Da quale leggenda ha preso spunto J.K. Rowling per i personaggi dei fantasmi dei cavalieri senza testa? Scopritelo con noi leggendo l’articolo!
Come vi abbiamo raccontato più volte J.K. Rowling ha spesso preso spunto da leggende del folklore, spesso britannico, per la creazione di alcuni personaggi della saga. Basti pensare, ad esempio, al Gramo o al Poltergeist.
A tal proposito, anche se il personaggio di Nick-Quasi-Senza-Testa e l’organizzazione chiamata La Caccia dei Senza Testa sono inventati dalla Rowling, c’è traccia nel folklore di diverse zone del mondo di un leggendario cavaliere senza testa. Partendo dalla saga, vediamo ora dove incontriamo questo personaggio.
Nick-Quasi-Senza-Testa e la Caccia dei Senzatesta
Fin dal primo volume facciamo la conoscenza con Sir Nicholas de Mimsy-Porpington (per un approfondimento su questo personaggio cliccate qui). Il fantasma di Grifondoro, detto Nick-Quasi-Senza-Testa, è stato decapitato malamente lasciando che un lembo di collo rimanesse attaccato al suo corpo. In Harry Potter e la Camera dei segreti, uno sconsolato Sir Nicholas racconta ad Harry di essere stato escluso da un evento chiamato Caccia dei Senzatesta poiché riservato solo ai fantasmi la cui testa fosse interamente staccata dal corpo.
La Caccia dei Senzatesta è un’organizzazione composta da Fantasmi decapitati che fanno attività di caccia quali giochi di destrezza a cavallo con lancio e ripresa della testa o il polo con le teste al posto della palla. A presiedere questa associazione è il fantasma di Sir Patrick Delaney-Podmore.
La leggenda di Sleepy Hallow
Troviamo il personaggio del cavaliere senza testa nel racconto di Washington Irving intitolato La leggenda del cavaliere senza testa. Il racconto è inserito nella raccolta Il libro degli schizzi di Geoffrey Crayon edita nel 1819. La storia è ambientata nel villaggio americano di Sleepy Hallow durante la guerra d’indipendenza americana. Qui il fantasma di un cavaliere dell’Assia, che perse la testa per via di un colpo di cannone, vaga ossessivamrnte alla ricerca della sua testa sepolta nei pressi di un cimitero di una vecchia chiesa olandese.
Alla leggenda sono ispirate diverse trasposizioni cinematografiche e televisive. Tra queste, ad esempio, c’è il celebre film del 1999 diretto da Tim Burton con Johnny Depp e Christina Ricci. Nel 2013 è stata anche prodotta una serie tv ispirata alla leggenda.
El Muerto
La leggenda di El Muerto ha origine nel Texas meridionale intorno al 1800. In quel periodo Texas e Messico erano trincerati in una guerra di confine e la zona era un focolaio di attività criminali. È in questo contesto che un bandito di nome Vidal decide di rubare i cavalli di un Texas ranger di nome Creed Taylor.
Si dice che il ranger a quel punto abbia rintracciato il ladro, lo abbia ucciso, decapitato e abbia appeso la sua testa e il suo corpo a un cavallo. Da allora il fantasma di Vidal vaga per il Texas e gli avvistamenti segnalati in varie zone dello stato sono numerosissimi.
Il dullahan
Il dullahan è un personaggio della mitologia celtica. Viene descritto come una fata o un folletto che cavalca un cavallo nero. Secondo alcune versioni del mito è un cocchiere che guida una lugubre carrozza. In ogni caso, in tutte le rappresentazioni il dullahan è un essere privo di testa. Le apparizioni di questa creatura avvengono spesso neli cimiteri e sono presagio di morte.
Nella cultura di massa troviamo il Dullahan nel romanzo Bride of the Dullahan di Sharon Wagner del 1976. La leggendaria creatura è, inoltre, presente in alcuni videogiochi in cui è un mostro da affrontare come Final Fantasy, Monster Rancher, Castlevania e Dragon Quest VIII.
I racconti dei fratelli Grimm
Nella tradizione popolare tedesca troviamo il cavaliere stanza testa in due racconti dei fratelli Grimm. In una storia, ambientata a Dresda, in Sassonia, una donna sente il richiamo di un corno da caccia mentre è fuori a raccogliere ghiande. Quando la donna sente per la seconda il suono si volta e vede un uomo senza testa in un lungo cappotto grigio seduto su un cavallo grigio.
Un’altra storia, ambientata a Braunschweig in Bassa Sassonia, racconta di un uomo senza testa chiamato “il cacciatore selvaggio” che suona un corno per avvisare i cacciatori che se cavalcheranno il giorno successivo subiranno un incidente.
Non abbiamo dubbi sul fatto che i nostri cavalieri senza testa della saga, seppur antipatici, siano decisamente meno inquietanti di quelli leggendari. Resta il fatto che il fascino di questi miti sia indiscutibile.