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Tratti psicologici nella saga di Harry Potter

3 Luglio 2022 vero-mila 4 min read

Tratti psicologici nella saga di Harry Potter

3 Luglio 2022 VeroM 4 min read

Analizzando particolari elementi all’interno della saga di Harry Potter si possono riscontrare alcuni tratti psicologici che caratterizzano personaggi, oggetti e creature magiche.

La Rowling ha posto una grandissima attenzione alla psicologia di ogni personaggio, facendo notare come particolari situazioni di disagio o condizionamento psicologico possano cambiare radicalmente la nostra salute mentale.

Ma non solo: vari elementi magici rappresentano alcune tecniche psicologiche o la personificazione di ciò di cui molto spesso siamo vittime.

Il pensatoio di Silente

In psicologia esiste una tecnica chiamata ristrutturazione cognitiva, che consiste nell’identificare un pensiero negativo che ci porta disagio e sofferenza. Attraverso questo metodo il paziente può rendere i suoi pensieri più “adattabili” alla vita quotidiana, scomponendoli e analizzandoli lentamente, in modo da allontanarsi da ciò che lo rende ansioso.

Questa tecnica ricorda molto il pensatoio di Silente: il Preside tirava fuori dalla sua testa i suoi pensieri per poterli rivivere in un secondo momento:

“Questo? Si chiama Pensatoio. A volte, sono certo che conosci questa sensazione, ho l’impressione di avere semplicemente troppi pensieri e troppi ricordi stipati nella mente. Quando mi capita uso il Pensatoio. Basta travasare i pensieri in eccesso nella propria mente, versarli nel bacile e esaminarli a piacere. Diventa più facile riconoscere trame e collegamenti, sai, quando assumono questa forma.”

Albus Silente, Harry Potter e il Calice di Fuoco cap. 30

I Dissennatori

Come la Rowling stessa ha dichiarato, la figura del Dissennatore rispecchia la depressione, malattia con cui ha dovuto combattere (puoi leggere l’articolo completo qui). Ma la depressione non è l’unica associazione che si può fare con queste creature. Esseri senza corpo che assorbono la gioia, l’allegria e i pensieri positivi.

In realtà, se ci pensiamo, anche nel mondo reale siamo costantemente circondati da figure simili e sono quelle che comunemente chiamiamo “persone tossiche”. Esse utilizzano tecniche, come la vittimizzazione, per manipolarci emotivamente e farci sentire esausti fisicamente e mentalmente come, appunto, se avessimo ricevuto un bacio del Dissennatore. Come per le guardie di Azkaban, anche con queste persone dovremmo utilizzare un Incanto Patronus!


L’effetto Dobby

Alcuni ricercatori dell’università di Tilburg hanno ribattezzato ciò che chiamiamo senso di colpa patologico nel cosiddetto “effetto Dobby”.

A differenza della normale nozione di “senso di colpa”, con questo termine si fa riferimento a tutte quelle persone che non smettono mai di colpevolizzarsi e autopunirsi per aver fatto determinate cose. Questo perché l’autopunizione allevia la colpa e il dolore fisico ci fa sentire meno colpevoli.

Ciò ci rimanda all’elfo Dobby e possiamo osservare il modo in cui tratta se stesso: quando egli fa la sua prima apparizione, in camera di Harry, quest’ultimo lo tratta come un suo pari. Questo suo gesto gli farà sentire di meritare una punizione, poiché non è mai stato trattato così. Sentirci in colpa per aver fatto qualcosa è normale, ma molte persone tendono a punirsi continuamente perché si sentono colpevoli di qualsiasi cosa.


Condizionamento psicologico

Il personaggio che più di tutti mostra evidenti segni di condizionamento psicologico è Merope Gaunt. La sua figura rappresenta uno dei tratti psicologici più complessi all’interno della saga. È la dimostrazione più ovvia del fatto che una situazione particolarmente stressante può influenzare, e quindi condizionare, non solo la salute fisica (ella infatti viene descritta come gracile, dalla faccia brutta e pallida, con occhi che guardavano in direzioni diverse e dall’aria sconfitta), ma anche la nostra salute mentale.

Merope, infatti, prima ancora che potesse sviluppare a pieno i suoi poteri, fu soggetta ad ansie, oppressioni e disprezzamenti continui da parte del padre e del fratello.

Morta subito dopo il parto, regalò a suo figlio Tom Riddle jr. un’infanzia infelice poiché abbandonato, lasciando spazio alla solitudine. Quest’ultima ha avuto un ruolo importantissimo: contribuì in gran parte al suo sviluppo psicologico, convincendolo dell’idea di dover rimanere da solo, di cavarsela da solo.

Quando il giovane Silente lo andò a trovare in orfanotrofio per la prima volta, Tom mostrò subito questo suo lato:

“Dove si comprano i libri di incantesimi?” lo interruppe Riddle.

“A Diagon Alley. Ho qui la tua lista dei libri e del necessario per la scuola. Posso aiutarti a trovare tutto” rispose Silente.

“Lei viene con me?” chiese Riddle, alzando lo sguardo.

“Certo, se tu..”

“Non ho bisogno di lei. Sono abituato a fare le cose da solo” tagliò corto.

Harry Potter e i Principe Mezzosangue cap. 13

Questo suo lato solitario, come spiega Silente, lo portò ad estraniarsi dai suoi coetanei durante gli anni ad Hogwarts e a distaccarsi da qualunque cosa lo rendesse “dipendente”. Situazioni che ci condizionano fin da piccoli possono creare inconsciamente delle vere e proprie modifiche del nostro pensiero.


I tratti psicologici nel mondo di Harry Potter non sono presenti solo all’interno dei personaggi, delle creature e degli oggetti magici, ma anche nelle case. Dai un’occhiata qui!

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