La saga di Harry Potter la si ama per tantissimi motivi, ma i più incisivi sono sicuramente due: la crescita dei protagonisti durante lo svolgimento della trama e un’ambientazione fantastica talmente curata e dettagliata da dare origine ad un vero e proprio mondo. A queste due caratteristiche si aggiungono gli intrecci, le rivelazioni e tanta spettacolarità. Se per voi tutto questo è indice di una buona storia allora dovete sapere che ce n’è un’altra che possiede gli stessi parametri e che è stata considerata come l’Harry Potter giapponese: la saga di Naruto.
Naruto è il manga di maggior successo di Masashi Kishimoto e si compone di due grandi parti: Naruto e Naruto Shippuden. Dai fumetti è stato realizzato un anime che conta nel complesso più di 700 episodi. La saga di Kishimoto è piena zeppa di somiglianze con quella della Rowling e noi siamo qui per farvele scoprire!
Mondo Magico e Terre Ninja
Il mondo magico di Harry Potter è magico non solo nella sua popolazione di maghi e streghe, ma anche nei costumi, negli usi, nel linguaggio e in tutto ciò che caratterizza un agglomerato umano in società.
Nel mondo di Naruto ci ritroviamo in un mondo altrettanto artefatto e dettagliato, un mondo in cui ai maghi si sostituiscono i ninja e alla magia si sostituisce il chakra (un energia presente nel corpo umano che permette, dopo una buona istruzione, il compimento di “magie” o per meglio dire tecniche).
Ispirazioni dal passato
Così come J. K. ha rispolverato vecchi usi e tradizioni anglosassoni, anche Kishimoto si è servito delle tradizioni giapponesi per dare carattere al suo mondo e ad i suoi personaggi, ma andiamo più nello specifico.
Attenzione, lo scopo di questo articolo non è quello di insinuare l’idea di un plagio da parte di uno o dell’altro autore. Si tratta di storie distanti fisicamente, stilisticamente e cronologicamente, ma che per una bizzarra coincidenza condividono molti aspetti narrativi. Lo stesso Kishimoto si è confessato sorpreso nello scoprire le somiglianze con i romanzi di J. K..
I prescelti
La prima cosa che capiamo in Harry Potter è che il protagonista è un ragazzo orfano, trascurato ed emarginato da tutti ed il motivo di questo trattamento gli è del tutto sconosciuto. Il protagonista della saga giapponese è Naruto Uzumaki, anch’esso orfano e messo perennemente in disparte per motivi apparentemente sconosciuti.
Già dai primi capitoli di entrambe le saghe scopriamo che il motivo dell’emarginazione ha radici in un potere che incute timore, in Harry Potter ai suoi zii, in Naruto a chiunque sia nelle vicinanze.
Demoni interiori
I due ragazzi sono infatti i “contenitori” di un grande potere che è anche una grande maledizione. L’Horcrux contenuto in Harry sarà rivelato e distrutto solo alla fine, ma Naruto scopre fin da subito quale demone è nascosto dentro di sé: lo spirito di Kurama, la Volpe a Nove Code che dieci anni prima quasi distrusse il suo villaggio e uccise i suoi genitori.
Nel corso del manga il giovane ninja imparerà a padroneggiare, attraverso non poche difficoltà fisiche, ma soprattutto etiche e morali, il grande potere di Kurama, stringendo una sorta di alleanza.
Scuola e compagni di scuola
Per poter sfruttare al meglio le loro potenzialità, i due ragazzi frequentano le strutture di formazione del proprio territorio, Hogwarts per Harry, l’accademia ninja per Naruto. In questi luoghi i protagonisti vengono in contatto con personaggi fondamentali per la loro storia.
I primi a rapportarsi con i ragazzi sono, in entrambe le storie, una ragazza ed un ragazzo. Hermione la conosciamo come una talentuosa e intelligentissima ragazza, devota allo studio e determinata per il successo accademico, in Naruto le si tingono i capelli di rosa e le viene dato il nome di Sakura Haruno.
Ron + Draco = Sasuke
Non si può dire la stessa cosa della versione ninja di Ron: Sasuke Uchiha è introverso, arrogante e sicuro di sé, in più discende da una famiglia nobile e molto rispettata nel villaggio, elementi questi che ricordano più che altro Draco Malfoy: i percorsi dei ragazzi infatti sono molto simili.
Così nascono due bellissimi Golden Trio. Anche gli altri studenti trovano il giusto spazio nelle storie, ma più di essi sono gli insegnanti a essere fondamentali.
Gli anziani saggi
Se Silente è il ricamatore di una trama avvincente e fosca la cui morte è tutt’ora mal digerita dai fan, Naruto deve districarsi con le figure dei due Hokage (capi villaggio): Hiruzen Sarutobi e Tsunade Senju. I due sono le guide più autorevoli per il ninja in erba e ne difendono l’innocenza riservandogli alcuni segreti.
La figura paterna
Più intima e confidenziale è la figura di Sirius Black, un padrino dal grande talento magico che prende sotto la sua ala un ragazzo che ha sempre voluto proteggere. La morte di Sirius è il primo grande shock della saga e permette ad Harry di saltare nella maturità ed è un passaggio necessario per l’allora quindicenne ragazzo, se ti chiedi il motivo leggi qui e lo scoprirai.
Il padrino di Naruto è anche il suo mentore: Jiraiya, noto anche come l’Eremita dei Rospi, è un ninja di straordinaria potenza ed è colui che addestra il ragazzo affinché diventi maturo e saggio. Come il buon Sirius, anche Jiraiya viene assassinato da un nemico potente provocando il dolore di Naruto e dei fan.
Il lato oscuro
Finora ci siamo occupati dei buoni, è tempo di dare spazio anche ai cattivi. Lord Voldemort è il mago oscuro più forte di tutti i tempi (o forse lo fu Grindelwald prima di lui? Se vuoi farti un’opinione leggi il confronto tra questi due potentissimi maghi in questo nostro articolo) ed è davvero difficile ricreare un personaggio così articolato e allo stesso tempo scarno di emozioni, così spietato e ambizioso, così irragionevolmente cattivo, egoista e feroce.
In questo caso, ed è una personalissima opinione, Kishimoto non è riuscito a creare un singolo personaggio capace di competere con il Signore Oscuro, tuttavia Naruto è pieno di cattivi carismatici, capaci di monologhi di una profondità sconcertante e con filosofie che riescono a rendere quasi lecito il male che infliggono.
Cattivi ma non troppo
Da Gaara a Pain, passando per Obito e Madara, in Naruto anche il male trova la sua espressione, la sua giusta causa, sia essa l’idea (personale e distorta) di un mondo migliore oppure una vendetta per un gravissimo male subito.
L’archetipo di antagonista del mangaka si potrebbe raffigurare con Grindelwald che è sospinto da ideali mirati a migliorare il proprio mondo. Voldemort in questo senso è più assoluto: per Voldemort “esiste solo il potere e quelli troppo deboli per averlo”.
Serpenti che passione
Eppure uno degli antagonisti del Sol Levante non può che ricordarci il nostro caro Voldy. Orochimaru è un ninja traditore mosso dall’ambizione sfrenata per il potere e da una malsana passione per i serpenti, in più neanche lui ha un gran colorito, anche se può vantare una lunga e unta chioma ed un naso!
L’aspetto di Orochimaru ricorda molto Colui-che-non-deve-essere-nominato così come anche il suo carattere e i suoi obiettivi: il ninja serpente è infatti famoso per essersi spinto fin dove nessuno si era mai spinto sperimentando tecniche proibite in una continua ricerca del potere e dell’immortalità.
La redenzione dei coraggiosi
Ma il mondo non si divide in “brave persone e Mangiamorte” e alcuni dei personaggi migliori sono tali a causa delle loro sfumature di grigio che confondono il confine tra bene e male. Severus Piton è odiato per il 90% della storia di Harry Potter, considerato un viscido voltagabbana ed un vigliacco è il responsabile della morte del grande Albus Silente.
Nel restante 10% di storia scopriamo un Piton eroico, sacrificato e nobile, purificato da una redenzione che rimane impressa nel cuore di tutti. La storia del principe è davvero un plot twist magistrale finemente ricamato dall’autrice.
Passati turbolenti
Kishimoto in questo progettare risvolti narrativi è di pari talento. Per tutto Naruto e per buona parte di Naruto Shippuden gli spettatori sentono parlare del fratello maggiore di Sasuke, il traditore ed plurimo assassino Itachi Uchiha. Questo tremendo ragazzo è colpevole di un terribile crimine: lo sterminio di tutta la sua stirpe, eccezion fatta per il fratellino. Sasuke infatti, credendo di essere stato risparmiato per vestire i panni del vendicatore, è deciso al compimento del fraticidio.
La verità è però più complessa. Itachi compie la strage familiare per “un bene superiore”, per evitare un’imminente guerra tra clan che avrebbe compromesso la pace e la vita di migliaia di persone. Così il maggiore degli Uchiha decide di addossarsi un grande fardello e di vivere una vita da traditore, al servizio di un’organizzazione criminale che ha tra i suoi piani la sottomissione dell’intero mondo ninja.
Amare dopo tutto questo tempo
Ovviamente Itachi continua ad essere fedele ai buoni ricoprendo il ruolo di spia e preoccupandosi del fratello che, come gli dirà egli stesso in punto di morte, non ha mai smesso di amare (scena degna del Sempre di Piton). Insomma, Piton e Itachi condividono lo stesso tragico destino e riscattano gli errori del passato con l’estremo sacrificio, salvifico per tutta la popolazione del loro mondo.
Figure ambigue come loro affascinano e creano dibattiti, posizioni contrastanti, animano il fandom anche dopo la fine delle saghe. Questo nostro articolo sul ruolo del Professore di Pozioni potrebbe farti ricredere sulla sua posizione.
Il ruolo dei potenti
Per chiudere questa ricca ma molto semplificata sfilza di somiglianze vi esponiamo il lato politico delle due saghe. In Harry Potter è davvero fondamentale, lo vediamo soprattutto dal quinto libro in poi e già dal secondo veniamo a sapere delle discrepanze sociali che vi sono sulle questioni di sangue.
La politica di Kishimoto è a tratti più complessa ma forse più vicina alla politica reale. In Naruto assistiamo ad un reale spaccato di leader ed alleanze politiche mirate alla detenzione del potere, alla sovversione dei rivali politici o alla difesa dai nemici comuni. Tuttavia la politica di Naruto è più mirata all’egemonia mentre il Ministero della Magia si pone come difensore dei diritti e controllore dell’adempimento dei doveri del popolo.
Morale di mago ed etica ninja
A somme tirate troviamo due storie molto simili, ma in due culture molto distanti. Da una parte troviamo un mondo che, attraverso una metafora, ci mette sotto il naso gli attuali problemi della nostra società quali la discriminazione, il bullismo, la sfiducia nelle istituzioni e molti molti altri. Dall’altra parte troviamo la morale orientale votata sempre ad un’introspezione profonda mirata alla ricerca di un bene assoluto. Naruto pone allo spettatore questioni tanto intime quanto poco probabili da trovare nella nostra società, tutto questo però serve per aumentare la poetica filosofia dietro i disegni di Kishimoto.
Concreto contro ideale, fatalità oggettiva contro l’onnipresente possibilità di redenzione, anche per il più crudele degli antagonisti: questa è la differenza più sostanziosa tra le due storie che tanto hanno in comune.
Il miglior narratore: l’amore
In chiusura vogliamo proporvi un’altra grande caratteristica che accomuna le due storie e non solo queste, ma molte, molte altre e forse anche la storia dell’intera umanità. Naruto ed Harry non sono che dei ragazzi, a tratti non brillanti, ma che grazie alla forza più potente di tutte, riescono a salvare i loro mondo: l’amore.
Dall’amore degli amici, dei genitori, da quello della propria amata, dei colleghi o concittadini, da quello delle persone che hanno dato e darebbero la vita per una causa, tutto gira intorno a questo grande sentimento. Lily e la corrispettiva giapponese Kushina riescono a rivedere i propri figli nel momento più duro per loro per potergli ricordare quanto essi siano amati. E in fondo è tutto quello che conta in una buona storia.
Harry Potter è l’eroe che ci ha accompagnato nella nostra infanzia, adolescenza o maturità, ma se avete ancora voglia di vivere le stesse emozioni che avete provato stando accanto a lui, potete sempre tuffarvi nella storia di Naruto Uzumaki. E voi conoscete la saga di Naruto? Riuscite a trovare altre analogie con la nostra saga preferita? Scriveteci nei commenti la vostra opinione!