La saga di Harry Potter non sarebbe la stessa senza i cari amici animali: anche loro trovano spazio nel Wizarding World e riescono a fare la differenza pur non avendo una bacchetta tra le zampe!
Grattastinchi, Crosta, Mrs Purr, Oscar ma anche Thor, Edvige, Errol e Leotordo, questi sono solo alcuni dei molti animali che incontriamo nella saga. Quasi fin dall’inizio ci viene detto che ad ogni studente è permesso portare a scuola un animale da compagnia.
Le opzioni sono: un gufo, un rospo o un gatto, anche se nel corso delle storie ci si imbatte in cani ed un topino (che topino non è!). La scelta di queste sole specie di animali ammessi ad Hogwarts è stata presa dalla Rowling basandosi sulle antiche credenze britanniche riguardo la stregoneria.
Spiriti Felini
È solito associare ad una strega un gatto: fa parte dell’immaginario collettivo che è andato plasmandosi nel corso dei secoli. In passato molte popolazioni vedevano nei felini la reincarnazione degli spiriti maligni o addirittura del diavolo.
La figura del gatto è da sempre stata associata alla magia, gli egizi ed i romani credevano fosse strettamente legata ad un dio (Bastet per gli egizi e Diana per i romani). Nel Medioevo, la gente considerava il gatto come la reincarnazione di spiriti malvagi evocati dalle streghe o degli spiriti delle stesse streghe.
Quest’ultima è sicuramente la credenza che più si è tramandata sino ai giorni nostri, evolvendosi in scaramanzie molto spesso pericolose per i cari felini.
Gatti Famosi
Alcuni animali in Harry Potter diventano importanti quanto alcuni personaggi principali ai fini dello svolgersi della trama. Esempio lampante è Grattastinchi che, ne il Prigioniero di Azkaban cede ad un “cagnesco” Sirius il foglietto con appuntate le parole d’ordine perduto da Neville.
Un posto d’onore va riservato a Mrs Purr, la zelante gatta del custode Gazza. Ella può essere ritenuta a tutti gli effetti un gatto da strega, un famiglio per meglio dire, grazie alle sue straordinarie capacità di sentinella e alla sua fedeltà. Mrs Purr, alle volte, ci ha fatto pensare che anch’essa potesse avere poteri magici tuttavia, va ricordato che, essendo un gatto, possiede tutte quelle meravigliose doti che l’essere umano può solo immaginare e magari reputare “magiche”.
Infatti, i teneri felini hanno un olfatto molto sviluppato, un udito acutissimo in grado di isolare alcuni rumori e scovarne la provenienza, vista crepuscolare e agilità e grazia in abbondanza! Queste sono caratteristiche che nulla hanno a che vedere con la magia, se si parla di gatti, mentre le cose cambiano un pochino con i gufi.
Il gufo babbano: il piccione
I gufi sono davvero onnipresenti come animali in Harry Potter e principalmente svolgono il compito di consegnare lettere e pacchi: insomma, dei postini con le ali! Qualcuno si sarà chiesto quanto tutto questo possa essere verosimile, beh la risposta è: più di quanto si pensi!
Dai tempi degli antichi romani e sino alla Seconda Guerra Mondiale sono stati usati dei volatili per il recapito di messaggi: non si tratta di gufi, ma di piccioni. Il principio è semplice: si alleva un piccione in un determinato luogo, lo si allontana da quel luogo e qualora si dovesse mandare una comunicazione, basterà “allegare” al pennuto un biglietto e lasciarlo volare libero. Esso, per istinto, tornerà al suo luogo natale e consegnerà il messaggio.
Non importa se siete sperduti in chissà quale remoto posto della Terra, il piccione riuscirà comunque a trovare la via di casa grazie alla Magnetoricezione. Questa è la capacità di percepire il campo magnetico della Terra, e in base a questo, orientarsi nello spazio. Un fenomeno da fare impallidire l’incanto “Quattro punti”!
Il gufo tuba sempre tre volte
Sebbene sia stupefacente questa capacità dei piccioni, essi non potrebbero essere funzionali come i gufi ed ecco che la Rowling dà la sua spruzzatina di magia: i gufi riescono a tornare al mittente dopo aver fatto la consegna senza che questi si trovino nel luogo natale. Il gufo riesce a trovare il destinatario della lettera ovunque esso si trovi. Inoltre i gufi più grossi possono trasportare pacchi anche molto pesanti per la loro taglia.
Ma perché proprio il gufo? La scelta dell’autrice è stata veramente molto acuta: il gufo è l’animale notturno per antonomasia e inoltre si è sempre associato a qualcosa di oscuro, di misterioso. Essendo uno degli animali con il volo più silenzioso in assoluto (il barbagianni detiene il primato) non viene spesso notato dai babbani. Questi, infatti, ritengono che vedere un gufo di giorno sia presagio di sventura. Tale superstizione può derivare proprio dal fatto che, se il gufo è costretto a volare alla luce del sole, è messaggero di notizie che richiedono la massima urgenza.
Nonostante l’accuratezza delle scelte narrative di J. K., essa ha commesso due piccolissimi errori sugli animali in Harry Potter: le civette delle nevi (come Edvige) sono mute e non mangiano la pancetta con cui Harry premia la sua affezionata.
Rospo q. b.
L’ultimo degli animali elencati nella lettera d’ammissione è il rospo, di cui conosciamo un solo esemplare: Oscar di Neville!
La Rowling ha raccontato che chi possiede un rospo come animale domestico risente della reputazione di sfigatello. Il motivo di questo pregiudizio sta nel fatto che, nel tempo in cui si svolge la saga, il rospo è praticamente inutile.
In tempi antecedenti i rospi venivano brutalmente trattati, venduti e sezionati poiché le loro parti e secrezioni (occhi, muco, lingua, ecc…) erano usati come ingredienti per un gran numero di pozioni. Ciò costrinse il Ministero della Magia a prendere dei provvedimenti al riguardo con una legge sulla tutela degli animali.
Da rospo a principe
Il rospo rimane comunque un animale molto vicino alla magia e se ci si riflette, rappresenta una creatura apparentemente flaccida ed incapace ma che nasconde un grande potenziale. Ricorda proprio l’unico proprietario di un rospo a noi noto: Neville.
È obbligatorio menzionare che il rospo è il responsabile della nascita di un Basilisco: se l’anfibio cova fino alla schiusa un uovo di gallina, il risultato sarà la mostruosa serpe.
Altri protagonisti pelosi
A parte queste tre categorie di animali, in Harry Potter incontriamo anche il molosso Thor. È il fedelissimo cane di Hagrid che non sembra avere quella “spruzzatina magica” che i precedenti animali hanno, ma in compenso ha una grande simpatia.
Il ratto Crosta merita una menzione a parte. Innanzitutto perché egli, come si scopre ne il Prigioniero di Azkaban, è la forma Animagus di Peter Minus. Inoltre, va notato che essendo un topo non è nella lista degli animali ammessi alla scuola di magia. Nonostante ciò, la sua presenza ad Hogwarts è tollerata e non si hanno cenni contrari. Probabilmente uno dei motivi potrebbe essere l’anzianità del topo che, prima di Ron, apparteneva al fratello maggiore Percy.
Strano? Non poi tanto!
Ciò fa riflettere sul tipo di animali che i maghi considerano domestici o da compagnia. Allo sguardo dei babbani sembrerebbe bizzarro vedere un ratto grigio e vecchio che scorrazza per casa, oppure un rospo che saltella avanti e indietro in salotto. Ebbene, è proprio questo che deve sembrare!
La bizzarria è la caratteristica che contraddistingue i maghi agli occhi babbani: che si tratti di indossare lunghe vesti sgargianti con mantelli svolazzanti o di tenere pavoni albini nel giardino di casa (come a Villa Malfoy).
Il passo Felpato della morte
Oltre a Thor, in Harry Potter possiamo leggere e vedere un altro enorme cane: il Gramo. Nel terzo capitolo della saga, Harry vede un enorme cane nero scrutarlo. In seguito, egli crederà di aver visto il Gramo, non sapendo che si trattava del suo padrino Sirius Black nella sua forma Animagus.
In alcune vecchie culture babbane la figura del cane nero è considerata presagio di sventura: si pensa che esso appaia a persone che entro sei giorni conosceranno la morte (la propria o di qualcuno a loro caro). Secondo le leggende il grosso cane ha un ispido manto nero (così da confondersi nelle tenebre) e brillanti occhi gialli o rossi. Solitamente non è aggressivo sebbene possa attaccare nel caso qualcuno cerchi di catturarlo.
Altre forme del Gramo
L’influenza del Gramo nella cultura popolare ha ispirato varie opere, dai romanzi alle canzoni. Una delle meno conosciute è Black Dog. Il brano dei Led Zeppelin fa emergere un parallelismo tra il segugio infernale e un amore per una donna che sembra presagire sventure per l’innamorato.
Il messaggero della morte a quattro zampe non è conosciuto solo con il nome di Gramo (Grim in inglese) ma, a seconda della regione o paese dove si tramanda il mito, si conoscono più nomi. Il più curioso di tutti è Padfoot (usato nello Yorkshire) che, per chi non lo sapesse, è il soprannome da malandrino di Sirius. Nella traduzione italiana venne poi tradotto come Felpato.
Ulteriori curiosità ed interessanti approfondimenti su questa affascinante creatura li potete trovare in questo nostro articolo: Il Gramo: un funesto e antico presagio.
Il Patrono del bene
Anche se non possiamo vederne uno in carne ed ossa, nella saga compare un altro animale: il cervo. Regale e fiero, questo animale lo vediamo soltanto in forma di Patronus di Harry e sappiamo che James Potter riusciva ad evocarne uno identico.
Benché ogni mago o strega che riesca a produrre un Incanto Patronus completo abbia una sua personalissima forma animale della magia, quella di Harry non è stata scelta senza un motivo particolare. Il cervo è in molte culture e religioni sempre accostato al bene. Curiosamente, nel cristianesimo e nella cultura celtica, la nemesi del bell’animale è il serpente (animale simbolo di Lord Voldemort).
Il cervo nelle religioni
I Celti veneravano Cernunnos, il dio dalla forma antropomorfa ma con le tipiche corna del cervo sul capo. Questa divinità rappresentava la fertilità ed era simbolo di rinascita: del ciclo vitale di nascita, crescita, morte e nuovamente nascita. Tale simbologia è dovuta al fatto che le maestosa corna (dette palchi) crescono e si rompono nell’arco di un anno per poi rinnovarsi con nuove punte e diramazioni.
Cernunnos in alcune raffigurazioni è accompagnato da un topo o da un cane, ciò potrebbe aver dato l’ispirazione alla Rowling per le forme Animagus di Peter Minus e Sirius Black. Nell’iconografia cristiana invece, il cervo è spesso accostato ad alcuni Santi come Sant’Egidio Abate e Sant’Umberto. In questi casi, l’animale è simbolo di mansuetudine, benevolenza e vicinanza a Dio.
A somme tirate, il cervo è globalmente ritenuto un animale positivo in cui risiede il bene. Sicuramente ciò è dovuto al suo elegante aspetto e al suo docile temperamento: il petto fiero e largo, i possenti palchi, la postura nobile e la tenera timidezza, la pura dolcezza, la schiva curiosità. Un animale, insomma, dalle grandi capacità e dall’animo umile, un po’ come il nostro maghetto occhialuto.
La cara Jo non lascia mai nulla al caso e, come abbiamo visto, anche gli animali in Harry Potter hanno il loro perché. La genialità è stata quella di rendere originale una figura quotidiana quale “l’animale da compagnia” e di fare in modo che il tutto sia perfettamente sensato ed integrato nel meraviglioso mondo che ha fatto innamorare generazioni di babbani.