Anche nel mondo magico l’ambiente ha una cruciale importanza ed il ritorno di Lord Voldemort mette a repentaglio il suo delicato equilibrio. In Harry Potter e l’Ordine della Fenice si scorgono le ombre di un conflitto politico-territoriale tra il Ministero della Magia, già corrotto dall’influenza dei Mangiamorte, e una specie di creature che vive nella Foresta Proibita: i centauri
A capo del conflitto troviamo Dolores Umbridge e la sua ripugnanza verso le creature ibride. La sua intenzione è quella di bandire i centauri dai territori della scuola effettuando una costante riduzione del loro ambiente naturale.
I centauri di Hogwarts
Saggi, fieri e potenti, queste creature vivono in branchi tra la folta vegetazione. Nella saga trovano poco spazio, eppure ogni lettore riesce a sviluppare un’opinione abbastanza completa del loro modo di essere e di vivere.
La principale caratteristica che contraddistingue i centauri da tutte le altre creature è il fatto che essi sono in grado di comunicare e relazionarsi con gli esseri umani. A differenza delle altre creature che abitano la Foresta, non costituiscono un pericolo per i maghi, non in circostanze pacifiche almeno.
Domare la mandria
Già dal primo volume della saga impariamo a conoscerne i tratti fisici ma è nel quinto che ci viene svelato qualche dettaglio sulla loro situazione sociale e politica. Sembra infatti, secondo le parole del sottosegretario anziano Dolores Umbridge, che la mandria della Foresta occupi quel territorio per esclusiva cessione del Ministero della Magia.
In un preciso momento ne L’ordine della Fenice sentiamo la Umbridge minacciare di restringere ulteriormente il loro territorio. Questa minaccia scatena l’ira della mandria, che vedremo scatenarsi negli ultimi capitoli del quinto libro.
Le proteste
Come comunità biologica, i centauri necessitano di grande spazio e la Foresta è l’ecosistema ideale per la loro specie. Essi, cacciando con arco e frecce, conservano l’equilibrio naturale della biodiversità. A causa delle restrizioni che il Ministero compie, però, questo delicato equilibrio potrebbe spezzarsi. Il restringimento di un habitat è infatti la prima causa della riduzione della biodiversità.
I centauri esprimono il loro disappunto per le restrizioni ministeriali con comportamenti “irrequieti”, o per lo meno così sentiamo dire ad Hagrid. Essi, pur essendo creature mansuete, iniziano a manifestare un atteggiamento ostile e minaccioso verso gli esseri umani, specie di cui già precedentemente diffidavano.
Cause e conseguenze
La riduzione degli habitat è purtroppo un problema che non avviene solo all’interno della saga di Harry Potter: ogni giorno, per cause diverse, gli habitat che ospitano varie specie di animali si riducono sempre di più. A differenza dei centauri, che sanno e possono manifestare la loro disapprovazione, gli animali subiscono questo fenomeno senza neanche rendersene conto.
La principale causa è la modifica nell’utilizzo del territorio, ossia quando un suolo viene adibito a terreno soddisfacente per i bisogni umani ma non più per i bisogni animali. Esempi sono l’espansione urbana, lo scavo di cave o la semplice trasformazione del suolo in terra da coltivare.
I centauri nell’ecosistema
Nel mondo magico, le cause che spingono il Ministero sono puramente politiche, ma le conseguenze sarebbero potute essere ugualmente tragiche. Proviamo ad immaginare, ad esempio, il ruolo biologico che i centauri occupano: si potrebbero definire come guardiani della Foresta Proibita. Ricordiamo infatti la reazione di Fiorenzo dinanzi il corpo senza vita dell’unicorno.
L’intrusione di agenti estranei alla comunità biologica è spesso molto dannosa, soprattutto se si tratta di agenti aggressivi per le specie animali e vegetali. I centauri sembrano difendere la foresta da queste intrusioni.
Ragni ovunque!
Non possiamo dire con certezza quali sarebbero potute essere le conseguenze se i centauri fossero stati relegati in un territorio sempre più piccolo o banditi del tutto, possiamo però fare alcune ipotesi. La comunità di acromantule che vive nella foresta sarebbe potuta diventare ulteriormente aggressiva non avendo alcun rivale.
Questo avrebbe potuto portare ad una forte crescita del numero degli esemplari e quindi ad una vera infestazione di ragni giganti con risultati tragici sulla conformazione del terreno, sullo sviluppo delle piante e sulla catena alimentare delle altre specie animali.
La triste realtà
Se le nostre restano ipotesi, nel mondo reale questa catena di eventi è sempre più lunga e concreta. Molte sono le zone in cui specie animali hanno dovuto cambiare le loro abitudini o addirittura si sono estinte. In Italia possiamo osservare uno dei risultati della distruzione degli habitat.
Volpi, cinghiali, lupi e persino orsi si affacciano sempre più spesso nelle zone urbane periferiche alla ricerca di cibo. La sporcizia e l’immondizia della città si prestano come fonte di cibo per questi animali che, abituandosi a pasti già serviti, cacciano sempre meno causando un eccessiva crescita del numero delle loro prede naturali.
Sperando nella magia
Come sempre la cara J. K. riesce a sfiorare tematiche molto delicate ma con la leggerezza della fiaba. Questa è solo una degli spunti di riflessione che potremmo trovare nell’intera saga. Dal razzismo all’ecologia, dal bullismo al pregiudizio, Harry Potter ci mostra i molti aspetti della nostra società e della nostra storia, sollecitando in noi la voglia di fare meglio e di rendere questo mondo migliore.
Perché alla fine non abbiamo una bacchetta magica ma disponiamo della magia che ci è stato insegnato essere la più forte: possiamo amare. Ed è solo con l’amore per ogni vita sul nostro delicato pianeta che possiamo rendere la Terra un posto dove ogni creatura, noi inclusi, possa vivere in libertà e sicurezza. Che ognuno di noi possa essere un po’ più Hagrid e un po’ meno Umbridge!