Spesso preferiamo guardare film e leggere libri in lingua originale. Certo, una traduzione, in quanto tale, non è mai perfetta. Ci sono delle sfumature che inevitabilmente vanno perse e non è mai possibile trasmettere appieno il messaggio dell’autore, neanche da parte del traduttore più bravo al mondo.
Ora però proviamo a fare il lavoro opposto e a trovare qualcosa che ci faccia amare la traduzione italiana. Prenderemo in considerazione entrambe le traduzioni, quella pre- e quella post-2011 (a proposito, trovate qui la guida per orientarvi), in modo da evitare inutili faide. Abbiamo stilato dunque una classifica con i migliori termini e nomi dell’edizione italiana, scegliendone (guardate un po’!) sette.
7) Lumacorno
Iniziamo dal nome di un personaggio contemporaneamente amato e odiato. Esso non va più in alto in classifica soltanto perché la sua traduzione era “ovvia”. Slughorn, pur derivando in realtà da una parola scozzese che significa grido di battaglia, contiene esattamente le parole lumaca (slug) e corno (horn). Quindi la traduzione italiana è “fortunata” in quanto tra queste parole si può formare una crasi perfetta.
Premiamo comunque la scelta di tradurre il nome e di non conservare l’originale, persino nell’edizione post-2011. Su quest’ultima scelta potrebbe però aver pesato la necessità di mantenere comunque il nome Luma Club (Slug Club nel libro in italiano sarebbe suonato davvero male), il titolo del capitolo 17 del sesto libro “Un ricordo lumacoso” e soprattutto la battuta di Ron su Hermione e McLaggen “Re e Regina dei Lumaconi”.
6) Polvere Volante/Metropolvere
Sebbene Floo Powder non avesse nulla a che fare con la parola fly (derivando piuttosto da flue, canna fumaria, come chiarisce la Rowling su Wizarding World), Polvere Volante era il modo migliore per rendere in italiano questo mezzo di trasporto. Marina Astrologo, traduttrice dei primi due libri della saga, ha preferito rifarsi all’azione che compiono tanto la polvere quanto chi la usa durante il processo.
Ancora meglio ha fatto Beatrice Masini, che ha curato l’edizione italiana dei libri dal terzo in poi. Quando nel Calice di Fuoco si è trattato di tradurre Floo Network, lei ha scelto Metropolvere, utilizzando una perfetta assonanza con un mezzo di trasporto parecchio utilizzato dai Babbani: la metropolitana.
5) Passaporta
Un altro mezzo di trasporto dei maghi trova posto in questa classifica. Forse sono in pochi ad accorgersi della bellezza questo nome. Partiamo dall’originale: anche in questo caso l’origine del nome ci è stata resa nota dalla Rowling su Wizarding World: Portkey viene da porter (portare in francese) e key (nel senso di segreto o trucco). Porta Segreta sarebbe stato troppo banale, allora la Masini ha inventato Passaporta.
Pensateci: si tratta proprio di una porta per passare da un luogo all’altro, ma il nome richiama anche il passaporto, il documento necessario per viaggiare da uno Stato all’altro.
4) Sibilla Cooman
Il nome originale inglese della professoressa di Divinazione è Sybill Trelawney. Mentre il suo nome deriva appunto dalla Sibilla, il cognome è quello di un baronetto inglese al quale è stato dedicato il canto “The Song of the Western Men”, grido di ribellione oggi usato come coro negli stadi. Forse la frase “Or shall Trelawney die?” presente nel canto è un riferimento ai suoi continui presagi di morte.
La vecchia traduzione, oltre a italianizzare il nome in Sibilla, aggiungeva un cognome con un chiaro riferimento alla Sibilla Cumana. Non vorremmo essere di parte in quanto italiani, ma è molto difficile spiegare la scelta di Bartezzaghi di tornare al nome e cognome originali. Questi per il lettore italiano medio non rievocano alcun riferimento immediato.
3) Lunastorta
Sul gradino più basso del podio ci va la traduzione del soprannome di Remus Lupin, uno dei personaggi più amati e forse il Malandrino migliore (ne abbiamo parlato qui). Moony significa lunatico, che sarebbe stato un ottimo termine (deriva anch’esso dalla luna). Lunastorta però va oltre, perché richiama il nostro satellite, vera e propria kryptonite per Remus, ma anche il detto “avere la luna storta”, cioè avere un atteggiamento negativo nei confronti di un avvenimento, in questo caso proprio la comparsa della luna piena.
C’era la tentazione di inserire tutti e quattro i nomi dei Malandrini, in blocco, nella classifica, ma gli altri non sembrano essere così convincenti. Ad esempio, Codaliscia per Wormtail, pur essendo ben fatto e iconico, perde il suo senso dispregiativo (coda di verme), oltre al probabile riferimento a un personaggio analogo del Signore degli Anelli, Grima Vermilinguo (Wormtongue nell’originale di Tolkien).
2) Il corpo celestiale di Lavanda
Qui spezziamo una lancia per la nuova traduzione. Sì, perché Stefano Bartezzaghi ha saputo rendere al meglio un gioco di parole apparentemente intraducibile in italiano. Durante una lezione di Divinazione, la professoressa Cooman sta spiegando a suo modo il movimento dei pianeti. All’improvviso, sulla mappa di Lavanda compare un pianeta inaspettato che Sibilla riconosce come Urano. Ron interviene, chiedendo, nella vecchia traduzione:
“Posso dare anch’io un’occhiata a Urano, Lavanda?”
Calice di Fuoco, capitolo 13
A questo punto, in maniera apparentemente assurda per un’insegnante come la Cooman, che certamente non si è mai distinta per la sua severità, alla classe viene assegnata una montagna di compiti. Harry pensa che sia stata proprio quella frase di Ron la causa scatenante.
Il motivo risiede nella pronuncia inglese di Uranus, molto simile a your anus, e dunque non era proprio il pianeta a interessare Ron. Bartezzaghi ha risolto la questione rendendo quello di Ron un complimento comunque abbastanza “spinto” e legato al mondo dei pianeti, ma non volgare come quello dell’originale inglese (e forse è meglio così).
“Posso dare un’occhiata al tuo corpo celestiale, Lavanda?”
Calice di Fuoco, capitolo 13
Si tratta di una sorta di storpiatura di “corpo celeste” che però restituisce un chiaro riferimento alla bellezza fisica che Ron vede in Lavanda.
1) Galatea Gaiamens
Eccolo qui, il nome che non ti aspetti. Un nome che forse hai anche dimenticato finisce addirittura in prima posizione. Tra l’altro, dispiace dover chiudere con una critica alla seconda traduzione italiana, ma in questo caso quello compiuto da Bartezzaghi, che ha deciso di ritornare all’originale inglese, è un vero e proprio affronto, come direbbe Hagrid.
Ma andiamo per gradi. Chi è Galatea Gaiamens, o Galatea Merrythought nella versione inglese e in quella di Bartezzaghi? Si tratta della professoressa di Difesa contro le Arti Oscure ai tempi di Tom Riddle. Viene nominata soltanto due volte all’interno della saga, che diventano tre perché il ricordo degli Horcrux è mostrato due volte. Nella scena che vediamo tramite il Pensatoio, il giovane Tom chiede a Lumacorno:
“È vero che la professoressa Gaiamens va in pensione?”
Il film aggiunge una frase inedita dello stesso Lumacorno, che all’inizio chiede a Silente di volere “il vecchio ufficio della professoressa Gaiamens”, ma elimina l’intero capitolo 20, “La richiesta di Lord Voldemort”, nel quale c’è la spiegazione del Preside sulla maledizione della cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. Nell’occasione viene svelato il nome di battesimo della professoressa Gaiamens, cioè Galatea, sul quale torneremo più avanti.
Vediamo perché questo nome si è meritato il primo posto. Non è semplicemente un adattamento di Merrythought (bel pensiero) in un latineggiante Gaiamens (mente allegra). È un nome che, per tanti motivi, ci sta alla perfezione nella saga.
Innanzitutto, nell’opera della Rowling i nomi latini abbondano. Basta pensare a Remus Lupin (dal nome di Remo e da lupus) o ai tantissimi nomi della famiglia Black legati alle stelle e alle costellazioni. Eppure, Gaiamens è un nome perfettamente comprensibile anche per chi non è un esperto di questa lingua. Infatti, gaia esiste anche in italiano come sinonimo di allegra, felice, mentre mens si ritrova in frasi come “mens sana in corpore sano”, locuzione forse fin troppo abusata.
Se tutto questo non dovesse bastare, questo cognome forma anche un’allitterazione con il suo nome di battesimo, Galatea, riprendendo una caratteristica comune a molti nomi della saga e delle opere della Rowling in generale. Pensiamo ai quattro fondatori (Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Godric Grifondoro, nell’originale Salazar Slytherin, Helga Hufflepuff, Rowena Ravenclaw e Godric Gryffindor) o a nomi come Luna Lovegood e Severus Snape (l’originale di Piton).
Di questa lista può far parte a tutti gli effetti Galatea Gaiamens, nome nato dalla penna di Beatrice Masini ma che avrebbe potuto inventare la Rowling stessa e che rappresenta un esempio di traduzione da manuale.
Ovviamente, questa è una nostra personalissima classifica. Probabilmente avrete idee diverse, oppure qualche ottima traduzione potrà esserci completamente sfuggita. Di conseguenza, aspettiamo come sempre i vostri commenti!