di dare priorità, il nostro “tesoro”, diviene la motivazione più intima delle nostre azioni, il “cuore”.
Le dichiarazioni di J. K. Rowling sulle citazioni bibliche
Durante l’Open Book Tour di “Harry Potter e i Doni della Morte”, J.K. Rowling ha fatto alcune dichiarazioni riguardanti i riferimenti religiosi nella saga. Lungi dall’essere esaustiva sul punto, l’autrice ha però chiarito che i parallelismi erano pensati fin dall’inizio e hanno un pregnante valore allegorico. Ecco cosa ha dichiarato riguardo alle iscrizioni sulle tombe di Godric’s Hallow:
Sono libri decisamente Inglesi, quindi molto pragmaticamente Harry avrebbe senza dubbio ritrovato citazioni bibliche sulle lapidi. Ma personalmente trovo che quelle due citazioni in particolare che legge nel cimitero di Godric’s Hollow riassumano – quasi incarnino [l’essenza del]l’intera serie.
Circa l’inserimento delle suddette citazioni nel settimo libro, l’autrice ha aggiunto:
È stato un piacere per me scegliere quelle due citazioni. Sapevo che ci sarebbero stati quei due passaggi sin da quando la Camera dei Segreti fu pubblicato. Sapevo che se fossero stati messi all’inizio del settimo libro avrebbero concluso perfettamente la serie.
L’autrice ha affermato anche, nella stessa occasione, di non aver parlato prima del fenomeno religioso in Harry Potter per il rischio di rivelare troppe cose sulla direzione che avrebbe preso la trama. Allo stesso tempo, però, ritiene che i riferimenti contenuti nella saga siano praticamente ovvi.
Le festività
La comunità magica celebra diverse festività religiose. In particolare, quelle più importanti sono il Natale e la Pasqua. Durante queste celebrazioni vengono rispettate alcune tradizioni tipicamente babbane come quella di addobbare l’albero e scambiarsi le uova di cioccolato. Altre festività conosciute al mondo magico ma che traggono origine dalla religione sono San Valentino e Halloween.
In questo articolo, dove vi parliamo approfonditamente del Natale del mondo magico, abbiamo ipotizzato che queste feste derivino dal fatto che la comunità magica e quella babbana vivessero a contatto in epoca antecedente all’emanazione dello statuto di Segretezza. In particolare, è probabile che anche dopo la separazione delle due comunità i maghi abbiano conservato alcune tradizioni ormai inserite nella comunità. Queste festività, tuttavia, sembrano aver perso ogni connotazione religiosa, della quale non troviamo traccia nella saga.
È ironico come una saga tanto attaccata dalle istituzioni religiose contenga, invece, tanti parallelismi con il mondo spirituale.
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