E se Piton fosse stato il vero eroe per tutto questo tempo? Wizarding World ha pubblicato un inserto in cui si narra la saga attraverso gli occhi di un personaggio tanto complesso quanto controverso: Severus Piton.
Prologo
C’era una volta un mago di nome Severus Piton. Era alto e dinoccolato e i suoi capelli neri e unti andavano a formare una tenda attorno al suo volto. È cresciuto come Mezzosangue in una famiglia infelice, ma trovando conforto in una strega chiamata Lily Evans: un’amica d’infanzia. Piton amò Lily profondamente: durante i loro anni a Hogwarts, ma anche dopo il matrimonio di lei con un altro mago, James Potter; durante la sua attività di Mangiamorte e ben oltre la morte di Lily per mano di Lord Voldemort. Dopo la sua morte, un Piton dal cuore infranto prese cattedra a Hogwarts nel ruolo di professore di Pozioni, dando inizio a una missione segreta: tenere al sicuro l’unica cosa che gli era rimasta della sua amata; il figlio, un ragazzo con gli occhi della madre.
Severus Piton e la Pietra Filosofale
Questo non vuol dire che debba per forza amare quel ragazzo, che assomiglia fastidiosamente al padre – nonché il bullo di Piton ai tempi della scuola – James Potter.
Ciononostante, Piton aveva una missione da compiere. Durante il primo anno di Harry, lui Silente sospettavano che il collega Quirinius Raptor, professore di Difesa Contro le Arti Oscure, stesse cercando di rubare un prezioso artefatto magico nascosto nelle profondità di Hogwarts: la Pietra Filosofale. Piton era sveglio e non ci mise molto a capire i piani di Raptor, i quali comportavano l’introduzione di un troll nei sotterranei e l’utilizzo di un Anatema sulla scopa di Harry durante una partita di Quidditch.
Piton, ovviamente, affrontò con coraggio Raptor; ma Harry e i suoi due amici si presero tutto il merito, mentre Piton ci guadagnò solamente un mantello bruciacchiato.
Severus Piton e la Camera dei Segreti
Nonostante per Piton quell’anno fosse stato tranquillo, le sue eccellenti doti di insegnante hanno fatto scoprire a Harry e Hermione due cose che si sono rivelate fondamentali negli anni successivi: la Pozione Polisucco e l’Expelliarmus. Okay, la Polisucco in realtà l’ha preparata la Granger, ma lui non ha fatto espellere il trio in seguito al furto degli ingredienti.
Severus Piton e il Prigioniero di Azkaban
Questa è la storia in cui il nostro eroe ha dovuto confrontarsi con i nemici del suo passato: Sirius Black, Remus Lupin, Peter Minus e James Potter. La spiacevole riunione nacque dal ritorno a Hogwarts di Lupin, il quale prese la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure – il lavoro dei sogni del nostro Piton.
Piton lo ha gentilmente aiutato Lupin con le sue abili doti di Pozionista; anche se potrebbe aver rivelato accidentalmente il suo essere un Lupo Mannaro, ma è stata solo una mera coincidenza.
Nel frattempo, Sirius era scappato da Azkaban e, alla fine dell’anno, Piton riuscì a stanarlo nella Stamberga Strillante.
Sono successe altre cose, ma nulla di rilevante
Severus Piton e il Calice di Fuoco
Mentre a Hogwarts si celebrava il ritorno del Torneo Tremaghi, Piton aveva problemi ben più grossi da risolvere. I suoi giorni da Mangiamorte erano tornati a tormentarlo e il suo Marchio Nero era diventato molto più pronunciato.
Le sue più grandi paure divennero reali alla fine dell’anno, quando scoprì che il Torneo Tremaghi era una copertura per il ritorno del suo antico superiore, Lord Voldemort. Nell’ora del bisogno, Severus non si tira indietro. Su richiesta di Silente, Piton proseguì la sua – tanto pericolosa quanto segreta – missione: unirsi nuovamente ai Mangiamorte per fare la spia.
Severus Piton e l’Ordine della Fenice
Silente assegnò a Severus un altro compito, e forse si trattava della missione più grande mai intrapresa: passare del tempo con Harry Potter. Okay, doveva solamente insegnargli l’Occlumanzia – la delicata arte del difendere la propria mente da qualsivoglia intruso, nello specifico Voldemort stesso. Sicuramente Piton avrebbe preferito insegnare il tip tap a un vermicolo, ma quello che dice il vecchio… Si fa, punto.
Un difetto molto più grande di quello dell’essere inutile era l’abilità del giovane Potter a ficcanasare in giro – in particolare in un Pensatoio mentre è incustodito: ma chi fa cose del genere?!
Comunque, aiutò Harry innumerevoli volte nel corso dell’anno: dando a Dolores Umbridge un falso Veritaserum; dicendo di averlo finito quando gliene ha chiesto dell’altro; ha addirittura decifrato il messaggio di Harry che avvisava della presunta cattura di Sirius Black da parte di Voldemort nell’Ufficio Misteri.
Nonostante i suoi sforzi, tutti pensavano che fosse una persona orribile.
Severus Piton e il Principe Mezzosangue
Albus Silente stava morendo; uno degli Horcrux di Voldemort conteneva una maledizione che lo condannava a morte.
Scioccato e addolorato, Piton acconsentì con riluttanza ad aiutare Silente in uno dei suoi ultimi piani. Voldemort aveva assegnato al giovane Draco Malfoy il compito di assassinare il preside, e Silente ordinò a Piton di sostituire il ragazzo nello spregevole atto, e di badare a Hogwarts dopo la sua dipartita.
Nel frattempo, Potter ficcanasava di nuovo nei suoi affari, trovando il suo vecchio libro di Pozioni, nel quale Severus aveva scritto nuovi incantesimi sotto il nome “Principe Mezzosangue”. Ma Piton non aveva tempo per cose del genere.
Alla fine dell’anno, Silente gli rivelò che Harry era un Horcrux, e che prima o poi sarebbe dovuto morire. Come si sapeva, Piton non era un grande fan di Harry, ma ciò non aveva affievolito il suo amore per Lily. Silente era sorpreso dal fatto che Severus sembrasse affezionato al ragazzo; con un movimento di bacchetta, Piton evocò il suo Patronus.
“Sempre”.
Alla fine, Piton fece il suo dovere uccidendo il suo più intimo alleato e caro amico, marchiandosi come assassino agli occhi di coloro che doveva proteggere.
Severus Piton e i Doni della Morte
Segregato nella cerchia di Voldemort, Piton si mise al lavoro seguendo le ultime volontà di Silente, mostrandosi leale al Signore Oscuro. Fu eletto preside di Hogwarts – ruolo che gli ha permesso di mantenere la promessa di proteggere gli studenti, specialmente da due orribili Mangiamorte: i Carrow.
Nonostante il pericolo che comportasse tale missione, e nonostante il fatto che fosse odiato da tutti, Piton si aggrappò all’unica cosa che lo faceva andare avanti: la sicurezza del figlio di Lily.
Aveva mandato persino il suo Patronus per guidare Harry Potter alla spada di Grifondoro.
Mesi dopo, Potter tornò a Hogwarts per l’ultima battaglia tra il bene e il male, tra gli studenti e i professori di Hogwarts e le forze oscure di Lord Voldemort.
Ancora impegnato nella sua missione, Piton fu cacciato via da Hogwarts dagli altri insegnanti, che erano totalmente ignari delle sue buone intenzioni.
Piton tornò dal Signore Oscuro, ma qualcosa era andato storto. Voldemort si comportava in modo strano, chiedendosi il motivo per cui la Bacchetta di Sambuco non gli obbedisse. Piton provò a rassicurarlo, ma Voldemort credeva che Piton fosse il padrone della Bacchetta, poiché era l’uomo che aveva ucciso il suo precedente proprietario. Piton non fu abbastanza veloce per schivare il morso di Nagini, che lo ferì mortalmente. Negli ultimi momenti prima di spirare, Piton svolse il suo ultimo atto eroico. Completò la sua missione, il suo voto a Silente dando a Harry i ricordi che non solo gli avrebbero permesso di sconfiggere Voldemort, ma anche di riscattarsi agli occhi del ragazzo che aveva cercato di proteggere – agli occhi di Lily, che lo guardarono per l’ultima volta.
Pottermore ci ha offerto questa visione diversa, che tende quasi a santificare un personaggio meraviglioso proprio perché controverso, difficile da inquadrare e da analizzare. Cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti!