In merito al film del Prigioniero di Azkaban, J. K. Rowling si complimentò con il regista Alfonso Cuarón e con lo sceneggiatore Steve Kloves dicendo di avere la pelle d’oca per un paio di scene che a suo dire erano particolarmente coerenti con lo sviluppo che avrebbe avuto la saga in futuro.
La scrittrice aggiunse quindi che gli spettatori avrebbero potuto erroneamente interpretarle come indizi volontari (che potete invece trovare qui), ma si tratta di scene non nate dalla sua penna. Parliamo quindi con ogni probabilità di semplici coincidenze, anche se le scelte di Cuarón si sono rivelate incredibilmente azzeccate. Dato che zia Jo non è mai più tornata sull’argomento, cerchiamo di capire a quali scene del terzo film si riferiva in quell’occasione. Ne abbiamo selezionate ben otto.
1) La Torre di Astronomia
Correva l’anno 2004 quando il Prigioniero di Azkaban è stato trasmesso al cinema. Avremmo dovuto attendere ancora un anno per l’uscita del sesto libro, che come ben sappiamo si conclude con la tragica morte di Silente.
Eppure, qualcuno aveva già ipotizzato le conseguenze di un’eventuale caduta dalla Torre di Astronomia: parliamo di Fred Weasley. La scena è quella in cui Harry si risveglia in infermeria dopo la partita di Quidditch persa contro i Tassorosso. Nel libro abbiamo il discorso su Oliver che tenta di annegarsi alle docce, mentre nel film Ron commenta l’aspetto di Harry dicendo che sembra un po’ una straccio e questa è la replica di Fred:
“Uno straccio? Che ti aspettavi? È caduto da 35 metri! Prova a cadere dalla Torre di Astronomia, vediamo che aspetto avrai!”
Fred Weasley, Prigioniero di Azkaban (film)
2) Le foglie da tè
La prima lezione di Divinazione nel film è molto simile a quella nella controparte cartacea, ma c’è una differenza fondamentale che può sfuggire inizialmente. La frase “soffrirai ma poi sarai felice” è l’interpretazione da parte di Harry di ciò che vede nella tazza di Ron nel libro. Nel film avviene l’opposto, con Ron che ispeziona la tazza dell’amico.
Questa frase, riferita a Harry, calza a pennello, anzi sembra riassumere tutta la saga, semplicemente perché essa è a lieto fine. Harry, dopo le avventure narrate nei sette libri e dopo essere andato incontro alla morte, vive una vita felice con Ginny e i loro figli.
Adesso tutto ciò ci sembra ovvio, ma i fan di lungo corso ricorderanno come erano in molti a pensare, prima dell’uscita dell’ultimo libro nel 2007, che Harry sarebbe morto o che si sarebbe sacrificato per il bene del Mondo Magico (cosa che però in un certo senso avviene).
Se non vi ricordate, vi basterà sapere che, dopo l’uscita del libro, Daniel Radcliffe ammise che si era già preparato per recitare la morte di Harry. Infatti, quando chiese alla Rowling di rivelargli il destino del suo personaggio, ottenne come risposta “reciterai una scena di morte”.
3) La fedeltà di Fierobecco
Se leggiamo la parte del viaggio nel tempo, scopriamo che l’intera sequenza del film che va dall’ululato di Hermione alla lotta tra Lupin e Fierobecco, che interviene per salvare lei e Harry dal lupo mannaro ormai trasformato, non è presente nel libro. I due semplicemente tornano alla capanna di Hagrid e sentono Lupin ululare.
Questo però riflette interamente il rapporto che si andrà a creare tra Harry e Fierobecco, nonostante nel libro il ragazzo non abbia per nulla gradito il giro a bordo dell’ippogrifo, creatura molto complicata da domare.
Nel quinto libro, uscito durante le riprese, si viene a sapere che Fierobecco vive a Grimmauld Place nella stanza della madre di Sirius. Cuarón però non poteva sapere, all’epoca, che Fierobecco avrebbe di fatto protetto Harry nel Principe Mezzosangue e che sarebbe intervenuto contro i giganti di Voldemort nei Doni della Morte.
4) Il discorso di Sirius sulle persone che ci amano
L’intera scena finale nel cortile della scuola in cui Sirius si congeda da Harry è stata realizzata appositamente per il film. Il discorso sulle persone che ci amano e non ci lasciano mai veramente è presente nel libro, ma a pronunciarlo è Silente.
Per di più, esso non doveva neanche far parte, inizialmente, della pellicola di Cuarón. Possiamo infatti leggere nella bozza della sceneggiatura risalente a febbraio 2003 che le sue parole erano diverse e riguardavano le sfide che avrebbe dovuto affrontare Harry.
Tutto fa pensare che il dialogo sia stato aggiunto proprio in conseguenza della morte di Sirius (l’Ordine della Fenice è uscito a giugno 2003 e le riprese del terzo film sono continuate fino a ottobre), riprendendo il discorso di Silente nel libro e aggiungendo “puoi sempre trovarle, qui dentro”.
In ogni caso, è profetico che a pronunciare questa frase nel film sia proprio Sirius se pensiamo a cosa accade nell’ultimo libro con la Pietra della Resurrezione, dove appunto Harry richiama Sirius dal profondo del cuore, insieme a James, Lily e Remus. L’ultimo film infatti riprende e omaggia proprio quella scena.
5) Piton protegge il Trio dal lupo mannaro
Questa scena può essere interpretata come un indizio sulla missione che il maestro di Pozioni esegue nel corso della saga, ossia quella di proteggere Harry a ogni costo.
La scena di fatto chiude il cerchio con quella in cui James protegge Piton dal lupo stesso, avvisandolo della sua presenza e salvandogli la vita (questo però si sapeva già al momento della produzione del film).
6) Ron e Hermione
Questo non è un vero e proprio foreshadowing, perché il quarto libro, in cui i sentimenti di Ron verso Hermione diventano evidenti, era già uscito quando è iniziata la produzione del film. Questa coppia, però, non si era ancora concretizzata e dunque vanno però menzionate un paio di scene che sembrano puntare in quella direzione.
Innanzitutto abbiamo il momento della stretta di mano tra i due durante la prima lezione di Cura delle Creature Magiche. Questo gesto non è menzionato nel libro (anche se nulla ci dice che ciò non avvenga, dato che Harry è di spalle e i libri sono narrati dal suo punto di vista).
Il secondo momento degno di nota è la scena a Hogsmeade presso la Stamberga Strillante, con Harry nascosto sotto il Mantello dell’Invisibilità. Parliamo ovviamente dell’iconica battuta di Draco Malfoy, che meriterebbe la cattedra di Divinazione (aveva previsto anche Harry con Ginny):
“Bene bene, guarda chi c’è. Cercate la vostra nuova casa dei sogni?”
Draco Malfoy, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (film)
Questa è una scena profondamente cambiata rispetto al libro, dove è presente soltanto Ron (in quel momento in pessimi rapporti con Hermione per la questione Crosta-Grattastinchi).
7) La capacità di Lily nel vedere il lato buono nelle persone
Nel libro, Harry passa tantissimo tempo con il professor Lupin, ma la chiacchierata sul ponte in realtà non avviene mai e non viene mai fatta menzione, neanche nei libri successivi, di un particolare rapporto di amicizia tra Remus e Lily. Al contrario, nel giorno di Halloween Remus invita Harry nel suo studio e i due discutono semplicemente dei Dissennatori, prima di essere interrotti da Piton. Per inciso, il ponte stesso non è presente nella Hogwarts descritta nei libri.
Eppure, nel Principe Mezzosangue (da Lumacorno) e soprattutto nei Doni della Morte (nei ricordi di Piton) scopriamo che ciò che diceva Lupin era vero. Lily aveva effettivamente la capacità di vedere la bellezza negli altri persino e forse particolarmente quando una persona non riusciva a vederla in sé stessa.
Ha provato infatti a vedere del buono in Piton finché ha potuto, essendo rimasta l’unica a stargli accanto anche quando lui aveva già preso la strada che tutti conosciamo, entrando a far parte di una banda che sarebbe diventata, di lì a poco, un gruppo di Mangiamorte (lui compreso).
Lily ha dato a Severus una fiducia che forse lui non meritava appieno, fino a quando lui ha pronunciato quella fatidica espressione (Sanguemarcio, o schifosa Mezzosangue se preferite) che ha rovinato irrimediabilmente tutto.
Non c’era pietà nel tono di Lily. “Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola.”
Doni della Morte, Capitolo 33
Ha fatto poi lo stesso anche con James, riuscendo a far emergere un lato più mite del suo carattere, che forse neanche James stesso sapeva di avere.
8) “La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi…
…se solo uno si ricorda di accendere la luce”. Questo potrebbe sembrare benissimo uno dei saggi consigli di vita che Silente ci fornisce nei libri. In realtà questa frase non è presente nella versione cartacea, dunque non è nata dalla penna della Rowling, ma da quella di Steve Kloves.
In ogni caso, è fin troppo naturale il collegamento, a posteriori, con la vicenda di Ron nel settimo libro, che nel suo momento peggiore riesce a tornare da Harry e Hermione grazie al Deluminatore, che gli era stato donato proprio da Silente.
Abbiamo visto come, pur non essendo particolarmente fedele al libro (con cui trovate qui le altre differenze), il film del Prigioniero di Azkaban ha catturato l’essenza della saga, dato che la maggior parte delle scene modificate si sono rivelate, a posteriori, delle scelte felici da parte di Cuarón. E voi cosa ne pensate? A cosa si riferiva la Rowling quando ha detto quella frase?