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Saper affrontare gli amici: le scelte di Neville e Peter Minus

25 Novembre 2020 gian-sarl 6 min read

Saper affrontare gli amici: le scelte di Neville e Peter Minus

25 Novembre 2020 Newt 6 min read

Neville Paciock e Peter Minus sono due personaggi più simili tra loro di quanto possa sembrare inizialmente. Entrambi giudicati non al livello dei compagni si sono trovati ad “affrontare gli amici”, ma solo uno lo ha fatto nel modo giusto.

Ora vediamo come le azioni di Peter e Neville hanno determinato, una volta in un modo e una nell’altro, l’esito delle due guerre magiche. Vedremo inoltre come Silente, anche questa volta, aveva previsto tutto. Iniziamo analizzando la loro evoluzione.

Neville e Codaliscia: due personaggi più simili di quanto sembra

Da ragazzi, sia Neville che Peter Minus hanno sempre sofferto il confronto con i loro compagni, che per diversi motivi erano tra gli studenti più popolari della scuola.

Cominciamo dal caso di Peter. Il futuro Codaliscia, ai tempi della scuola, “arrancava” e non reggeva il confronto con gli altri compagni Malandrini e neanche con Lily Evans. Lei era Caposcuola insieme a James, che era anche un ottimo talento del Quidditch, Lupin era un prefetto e Sirius era molto probabilmente il capobanda, insieme allo stesso James, e il responsabile della maggior parte degli scherzi (chiedere a Piton).

Allo stesso modo, Neville seguiva le lezioni con il Prescelto in persona e con la strega più brillante della sua età, che spesso lo aiutava durante le lezioni, specie in quelle di Pozioni. Persino Ron, che pure si sentiva inferiore ai fratelli maggiori, godeva di una reputazione superiore a quella di Neville. Al quinto anno il giovane Weasley era divenuto Prefetto e Portiere della squadra di Quidditch di Grifondoro. Inoltre, Ron aveva vissuto in prima persona alcune avventure a cui Neville ha potuto solo prestare ascolto, senza però nascondere la sua ammirazione, come nel caso della macchina volante. Inoltre, Neville non ha mai fatto parte del tutto di quello che sarebbe diventato il Golden Trio.

Se pensate che la loro somiglianza si fermi a questa condizione di “inferiorità” vi sbagliate di grosso. Ecco come Harry immaginava Peter prima di conoscerlo:

Rimase a guardare, come se qualcuno gli mostrasse un frammento di film, Sirius Black che fulminava Peter Minus (che somigliava a Neville Paciock) mandandolo in mille pezzi.

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, Capitolo 11

Questa descrizione è soltanto frutto dell’immaginazione di Harry. Resta molto probabile, comunque, che la Rowling abbia voluto suggerirci una strana connessione tra questi due maghi ai quali i Potter hanno affidato una missione e che, con le loro scelte opposte, hanno determinato, nel momento decisivo, gli esiti delle due guerre magiche.


Erano davvero così deboli?

A un certo punto entrambi i personaggi hanno dimostrato di essere all’altezza dei loro amici, se non addirittura superiori.

Conosciamo tutti l’eroico riscatto di Neville, che ha guidato la resistenza contro i Carrow per tutto il settimo anno e poi ha distrutto l’ultimo Horcrux rimasto.

Per quanto riguarda Codaliscia, invece, egli è il vero responsabile di tutti gli efferati crimini di cui era stato accusato Sirius Black. Inoltre, ha di fatto permesso a Voldemort di ritornare. Non era proprio l’ultimo arrivato. La sua scelta è stata sicuramente sbagliata ma a suo modo resta molto coraggiosa. Ciò lo ha reso forse il Grifondoro più odiato della saga, dopo che il Cappello Parlante aveva considerato a lungo di inserirlo tra i Serpeverde. Neville, dal canto suo, stava per essere inserito tra i Tassorosso.


Due modi diversi di “affrontare gli amici”

Una volta ricapitolata l’evoluzione che hanno avuto questi due maghi, diviene più chiaro ciò che Silente intendeva dire quando ha pronunciato la sua ormai storica frase alla fine del primo libro:

“Esistono molti tipi di coraggio” disse Silente sorridendo. “Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici”

Harry Potter e la Pietra Filosofale, Capitolo 17

Si può dire che Silente ci aveva visto lungo su Neville, sul suo coraggio ma anche sulla sua bontà d’animo. Per questo un “vi prendo a pugni” detto a fin di bene ha deciso la Coppa delle Case in favore di Grifondoro dopo sei anni di dominio Serpeverde.

Questo non ha fatto altro che preannunciare l’evoluzione che avrebbe avuto Neville, che ha sempre stimato i suoi amici senza scadere nell’invidia. Possiamo accorgercene dalle parole della nonna durante la visita al San Mungo, che ci dice quando Neville ammirava i suoi amici e quanto si vergognava di non essere alla loro altezza e di non essere, fino a quel momento, il degno figlio di Frank e Alice Paciock.

Al contrario, se pensiamo a come il giovane Peter Minus, ad esempio, guardava James mentre giocava col Boccino, possiamo scorgere un’ammirazione che poi ha sfociato nell’invidia. Lui ha affrontato gli amici in modo diverso, andando contro di loro non appena ne ha avuta la possibilità, forse anche utilizzando tecniche che aveva appreso proprio da loro (come la stessa trasformazione in Animagus). Non è riuscito a resistere a Voldemort, anzi ha deciso di unirsi a lui diventando uno dei suoi servi. Aveva bisogno di “seguire” qualcuno più forte di lui, come aveva fatto con i compagni Malandrini, così ha iniziato a servire il Signore Oscuro in persona.


Scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile

Detto delle loro capacità, almeno apparentemente, inferiori a quelle degli amici, ci viene automaticamente in mente un’altra frase di Silente:

“Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità”.

Harry Potter e la Camera dei Segreti, Capitolo 18

Certo, per Neville non era difficile scegliere di stare dalla parte del bene, visto ciò che avevano passato i genitori. Realizzare tutto ciò che ha fatto durante il suo ultimo anno a Hogwarts, però, non era cosa da poco. Neville ha scelto ciò che è giusto, non ciò che è facile, utilizzando ancora una volta le parole di Silente. Non bisogna poi dimenticare che anche Peter Minus, come tanti altri maghi, è passato al lato oscuro in maniera completamente inaspettata.

Quando Harry gli ha affidato un segreto che conoscevano, fino a quel momento, soltanto Ron e Hermione, Neville ha compiuto l’atto di coraggio finale. Codaliscia, al contrario, quando James e Lily lo hanno nominato Custode Segreto, lui ha rivelato tutto a Voldemort, rendendo di fatto Harry orfano.


Se Peter fosse stato al posto di Neville

Come analizzato anche in quest’articolo di Tor, quindi, è stata proprio la presenza di Neville l’ago della bilancia della Seconda Guerra Magica, come Peter lo era stato per la Prima. Anche la Maledizione dell’Erede ci ha confermato che, in una realtà alternativa senza Neville, il futuro sarebbe stato completamente diverso e dominato dalle forze del Male. Tutto questo ha molto senso e rientra fra le cose corrette di quel criticatissimo libro (qui ne trovate altre cinque). La prova dell’importanza di Neville è proprio questa: sostituendo Neville con uno come Peter Minus, la guerra avrebbe visto il trionfo, forse definitivo, di Lord Voldemort. In quella situazione, uno come Codaliscia, con ogni probabilità, avrebbe aiutato a proteggere Nagini invece di ucciderlo.


Abbiamo quindi notato come in queste due guerre con forze in gioco quasi illimitate il contributo inaspettato di due maghi troppo sottovalutati si sia rivelato decisivo. Certo, nella Seconda Guerra Magica e in particolare nella Battaglia di Hogwarts ci sono stati tanti eroi degni di nota (in quest’articolo parliamo di coloro che hanno difeso la scuola), ma il colpo decisivo l’ha sferrato proprio Neville. C’era lui, infatti, come quarta persona scelta da Harry (oltre a lui, Ron e Hermione) a conoscenza del segreto di Nagini, non un Codaliscia qualunque, che forse non merita neanche di essere ricordato come il quarto Malandrino. Per finire, spezziamo una lancia anche per il Prescelto, che si è fidato della persona giusta a differenza di James.

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