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Gli indizi nell’Ordine della Fenice di cui non ti sei mai accorto (parte 1)

28 Marzo 2020 gian-sarl 6 min read
L'esercito di Silente

Gli indizi nell’Ordine della Fenice di cui non ti sei mai accorto (parte 1)

28 Marzo 2020 Newt 6 min read

Prosegue la ricerca delle frasi insospettabili che acquisiscono il loro vero significato solo alla seconda lettura della serie di romanzi. Avevamo già visto gli indizi del primo, del secondo, del terzo e del quarto libro.

Ora proseguiamo con l’Ordine della Fenice.

1) L’ “orribile” amico di Lily

“Fanno la guardia alla prigione di maghi, Azkaban” disse zia Petunia. […] “Come fai a saperlo?” le chiese, esterrefatto. Zia Petunia pareva piuttosto sconvolta per quello che aveva detto. Scoccò a zio Vernon un’occhiata di timorose scuse, poi abbassò appena la mano, rivelando la dentatura cavallina. “Ho sentito… quell’orribile ragazzo… spiegarlo a lei… tanti anni fa” disse a scatti. “Se intendi la mia mamma e il mio papà, perché non usi i loro nomi?” gridò Harry, ma zia Petunia lo ignorò. Sembrava terribilmente confusa.

Capitolo 2

All’inizio sembrava scontato che l'”orribile ragazzo” sia James, e la cosa è plausibile visto che Peutnia odiava lui e tutta la sua “specie”. Soltanto alla fine dell’ultimo libro scopriamo che in realtà si trattava di Severus Piton.


2) Il pentimento di Regulus Black

“Dubito che Regulus sia mai stato così importante da scomodare Voldemort in persona. Da quanto ho scoperto dopo la sua morte, si era fatto coinvolgere fino a un certo punto, poi è stato preso dal panico per quello che gli era stato richiesto e ha cercato di fare marcia indietro. Be’, non si rassegnano le dimissioni a Voldemort. È servizio a vita, o morte”.

Capitolo 6

Questa frase di Sirius era uno dei pochi indizi che si avevano prima dell’uscita dei Doni della Morte riguardo all’identità di R.A.B..


3) Il medaglione di Serpeverde

C’era un carillon che una volta caricato emise una musichetta tintinnante e vagamente sinistra, e si sentirono tutti stranamente deboli e sonnolenti, finché Ginny non ebbe il buonsenso di chiudere il coperchio; un pesante medaglione che nessuno di loro riuscì ad aprire; un certo numero di antichi sigilli…

Capitolo 6 (Nuova traduzione)

Purtroppo nella vecchia traduzione dell’Ordine della Fenice questo locket finì per diventare un lucchetto… chi avrebbe mai immaginato che lì dentro c’era un pezzetto dell’anima di Voldemort? Il medaglione di Regulus si trovava già da tempo nella cava ed era stato “scambiato” dallo stesso Regulus, dunque quello era senz’altro il vero medaglione di Serpeverde.


4) Silente e la cicatrice di Harry

“Sì” sbottò Harry prima di riuscire a trattenersi, “è la sola parte di me che interessa a Silente, vero, la mia cicatrice?”

Capitolo 13

Questa è cattiva, perché contribuisce a una ingiusta immagine di un Silente freddo e calcolatore. Ma rileggendo questa frase non può non venirci in mente l’iconica conversazione tra lui e Piton, in cui Silente viene accusato di prenderci cura di Harry solo in quanto arma in grado di distruggere Voldemort (la famosa “bestia da macello”).


5) Aberforth e le sue capre

La Testa di Porco era un locale piccolo, angusto e molto sporco, con un forte odore di qualcosa che poteva essere capra. […] Il barista uscì da una stanza sul retro e andò verso di loro. Era un vecchio dall’aspetto burbero, con una gran quantità di lunghi capelli grigi e la barba. Era alto, magro e aveva un’aria vagamente familiare per Harry.

Capitolo 16

Ne avevamo già parlato nell’articolo sugli indizi del quarto libro. Nel Calice di Fuoco Silente aveva nominato gli incantesimi compiuti dal fratello sulle capre. Questo, unito all'”odore di capra” e all’“aria familiare” del barista della Testa di Porco nell’Ordine della Fenice, aveva fatto nascere la teoria, poi confermata, che egli fosse Aberforth. Altro indizio è quello inserito nel film dell’Ordine della Fenice, uscito dieci giorni prima dell’ultimo libro, in cui vediamo che alla Testa di Porco compare effettivamente una capra.


6) Harry legge nella mente di Voldemort

“Probabilmente è molto lontano. Fa male perché… è… arrabbiato”. Harry non intendeva affatto pronunciare quelle parole, e le udì come se avesse pronunciate un altro; eppure capì all’istante che erano vere. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma lo sapeva: ovunque fosse Voldemort, qualsiasi cosa stesse facendo, era in preda alla collera. […] “No, lo sai cosa stai facendo?” disse Ron, spaventato e impressionato allo stesso tempo. “Harry, tu stai leggendo nella mente di Tu-Sai-Chi!”

Capitolo 18

Ci sarebbe un mondo di cose da dire sui “sogni” di Harry riguardo a Voldemort che cercava di entrare nell’Ufficio Misteri, sulla cicatrice che fa male e su quanto appare sempre più evidente il legame indissolubile tra il Signore Oscuro e colui che, alla fine dell’anno, scoprirà di essere il Prescelto. Questi sogni sono il motivo conduttore di tutto il romanzo dell’Ordine della Fenice, ma ciò che è più impressionante, e Ron glielo fa notare, è che Harry legge nella mente di Voldemort. E non viceversa. Sì, perché è vero che la Legilimanzia prevede il contatto visivo, ma dal più grande mago oscuro di tutti i tempi possiamo aspettarci di tutto. Quello che preoccupa è che Harry legge nella sua mente. Si ritrova ad avere, suo malgrado, questo misterioso e in qualche modo oscuro potere. Harry è Voldemort nei suoi sogni. E quelle parole udite come se le avesse pronunciate qualcun altro si possono interpretare come se di fatto fossero venute fuori dall’anima di Voldemort presente dentro di sé.


7) Silente capisce che Harry e Nagini sono due Horcrux

Silente andò a prendere uno dei fragili strumenti d’argento di cui Harry non aveva mai saputo la funzione, lo portò alla sua scrivania, sedette di nuovo di fronte a loro e lo toccò delicatamente con la punta della bacchetta. Lo strumento di animò all’istante e cominciò a emettere tintinnii ritmici. Minuscoli sbuffi di fumo verde pallido uscirono dal piccolo tubo d’argento in cima. Silente li osservò con attenzione, aggrottando la fronte. Dopo qualche secondo, gli sbuffi divennero una striscia costante di fumo che si addensò a spirale nell’aria… all’estremità spuntò una testa di serpente, con le fauci aperte. Harry si chiese se lo strumento stesse confermando la sua teoria: guardò impaziente il Preside, in attesa di un cenno che gli desse ragione, ma lui non alzò gli occhi. “Sicuro, sicuro” mormorò invece, evidentemente a se stesso, sempre osservando la lingua di fumo senza la minima traccia di sorpresa. “Ma diviso nell’essenza?”. Harry non capì proprio nulla della domanda. La figura, invece, si divise all’istante in due serpenti: entrambi si attorcigliavano e oscillavano nell’aria.

Capitolo 22

Questo passaggio, tuttora non chiarito del tutto, sembrerebbe indicare che Silente abbia avuto la prova di almeno due Horcrux. Andiamo con ordine. Pochi minuti prima, Harry aveva visto in sogno l’aggressione ad Arthur Weasley con gli occhi di Nagini (e ci torneremo tra poco). Invece di fargli domande, Silente utilizza questo particolare strumento che evidentemente “riconosce” Voldemort, l’erede di Serpeverde, all’interno della stanza e quindi di Harry. Silente lo aveva già capito da tempo, e infatti esclama “sicuro, sicuro”. Nella versione inglese, però, la parola che ripete è “naturally”, che può significare anche “spontaneamente” o peggio ancora “intrinsecamente“, come a significare la forza e l’indissolubilità del legame fra i due. Poi però chiede “ma diviso nell’essenza?” e la figura si divide in due serpenti, come a indicare che c’è un altro serpente (Nagini) coinvolto in tutto questo. L’essenza, cioè l’anima, del serpente (Voldemort) è infatti divisa in tante parti.


8) Harry è il serpente

“Sirius, io volevo aggredirlo” […] “Era come se qualcosa montasse dentro di me, come se ci fosse un serpente dentro di me”.

Capitolo 22

Peggio ancora del fatto in sé di aver visto l’aggressione ad Arthur con gli occhi di Nagini, c’è il fatto che in quel momento i desideri di Harry erano gli stessi di quelli, perversi e malvagi, di Voldemort.


9) Piton e l’Occlumanzia

“Ascolta…” disse [Lupin] abbassando la voce, mentre gli altri salutavano Tonks. “So che non ti piace Piton, ma è un Occlumante straordinario.”

Capitolo 24

Mai complimento fu più meritato. Piton riusciva a chiudere la mente e a tenere celati i suoi segreti e i suoi piani persino ad un magnifico Legilimens come Lord Voldemort in persona, lavorando per l’Ordine della Fenice fingendo di essere al servizio del Signore Oscuro, e in ogni libro ritroviamo almeno un azione in cui ha protetto Harry.


10) Piton rivede James e Lily

“Ricominciamo… al mio tre… uno, due, tre… Legilimens!”. Un grande drago nero ruggiva davanti a lui… suo padre e suo madre lo saputavano da uno specchio incantato […] Piton era più pallido e arrabbiato che mai.

Capiolo 24

Non era una rabbia dovuta agli scarsi risultati di Harry in Occlumanzia, quanto per aver rivisto la persona che ha sempre amato insieme al suo più grande rivale di sempre, ed era pallido perché evidentemente prova ancora rimorso per la morte di Lily.

Volete scoprire altre dieci frasi insospettabili del quinto libro? Cliccate qui.

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