Creare un’opera lunga e complessa come Harry Potter senza inciampare in qualche buco di trama è decisamente un’ambizione poco realistica. Ecco perché, a un’attenta lettura, non deve stupire il fatto di rintracciarne qualcuno.
Nello svilupparsi di una storia, soprattutto una che richiede quasi 20 anni di lavoro, è più che normale che qualche pezzo si perda per strada. Ecco che qualche buco di trama, quindi, salta all’occhio. Per esempio, come fanno tre ragazzini di 12 anni a superare delle prove che avrebbero dovuto impedire a maghi adulti e più capaci di arrivare alla Pietra Filosofale? Oppure, perché i Potter hanno reso Custode Segreto di casa loro un’altra persona, quando James stesso poteva esserlo? Questo e molti altri punti vengono discussi in questo articolo.
In questa sede ci vogliamo concentrare su un buco di trama che non appare subito evidente. Lo fanno notare sul sito Screenrant e mettono in evidenza anche come questa particolare incongruenza abbia ripercussioni più ampie che sulla sola saga di Harry Potter.
Un buco di trama che si rivela alla chiusura
Quando Harry e Silente si trovano a King’s Cross, ne I Doni della Morte, il preside racconta tutta la verità sul suo passato. Gli svela dell’amicizia con Grindelwald, della ricerca dei Doni e di come questa fosse diventata un’ossessione. Infine, gli fa una particolare rivelazione.
«[…] A me nel frattempo fu offerto il posto di Ministro della Magia, e non una sola volta. Naturalmente rifiutai. Avevo imparato che non ero adatto al potere».
Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 35: “King’s Cross”
«Ma lei sarebbe stato molto, molto meglio di Caramell o Scrimgeour!» sbottò Harry.
«Pensi?» chiese Silente in tono grave. «Non ne sono così sicuro. Da giovane avevo dimostrato che il potere era la mia debolezza e la mia tentazione. È curioso, Harry, ma forse i governanti migliori sono quelli che non l’hanno mai desiderato. Quelli che, come te, si vedono affidare la guida e raccolgono lo scettro perché devono, e scoprono con loro sorpresa di impugnarlo bene».
Dopo tutto ciò che aveva svelato di sé, questa affermazione non sembra in alcun modo sbagliata. Eppure, ne La Pietra Filosofale la verità è tutt’altra. Lo si sa dalla lettera che Harry riceve da Hogwarts, all’inizio del pieno della storia.
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Harry Potter e la Pietra Filosofale, capitolo 4: “Il custode delle chiavi”
Direttore: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi)
Sappiamo che l’Ordine di Merlino lo danno un po’ come il pane, tant’è che anche Gilderoy Allock ha un Ordine di Terza Classe. Anche Grande Esorcista e Stregone Capo non destano tanti sospetti. Quello che dovrebbe saltare all’occhio, invece, è il titolo Supremo Pezzo Grosso della Confederazione Internazionale dei Maghi.
L’incongruenza con Animali Fantastici
Nei film della saga di Harry Potter non viene mai nominato quest’ultimo, particolare titolo. Perciò, soprattutto dopo le tante polemiche che gravavano intorno alla saga di Animali Fantastici, può essere passato in secondo piano il fatto che viene nominato ne I Segreti di Silente. In quest’occasione si scopre quanto, in realtà, sia una carica di fondamentale importanza, che mette il mago eletto a capo della comunità magica mondiale. Ed ecco il buco di trama.
Sappiamo per certo che Grindelwald tenta di truccare le elezioni con un Qilin morto e stregato e che, alla fine, trionfa Vicência Santos. Sappiamo anche che il vero Qilin si inchina prima davanti a Silente e che questo, coerentemente con il personaggio che si conosce, rifiuta la carica. Il motivo è, anche in questo caso, la convinzione di non essere degno del potere che questa posizione gli darebbe. Stessa posizione che in seguito, però, prima del 1991, accetterà. Una carica di gran lunga superiore a quella di Ministro della Magia inglese. Perciò, perché accettare la più prestigiosa e ritirarsi davanti a quella minore?
Un po’ di ipotesi per coprire il buco
L’ipotesi più probabile è che la Rowling, all’epoca dei libri, non avesse ancora in mente un’espansione così vasta del Wizarding World. Magari non ricordava il particolare di aver reso Silente, a un certo punto, Supremo Pezzo Grosso. Può darsi che, scrivendo i libri, avesse immaginato il baricentro delle potenze magiche concentrato in Inghilterra e che, dunque, quella di Ministro della Magia fosse effettivamente una carica superiore.
Un’altra ipotesi, non meno probabile, è che nello scrivere La Pietra Filosofale non avesse ancora ben chiari tutti i colpi di scena che avrebbero coinvolto i personaggi. Quindi, si può supporre che Silente fosse più bianco che grigio, una figura saggia e incorruttibile, che quindi meritava di essere a capo della comunità magica mondiale. Poi, con il progredire della trama e la messa a fuoco delle diverse storie, si è trovata davanti alla necessità di far fare a Silente un passo indietro e lo ha portato a rinunciare all’unica carica che storicamente non aveva ricoperto.
Vero è, infine, che ancora non si conoscono gli sviluppi e gli esiti della saga di Animali Fantastici. Potrebbe darsi che, alla fine, il mondo si renda conto che concentrare i poteri nelle mani di un unico mago, per quanto puro il suo cuore possa essere, sia una scelta rischiosa, se non sbagliata. Può darsi, perciò, che nell’epilogo quella di Supremo Pezzo Grosso venga declassata a mera riconoscenza di valore e che solo allora Silente si conceda il lusso di accettarla.
Le ipotesi sono varie e sono tante. Non ci resta che accettare questo, per il momento, come buco di trama e confidare nella capacità della Rowling di sbrogliare questa matassa.