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Colonne sonore step by step: la musica in HP4

21 Agosto 2022 greg-past 9 min read

Colonne sonore step by step: la musica in HP4

21 Agosto 2022 Ignotus 9 min read

Il Prigionero di Azkaban è stato l’ultimo film di Harry Potter per cui John Williams ha scritto la musica e qui trovi il nostro articolo a riguardo. Nel successivo capitolo sia regia che colonna sonora passano nelle rispettive mani di Mike Newell (regista di film come Donnie Brasco e Mona Lisa Smile) e di Patrick Doyle.

Il duo Newell-Doyle risulta ben collaudato già da Donnie Brasco e Tir-na nog, inoltre Doyle lo si può ascoltare in altre pellicole legate ad artisti che hanno preso parte alla saga: Kenneth Branagh e Alfonso Cuaròn.

L’oscurità avanza

Una premessa è obbligatoria: l’atmosfera tetra inserita dalla regia di Cuaròn continua ad incupirsi nei fotogrammi diretti da Newell. Detto ciò non possiamo che aspettarci una colonna sonora altrettanto cupa e carica di tensione: in fin dei conti questo è il film del ritorno di Lord Voldemort. Ed è proprio al Signore Oscuro che Patrick Doyle dedica il tema più ricorrente nella pellicola, un tema così onnipresente da non lasciare neanche il solito spazio all’Hedvig’s Theme nei titoli di testa.

The Story Continues è grave, cupa e mortifera, un taglio netto con i tre precedenti prologhi. Solo alcune e riconoscibili note del Tema di Edvige echeggiano nel baluginare delle squame di Nagini che, servile, scivola verso il suo padrone.

La musica della morte

Ed ecco che dopo pochissimi minuti ci rendiamo conto che tutto è cambiato e che nulla è più fatato ed innocente: ci viene sbattuto in faccia un’assassinio a sangue freddo. Doyle con le note di Frank Dies fa rabbrividire ogni spettatore a conferma che il sottile filo rosso che collega la sua musica è proprio la morte.

Degno di nota è il missaggio che in tutta la pellicola avviene tra suoni di contesto e melodie, un esempio bellissimo è il fischio della teiera con cui sfuma Frank Dies. Queste prime due tracce rimandano a quello che abbiamo definito il tema principale e che più volte si può ascoltare durante il film, ma ne parleremo a breve.


Gli inni delle squadre

Finalmente, all’inizio della Coppa del Mondo di Quidditch e dopo le prime tristi note, si ascolta una musica allegra! La traccia The Quidditch World Cup serve da ingresso alle due squadre contendenti del trofeo ed è praticamente spaccata in due metà, ognuna con una diversa musica. Nella prima parte si ascoltano allegri violini roteare in pieno stile irlandese accompagnati da ritmici tamburi che, senza neanche uno stacco, si trasformano nella seconda parte della traccia, quella pensata per la Bulgaria.

L’allegra musica irlandese muta in quella che sembra una vera e propria musica tribale: i violini sono sostituiti dai violoncelli e dalle loro note più gravi, i tamburi vengono battuti febbrilmente, trombe squillano intense e brevi e voci urlano. Tutto finisce con un lento e viscerale stridere di violoncello. Questa seconda parte è in generale legata a Krum, Karkaroff e alla scuola di Durmstrang, la si ascolta infatti anche durante l’ingresso ad Hogwarts degli alunni bulgari.

L’inno inaspettato

La traccia a seguire è The Dark Mark ed è il sottofondo della disordinata fuga dei maghi davanti all’apparizione dei Mangiamorte all’evento sportivo. La melodia è frenetica, carica di suspense e si distende improvvisamente in concomitanza con l’evocazione del Marchio Nero. La musica non brilla di innovazione, rimane in secondo piano ed accompagna modestamente un momento di alta attenzione per lo spettatore.

L'evocazione del marchio nero alla coppa del mondo di Quidditch

Un dolce aria invernale

Se la precedente traccia si lascia dimenticare facilmente, quella che la segue risulta essere la migliore sinfonia della colonna sonora: Harry in Winter. La musica viene riproposta moltissime volte durante la pellicola, dall’arrivo dell’Espresso per Hogwarts, della nave di Durmstrang e della carrozza di Beauxbatones (Foreign Visitors Arrive), alla simpatica scena in cui un impacciato Harry tenta di invitare Cho Chang al Ballo del Ceppo.

Questa melodia è un mix di contrastanti emozioni: dolcemente triste e romantica ci mostra le incertezze che i quattordici anni portano a quelli che, ormai, non si possono più dire bambini. L’inizio di un’adolescenza disseminata dai timori di non riuscire a superare tutte le prove che la vita (oltre che al Torneo Tremaghi) interpone nella crescita.

Una musica per crescere

In questo film Harry raggiunge molte consapevolezze ed ogni volta possiamo sentire in sottofondo questo delicatissimo tema o una sua variazione, persino in momenti d’azione e suspense come durante il duello con Voldemort in cui i due temi portanti si fondono in un meraviglioso saliscendi di sensazioni.


Qualche difetto e qualche pregio

Come abbiamo precedentemente detto, Patrick Doyle ripropone più volte uno stesso tema in diversi contesti e ne modifica alcuni aspetti per meglio integrarlo, un po’ come fece William Ross nell’adattamento delle musiche di Williams ne La Camera dei Segreti. Durante lo svelamento del Calice di Fuoco si ascolta una musica densa di mistero: i violoncelli, che ormai abbiamo capito essere i veri protagonisti delle sinfonie, sibilano con note gravi e alcuni trilli vanno via via alleggerendo l’atmosfera, rilassandola per poi farla tornare nuovamente cupa come in principio.

A Doyle va riconosciuto il talento di riuscire a descrivere una persona attraverso la combinazione di note e pause, come per gli alunni di Durmstrang infatti, un altro personaggio possiede una sua descrizione musicale: la giornalista Rita Skeeter. La traccia omonima è stravagante e smielata, tutta trilli e dorate vibrazioni, trasmette una certa falsità melense come a voler piacere per forza. Rita Skeeter incarna l’opportunismo dell’inviata della Gazzetta del Profeta e prova in Doyle una grande dote di caratterista sinfonico.

Il compositore della musica Patrick Doyle
il compositore Patrick Doyle

Molte tracce, un solo tema

In Sirius Fire e Harry Sees Dragons viene ripreso il tema principale già ascoltato nel prologo. In verità, nonostante le accorte modifiche, questo tema pervade un po’ troppo il film e, nel corso della visione, priva le scene di una equilibrata diversità musicale.

Golden Egg è un eccezione. La musica che descrive la conquista dell’uovo d’oro è un abilissimo camuffamento del solito tema, si può quasi definire una traccia a sé. La musica qui è adrenalinica, trionfante e rappresenta la gioia di Harry nel riuscire a superare un prova che credeva disperata, si notino i piccoli intermezzi in cui sembra prendere piede la paura e l’incertezza.


Doyle: maestro di Valzer

Merita una menzione davvero particolare la breve traccia Neville’s Waltz: è la musica che sentiamo mentre Harry e Ron ridacchiano di Neville che, eccitato per l’avvento del ballo, prova in solitaria i passi di danza. La traccia si protende anche durante il tentativo dei due di trovare una compagna di ballo. è un Valzer che si lascia ascoltare piacevolmente e rimane impresso nella memoria dello spettatore che sente muovere in sé un senso di dolce empatia per i tre ragazzi alle prese con i sogni ed i timori che ognuno di noi ha vissuto alla loro età

Altro Valzer davvero memorabile è quello che i quattro campioni danzano durante il Ballo del Ceppo. Intitolato Potter Waltz, il sontuoso volteggiare degli archi si trova perfettamente a suo agio nella notte di gala di Hogwarts.


Musica subacquea

Underwater Secrets e The Black Lake sono le melodie legate alla seconda prova del torneo. La prima è quella che incornicia l’indagine sull’uovo dorato nel bagno dei prefetti, la musica è placida e a tratti goffa, sembra la schiuma profumata che contorna la vasca in cui è immerso il nostro maghetto. Si potrebbe dire che le note si comportino come l’acqua in cui, per la prima volta, si schiude l’indovinello delle sirene (contenuto nella traccia).

Lo stesso vale per la musica del Lago Nero: stavolta l’acqua non è ospitale, stavolta l’acqua svela l’abisso e grandi pericoli. The Black Lake rapisce le orecchie tanto egregiamente quanto le immagini subacquee rapiscono gli occhi, è una collaborazione tra vista e udito che riesce a catturare l’attenzione dello spettatore. Qui troviamo un’orchestra molto più familiare, l’ensemble ricorda molto quello scelto da Williams nei tre film precedenti.


Marcia verso la coppa

Arrivata l’ora della terza prova, le nostre orecchie ascoltano un motivetto davvero piacevole mentre i campioni raggiungono l’entrata del labirinto. Si tratta di Hogwarts’ March, un’allegra fanfara che illude chi l’ascolta che quanto stia per accadere sia quanto di più lieto e benvoluto. Sappiamo che è tutto l’opposto.

Questa melodia risulta brillantemente fuori luogo e lo sembra ancor di più al rientro di Harry dal cimitero e con il corpo di Cedric tra le braccia, la sentiamo infatti disgregarsi contemporaneamente alla realizzazione degli astanti alla prova di ciò che è accaduto.

Un labirinto di note

Al suo ingresso nel labirinto, il quarto campione è perennemente affiancato da The Maze che è tanto disorientante quanto le strade del dedalo. The Maze alterna momenti di quiete molto tesi a momenti frenetici in cui la tensione sfocia nel terrore.

Il merito di questa lunatica atmosfera va agli archi che vibrando, sibilando, stridendo e girando in cerchio creano una vera e propria atmosfera labirintica. Il brano però, come quello della prova precedente, non lascia il segno nella memoria e, sebbene accompagni benissimo le scene, rimane piuttosto anonimo.


Il Tema di Voldemort

Eccoci finalmente al tema principale dell’intera pellicola! All’inizio abbiamo detto che questo tema è stato pensato da Doyle per Voldemort in persona e poi riadattato in svariate situazioni, perciò tale tema non si sarebbe potuto chiamare diversamente da Voldemort. Quasi dieci minuti di tetre arie, squilli nefasti e rombi soffocati scandiscono gli ipnotici dialoghi del Signore Oscuro con i Mangiamorte o con un impietrito Harry.

La traccia è disperazione pura, le tenebre sembrano avvolgere ogni cosa, ma è anche un inno, un inno alla rinascita del male, un omaggio a Lord Voldemort ormai tornato nel suo corpo. Il finale vale la pena dei nove minuti di tristezza antecedenti: il secondo tema principale, Harry in Winter, si sovrappone alle oscure note di Voldemort e, mentre le figure dei genitori del bambino che è sopravvissuto sussurrano dolci parole di conforto, allo spettatore non resta e che tornare a respirare e forse versare qualche lacrimuccia.


L’ultimo inno

Chi ha resistito al magistrale cambio di tema sopra descritto allora cederà sulle strazianti note di Death of Cedric. Doyle in questa breve traccia ci mette tutto il dolore che solo lo stroncamento di una così giovane vita può scatenare. La sinfonia è acuta e pulsante ma dal ritmo calmo e dolce, i violini si sposano meravigliosamente con il controcanto dei violoncelli rendendo questa piccola variazione tragica di Harry in Winter un capolavoro di grande emotività.

Il film pian piano si dirige verso la sua fine e ci presenta le sue ultime due tracce: Another Year Ends e Hogwarts Hymn. Sicuramente molto riuscite ma non abbastanza da rifocalizzare su di esse l’attenzione di uno spettatore parecchio scosso. L’ultima scorre insieme ai titoli di coda e lì, in quel momento di quiete dopo la tempesta, riusciamo ad apprezzare la solennità dell’inno di Hogwarts.

La sala grande addobbata a lutto

Musica rock e dolci lenti

La colonna sonora di Doyle si conclude qui, ma è rimasta qualche canzone delle quali non abbiamo appositamente parlato e stavolta non si tratta di musica sinfonica. Durante il Ballo del Ceppo vediamo che una stravagante band prende posto sul palco e, a colpi di rock, fa scatenare gli studenti.

Le Sorelle Stravagarie si esibiscono in tre brani live: la coinvolgente Do the Hyppogriff (riconoscibile dall’urlo “are you ready?”), la più quieta Magic Works e la dolce ballad This is Night in cui Hagrid e Madame Maxime ballano stretti uno all’altra. La sorpresa in questi tre brani sta nel loro compositore, stiamo parlando del polistrumentista Jonny Greenwood.

Una rockstar ad Hogwarts

Jonny è il chitarrista solista dei Radiohead ed è stato inserito nei cento migliori chitarristi di tutti i tempi occupando la quarantottesima posizione. Greenwood ha preso parte alle riprese del Ballo e fa un piccolo cameo come chitarrista della band Le Sorelle Stravagarie.

Il compositore delle tre musiche del ballo del ceppo
Jonny Greenwood

La colonna de Il calice di Fuoco presenta spunti davvero meravigliosi ma l’eccessiva diluizione dei temi principali la penalizza per scarsa varietà. Alcune tracce passano in sordina, altre entrano nel cuore e ci restano per sempre diventando nitide immagini di un film che non smetteremo mai di amare.

Dopo Doyle a dirigere l’orchestra arriva Hooper. Se vuoi saperne di più leggi Colonne sonore step by step: la musica ne L’Ordine della Fenice!

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