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Colonne sonore step by step: la musica in HP7 – parte 2

18 Settembre 2022 greg-past 9 min read

Colonne sonore step by step: la musica in HP7 – parte 2

18 Settembre 2022 Ignotus 9 min read

Eccoci giunti l’ultimo capitolo, il punto di chiusura di un cerchio che ha circoscritto l’adolescenza di tanti e i sogni di tutti. L’ottavo film di Harry Potter ha l’obbligo di soddisfare delle altissime aspettative, siano esse cinematografiche o musicali. Nel precedente capitolo Alexandre Desplat ha composto una colonna sonora vasta e complessa, (se vuoi scoprirne i tratti più peculiari puoi trovarli in questo articolo) che non ha però lasciato un’orma abbastanza profonda nei cuori dei fan. In Harry Potter e i Doni della Morte parte 2 il compositore francese ha dovuto assolutamente correggere il tiro. Scopriamo in che modo ci è riuscito.

La redenzione di Desplat comincia con un’azione coraggiosa che avrebbe potuto scatenare l’odio del fandom: niente Hedvig’s Theme all’inizio. L’esclusione del tema simbolo dell’intera saga è stato un azzardo davvero rischioso che però ha consacrato Desplat nell’olimpo dei compositori. L’alternativa al Tema di Edvige è magnifica e profonda, degna di sostituirsi alle leggendarie note di Williams.

Il canto di una madre

Harry Potter e i Doni della Morte – parte 2 inizia silenziosamente e solo dopo alcune decine di secondi una delicatissima e mistica voce femminile si leva solenne. Una voce dolce in un canto amorevole ma apparentemente triste. Poetico nella musica e nel nome, il Tema di Lily apre la chiusura della saga cinematografica.

La mancanza del Tema di Edvige ad inizio film può assumere vari significati: il più cinico e banale è che Edvige è morta nel capitolo precedente e che metaforicamente ciò simboleggia l’addio all’innocenza e l’avvenuta maturità di Harry. Altro motivo potrebbe risiedere nel fatto che Lily si va a sostituire ad Edvige come figura che apre ad un nuovo mondo per il protagonista: Harry qui scoprirà tutta una lunga serie di verità che lo porteranno ad accogliere delle nuove realtà, tremende e bellissime. Inoltre non è da dimenticare che la storia della madre di Harry occupa un posto di grande rilievo nel film.

Una grande musica per un grande amore

Il tema di Lily è solo il primo di alcuni azzardi all’interno della pellicola. Nella parte 1 de I doni della Morte abbiamo commentato la mancanza di un filo rosso legante le numerosissime tracce, in questa parte 2 Desplat assume un atteggiamento opposto: il tema di Lily pervade la pellicola dall’inizio fino alle ultime scene. Una scelta stupenda che riesce a fornire allo spettatore un quadro completo non solo a livello logico, ma anche sul piano emozionale.

La voce protagonista del tema non è solo quello di una madre che si sacrifica per il proprio figlio, è anche quella di una bambina ad un bivio adolescenziale, è quella di una ragazza ferita dal suo migliore amico, uno spirito materno che ancora una volta tende la mano a suo figlio per accompagnarlo nel compimento di un sacrificio molto simile al suo. Per estensione, è un canto per l’amore in tutte le sue forme, sia esso materno, amichevole, platonico, ecc… Una piccola gemma è l’inserimento di questa musica durante la morte del Signore Oscuro, una canzone d’amore per la morte di chi l’amore non ha mai saputo apprezzarlo.


Note dal sottosuolo

La seconda traccia è The Tunnel ed apre la sequenza di musiche dedicate alla missione nella Gringott. Da questo momento, quello che poteva essere solo un sospetto, diventa una certezza: Desplat ha creato dei temi contestuali. L’intera incursione nella banca magica passa attraverso ben quattro tracce con elementi comuni e ridondanti tra loro, la singolarità delle tracce è molto attenuata. The Tunnel, Underworld e Gringott hanno dentro di loro tutta l’epicità e la tensione che il maestro francese sa infondere attraverso le note.

La prima e la terza versano su un piano più quieto e misterioso. I lunghi sfregamenti di archi ed i lenti crescendo, spezzati come al solito da improvvise pause annunciate dalle percussioni, creano la giusta suspense condita da un pizzico di magia. Underworld è più completa: vi sono parti calme e misteriose e frenetici volteggi di archi, flauti e trombe per sottolineare la dinamicità del contesto. Le percussioni come al solito sono sempre pronte a sorprendere nei momenti più intensi. Dragon Flight chiude la tetrade con una musica liberatoria, gli archi infatti si fanno trionfali e i fiati sprigionano tutta la loro solennità mentre il malconcio drago riconquista il cielo.


Verso la battaglia

Quest’ultimo film si può dividere in due grandi parti: la prima parte si compone delle scene nella banca e fuori Hogwarts, la seconda comprende le scene all’interno della scuola di magia. Tra le due parti vi è il breve intermezzo del trio alla Testa di Porco di Hogsmade. In questo intermezzo possiamo ascoltare Neville: una musica eroica e rassicurante che lega le due parti anche sul livello musicale.

Giungiamo quindi all’altro grande e magnifico tema del film, quello che si sente durante le scene della spettacolare battaglia nel cortile. A New Headmaster ci anticipa un pizzico di quello che sarà, da lì a poco la musica dominante delle sequenze d’azione. Inoltre questa è la prima traccia in cui risuonano poche note dell’Hedvig’s Theme, come un lontano ricordo di un posto che una volta era fonte di felicità: Hogwarts.

Musica, statue e panico

Il tema a cui facciamo riferimento è quello che ai più è noto con Courtyard Apocalyplse ed è stato inserito nella nostra lista dei migliori brani della saga! Qui trovi la lista completa. Questo tema ed i sui bassi giri di viola e violoncello controcantati dal violino riescono a far rabbrividire chiunque li ascolti. Le note sembrano parlare di una catastrofe annunciata al quale non ci si può che preparare come meglio si può. In Panic Inside Hogwarts tutta la paura per quello che sta per scoppiare è resa magistralmente.

Il tema della preparazione alle armi si fa più solenne e toccante in Statues. Questa memorabile musica esalta un’altrettanta memorabile scena: l’animazione delle statue da parte della Professoressa McGrannitt. Nonostante il sorriso regalataci dall’entusiasmo fanciullesco della docente, la scena rimane molto commovente ed il merito è sicuramente del lento crescendo complessivo in cui fiati, archi e poche percussioni rendono omaggio al coraggio dei combattenti.


Una ricerca nei ricordi

Mentre il tema battagliero incalza nelle scene che precedono l’invasione dei Mangiamorte, alcune tracce fanno capolino. Sebbene Desplat abbia optato per una saggia contestualizzazione musicale, non perde occasione per inserire alcune tracce ricche di tecnica ed uniche in tutta la tracklist. Degli esempi sono The Grey Lady e In The Chamber of Secrets. La prima alterna momenti adrenalinici in cui l’orchestra fa sfoggio di grandi virtuosismi a momenti più intimi e di riflessione in cui la maggior parte degli strumenti sfuma lasciando solo un leggero sottofondo intimo e introspettivo.

La seconda è un breve omaggio al genio di Williams. Nei primi secondi risuonano le prime note del celeberrimo tema e poi la musica prosegue tetra e oscura. La precisione inquietante del timpano dona alla scena un sapore nefasto poi tutto esplode in un vorticare e battere di fiati, ottoni e percussioni. Poco dopo, una tromba scioglie il disordine lasciando due fradici ragazzi in un bacio da standing ovation.


Comincia la battaglia

A metà dell’album della colonna sonora troviamo tre ulteriori guizzi della passione di Desplat per i brani a sé stanti: Battlefield, The Diadem e Broomstick and Fire. Se escludiamo la seconda ci troviamo di fronte a due brani perfetti per una situazione movimentata ed adrenalinica. Ad un primo ascolto le due tracce possono sembrare molto diverse tra loro, ma dopo un secondo play si notano subito gli schemi comuni: entrambi i brani si sviluppano in ripetizioni che vanno rafforzandosi ed entrambi coinvolgono più o meno gli stessi strumenti con le stesse sovrapposizioni.

The Diadem lascia invece più spazio e potremmo paragonarlo al precedente The Grey Lady. L’inizio pacato di flauto viene pian piano assorbito dai soliti e cupi suoni diretti da Desplat, riemerge poi in seguito accompagnato dal resto dell’orchestra. Superata la metà della durata la traccia cambia del tutto diventando un oscuro allarme urlato dai timpani e dai corni. L’allarme cessa con sicurezza trasformandosi nelle note del Tema di Edvige.


Quando la regia passa alla musica

Ognuno di noi avrà sperimentato la bellissima sensazione di guardare delle immagini scorrere accompagnate da una musica. Se la musica e le immagini si sposano bene l’effetto è potentissimo poiché viene trasmesso un messaggio completo, in alcuni casi sembra che sia la musica a scandire il cambio immagine o il cambio scena. In questo ultimo capitolo di Harry Potter, il regista David Yates ed il compositore Alexandre Desplat hanno creato ben due connubi perfetti e meravigliosi!

Il primo è noto anche per la presenza del già citato tema Courtyard Apocalypse. Nella sequenza dell’attraversamento del castello da parte dei protagonisti, la famosa traccia sprigiona pathos con forza strepitosa. Le scene che si completano sotto i nostri occhi sembrano essere dirette dall’orchestra e dall’andamento mitico della musica. Le urla mutate, le esplosioni silenti, le frane inudibili e tutte le strazianti situazioni che ci passano sotto gli occhi trovano il modo di urlarci la loro fatalità attraverso questo capolavoro di collaborazione.

Musica e Memorie

L’altra sequenza in cui la musica svolge il ruolo di regista è quella dei ricordi di Severus Piton. Annunciata dal brano Snapes Demise (una variazione di Lily’s Theme) e sviluppata durante Severus and Lily, la successione cronologica delle memorie del neo preside è l’evento che fa sussultare ogni spettatore a causa delle rivelazioni in essa contenute. Il flauto torna protagonista del passato, proprio come ne Il Prigioniero di Azkaban, e il pianoforte spruzza rare scintille di dolcezza. Gli archi fanno il lavoro sporco trascinando in toni più cupi la nostalgia precedentemente ricamata.

Ricordi di musica

L’emozionante sfilata di ricordi trova il suo apice nel “Sempre” di Piton come risposta alla domanda di Silente. Durante il dialogo tra i maghi la musica gradualmente muta in un altro brano che alcuni percepiranno come già sentito e non a torto. Le scene più toccanti non girano sulle note di Desplat ma su Farewell Dumbledore di Hooper, il brano che commosse tutti due capitoli prima. La scelta di usare una musica di un’altro compositore denota grande umiltà da parte di Desplat ma anche grande sapienza.

Per i fan quelle note hanno significato uno shock emotivo, un dolore insanabile e soprattutto un coraggioso sacrificio, ecco quindi che riacquistano significato quando tutto appare come in realtà è, quando ci viene rivelato l’eroe romantico che per tutti questi anni era sopito nell’odioso professor Piton. Ma quando capiamo le vere intenzioni di Piton sappiamo che è già troppo tardi e che quel Farewell non può che suonare per lui come per Silente. Tuttavia se vuoi sapere cosa sarebbe successo se Piton non si fosse mai filato Lily leggi questo nostro What If.


Risorgere e risuonare

A questo punto le musiche non possono che essere tetre. Harry’s Sacrifice intona il cammino del condannato a morte in cui violini e chitarra classica guidano i passi del coraggioso ragazzo. La situazione si addolcisce con l’arrivo di The Resurrection Stone. Dei trilli e dei fischi sollevano la coltre di dolore per aprire un varco ad una speranza che arriva in forma di coro di voci, un coro che quasi subito si trasforma nella sirenesca voce femminile del Tema di Lily. La chitarra classica spiana un sottofondo agli archi e al pianoforte che chiudono insieme questo capolavoro di delicatezza.

Harry Surrenders continua l’atmosfera sacrificale ma stavolta ponendo l’accento sul coraggio e sull’eroismo di una vittoria travestita da resa. Gli archi riescono a suonare note tristi ma trionfanti, un mix davvero tanto strano quanto ben riuscito. Il brano che chiude questo cerchio di morte e resurrezione è The Procession in cui le note di una marcia funebre sfumano in quelle del Tema di Edvige.


Ultimi brani

Le ultime scene comprendono il discorso di Neville, il faccia a faccia di Harry e Voldemort e il “19 anni dopo”. A questo punto non vi sono nuove note, gli ultimi quattro brani sono variazioni di tracce precedentemente citate. Neville the Hero e Showdown riprendono rispettivamente le note di The Procession e Battlefield mentre, come detto all’inizio, Voldemorts End riprende Lily’s Theme.

L’ultima traccia di questa colonna sonora è A New Beginning e anche qui Desplat rende omaggio al suo predecessore chiudendo l’ultima inquadratura su Harry, Ron ed Hermione ancora ragazzi con le note di The Kiss. Questo brano fa parte della soundtrack di Harry Potter e L’ordine della Fenice e, sebbene accompagni una situazione apparentemente scollegata con quella dell’ultimo capitolo (il bacio con Cho), riesce a comporre un’atmosfera di ricostruzione, per l’appunto di un nuovo inizio.


L’intera saga termina con i tre protagonisti che salutano i loro figli in partenza per quel posto che è stato per loro una dolce casa. Tutto finisce qui e non può che finire con la musica che è l’emblema di tutto questo meraviglioso mondo, di tutte queste meravigliose storie, di tutta questa magia: l’Hedvig’s Theme. Ecco perchè per Desplat non poteva essere l’inizio della fine: tutto è iniziato così e così continuerà per sempre.

Se ti sei perso gli articoli sulle precedenti colonne sonore puoi iniziare a leggere il nostro articolo sul primo indimenticabile film a questo link!

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