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E se Silente avesse usato la Pietra della Resurrezione?

18 Settembre 2023 anto-arci 4 min read

E se Silente avesse usato la Pietra della Resurrezione?

18 Settembre 2023 Flitwick 4 min read

Le debolezze dell’animo umano, per quanto si somiglino, sono forse quelle cose che ci rendono particolarmente unici, e Silente, nonostante la sua normale straordinarietà, non è esente da averne. 

Abbiamo mai approfondito realmente se Silente avesse o meno usato la Pietra della Resurrezione o ci siamo fatti bastare quelle poche informazioni esplicitamente dateci dai libri e fim?

Ha mai usato la pietra?

Non ci sono indicazioni reali sull’utilizzo della Pietra della Resurrezione (qui un interessante approfondimento sugli aspetti controversi dei Doni della Morte) da parte di Silente. Anzi, nel capitolo King’s Cross del settimo libro si lascia intendere proprio che l’unico tentativo di utilizzo sia quello poi finito in una maledizione

Ma se non fosse vero? Se invece, una volta capita l’entità della maledizione e soprattutto la fine prossima della sua vita, Silente avesse deciso, colto dall’ennesimo raptus di malinconia, di utilizzarla e di richiamare alcune persone a lui care?

Silente era sicuramente a conoscenza del dolore che avrebbe portato ai suoi cari, ma sapeva pure che quel dolore sarebbe terminato con la sua morte, la quale sarebbe avventa di lì a relativamente poco. La saggezza dell’amato Preside è nota, ma, soprattutto nel sopracitato capitolo, egli mostra anche un lato molto umano. Un lato fatto di mancanze, insicurezze e dipendenze.

Chi non dipende, almeno un po’, dall’approvazione dei familiari più stretti soprattutto quando pensiamo di aver fatto loro un torto? Chi non vorrebbe dire un’ultima parola, un ultimo chiarimento con le persone che più ci erano vicine quando erano in vita?

La pietra della resurrezione

La debolezza dell’eroe

Silente aveva già mentito a Harry davanti allo Specchio delle Brame: entrambi vedevano la stessa cosa, la loro più grande fragilità, il loro punto debole (qui troviamo alcuni punti deboli di altri personaggi principali della saga). Non è di certo un paio di calzini l’oggetto del desiderio più profondo di Albus Silente.

Il futuro ci ha rivelato che quel momento è stato come un passaggio di consegne, l’eroe del vecchio mondo lascia in eredità, in un testamento ancora non scritto, all’eroe del nuovo mondo la sua prima prova, il suo primo fardello.

E questo non è un test che si può superare, la morte delle persone care non è un dolore superabile. L’unica via è la convivenza e infatti coloro che amiamo e non ci sono più rivivono in ogni nostro pensiero, dramma e decisione, là dove noi vorremmo avere il loro supporto

Nell’evoluzione di Silente, nei sette libri, abbiamo avuto modo di vedere come egli non sia mai riuscito a convivere fino in fondo col suo dolore, ma abbiamo avuto prova di come lo abbia accompagnato in ogni sua scelta. Abbiamo avuto prova del fatto che non ha mai superato la sofferenza di non essere stato il collante che, dopo la morte di Kendra (la madre), sarebbe dovuto diventare per la sua famiglia, Aberforth ne è testimone inconfutabile.

aberforth silente

Anima e Corpo

Il dualismo anima e corpo dell’essere umano in Silente è evidente: un corpo che porta i segni della saggezza convive con un’anima giovanile, costantemente in contrasto tra loro trovano equilibrio nell’attenta riflessione, di cui il Preside è maestro indiscusso

Ma gli impeti puerili in costante movimento (Dumbledore) riescono a oltrepassare ogni ponderazione e, come un fiume in piena, rompe gli argini della razionalità e ti fa indossare un Horcrux

Ovviamente nell’istante stesso in cui si è messo l’anello, quell’attimo di speranza divampante è stato castrato dalla pesante realtà, la quale ha ulteriormente aperto la voragine del disprezzo per se stesso. 

Ero dotato, ero intelligente. Volevo fuggire. Volevo risplendere. Volevo la gloria.

I Doni della Morte, capitolo King’s Cross.
Albus Silente a king's Cross nella mente di Harry

Il genio si rialza

Nel celebre dialogo con il Professor Piton, di cui Harry viene a conoscenza grazie al ricordo di quest’ultimo, Silente mostra un’altra delle sue innumerevoli capacità straordinarie. Si evince che il Preside, nella sua morte certa con una data quasi precisa, più che vedere disperazione e rammarico ci colga un’opportunità, un vantaggio sul nemico, sul tempo.

Ed è proprio in questo frangente che Albus potrebbe aver pensato di utilizzare nuovamente, con rigenerata consapevolezza, la Pietra della Resurrezione. Non più l’impeto ma l’attenta valutazione stavolta governa le sue decisioni. Ha fallito il primo tentativo ma è pronto a rialzarsi e a rimediare all’insuccesso, la brama del ragazzo, del figlio è ancora lì presente, però è sovrastata dalla saggezza di un uomo che ha approfondito ogni sfaccettatura della questione


E se Silente avesse usato la Pietra della Resurrezione?

Una volta usata, la Pietra della Resurrezione, avrà rivelato le persone a cui Silente teneva di più. Avrà pianto, un lungo pianto liberatorio che sarà valso più del torrente di parole che probabilmente si era preparato.

Avrà chiesto perdono e avrà mostrato come quell’errore di cui si sente responsabile abbia influenzato tutte le scelte della sua vita. Probabilmente avrà ricevuto comprensione, i genitori avranno mostrato anche orgoglio, ma è qui che Silente si sarà accorto che non si possono tirare le somme finali di una lunga vita con delle ombre.

Non è un caso se, dopo aver bevuto la pozione che conteneva l’Horcrux rivede verosimilmente la nota scena del litigio con Grindelwald.

Harry nella foresta proibita dopo aver utilizzato la pietra della resurrezione.

A me piace pensare che quella notte, su quella torre, in quel maledetto “ti prego” che ha distrutto tutti noi poveri lettori, ci fosse anche la consapevolezza di un uomo che sta lasciando questo mondo insieme ai suoi cari, serenamente, senza più un rimpianto.

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