Dopo l’esordio in Harry Potter e l’Ordine della Fenice (qui trovi il nostro articolo a riguardo), Nicholas Hooper torna a dirigere la musica per il grande schermo nel capitolo seguente: Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Il compositore scrive la colonna sonora più lunga di tutta la saga (non considerando le bonus track de I Doni della Morte – pt 1).
Hooper ha dato prova di grande innovazione e rispetto per le ormai tradizionali sonorità potteriane. Tra le novità musicali di Hooper vi è lo stile molto intimo delle melodie, la messa in primo piano di strumenti singoli ed il sapiente uso dei cori. In questa sua ultima opera per il mondo magico si trova l’apice dello stile del maestro di musica britannico.
Un buio inizio
Fin dall’ouverture ci viene presentato il tema cardine del film (proprio come nel precedente), il tema di Silente si mostra all’udito degli spettatori nella sua variazione Opening in cui ovviamente non possono mancare le consuete note del tema di Edvige.
L’apertura musicale è molto cupa e tiene fede alla progressione di oscurità che si insinua nella saga. Da subito incontriamo due delle caratterizzazioni tipiche di questa soundtrack: vibrazioni di archi molto rapide e forte marcatura delle percussioni.
Notturna poesia
La seconda traccia avrebbe dovuto accompagnare una scena panoramica di Hogwarts, ma tale scena è stata tagliata, tuttavia la canzone è stata edita nell’album della colonna sonora. Si tratta di In Noctem, un coro di voci bianche che cantano poetici versi latini ed inglesi dedicati ad Albus Silente.
Il controcanto è da brividi, la musica ricca di mistero e le parole straziano dolcemente il cuore, qui potete trovare il testo con la traduzione per poter godere della poesia di questo capolavoro. In Noctem è l’unico brano cantato e funge da perno sinfonico per il tema principale.
I tanti modi della notte
Nel corso del film si può sentire una variazione più morbida ed attenuata durante il discorso di benvenuto di Albus Silente (Dumbledore’s Speech).
Bisogna precisare che il tema di Silente e In Noctem condividono le stesse strutture sinfoniche e si possono definire come un unico tema, seppure è la seconda a gettare le fondamenta dalle quali si diramano le molteplici variazioni.
Grandi e piccole musiche
A causa del grande numero di tracce presenti, la colonna sonora si compone di grandi e apprezzabili capolavori e di tracce non particolarmente dotate di virtù. Le ultime si possono raggruppare in un gruppo di variazioni dei temi principali e di arie di contesto atte a fornire un’atmosfera di cornice.
Tra le meno di spicco vi sono The story begins e Snape and the Unbreakable Vow. In questi due casi il compito dei brani è quello di accennare le melodie che in seguito occuperanno scene di maggiore importanza. La musica del Voto è infatti una variazione di un tema molto ricorrente dedicato ai Mangiamorte ed, in particolare, a Draco.
La chitarra come protagonista…
In Ginny, Hooper presenta lo strumento protagonista di alcune delle tracce più toccanti: la chitarra classica. Sarà proprio tale strumento che eseguirà la canzone del bacio tra la sorella di Ron ed Harry.
Il tema di Ginny è dolce e malinconico: il violino riesce a prendere una nota penetrante che i dolci battiti di triangolo accompagnano fino al centro del cuore di chi ascolta.
… e le percussioni al suo fianco
Non solo alla chitarra classica ha dato rilievo Hooper: Wizard Wheezes è un brano (non inserito nel lungometraggio) in cui la batteria fa sfoggio di un coinvolgente ritmo. Le roboanti soffiate nelle trombe creano un’atmosfera perfetta per il negozio di scherzi dei gemelli Weasley.
Questo è infatti il brano che in origine era stato pensato per la scena ne I Tiri Vispi, al suo posto si scelse di usare The Weasley’s Stomp, una variazione della traccia di grande successo Fireworks che ne L’Ordine della Fenice accompagna i gemelli durante la loro memorabile fuga.
Riciclando la musica
Escludendo il tema di Edvige, nessun brano dei film precedenti compare in quelli a seguire, tranne ne Il Principe Mezzosangue in cui ricompare Fireworks e non solo. La traccia Living Death che accompagna la prima lezione di pozioni del sesto anno è una variante del tema della professoressa Umbridge! Non è chiaro il motivo che lega i due contesti, il più probabile è il grande apprezzamento che la melodia ha riscosso nel suo anno di uscita.
Un coro di ricordi
Giungiamo dunque alla traccia numero nove: Into the Pensieve. Qui troviamo la terza marcatura musicale dell’autore anche se parecchio distorta. Si tratta di cori, in questo caso voci, confuse e sommesse come provenienti da un tempo lontano.
Questi incomprensibili lamenti scorrono sotto i vibranti violini che intonano una cupa musica mentre Harry vede il primo ricordo su Lord Voldemort. Le stesse inquiete voci compaiono nei primi secondi di The Drink of Despair mentre Albus Silente si accinge a vuotare la pozione che protegge il medaglione.
Tale sceneggiatura, tale musica
The Book è una delle tracce che non si fanno sentire ed è un peccato poiché è associata ad un oggetto molto fondamentale per la trama, ma come sappiamo il sesto capitolo cinematografico non è famoso per la sua accuratezza nella trama, le musiche, inevitabilmente, non sono da meno.
A seguire vi è una scintilla di trionfo con il brano Ron’s Victory. Semmai doveste affrontare un’ardua ed importante competizione o sfida, alzate il volume al massimo e lasciate che questo brano accresca la vostra forza di volontà! L’effetto è assicurato dallo squillare dei fiati, dai colpi degli archi e dall’enfatiche note di arpa.
Musica per una grande amicizia
L’opposto si può dire di Harry and Hermione: in questo brano veramente minimale vi è solo intimità. Una musica che stringe come l’abbraccio di un caro amico, una musica che sa di silenzio complice, uno di quei silenzi gravidi di parole che nessuno sente il bisogno di emettere per essere compreso perché chi gli sta affianco non ha bisogno di sentire per comprendere.
La chitarra, da sola, riesce a compiere questo prodigio, il brano è di una semplicità disarmante, ma la ricercatezza delle note e le pause precise lo rendono una pietra preziosa di rara bellezza. I sottofondi di crescendo e vibrati arricchiscono questo inno all’amicizia. La scena in cui il brano si può ascoltare è quella del toccante abbraccio tra Harry ed Hermione in cui quest’ultima palesa l’ innocente invidia nei confronti di Lavanda.
Note incerte
Il brano che segue il precedente soffre dell’ombra proiettata da una musica tanto brillante. School! non è un granché, i toni sono simpatici e ricordano quelli del film precedente, più interessante sono le note di oboe che inframezzano questo minuto ininfluente.
Ad esattamente metà delle ventotto tracce ecco Malfoy’s Mission, traccia di cui abbiamo già sentito qualcosa durante la scena del Voto. Stavolta la luce è puntata su Draco, sulla sua tremenda situazione interiore: paura, orgoglio, rimorso, ambizione. Crescendo acuti si smorzano all’apice per svelare delle insicure note di flauto, pianoforte e chitarra. La musica presuntuosa dei primi minuti del film perde sicurezza mentre Malfoy si perde nei tentativi di riparare l’armadio svanitore.
Il giusto sottofondo
Ricompaiono le tracce col solo scopo di non lasciare le scene in silenzio: The Slug Party, un bizzarro jazz eseguito con bizzarre ma azzeccate percussioni, e Into the Rushes in cui il tema di Draco è ripreso in modo più frenetico. Questo è il brano della discussa scena in cui viene dato fuoco alla Tana.
Tra la ricchezza di stili che compone queste musiche, Hooper ha anche inserito una bellissima melodia dai toni scozzesi. Durante il funerale di Aragog risuona Farewell Aragog in cui un quartetto d’archi rende omaggio all’acromantula. Il giro delle note e i crescendo ricordano molto le melodie delle colline scozzesi, a tal punto da poter essere perfettamente eseguite da una cornamusa e risultare ugualmente toccanti.
I toni cupi proseguono con Dumbledore’s Foreboding dove il tema del Preside annuncia i tetri eventi in arrivo e a seguire il brano Of Love and War ripropone le melodie dedicate al trionfo di Ron miscelate armonicamente con le note del tema di Malfoy.
La musica ti bacia
Ed eccoci di nuovo davanti ad un capolavoro e di nuovo con una chitarra classica come protagonista! When Ginny Kissed Harry è un bacio fatto in musica. L’arpeggio e ridondante ma mai nessuna ripetizione è stata così piacevole da ascoltare, pensate che esistono, sparse sul web, versioni “extended” che toccano un’ora di durata.
Personalmente potrebbe essere il miglior brano dell’intera colonna sonora: l’intimità e l’esitazione con cui viene eseguito, i silenzi ed i lenti giri di archi in sottofondo toccano le orecchie dello spettatore tanto dolcemente quanto le labbra dei due ragazzi che si sfiorano. A rendere tutto più magico è la modalità in cui la traccia è stata registrata: è quasi un ASMR.
L’audio è di una qualità volutamente sconcertante e si riesce a sentire la cadenza di un delicato respiro, proprio come lo si può sentire quando si è a pochi millimetri da un bellissimo bacio o come quando lo si ha nei momenti di grande emozione. When Ginny Kissed Harry si pone a conferma certa della bravura di Nicholas Hooper come interprete della profondità interiore.
Nella caverna
Così come Malfoy, anche ad Harry è affidata una missione e la melodia che accompagna la sua riuscita nel compito ricorda molto Malfoy’s Mission. Entrambe le melodie sono suonate dallo stesso strumento e si reggono su schemi sinfonici molto simili, un parallelismo davvero apprezzabile.
Journey to the Cave accompagna Silente ed Harry nella grotta infausta con la sua musica davvero epica. La partenza delicata cresce attraverso il consueto vibrato d’archi che apre ad un’esplosione arricchita da solenni cori e squilli di trombe. Superata la metà, l’intensità si affievolisce molto lentamente per poi ricollegarsi alla già citata The Drink of Despair a cui immediatamente segue Inferi in the Firestorm.
Mentre per Harry sembra essere giunta la fine gli archi proseguono con il loro stridore sinistro finché le fiamme provocate dal Silente non vengono celebrate da un coro simile a quello del Patronus nei capitoli precedenti. La musica si fa così trionfante e liberatoria, il preside ed il prescelto sono in salvo e l’Horcrux è con loro.
Missione compiuta
Ci avviciniamo alle musiche conclusive: The Killing of Dumbledore risuona amaramente nella torre di Astronomia e ci accompagna in uno dei plot twist più riusciti della saga: la morte di Albus Silente. Il tema di Draco e dei Mangiamorte rimbomba sicuro e stavolta non ci sono fragili oboi a significare l’insicurezza e le sensazioni interiori, stavolta c’è solo ferocia e pericolo. L’intera traccia sembra alludere a qualcosa di tragico, come un allarme prima di una tragedia.
Requiem per il preside
La terzultima traccia è considerata la migliore del film dalla maggioranza dei fan. Anche di questa esistono versioni in loop lunghe diverse ore. Dumbledore’s Farewell strappa con la forza le lacrime anche dall’essere più insensibile. Tutti noi non possiamo dimenticare la commovente scena delle bacchette che si alzano in cielo in a rendere omaggio al più grande mago di tutti i tempi e che così facendo cancellano l’orrido Marchio Nero sovrastante la torre.
Il triste primo violino delinea un requiem dall’intensità crescente, le note non variano molto ma il graduale ingresso di altri elementi sinfonici aggiunge pathos all’esecuzione. Ogni battuta è un tuffo al cuore, un Leopardiano “dolce naufragare” in mare di incredulo dolore. Gli elementi che vanno aggiungendosi sono solo ulteriori archi ad intensificare la tragicità del contesto, un coro soltanto fa da sottofondo alle corde vibranti di viole, violini e violoncelli e contrabassi.
Musica dolce con amaro in bocca
In conclusione troviamo The Friends e The Weasley’s Stomp, due tracce che infondono speranza e coraggio e che, come in ogni finale dei precedenti film, promettono grandi emozioni in arrivo. La prima delle due è speranzosa e delicata, la seconda movimentata e ballabile a suon di battiti di mano. Due tracce che salutano gli spettatori con il cuore incrinato e con il disappunto per l’adattamento, ma con le orecchie sazie di ottima musica.
Il merito va tutto a Nicholas Hooper: colui che ha saputo reinterpretare la magia con note diverse da quelle a cui eravamo abituati ma non per questo meno belle. Hooper chiude qui la sua esperienza potteriana e lascia ad Alexandre Desplat il compito di proseguire sino alla fine della saga con Harry Potter e i Doni della Morte. Per leggere l’articolo sull’operato di Desplat allora clicca qui!