Chi non ha mai sognato di frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts? Ma se tra gli insegnanti ci fosse l’odiosa professoressa Dolores Jane Umbridge, sarebbe ugualmente un sogno?
Il potere di quest’odiosa donnina nel riuscire a trasformare il desiderio di tutti i fan di Harry Potter in un incubo, non tanto distante dalla realtà, è sconcertante. Ma mettiamo da parte il suo mellifluo carattere e il suo orripilante aspetto per concentrarci sul suo modo di essere insegnante.
L’ascesa della signora in rosa
Dolores Jane Umbridge sale in cattedra ad Hogwarts durante il quinto anno di scuola di Harry, occupando il ruolo di insegnate di Difesa Contro le Arti Oscure. Bisogna specificare che suddetto ruolo le viene assegnato dal Ministro della Magia in persona, con lo scopo di monitorare la situazione degli alunni e degli insegnanti del plesso e soprattutto per spiare Albus Silente.
La prima impressione che ci dà la professoressa è quella di una signora subdolamente docile. Convinta di avere un grande potere, lo esercita con fittizia magnanimità. Infatti, la vediamo più volte esibire un’aria compassionevole verso le sue vittime come a dire: “mi spiace caro, ma è giusto così”. Se non siete del tutto convinti della sua malvagità, qui trovate sette buoni motivi per odiare ancora di più questa orrenda donnina.
Il metodo Umbridgeano
L’approccio didattico della Umbridge si articola di due principali elementi: esclusivo utilizzo della teoria e ricorrenza a punizioni. Potremmo definirlo un metodo di apprendimento orientato al nozionismo ed al comportamentismo.
Il primo consiste nel riempire l’alunno di informazioni e regole che non possono essere soggette a critiche o riflessioni. Per farla breve “sono così e basta!”, non è ammesso porre domande. Questo metodo è da sempre stato scoraggiato dai pedagogisti e dagli psicologi, poiché mina lo sviluppo del pensiero critico del ragazzo. Un alunno che non comprende ciò che gli viene spiegato non sarà una persona in grado di ragionare in maniera deduttiva e logica.
Non ci sarà bisogno di pensare
Nel caso della nostra odiata prof. la situazione è anche peggiore. Essa pretende di insegnare una materia che ha la sua concretizzazione nella pratica e da cui potrebbe dipendere l’incolumità degli alunni.
Non siamo sicuri se il vecchio rospo rosa fosse inconsapevole dei risultati che la sua didattica avrebbe potuto dare o se fosse tutto frutto del suo piano di infiltrazione ministeriale. Il risultato sarebbe comunque stato quello di formare classi di studenti-marionetta. Giovani menti prostrate al potere politico del Ministero ed incapaci di poter sviluppare un pensiero politicamente divergente e ribellioni di alcun tipo.
Un’estensione del Ministero
Dal punto di vista politico, Dolores non andrebbe analizzata come insegnante, bensì come Inquisitore Supremo. La carica, assegnatale da Cornelius Caramell in persona, estende il potere della docente sino a renderlo sempre più paragonabile a quello del preside. Questo nuovo ruolo si srotola sempre più insidioso durante tutto l’anno scolastico e cresce su misura delle esigenze grazie all’emanazione di particolari Decreti Didattici da parte del Ministero.
Ne possiamo contare in tutto 7 e vanno dal Decreto Didattico n 22 al Decreto Didattico n 29 (nel film si lascia intendere che siano molti di più: è un chiaro modo per far intendere quanto il Ministero si stesse impossessando dell’istruzione). Se siete curiosi di conoscere quali sono tutti i decreti emanati da Dolores potete leggere il nostro articolo a riguardo.
Harry Potter: il supplente clandestino
Proprio a causa delle rigide regole a cui vengono sottoposti gli studenti ne l’Ordine della Fenice, Hermione Granger si fa promotrice della resistenza, offrendo a Harry il ruolo di insegnante clandestino di Difesa Contro le Arti Oscure con lo scopo di sopperire alle enormi lacune dell’insegnamento della Umbridge. Questa conseguenza è la più plausibile quando si attua un sistema didattico orientato al nozionismo: ribellione di quelli che già possiedono un pensiero critico.
Durante le lezioni straordinarie nella Stanza delle Necessità, scopriamo in Harry (ed anche lui lo scopre lì per lì) un insegnante meraviglioso. Capace e comprensivo, autorevole e non autoritario come la sua omologa. Harry incarna alla perfezione il tipo di didattica che oggi ogni scuola persegue. I risultati sono ovviamente altrettanto sorprendenti: persino Neville riesce in uno schiantesimo perfetto. Questo è dovuto alla fiducia in sé stesso, acquisita in un ambiente sterile di giudizi e valutazioni.
La reazione della legittima professoressa però non tarda ad arrivare. Ed ecco che qui scopriamo il secondo grande filone che caratterizza la didattica Umbridgeana: le punizioni.
Punizione con Dolores Umbridge
Sconsigliate dalla maggior parte degli esperti, le punizioni secondo la pedagogia moderna (che disapprova quelle corporali) devono essere l’estremo mezzo per poter correggere o scoraggiare un comportamento negativo. Questo utilizzo dei castighi fa parte della corrente pedagogica del Comportamentismo, che studia, appunto, i comportamenti del soggetto e cerca di modificarli attraverso impulsi o rinforzi. L’esempio più iconico è quello del rinforzo positivo che consiste nel “premiare” un comportamento corretto per fare in modo che si ripeta più spesso.
I castighi della Umbridge sono crudeli, umilianti, mirano a demolire ogni spirito di ribellione e a scoraggiare un comportamento che lei reputa inopportuno e dannoso. La peggiore è la più celebre: copiare la frase “non devo dire bugie” con una penna magica che, oltre a scrivere, incide sulla carne le lettere appena tracciate. La compiacenza della docente nel commettere queste angherie lascia intendere un orribile sadismo.
Sopportare è opporsi
La sofferenza è sempre stato lo strumento del potere autoritarista per sottomettere chi si solleva. Per fortuna la storia ci insegna che non sempre la sofferenza nelle carni lambisce l’ardore dello spirito. Harry, infatti, sopporta con grande dignità i soprusi senza mai smettere di dire la sua. Una citazione è illuminante a tal proposito: “le idee non sanguinano, non provano dolore” (da V per Vendetta).
All’apice del suo potere, la Umbridge scopre per la prima volta il limite della sua autorità: lei ha potere solo ad Hogwarts. Così, quando ogni ribellione viene soppressa col castigo, non resta che abbandonare la scuola.
La ribellione dei gemelli
L’abbandono in grande stile che compiono Fred e George Weasley è la prova di quanto appena detto. I gemelli non hanno mai trovato nella scuola la giusta spinta per diventare quello a cui hanno sempre ambito, nel loro ultimo anno più che mai. Questo episodio diventa un lucido esempio della nostra realtà scolastica: i ragazzi trovandosi di fronte docenti poco competenti, autoritari e poco comprensivi, sempre più spesso scelgono la via dell’abbandono degli studi.
Bisogna specificare che i gemelli avevano comunque studiato per tutto il corso dei loro sette anni curricolari e che avevano già acquisito le competenze necessarie a renderli quello che poi sono diventati.
Fuori da Hogwarts
Insomma, la professoressa Dolores Umbridge sembra incarnare la nemesi della pedagogia moderna e non pare poi tanto lontana dalla realtà dei nostri tempi. Ad oggi, sicuramente, non ci sono docenti che incidono con il sangue frasi sulla pelle degli alunni. Tuttavia, basta andare indietro negli anni per imbattersi in punizioni corporali dolorose ed umilianti.
Ebbene, una spiacevole eco di quei tempi ancora rimbomba nelle nostre scuole e i risultati li possiamo osservare ogni giorno nei ragazzi troppo immaturi, che abbandonano l’istruzione o in quelli che seguono filoni di pensiero, mode e politiche, senza porsi domande e senza soppesarle con pensiero critico.
L’insegnante esemplare
Confrontandola con i suoi predecessori, il rospo rosa è stata quella che abbiamo più odiato, era quasi più piacevole il Voldemort sulla nuca di Raptor! Ci rimane, fortunatamente, una grande consolazione da un meraviglioso esempio di insegnante a trecentosessanta gradi: Remus Lupin.
Ognuno di noi ha sognato di essere in fila con gli altri studenti, pronto ad affrontare il molliccio, sotto l’attento sguardo del professore. Lupin insegna non solo in classe: il suo altruismo gli permette di trasmettere tutto il sapere che ha acquisito nella sua vita a chi ne ha bisogno. Siamo infatti sicuri che, oltre ad essere un grande docente ed il migliore dei malandrini (scopri qui perché!), sarebbe stato anche un ottimo padre.
Lupin è l’opposto di tutto ciò che abbiamo appena letto e fa sembrare i metodi della Umbridge davvero inappropriati. Egli predilige la sperimentazione sul campo, il toccare con mano, l’osservazione diretta e la deduzione propria delle informazioni, instradate saggiamente da un educatore che è stato alunno e non se ne è mai dimenticato né ha smesso di esserlo.