Tra tutti i personaggi di Harry Potter, quello che indubbiamente abbiamo amato tutti è Hagrid. Presente “fin proprio alla fine”, è anche uno di quelli su cui J.K. Rowling ha sempre avuto le idee chiare.
I collegamenti tra i libri sono molti e complessi. In ognuno di loro si può ritrovare un concetto di inizio e fine: la Pietra Filosofale che allunga la vita e quella della Resurrezione che la restituisce; lezioni extra di Difesa che prima Harry riceve e poi tiene.
In questo contesto, Hagrid si distingue per diversi motivi. Innanzitutto, come la stessa Rowling afferma in un’intervista del 2013 con Daniel Radcliffe (dal minuto 25:45 al minuto 26:46), c’è un motivo se Hagrid è rimasto illeso durante la Saga. L’idea è sempre stata quella di far andare Harry verso la morte accompagnato dai suoi fantasmi e farlo portare indietro in braccio da Hagrid, fintamente morto. Inoltre, diventa lui stesso una figura fortemente affine a quella di un padre e Robbie Coltrane, in questo, ha saputo ritrarlo perfettamente.
Hagrid e la nuova vita di Harry
All’inizio della Pietra Filosofale Hagrid accompagna Harry dai Dursley usando la moto volante di Sirius. Nel libro questa scena non descrive nei particolari il suo volto, ma per questo ci viene incontro il film.
La soluzione scelta da Chris Columbus è una ripresa leggermente dal basso che inquadra perfettamente il viso di Robbie Coltrane. Per quanto il protagonista sia Harry e l’azione stessa lo vorrebbe presente nell’inquadratura, in questo modo viene esaltata l’espressione amorevole di Hagrid. Il suo sguardo rimane fermo sul bambino mentre lo passa tra le braccia di Silente, proprio come farebbe un genitore che non vuole abbandonare suo figlio.
Quello dell’arrivo a Privet Drive non è l’unico momento il cui Hagrid accompagna Harry in una nuova vita. Più in là, infatti, porta a Harry la lettera di ammissione a Hogwarts e lo accompagna a Diagon Alley per la prima volta. Lui guida gli studenti del primo anno al Castello attraverso il Lago Nero.
Sempre lui salva Harry da Nocturn Alley, indirizzandolo sulla giusta strada. Si può intendere, perciò, che Hagrid sia una figura associata alla transizione: dal mondo magico a quello dei babbani e ritorno, dalla fanciullezza all’adolescenza (si era discusso sul ruolo del viaggio attraverso il Lago Nero in un altro articolo), dal male al bene.
L’importanza della sua figura non arriva in modo immediato. Probabilmente, ai tempi della Pietra Filosofale J.K. Rowling non aveva ancora chiaro il ruolo che avrebbe assunto nel corso della Saga. Certo è che il rapporto tra Harry e Hagrid si è assestato più su un livello simile che di genitore-figlio, per cui affermare che Hagrid sia una figura paterna per Harry sembra un’esagerazione.
Rimasto con Harry fin proprio alla fine
“Lo porterai tu” disse Voldemort. “Lo si vedrà bene tra le tue braccia, no? Raccogli il tuo piccolo amico, Hagrid. E gli occhiali… Mettetegli gli occhiali… Devono riconoscerlo”.
Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 36: “La falla nel piano”
Qualcuno gli sbatté con deliberata malagrazia gli occhiali in faccia, ma le mani enormi che lo sollevarono erano estremamente delicate. Harry sentì le braccia di Hagrid tremare, scosse dai singhiozzi; grandi lacrime lo bagnarono mentre Hagrid lo cullava, ma lui non osava far capire all’amico, con un movimento o con le parole, che non tutto era perduto.
Quest’ultima scena in cui Hagrid accompagna Harry, dopo la finta King’s Cross, è l’esatto doppio di quella del primo libro e un merito di David Yates è stato di aver rispettato anche la messa in scena del primo film. L’inquadratura parte da Harry e compie un movimento curvo per focalizzarsi sul volto di Hagrid, con la camera quasi nella stessa posizione di quando lo aveva portato a Privet Drive. La sua espressione esprime dolore e terrore, l’opposto di ciò che comunicava ne La Pietra Filosofale.
Nel libro la Rowling dice che Hagrid cullava Harry, anche se pensava fosse morto. Questo è l’indizio che ci fa capire quanta circolarità sia insita nei due momenti: cullava un bambino addormentato allora, culla lo stesso uomo “addormentato” adesso. Le medesime lacrime bagnano il suo volto e Harry, anche se diversi sono i sentimenti che le generano. Il grande mezzo-gigante si fa tramite di un’ultima, fondamentale transizione.
L’importanza di Hagrid non può essere messa in discussione in alcuna circostanza. È bene considerare, perciò, anche il profondo significato che il suo ruolo ricopre.