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Colonne sonore step by step: la musica in HP7 – parte 1

11 Settembre 2022 greg-past 8 min read

Colonne sonore step by step: la musica in HP7 – parte 1

11 Settembre 2022 Ignotus 8 min read

Dopo nove anni dal primo film di Harry Potter in cui John Williams ci meravigliò con la musica del Tema di Edvige, arriva il gran finale, o per lo meno la prima parte. Il susseguirsi delle regie ha portato David Yates a diventare il regista che accompagnerà Harry fin proprio alla fine mentre per la colonna sonora arriva una new entry: il francese Alexandre Desplat.

Nel corso di queste guide step by step abbiamo conosciuto la magia di Williams, la tensione di Doyle e, nel precedente articolo, la dolcezza di Hooper (qui trovi una guida a proposito), questa volta è il turno dell’epicità. Alexandre Desplat è un compositore sopraffine, molto tecnico e vario (a volte anche troppo) e riesce a ricreare musiche degne dei racconti epici.

Gioie dimenticate

La pellicola si apre con le note di Hedvig’s Theme appena accennate, come se il glockenspiel che le suona fosse in un posto molto molto remoto. Non c’è più la magia e la gioia dei primi capitoli: il buio è più denso che mai. La prima vera traccia di Desplat è Obliviate ed accompagna Hermione nel coraggiosissimo atto di cancellare la memoria ai propri genitori.

Da questa prima musica emergono i tratti tipici di Desplat: incastri perfetti di controcanti, inserimenti di fiati puntuali e precisi, un sottofondo di stringhe solitamente in rondò o in crescendo altisonanti. La potenza emotiva di questa traccia coinvolge subito lo spettatore rendendolo partecipe del sacrificio di Hermione.


Grandiosità e intimità

Le prime orme di epicità arrivano con Snape to Malfoy Manor in cui dei cupi timpani scandiscono lunghi e accapponanti fischi. Le strutture armoniche sono circolari e ridondanti e vanno via via crescendo, a volte perdendo un elemento, a volte guadagnandone un altro. 

Sebbene la colonna sonora sia per la maggior parte composta da musiche cupe, Desplat trova qualche spiraglio per la dolcezza: Polyjuice Potion è un brano sincopato fatto da schizzi di brevi note pizzicate sapientemente per creare un’atmosfera bizzarra, dolce e insicura. Ebbene sì, Desplat riesce a creare un connubio fra le tre cose in solo tre minuti e mezzo.


Musica da guerra

Il precedente brano altro non era che la quiete prima della tempesta, la traccia seguente infatti è quella che risuona nel cielo in cui i Mangiamorte attaccano L’Ordine della Fenice. Sky Battle è adrenalinico e veloce, si possono vedere i manici di scopa guizzare tra i lampi degli anatemi ad altissima velocità. Gli ottoni sono i protagonisti di questo brano da guerra e, dopo un incerto intermezzo ricco di tensione (il momento in cui i Mangiamorte si ritirano inspiegabilmente), chiudono il brano con note concentriche e basse.

L’arrivo alla Tana è accompagnato dall’amarezza di At The Burrow. L’intenzione di questo brano è di rendere omaggio al caduto Malocchio e di infondere una sicurezza pagata ad un prezzo molto alto. La tromba all’inizio e alla fine sembra eseguire un Silenzio fuori Ordinanza, melodia solitamente suonata nei funerali militari.

Esecuzione di Silenzio fuori Ordinanza

Quando la guerra opprime l’amore

Dopo intrepidi archi e solenni trombe, Desplat cede il palcoscenico al pianoforte. Harry e Ginny è un delicato brano in cui si può sentire una gioia incompleta, come se qualcosa appesantisse il cuore di chi ascolta. Le note di piano ricordano il tema composto da Hooper per gli stessi personaggi e ne emulano i tempi e le pause.


Tanta varietà… Troppa?

La colonna sonora di questo film è sicuramente la meno omogenea. Mentre nelle precedenti era solito trovare più volte uno stesso tema o una sua variazione, nell’operato di Desplat non vi sono ripetizioni. Ogni traccia è a sé e accompagna una ed una sola scena. Questa caratteristica, per quanto metta in risalto le grandi capacità tecniche e creative del compositore, penalizza i brani stessi.

Alcuni dei brani più famosi e più apprezzati sono diventati tali proprio perché associati a scene importanti o perché eseguite più volte durante i film. Le musiche del maestro francese, dopo un primo ascolto che risulta molto gradevole, perdono la capacità di interessare a causa della loro poca ridondanza. Non troviamo brani legati ad una particolare emozione o ad un particolare personaggio ma solo brani di contesto in cui gli strumenti eseguono una musica perfetta per una determinata situazione ma fuori posto per un’altra.

Com’è che fa…?

La grande varietà è la punta di diamante ed il tallone d’Achille di questa soundtrack. Brani come The will (in cui vengono riprese le note di Williams), Death Eaters (unica eccezione di ripetizione perché richiamante Snape to Malfoy Manor) e Dobby sono tra loro tanto diversi quanto facilmente dimenticabili.

La scelta di Desplat di dare grande rilievo all’aspetto tecnico e quantitativo si è rivelata una lama a doppio taglio. Quest’errore sarà corretto magistralmente nel capitolo a seguire in cui si ascolteranno alcuni tra i brani più belli dell’intera saga, se vuoi sapere quali sono clicca qui!


Melodie ministeriali

Le scene dell’infiltrazione nel Ministero della Magia sono scandite inizialmente da Minstry of Magic e Detonators, due tracce dal carattere buffo ma con il solito velo di grandiosità epica. Gli archi sono sincronizzati ai tempi delle percussioni e i brevi soffi nelle trombe donano una sterile pomposità al contesto. Desplat riesce a spezzare la tensione doverosa che compone quelle scene con una buffa ironia dovuta allo spaesamento dei tre protagonisti.

Le due tracce che invece accompagnano il trio durante la fuga sono molto più lente e cupe, a tratti quasi tristi e dolorose. The Locket sembra far riemergere tutto il rancore di Harry per l’odiosa ex professoressa (se ti stai chiedendo perché è odiosa allora devi leggere questo!) mentre Fireplaces Escape non può proprio definirsi una canzone da fuga. La melodia e molto frammentaria: si alternano momenti di calma a momenti adrenalinici, silenzi a fragorose esplosioni di violini, piatti e gran cassa.


Nostalgia e mistero

A questo punto del film le musiche si fanno molto sentimentali, il motivo principale è l’abbandono di Ron. In Ron Leaves le trombe e i violoncelli sembrano piangere inconfortabili, le note che emanano trafiggono il cuore e gli suggeriscono melliflue la sensazione di desolazione, la stessa desolazione che acquista nitidezza in The Exodus.

Quest’ultima musica è un capolavoro di collaborazione tra regia, fotografia e musica: la sequenza dei numerosi luoghi in cui Harry ed Hermione sono costretti ad accamparsi trasmette egregiamente la sensazione di vuoto. Un vuoto colmo di disperazione, di inconsapevolezza del presente e del futuro, un vuoto in cui non vi è il calore di un amico, di una casa, di una famiglia. La chitarra classica in questa traccia suona accordi solitari mentre lunghe ed acute note, apaticamente confondono il passare di giorni inconcludenti.

La musica a Godric’s Hollow

Proprio a causa di questo vagare senza mete, il duo decide di visitare il villaggio natale di Harry. La melodia di Godric’s Hollow Graveyard è un caldo sole improvviso in una ghiacciata giornata d’inverno. Il presente sembra riacquistare un senso davanti al passato e la musica che all’inizio si apre desolata, pian piano si addolcisce. Anche qui la chitarra suona insieme a violini e fiati e negli ultimi secondi riprende una tonalità carica di mistero.

Bathilda Bagshot è una traccia quasi Morriconiana: un flauto di pan sibila sopra i piccoli tintinii di pianoforte e il sottofondo di violino, una musica azzeccata e ben contestualizzata che prende poi improvvisamente vigore dopo un acutissimo trillo che introduce la sostituzione del flauto di pan con un frenetico flauto traverso. Questa è la traccia in cui la cara Nagini fa sobbalzare ogni spettatore con la sua apparizione improvvisa!


Ricordi felici

Dopo che i due ragazzi scampano alla morte li vediamo rifugiati nella foresta di Dean: qui Hermione si abbandona ai ricordi d’infanzia che quel luogo le suscita e, mentre suona Hermione’s Parents, non possiamo che empatizzare con lei grazie ai nostalgici violini e ai dolci fiati. Sebbene occupi solo pochi secondi del film, questa è la traccia più lunga: cinque minuti e cinquantacinque secondi.

Il filone di nostalgia prosegue sino al ritorno di Ron ed è interrotto solo dalla tesissima Destroying the Locket in cui il crescendo musicale è anche il crescendo della rabbia del nostro caro Weasley. La dolcezza di Ron’s Speech è un ritorno di speranza: i violini non vibrano frenetici ma sono accarezzati in sottofondo e la chitarra è pizzicata delicatamente, tutto questo sembra infondere nuovo coraggio.


Casa Lovegood

Il trio è di nuovo insieme e una bellissima musica accompagna i nostri protagonisti in casa Lovegood. La traccia omonima è molto avvolgente e segue uno schema molto semplice, ma arricchito dalla buona quantità di strumenti che prendono parte all’esecuzione. Mentre il pianoforte ruota attorno alle stesse quattro note, gli altri strumenti prendono strade armoniche complementari tracciando un sottofondo intenso e volutamente dissonante dalla linea principale.

La traccia successiva è The Deathly Hollows e somiglia molto alle tracce precedenti sebbene non sia uguale: ciò è dovuto al fatto che in questo brano sono contenuti gli spunti musicali che sono stati sviluppati più a fondo nelle altre tracce.


Ultime tracce

Gli ultimi tratti di grandiosità Desplat ce li regala con le tracce Captured and Tortured e Rescuing Hermione. La prima si stende sommessa e rassegnata, note molto basse la percorrono e i tamburi vengono percossi in modo tribale per poi arrestarsi di colpo e lasciare gli archi inserirsi tristemente. La seconda è dirompente, scatenata e soprattutto frammentaria. Chi ha già ascoltato l’intera colonna sonora non potrà non aver notato la passione del compositore francese per le lunghe e soprattutto improvvise pause. In questo brano si evince particolarmente questa passione.

La penultima traccia Farewell Dobby è davvero mesta e solenne, particolare è la nota costante, dall’inizio sino alla fine, che vibra grave in sottofondo. Purtroppo la traccia, per quanto riesca ad emozionare, non eguaglia i brani che hanno accompagnato la dipartita di altri personaggi. La grande tecnica, seppur minimalista in questi quasi quattro minuti, non lascia moltissimo spazio all’emozione.

Il film si chiude con The Elder Wand e qui Desplat riesce a catturare l’interesse dello spettatore con una cavalcata crescente che sprigiona hype da tutte le parti. Un preludio alla grandezza della seconda parte del film, costruito magicamente per rendere l’attesa del gran finale ancora più trepidante.


Bonus Tracks

Una delle scene più iconiche è il ballo tra Harry ed Hermione durante l’assenza del loro amico. La canzone che accompagna questo ballo scacciapensieri non è un’opera di Desplat, ma si tratta di O Children di Nick Cave. Meravigliosamente lenta e nostalgica la canzone di Cave trasmette tutto quello che si contorce nei pensieri dei ragazzi. Se vuoi approfondire la poesia del testo dai uno sguardo qui.


Questa colonna sonora è compunta da grandi pregi, dalla varietà alla tecnica, ma allo stesso tempo è macchiata da alcuni piccoli difetti che nascono proprio dagli stessi pregi. Sicuramente Desplat è un grandissimo compositore, come dimostrato anche dai due Oscar assegnatigli in seguito, ma in Harry Potter e i Doni della Morte – parte 1 non ha lasciato che le emozioni guidassero le note, tuttavia nel capitolo a seguire ci ha regalato il meglio di sé lasciando che le vibrazioni del cuore si uniscano a quelle delle maestose note tipiche dei suoi componimenti. Leggi l’articolo sull’ultima colonna sonora di questa grande saga qui: lo troverai pubblicato la prossima settimana!

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