La realizzazione del film Harry Potter e la Pietra Filosofale ha realizzato la fantasia di tutti i lettori, sebbene all’epoca non fossero così tanti quanto oggi. Il primo capitolo rimane tuttora tra i più apprezzati e il merito è sicuramente della fedeltà con cui riprende il libro. Eppure, la prima cosa che ci viene in mente quando pensiamo alla saga cinematografica è quella tintinnante musica che ci fa tanto battere il cuore: l’Hedwig’s theme, ossia il tema di Edvige.
La colonna sonora de La Pietra Filosofale è stata composta da uno dei più grandi compositori cinematografici esistenti: il maestro John Williams. Qui trovate le sue migliori composizioni.
Il compositore
John Williams ha composto soundtracks immortali come Jurassic Park, Schindler’s List, Star Wars, Indiana Jones, Mamma ho perso l’aereo, Hook e molti altri ancora. Nel corso della sua stellare carriera ha ricevuto ben cinque premi Oscar.
Insomma, se dovessimo gettare un occhio sull’Olimpo dei compositori per cinema, tra il mai abbastanza compianto Ennio Morricone e l’ancora prolifico Hans Zimmer, troviamo di sicuro John Williams.
L’inizio di tutto
Il primo magico film non può che aprirsi con il famosissimo Prologue che, da qui in avanti, caratterizzerà quasi tutti i film a seguire: piano piano, l’Hedvig’s theme si fa spazio tra le nuvole di un cielo con le sue note solitarie e spoglie.
Nella prima scena, la traccia The arrival of Baby Harry, sommessamente e misteriosamente, con i suoi trilli di violini, clarinetti e fagotti, ci trasporta subito in una dimensione magica. I cembali colorano quell’atmosfera notturna con scintille luminose che, sfumando, tornano all’iconico tema di Edvige sempre più rombante e trionfale. La saga è iniziata!
La meraviglia in musica
Durante la visita allo zoo conosciamo un’altra delle musiche portanti, anche se molto frammentata e innestata da pause e ripetizioni. La traccia Visit to the Zoo and Letters from Hogwarts aggiunge alla figura di un piccolo Harry la sensazione di meraviglia nel vedere cose davvero inspiegabili ma belle, bellissime.
Il film prosegue riproponendo veloci schegge delle tracce viste finora finché una nuova non fa la sua comparsa tra i negozi di Diagon Alley, in particolare nella Gringott. Diagon Alley and the Gringotts Vault si apre con il solito stupore fanciullesco per poi incupirsi sempre di più, scendendo, come fanno Harry ed Hagrid, in un sotterraneo misterioso ed inquietante che si snoda sotto quel mondo felice fatto di maghi e streghe cordiali.
Williams lega la parte più tetra della traccia alla sensazione di paura e irrequietezza di Harry: la si riascolterà in seguito nella scena in cui Raptor beve il sangue di unicorno.
Musica da viaggio
Con l’arrivo al binario nove e tre quarti, le nostre orecchie si abbandonano nuovamente ad un’ulteriore variazione dell’Hedvig’s theme, stavolta più sincopato, incerto nell’atmosfera, a tratti disorientante. Il piccolo protagonista infatti si ritrova solo a farsi strada per prendere un fantomatico treno per una scuola di magia.
Platform Nine-and-Three-Quarters and the Journey to Hogwarts si chiude con una pomposa e stupefacente esplosione dell’orchestra in cui i fiati fanno da protagonisti, il tutto mentre i piccoli maghi si godono la vista magnifica della loro scuola.
La musica di Hogwarts
L’arrivo al banchetto d’inizio anno è affiancato da una musica lunatica, dai tempi e dai ritmi variabili, come lo sguardo degli undicenni che saettano di qua e di la a guardare le meraviglie dentro la Sala Grande.
Nella seconda parte, la traccia si fa più solenne: ha inizio lo smistamento e con esso anche l’ansia di Harry. E proprio quando il cappello è intento a pensare dove collocare il nostro protagonista, restano solo gli archi e qualche fiato a rendere palpabile la tensione.
Intorno al tema
Da qui in poi le tracce che incontreremo non sono altre che variazioni delle tracce principali contestualizzate ad hoc nella scena e secondo le emozioni di Harry. In Mr Longbottom Flies ,ad esempio, il tutto prende una piega più adrenalinica.
Segue Hogwarts Forever! and the Moving Stairs in cui il tema principale è preceduto da un aria ritmata e oscura. Il fatto che durante lo svolgimento del film le tracce siano solo variabili dei temi principali ha reso il tutto più fruibile. La musica non diventa prepotente e permette allo spettatore di godersi la trama in tranquillità.
Tra adrenalina e dolcezza
In The Norwegian Ridgeback and a Change of Season abbiamo una parte allegra che sfocia in un allarmante abbassamento delle tonalità (Draco ha scoperto Norberto!) ed una meravigliosa seconda parte che sta a cuore a tutti i fan.
Change of Season è la musica che scalda il cuore e che, in alcune scene, fa anche cascare qualche lacrimuccia. È una musica intima ed allegra ma con una piccola sfumatura di nostalgia e di speranza. I violini che ruotano intorno al magico crescendo dei fiati trasmettono un calore che sa di casa.
Ed un pizzico di mistero e malinconia
Durante la partita di Quidditch non vi sono novità melodiche, è tutto adrenalinico e veloce ed è solo un contorno allo spettacolo dello sport. Grande svolta invece vi è in Christmas at Hogwarts. L’inizio ricorda vagamente Carol of the Bells con le voci ovattate che augurano buon natale a qualcuno. Non è una melodia gioviale sebbene natalizia ed il motivo sta nello stato d’animo di Harry: sensazione di solitudine e nostalgia di una famiglia.
Invisibility Cloack and the Library Scene accompagna delicatamente la sequenza della ricerca nel reparto proibito, anche qui niente di nuovo se non una variazione ricca di tensione.
Verso Voldemort
Con l’inizio delle prove che porteranno Harry al faccia a faccia con Voldemort inizia anche un susseguirsi di melodie su misura per ogni prova: da Fluffy’s Harp a The Chess Game, passando per In the Devil’s Snare and the Flying Keys. Nella prima, la sinfonia di un arpa suona leggera spezzata a tratti da rombi di bassotuba. La fragilità della situazione è resa perfettamente da queste soffiate fragorose che ricordano il ronfare del cane a tre teste.
Nella seconda e nella terza prova le melodie seguono quello che è l’archetipo della musica da suspense e da azioni ad alta adrenalina: stridente e crescente, i fiati crescono e si acuiscono gli archi, i tamburi rullano e cavalcano.
Una giusta musica per un giusto amico
La quarta e ultima prova, il Chess Game, si svolge sotto note meravigliose. Questa traccia è un capolavoro di squilli e di rombi. Le percussioni cavalcano e gli archi stridono ma con sollennità. In una prova in cui il sacrificio diventa emblema di coraggio ed amicizia, le note rendono giustizia e avvalorano questa grande sfida di logica.
La pace dopo il terrore
Ed ecco che il bambino che è sopravvissuto si ritrova di fronte a Lord Voldemort. Williams ricama intorno al faccia a faccia una musica intensa e ampia. Si alternano lunghi e graffianti squilli e gravi e cupi rombi, la paura ed il dolore di Harry vengono trasmessi al pubblico misti ad un senso di sorpresa nello scoprire le verità che enuncia il Signore Oscuro.
In chiusura le musiche tornano nostalgiche, ma senza quell’incertezza ed inquietudine. Al contrario, i meravigliosi girotondi preannunciano un sicuro ritorno, ci confortano come lo sguardo di un genitore da una fotografia. Hogwarts Leaving chiude le ultime scene per poi lasciare spazio all’onnipresente Hedvig’s theme nei titoli di coda.
L’autore del Tema di Edvige può definirsi l’unico babbano che, con una bacchetta, è riuscito a compiere una magia meravigliosa. John Williams ha creato una colonna sonora emblematica in cui ogni nota riesce a trasportarci in quel meraviglioso mondo magico che si dipana sotto gli occhi di uno spaurito undicenne. La meraviglia, la paura, la curiosità, l’innocenza, la nostalgia, tutte queste emozioni sembrano trasformarsi nelle vibrazioni che la ricercatissima orchestra spande per la pellicola.
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