La Babbanologia non è poi tanto lontana da una disciplina che si studia anche nel mondo non-magico: l’Antropologia.
Alla scoperta del mondo babbano
Babbanologia è una delle discipline di cui si parla meno nei libri della saga. Eppure – è impossibile negarlo – sarebbe sicuramente uno dei corsi facoltativi che seguiremmo se ci venisse concesso di studiare a Hogwarts. Sarebbe senz’altro interessante scoprire in che modo i membri del mondo magico si approcciano all’analisi di quello babbano.
Chi segue le lezioni di Babbanologia della professoressa Charity Burbage, infatti, affronta argomenti quali le istituzioni sociali dei Babbani, le loro abitudini culturali, i loro costumi, i loro traguardi tecnologici; insomma, il loro modo di vivere senza l’ausilio della magia. Il libro di testo di questo corso, Vita domestica e abitudini sociali dei Babbani inglesi di Wilhelm Wigworthy, costituirebbe senz’altro una lettura interessante per guardare all’universo babbano da un altro punto di vista.
Ma allora la Babbanologia non è poi tanto lontana da una disciplina che si studia anche nel mondo non-magico: l’Antropologia.
Studiare l’uomo, scoprire la cultura
In senso generale, l’antropologia può essere definita lo “studio dell’uomo” sotto diverse prospettive, tutte accomunate dall’intento di analizzare e comprendere praticamente la diversità umana.
L’antropologia biologica, per esempio, studia i meccanismi evolutivi che hanno segnato la storia naturale dell’essere umano; l’antropologia sociale studia il comportamento degli esseri umani come membri di gruppi sociali.
Nel momento in cui la cultura umana è divenuta oggetto di studio scientifico, circa due secoli fa, è nata l’antropologia culturale, che può essere considerata il corrispettivo babbano della Babbanologia: così come a Hogwarts si studia il mondo culturale della comunità non-magica, originariamente l’antropologia si occupava dello studio specifico di una sola parte dell’umanità (i cosiddetti “popoli primitivi”). Da qualche tempo a questa parte, invece, l’antropologia ha ridefinito i propri campi d’indagine, e si è affermata come una disciplina globale fondamentale per la comprensione dell’umanità nella sua totalità.
Hermione antropologa
Al suo terzo anno a Hogwarts, Hermione decide di seguire il corso di Babbanologia perché è interessata a scoprire in che modo i Maghi vedono il mondo babbano; Hermione vuole adottare uno sguardo “esterno” e distaccato, spinta dalla curiosità di conoscere prospettive inedite. È quasi un’“antropologia nell’antropologia”: l’interesse antropologico di Hermione risiede nella sua intenzione di conoscere i modelli teorici attraverso cui la comunità magica interpreta quelli che per i suoi membri sono ulteriori modelli teorici (quelli babbani, per l’appunto). Studiando Babbanologia, quindi, Hermione non fa altro che approfondire la propria conoscenza della cultura del mondo magico.
Decentramento e comprensione della diversità
Senza scomodare Lévi-Strauss, in definitiva, si può dire che Hermione, con il suo atteggiamento “straniato”, faccia a tutti gli effetti ricerca antropologica. Hermione studia la cultura babbana – in cui è cresciuta – da una prospettiva esterna, inedita. È questo l’orizzonte metodologico del decentramento culturale: l’antropologo studia ogni cultura senza giudicarla, assumendo uno sguardo critico innanzitutto nei confronti della propria cultura.
È questa l’arma che, nella storia dell’antropologia, ha permesso il passaggio dalla prospettiva etnocentrica a quella relativistica. Originariamente gli antropologi tendevano ad assumere come punto di riferimento la cultura di appartenenza (etnocentrismo), considerando costumi e credenze altrui “inferiori”; in seguito si è fatta avanti la consapevolezza che ciò che è giusto per un gruppo umano non necessariamente lo è per un altro (relativismo culturale), con il conseguente riconoscimento della pluralità e pari legittimità di tutte le formazioni culturali. Studiare antropologia significa scrollarsi di dosso il senso di superiorità e i pregiudizi e prendere parte attiva alla comprensione delle diversità umane. Lo sapeva bene Hermione, ed è bene che lo impariamo anche noi.
Vi aspettiamo nei commenti!