Voldemort è tornato, Cedric è morto e il posto di compositore musicale per il quinto capitolo è vacante (qui trovi l’articolo sulla musica del precedente film!). Per fortuna a cambiare la musica arriva Nicholas Hooper! E resterà con Harry sino al Principe Mezzosangue. Harry Potter e l’Ordine della Fenice vede due importanti cambiamenti che ormai abbiamo imparato vanno di pari passo: regia e musiche.
Dietro la macchina da presa arriva David Yates e ci rimarrà definitivamente, mentre a scrivere e dirigere la musica troviamo Hooper che, dopo un brillante carriera nella televisione, si cimenta nel componimento per il grande schermo e ciò gli vale una nomination per i Grammy Award 2010. Al nuovo compositore dobbiamo alcuni dei brani più belli della saga grazie al suo stile sognante, romantico e baldanzoso. Ma andiamo step by step.
La musica del cuore
Il film non può che aprirsi con l’Hedvig’s Theme ma dopo pochi secondi tutto sfuma in poche note di piano mentre un’atmosfera molto intima scende su un pensoso Harry seduto su un’altalena. Già da questo primo brano, Another Story, si intuisce il talento di Hooper: sviscerare i sentimenti più intimi.
Non si tratta più di emozioni, come il buon Williams ha fatto nei primi capitoli, né di atmosfere allo stile di Doyle. Il compositore del quinto capitolo lega il capo di un filo al cuore di Harry mentre il restante capo lo avvolge sapientemente al cuore dello spettatore che, tra brividi, lacrime e tensioni, si trova ad empatizzare con il nostro maghetto adolescente.
Hooper tra vecchi stili e innovazione
Quanto appena detto viene confermato nella seconda traccia Dementors in the Underpass. La musica è infida, e si insinua nell’udito così come il sospetto si insinua in Harry nel sentire tutto quel freddo. Le cupe percussioni e i veloci guizzi di archi annunciano un macabro coro di voci basse ed ecco che compaiono i Dissennatori.
La sinfonia muta improvvisamente proprio nel momento in cui le tremende creature vengono respinte dal Patronus: il coro di voci ora è celestiale. La tattica di usare un coro per simboleggiare il Patronus la si deve al genio di John Williams, tuttavia Hooper ha l’intuizione di abbassare ed incupire lo stesso coro per indicare l’opposta parte: i Dissennatori.
Volare con le note
Arriviamo dunque ad una delle tracce più apprezzate dai fan e a buon ragione. Flight of the Order of the Phoenix è un vero è proprio volo tra le meravigliose note che compongono questo breve capolavoro. La partenza un po’ militaresca va via via diventando più libera e, dopo un bellissimo giro di archi, l’orchestra tutta delinea una potente sensazione di libertà.
Vecchi e nuovi posti
Dopo le musiche introduttive, si giunge ad uno dei temi principali: The Ministry of Magic. Il brano è complesso e articolato e richiama molto lo stile dei primi tre capitoli. La buffa partenza si sposa benissimo con l’infantile stupore del signor Weasley, ma il brano, proseguendo, si incupisce e diventa misterioso: i simpatici fiati cedono il passo a mistici trilli e sommessi su e giù di violini. La metafora musicale è perfetta per descrivere la discesa di Harry nei piani più nascosti del palazzo, un discesa non solo fisica ma anche morale.
A Journey to Hogwarts accompagna il trio all’arrivo nella loro scuola che, sino a qualche mese prima, è stata teatro di una indicibile tragedia. La musica infatti si compone di tre parti: nella prima risuona il tema di Edvige come ad indicare la familiarità, nella seconda cala un velo nostalgico e triste, memore delle tragiche vicissitudini trascorse, infine, la musica si rasserena e si fa frizzante, come un amichevole incoraggiamento.
Una stupenda musica per un’orrenda persona
Finalmente eccoci all’altro tema principale: Professor Umbridge. L’odiosa insegnante può vantare un tema tutto suo con alcune variazioni che sono disseminate nel film. L’inconfondibile melodia prende le tipiche sonorità di una marcia, arricchite da pause e cambi di tonalità. L’intensità è altisonante e rievoca un contesto marziale molto poco credibile. Al suo termine la traccia sfuma incupendosi e lascia presagire l’oscurità malcelata dietro la falsa premura autoritaria.
Le due variazioni principali sono Umbridge Spoils a Beautiful Morning e Darkness Takes Over, entrambe le tracce si possono considerare come la rappresentazione dell’escalation della cattiveria insita nella Professoressa. Nella prima si può sentire un dolce e placido inizio che viene interrotto poco dopo dalla buffa marcetta che continua, esasperante, fino ad una fine smielatamente addolcita da tintinnii.
Il sopravvento dell’oscurità
La seconda variazione è quella in cui la Umbridge si rivela per la sadica dittatrice che è e il titolo la dice lunga: l’oscurità prende il sopravvento. La musica è cupa, degna dei migliori horror: la lentezza con cui suonano le note più basse trasmette un claustrofobico senso di prigionia che va crescendo grazie ai rapidi giri di violino, i tamburi continuano il loro scandire da marcia e, ben nascosti, risuonano gli sdolcinati tintinii.
La scena del licenziamento della Cooman sancisce la discesa umorale delle melodie: The Sacking of Trelawney è un’anticipazione di quello che è il tema dell’epilogo del film. Ci viene fatto assaggiare molto vagamente: in fin dei conti si tratta di una musica triste che però passa, giustamente, in secondo piano lasciando lo spazio alla tragica situazione dell’insegnante di Divinazione.
La marcia della resistenza
Prima che ogni nota del film si faccia amara, Hooper ci regala due brani allegri: Dumbledore’s Army e Fireworks. Il tema dell’Esercito di Silente si compone di tre parti. La prima, omonima, parte insicura per poi prendere un ritmo molto simile alla marcia della Umbridge, come a contrapporsi ad essa anche nelle note. La marcia è sognante e prende sempre più audacia, un po’ come Harry nei panni di insegnante ed i suoi compagni nei panni di alunni.
La seconda parte è dedicata alla Stanza delle Necessità, da cui prende anche il titolo Room of Requirement. Il tema viene ripreso in aria più misteriosa e a tratti sembra richiamare gli sbuffi di tromba tipici delle musiche dedicate alla professoressa di Difesa Contro Le Arti Oscure.
La terza ed ultima parte è intitolata The Kiss e la si sente dare pathos nel momento del primo bacio di Harry. Le note delle sinfonie precedenti si fanno delicate e intime, risuonano lontane e si allontanano sempre di più. Difficile stabilire se questa variazione trasmetta gioia o tristezza, ma è proprio questa grigia sfumatura a comporre il talento del compositore.
Un’esplosione di melodia
In Fireworks possiamo praticamente “vedere” con le orecchie la pirotecnica ribellione di Fred e George. La musica è trionfale e liberatrice, a tratti tribale, a tratti rock (da notare il breve intermezzo di chitarra elettrica), Hooper ha davvero avuto grande intuizione nello scrivere questa meravigliosa melodia di giovanile arroganza, per non parlare poi della goduria che ogni volta si prova nel vedere la sbigottita faccia della Umbridge.
Il tema di Sirius
Come detto prima, la musica cambia: durante le scene dell’incursione dei ragazzi nel Ministero ed i seguenti scontri con i Mangiamorte le note si dividono in tre tracce appartenenti tutte allo stesso tema. Il tema in questione è dedicato a Sirius e in particolare alla sua dolorosa morte.
The Sirius Deception è un brano infame, carica l’ascoltatore di un’ansia adrenalinica, le note promettono eroiche gesta con un lieto fine, convincono gli spettatori che Harry sia sulla giusta strada per salvare il suo amato padrino. Il brano alla fine appassisce velocemente e lascia che l’illusione scoppi come una incantata bolla di sapone.
L’ultima nota di Felpato
Il dubbio ed il timore di aver preso un granchio fatale sono suonati egregiamente in The Hall of Prophecies. Le trombe dell’eroismo ormai sono lontane, sovrastate da sibili e crescendi di bassi, ad un tratto la consapevolezza arriva con uno stacco ed una tesissima pausa. Ora la musica è colma di rimprovero e di paura a cui si aggiunge la frenesia della fuga dai Mangiamorte. I violini che sfregano sempre più veloci delineano gli affannosi tentativi di mettersi in salvo.
Ma ecco Death of Sirius e mai titolo è stato più nefando. Questo è il brano più sadico dell’intera saga: il suo inizio è promettente e gravido di buone speranze che andranno poi in lancinanti frantumi. L’arrivo dell’Ordine della Fenice infonde coraggio e le note infatti si fanno audaci descrivendo un epico scontro. Tutti ricordiamo il “Bel colpo, James” su quelle maledette notte. Poi tutto si ferma. Cala un terribile silenzio, una pausa che viene pian piano interrotta dalla tristissima immissione degli archi i quali suonano inesorabili le prime note senza Sirius.
Una musica interiore
Le scene a seguire non necessitano di musica per risultare più belle di quanto già non lo siano. L’arrivo del Signore Oscuro e di Silente e il loro epico duello è accompagnato solo dal guizzare delle maledizioni, nessuna musica. Il silenzio musicale viene rotto durante la possessione da Lord Voldemort: Possession è quella melodia struggente in cui si susseguono i ricordi ed i pensieri di Harry. Si tratta di un lento crescendo, un’aria che aumenta la sua portata di emozioni aggiungendo di volta in volta un nuovo brivido in chi ne ascolta le note.
Sicuramente è il brano più intimo ed interiore del capitolo. Gli archi si muovono su due piani diversi di esecuzione, alcuni vibrano in sottofondo mentre i restanti fanno crescere le proprie vibrazioni accompagnate dai fiati. La musica è un ideale quadro di una faticosa lotta interiore nella quale il buio sembra avere la meglio finché un piccolo raggio di luce non squarcia le tenebre, ricacciandole nel posto da cui sono arrivate.
Gli eroi si preparano
Harry Potter e l’Ordine della Fenice si chiude con melodica speranza, Hooper ci saluta con Loved Ones and Leaving. Il corno iniziale suona solenne un invito a prendere parte alla sfida che è ormai alle porte: combattere il male. Il coraggio infuso dai flauti si rispecchia nelle espressioni dei tre protagonisti pronti a combattere per amore dei propri cari.
In questa ultima traccia si nota uno strumento che ha sempre avuto ruoli più che secondari nelle precedenti colonne sonore: la chitarra classica, strumento che Hooper innalzerà a protagonista musicale nel capitolo a seguire Harry Potter e il Principe Mezzosangue.
L’impresa di Nicholas Hooper è sbalorditiva considerando il salto effettuato da piccolo schermo a grande schermo. Il compositore ci dimostra le sue grandi qualità di conoscitore dell’animo umano e ricama sapientemente sul pentagramma tutte le emozioni che un inquieto adolescente può provare, dal primo bacio alla perdita dell’ultima persona che poteva considerarsi parte della famiglia.