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Helena Bonham Carter: i migliori film – Parte I

6 Ottobre 2021 vale-long 7 min read
Film migliori di Helena Bonham Carter

Helena Bonham Carter: i migliori film – Parte I

6 Ottobre 2021 Caskett 7 min read

Non si sbaglierebbe a considerare Helena Bonham Carter come una delle migliori attrici della sua generazione. Poliedrica, pronta a reinventarsi continuamente, nella sua carriera ha interpretato praticamente qualsiasi ruolo, sempre con enorme successo.

Abbiamo già ripercorso la storia di Helena in un articolo, in cui abbiamo parlato della sua infanzia, della sua carriera e di parte della sua vita privata. Ne è emerso il ritratto di una donna instancabile e dedita al suo lavoro, che non ha avuto paura di mettersi in gioco e provare il suo valore. In un altro articolo, invece, abbiamo rivelato qualche curiosità più generale, rivelando un lato più creativo e umano di questa donna meravigliosa.

In questo articolo, infine, vedremo nel dettaglio alcune delle performance principali di una filmografia formata da titoli innumerevoli. Tralasciando la carriera teatrale, comunque degna di nota, abbiamo scelto di soffermarci sui film più noti e su alcuni che le sono valsi candidature e riconoscimenti a livello globale.

Ovviamente, non è possibile elencare tutte le parti in cui ha avuto successo, o ne risulterebbe un decalogo fin troppo lungo. Abbiamo deciso di sorvolare, perciò, su film come Terminator Salvation (2009), di McG, con Christian Bale e Sam Worthington, in cui, sebbene importante, il suo ruolo è piuttosto ridotto (le ci vollero solo 10 giorni per le riprese della sua parte). Stesso discorso per Enola Holmes (2020), di Harry Bradbeer, con Millie Bobby Brown, Sam Claflin e Henry Cavill (nel cast figurano anche Fiona Shaw e Frances de la Tour, rispettivamente zia Petunia e Madame Maxime nella saga).

In ogni caso, la lista che stiamo per vedere è parecchio corposa e riprende una fetta enorme di cinema. Senza indugi, perciò, procediamo con l’analisi dei migliori film di Helena Bonham Carter.


Camera con vista (1985), di James Ivory

Il primo film distribuito con protagonista Helena, nonché il suo battesimo nel mondo del cinema, è proprio Camera con vista. Ambientato agli inizi del 1900, parla di una ragazza piena di vita e passione, grande appassionata di arte e musica, frenata dalle convenzioni sociali dell’Inghilterra dell’epoca. Helena è, infatti, Lucy, una ragazza di buona famiglia, che all’inizio della narrazione si trova a Firenze con la cugina Charlotte (Maggie Smith), molto più grande di lei. Le due incontrano gli Emerson, padre e figlio, che sono destinati, ovviamente, ad avere un impatto decisivo nella vita della ragazza.

Vincitore di tre premi Oscar, questo film è un tuffo nell’eleganza e nella compostezza dei primi del ‘900. Rende visivamente una lotta ideale tra voglia di libertà e restrizione imposta da regole comportamentali e canoni imposti, sia a livello di caratterizzazione della protagonista, sia a livello visivo. Le scene girate in Italia sono quelle in cui si avverte inizialmente questa frattura, tra la bellezza dell’arte e la violenza delle strade fiorentine. In Inghilterra, invece, si torna agli schemi, anche se con spirito decisamente più ribelle.

Non si può sorvolare, comunque, la presenza di un cast particolarmente forte. Abbiamo già nominato Maggie Smith, che la accompagna dall’inizio alla fine. C’è anche Judi Dench, che tra gli altri ruoli è stata una superba Elisabetta I in Shakespeare in Love. Vediamo Julian Sands come co-protagonista, ma non ultimo viene Daniel Day-Lewis, di cui non si può non nominare L’ultimo dei Mohicani.


Helena Bonham Carter e l’Italia: Amleto (1990), di Franco Zeffirelli

Tra il 1988 e il 1990 Helena ha collaborato per tre volte con registi italiani. Prima con Fiorella Infascelli nel suo film di debutto La maschera, in cui Helena interpreta Iris, l’attrice di cui si innamora il protagonista. Poi con Liliana Cavani in Francesco, film che narra la vita di San Francesco d’Assisi, in cui lei interpreta Chiara. Infine, in una produzione non italiana, ma in un Amleto diretto da uno dei più grandi registi italiani di sempre: Franco Zeffirelli.

La storia è quella dell’Amleto shakespeariano: il re di Danimarca muore assassinato, sua moglie Gertrude (Glenn Close) sposa dopo poco suo fratello, Claudio (Alan Bates), suo assassino. Il figlio Amleto (Mel Gibson), consapevole di tutta questa macchinazione, si finge pazzo per poter perpetrare la sua vendetta. A pagarne le conseguenze, però, è la giovane Ofelia, interpretata da Helena, innamorata di Amleto, che impazzisce a sua volta e muore annegata.

La parte di Ofelia, a dir la verità, è breve. Tuttavia è quella in cui il cambiamento si fa palpabile: passa dall’essere una ragazza dolce e assennata al girovagare scalza e sporca per il castello, pronunciando frasi sconnesse e senza senso. Non si parla della follia omicida che caratterizza la nostra zia Bella, ciò nonostante è assolutamente credibile. Il talento di Helena spicca in maniera sorprendente, anche data la mole di attori con cui si doveva misurare!


Frankenstein di Mary Shelley (1994), di Kenneth Branagh

Galeotto fu il film e chi lo diresse! All’epoca di Frankenstein di Mary Shelley, Kenneth Branagh era sposato con Emma Thompson. Ma le riprese fecero avvicinare molto lui e Helena, al punto da portarlo a lasciare sua moglie.

La storia è conosciuta più o meno da tutti. Viktor Frankenstein (Kenneth Branagh) è un giovane di ottima famiglia di Ginevra. Durante i suoi studi di medicina approfondisce la conoscenza di un professore che aveva effettuato esperimenti su arti inanimati, e ne rimane affascinato. Conduce perciò vari esperimenti che culminano nella creazione della famosa Creatura (Robert De Niro) fatta di pezzi di cadaveri cuciti tra loro. Pentitosi quasi immediatamente di quello che aveva fatto, decide di andarsene e abbandonarlo al suo destino, non immaginando che quella Creatura lo avrebbe seguito per reclamare il suo diritto alla vita.

In tutto ciò, Helena è Elizabeth, una ragazza che viene adottata da piccola dalla famiglia di Viktor e che, crescendo, diventa la sua fidanzata. Anche se mai troppo spinte, le scene d’amore, perciò, non mancano e a renderle bellissime sono la chimica evidente e l’intesa naturale tra i due, di cui è intriso ogni secondo.


Le ali dell’amore (1997), di Iain Softley

La candidatura all’Oscar arriva, per Helena, per Le ali dell’amore nel 1998. Si tratta di una storia d’amore ambientata nei primi del ‘900, tra segreti, impedimenti e rivalità.

Il cast di questo film, che ha ricevuto ben quattro candidature all’Oscar, parla da sé. Vi è Elizabeth McGovern, che ha interpretato Cora Crawley in Downton Abbey, nonché Michael Gambon nei panni del padre di Kate, il personaggio di Helena.


Merlino (1998), di Steve Barron: la magica miniserie con Helena

Una piccola perla passata, purtroppo, in secondo piano è la miniserie di due puntate Merlino, del 1998, con Sam Neil e Miranda Richardson (Rita Skeeter in Harry Potter). Per quanto si discosti di molto dalla leggenda originale e inserisca elementi totalmente estranei, rimane una bellissima storia di magia, amore e lotta per il potere. Ripercorre la vita di Merlino, dagli eventi che precedettero la sua nascita alla sua vecchiaia, passando per il suo addestramento da parte della perfida Regina Mab e la sua vicinanza ai re che subentrarono.

In questa storia, Helena interpreta il ruolo di Morgana, sorellastra di Artù, che assistette all’inganno perpetrato da Merlino ai danni di sua madre e, perciò, sua antagonista. La particolarità del suo personaggio è che non è perfetta, anzi, ha il viso un po’ deformato. Ciò la porterà ad allearsi con la Regina Mab, che grazie alla magia la farà diventare una donna bellissima (quale è Helena, dopotutto!). Inoltre, di lei si innamorerà Frik, lo gnomo seguace di Mab, uno dei pochi ad averle dimostrato sempre affetto disinteressato.

Nel complesso, Merlino è più di una storia sulla famosa figura mitologica. Parla di immortalità, di ciò che è giusto e ciò che non lo è e di come sia facile confondere le due cose. Parla di cosa l’amore possa spingere a fare e di quanto ogni decisione comporti un sacrificio. È una storia densa di morale e insegnamenti a tutto tondo, dimenticata dai più ma che meriterebbe di essere conosciuta (e ricordata) da tutti.


Fight Club (1999), di David Fincher

Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club.
Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club.
Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida basta, si accascia, è spompato, fine del combattimento.

Tyler Durden, Fight Club

Di tutti i film, questo è uno di quelli che davvero non ha bisogno di presentazioni o approfondimenti. Per chi non lo dovesse conoscere, ne è caldamente raccomandata la visione: è uno dei film più geniali, alternativi, sfrontati e riflessivi nella storia del cinema.

Di un cast interamente eccezionale (in cui compare un giovane e bellissimo Jared Leto), basta fare due nomi: Brad Pitt e Edward Norton. Loro due e Helena formano, insieme, un trio di forze della natura che si completano a vicenda e si rafforzano.

Helena è Marla Singer, una ragazza svampita e del tutto fuori dagli schemi (e anche fuori di testa), la cui vita prende una svolta decisamente controversa quando incontra il protagonista e Tyler Durden. Da lì comincia un rapporto di amore-odio che proseguirà fino alla fine del film, dove tutte le certezze dello spettatore vengono prese e ribaltate completamente con un colpo di scena a dir poco epico.

Ora, chi ha visto il film si ritroverà sicuramente con questo discorso. Chi non l’ha visto, adesso sarà sicuramente confuso da questa descrizione-non descrizione. Ma, dopotutto, Fight Club è una sorta di thriller psicologico, perciò non si sbaglierebbe a pensare che la confusione qui sia voluta. Non si vogliono fare spoiler per non rovinare la visione del film, perciò, per chiarire ogni dubbio, guardate questo film: non ve ne pentirete!


Siamo alla fine della prima parte dell’articolo, già così carica di ruoli importanti. La seconda parte sarà ancora più densa di titoli, ma non vi spaventate: ognuno di essi sarà un capolavoro!

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