La bacchetta dice molto del mago che la possiede: una delle prime cose che impariamo leggendo i libri o guardando i film è che “è la bacchetta a scegliere il mago”. Non è però ben noto in base a cosa questa scelta venga effettuata. In questo articolo analizzeremo il fattore che determina quali maghi sono graditi a quali bacchette.
Una bacchetta magica è essenzialmente composta da due parti: un nucleo interno di materiale magico (in questo articolo trovate un interessante approfondimento sui nuclei) ed una parte esteriore di legno (proprio questa pare sia la parte pensante del meraviglioso strumento).
Gli studi della famiglia Olivander
La famiglia Olivander, durante lo studio per l’individuazione dei migliori alberi da bacchetta, ha portato alla luce dei fatti interessanti: il miglior indicatore di un buon legno da bacchetta è la presenza sull’albero di un nido di asticelli. Queste creaturine nidificano solo su alberi il cui legno ha poteri magici e spesso sono alberi comuni e non particolarmente rari. Tuttavia, non è dato sapere se la magia scorra su singoli esemplari di alberi o su l’intera specie della pianta.
La scelta del mago da parte della bacchetta dipende proprio dalla pianta dal quale deriva il legno. Ogni albero o arbusto in cui vi è della magia ha delle preferenze riguardo specifiche capacità: alcuni legni preferiscono servire maghi coraggiosi, altri preferiscono streghe astute, altri ancora sono versati nella trasfigurazione o nei duelli magici e così via.
Dimmi che bacchetta hai e ti dirò chi sei
In virtù di quanto detto precedentemente, se conosciamo la bacchetta di qualcuno, possiamo sicuramente trarne qualche conclusione sulle sue abilità e sul suo carattere. Se prendessimo la bacchetta di Ron Weasley vedremmo che è in legno di salice e, come gli studi di Olivander hanno dimostrato, il salice si abbina a maghi che possiedono molte insicurezze e che hanno poca fiducia in se stessi. Inoltre il salice ha una predisposizione per gli incantesimi curativi e quelli non-verbali.
La Rowling ha elaborato le abilità magiche dei legni fondandosi su antiche tradizioni storiche e folkloristiche. La bacchetta di Hermione Granger, ad esempio, sappiamo essere in legno di vite, legno che era considerato dal popolo celtico come portatore di conoscenza e veniva utilizzato dai druidi nei loro riti magici. In una nota sugli appunti del fabbricante di bacchette britannico, si può leggere che le bacchette di vite sono le più sensibili nel riconoscere il loro proprietario ideale.
Una bacchetta incompresa
Molti antichi proverbi del mondo magico riguardano proprio le capacità di alcune bacchette. Uno dei più famosi e controversi è: “bacchetta di sambuco, non cavi un ragno dal buco”. Questo detto sembrerebbe sminuire le capacità del sambuco come materiale da bacchetta. In verità, tale legno è molto raro e difficile da lavorare: esso si abbina solo con maghi e streghe dotati di eccezionali capacità magiche che possano dominare la potente magia che scorre nell’albero.
Questa difficoltà di abbinamento è valsa al sambuco la fama di formare bacchette scadenti e poco gestibili. Quei pochi che sono riusciti a formare un saldo legame con una bacchetta simile sono passati alla storia per le loro imprese.
La bacchetta più famosa è ovviamente quella che, secondo la leggenda, venne regalata dalla Morte al maggiore dei tre fratelli Peverell, Antioch. È conosciuta anche con altri nomi come la stecca della morte o la bacchetta invincibile. Sarà poi la stessa che passerà nelle mani di Silente, di Voldemort ed infine di Harry per poi ricongiungersi con il preside nella sua tomba (non viene spezzata come accade nel film!). In un nostro articolo approfondiamo la storia della bacchetta di sambuco considerata uno dei tre doni della morte.
La bacchetta del Prescelto
Ad oggi si conoscono quasi quaranta tipi di legno da bacchetta: si va dal melo all’acero, passando per l’ebano ed il sicomoro. Ognuno di essi ha preferenze e potenzialità differenti. Allora cosa potremmo dire della bacchetta del bambino che è sopravvissuto? La bacchetta di Harry Potter, come molti sanno, è in legno d’agrifoglio e ha come nucleo la piuma di fenice.
L’agrifoglio è un arbusto sempreverde, ritenuto da tempo immemore simbolo di protezione e buon auspicio (è tutt’ora usanza regalare dell’agrifoglio nel periodo di natale). Usato soprattutto come pianta ornamentale, nell’antichità veniva appeso alle porte delle abitazioni per fornire una sorta di protezione magica. Quale miglior pianta per un ragazzo che è vivo grazie alla protezione della madre? Inoltre, l’agrifoglio è anche portatore di fortuna e, bisogna ammetterlo, Harry ne ha avuta davvero tanta!
L’arbusto che è sopravvissuto
Già prima del Cristianesimo, l’arbusto era considerato un simbolo di rinascita e di resistenza alle difficoltà; questa reputazione è dovuta al fatto che, anche negli inverni più rigidi, la pianta riesce sempre a raggiungere la bella stagione senza subire gravi danni.
Secondo Olivander le bacchette in agrifoglio si legano principalmente con persone impegnate in una pericolosa ricerca, sia spirituale che materiale, e sono d’aiuto negli individui che hanno un temperamento impetuoso. J. K. non avrebbe potuto fare una scelta migliore: il legno della bacchetta del prescelto racchiude in sé tutte le qualità che, in una meravigliosa similitudine, riflettono quelle del suo possessore, ma non è l’unico caso.
Un legno letale per una bacchetta letale
Alcuni alberi, come alcune persone, sono velenosi e possono essere letali: è il caso del tasso, legno di cui è fatta la bacchetta di Lord Voldemort. Noto anche come albero della morte, ogni sua parte (esclusi gli arilli, ovvero gli involucri carnosi che avvolgono il seme) è pervasa da una sostanza altamente tossica: la tassina, letale per l’uomo anche a basse concentrazioni.
Il tasso è stato storicamente utilizzato per scopi bellici, come la costruzione di archi in legno e la distillazione di veleni con i quali venivano unte le punte delle frecce o delle spade. Ad oggi è tipico trovarlo sia come porta trofei da caccia, sia come ornamento nei cimiteri. La sua presenza nei campisanti potrebbe essere metaforicamente legata alla sua longevità plurisecolare.
Il tasso nelle bacchette
Olivander ha attribuito alle bacchette di tasso una grande capacità di eseguire con successo magie offensive e maledizioni; per di più precisa che non bisogna per forza associare le arti oscuri a queste bacchette. Esse possono servire una persona nobile d’animo oppure crudele. Sicuramente, però, si deve trattare di una persona fuori dal comune in termini di talento.
Nei film vi è una piccola inesattezza sulla bacchetta del Signore Oscuro: viene mostrata come bianca, simile ad un osso e ciò è sicuramente una scelta che vuole rimarcare il macabro potere dello strumento e del suo utilizzatore. In verità il tasso è un legno che tende a colori bruni e aranciati con venature rosse.
Anche le piante fanno il doppio gioco
Uno dei legni da bacchetta di cui non si sa molto è la betulla e Severus Piton è stato il possessore di una bacchetta di questo genere. Tra gli appunti di Olivander non figura questo albero, ma indagando sugli studi babbani si possono notare alcune doti davvero curiose.
La betulla è soventemente attaccata da una grande moltitudine di parassiti che ucciderebbero qualsiasi altro vegetale. Essa, invece, riesce a sopravvivere in una situazione di intenso stress grazie ad un processo chiamato simbiosi radicale: in parole povere è lo scambio reciproco di risorse nutritive con le radici di un altro albero. Questo scambio, che non avviene alla luce del sole e non viene notato dai parassiti, sembra richiamare la segreta collaborazione tra Severus ed Albus.
Oltre a quanto già detto, l’albero di betulla è una specie pioniera, ossia una specie che si insedia molto facilmente e rapidamente in terreni che hanno subito traumi come colate laviche, incendi o deforestazione: è un albero che riesce a rinascere dalla sofferenza per dare vita a meravigliosi boschi, laddove, fino a qualche tempo prima, regnava la desolazione.
Il fiore della magia non appassisce mai
Che producano dolci e succosi frutti o fatali e velenosissime bacche, meravigliosi fiori sgargianti o irte e puntute spine, gli alberi rappresentano la varietà della vita naturale e in Harry Potter si fanno rappresentanti delle vite dei personaggi che abbiamo odiato ed amato. Risiedendo nello strumento più caro per un mago, il legno delle piante descrive non solo il potere magico, ma soprattutto l’anima a cui è votato.
Ed ecco che diventa quanto mai illuminante guardare nel giardino di casa o in aperta campagna e ritrovare quella magia, che da quando abbiamo conosciuto Harry, si è radicata in noi come un secolare sempreverde.