Quante volte vi è capitato di pensare a quanto Arthur Weasley sia un bel personaggio? Probabilmente molto poche. Si tratta di uno dei più sottovalutati dell’intera saga, non soltanto da colleghi del Ministero e svariati altri maghi, ma anche dagli stessi lettori.
Cerchiamo di analizzare insieme una figura tutt’altro che banale, ignorata da molti, ma che nasconde la sua forza nell’essere semplicemente sé stesso.
Un uomo qualunque?
Il signor Weasley era crollato su una sedia in cucina, si era tolto gli occhiali e se ne stava a occhi chiusi. Era magro e quasi calvo, ma quei pochi capelli che gli erano rimasti erano dello stesso colore rosso di tutti i suoi figli. Indossava un lungo abito verde tutto impolverato e sgualcito dal viaggio.
Camera dei Segreti, Capitolo 3
Questa è la presentazione che la Rowling ci fa di Arthur, non certo tra le migliori: ci appare un po’ sciatto, non proprio ben tenuto, piuttosto stanco. È di ritorno da una nottata di lavoro all’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani al Ministero della Magia: niente di entusiasmante, all’apparenza potremmo persino pensare di trovarci di fronte ad un uomo qualunque, ma ci sbaglieremmo di grosso. Ci viene presentata sicuramente una persona tranquilla, ma che sa essere straordinaria nel suo ordinario, come ci suggeriscono velatamente l’abito da mago e i classici capelli da Weasley.
Una nomea infondata
Ma in realtà è proprio l’intera famiglia Weasley, non soltanto Arthur, a non godere di una buona reputazione agli occhi di alcuni maghi. I Weasley, infatti, erano malvisti da tempo, additati come filo-Babbani dalle altre famiglie Purosangue. Il motivo principale era che, in seguito alla pubblicazione, attorno agli anni ’30, di una lista delle ventotto famiglie considerate realmente Purosangue, in cui comparivano anche i Weasley, loro disapprovarono il proprio inserimento in tale elenco, dichiarando che tra i loro avi erano presenti anche dei Babbani e, soprattutto, che non se ne vergognavano affatto.
Emblematica è poi la relazione tra i genitori di Arthur: sua madre Cedrella, della casata dei Black, venne diseredata e rinnegata quando decise di sposare Septimus Weasley.
La Rowling stessa ha voluto farci capire che questa nomea che li affligge è del tutto immotivata e lo fa non soltanto mostrandoci quanto buono c’è in ognuno di loro, ma anche con due messaggi più o meno nascosti: i capelli rossi e le donnole. “Weasley” deriva infatti dall’inglese “weasel”, che significa appunto “donnola”, animale ritenuto cattivo e persino portatore di sfortuna, credenza associata una volta anche alle persone fulve. Una donnola è, inoltre, il Patronus proprio del nostro Arthur.
Babbani: passione e professione
Sembra quindi che il signor Weasley la simpatia per i Babbani l’abbia ereditata: simpatia che per lui è diventata una vera e propria passione. È indubbiamente il personaggio che nutre maggiore curiosità e sincero rispetto nei confronti dei Babbani. Questa sua caratteristica distintiva, nonostante possa a volte farlo apparire un po’ strambo persino agli occhi del lettore, è ben lontana da essere segno di ingenuità o debolezza.
Emergono invece bontà e gentilezza intrinseche. La sua visione dei Babbani è quella che tutti dovrebbero condividere: non li ritiene esseri inferiori di cui ci si potrebbe approfittare, ma non pensa nemmeno che siano da compatire per via della loro mancanza di poteri magici. Arthur è genuinamente interessato a tutto ciò che i Babbani hanno dovuto inventare per ovviare all’assenza della magia e ne è estremamente affascinato: rimane a bocca aperta di fronte alle nostre invenzioni, nel medesimo modo in cui noi rimaniamo stregati da ogni cosa riguardante il mondo magico.
L’amore per i Babbani è inoltre in perfetta armonia con il suo lavoro: lavora infatti nell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani. Arthur riesce a sfruttare la sua professione non soltanto per collezionare tutti gli oggetti non magici che più lo attraggono, ma soprattutto per proteggere i Babbani stessi dai danni che potrebbero subire dall’uso di oggetti in qualche modo stregati.
Questa passione non fa che risaltare la straordinaria forza del personaggio: ignorare ogni convenzione per perseguire ciò che più lo affascina, anche se significa perdere il rispetto di molti colleghi e persino di uno dei figli e lavorare in un ufficio grande quanto un armadio delle scope.
“Non abbiamo la finestra” spiegò il signor Weasley a mo’ di scusa […]. “Abbiamo fatto domanda, ma evidentemente non ritengono che ne abbiamo bisogno.”
Ordine della Fenice, Capitolo 7
La famiglia non è una cosa importante: è tutto
Arthur Weasley sicuramente non sarebbe lo stesso senza la sua famiglia, che lui ha più a cuore di qualsiasi cosa. Basti pensare alla volta in cui vinse un’importante somma di denaro, che spese per portare moglie e figli in vacanza in Egitto, dove lavorava il figlio Bill. È anche per questo che, nonostante alla Tana i soldi non abbondino, i Weasley sono la famiglia con cui ognuno di noi desidererebbe vivere, al contrario dei Dursley: benestanti sì, ma persone orribili.
È il buon padre di famiglia principale della saga e, nonostante talvolta risulti quasi oscurato dal carattere acceso di Molly, è a lui che spetta spesso l’ultima parola ed è lui a prendere le redini della situazione quando serve, temperando Molly stessa.
La sua lealtà, tuttavia, non si ferma mai alla sola famiglia e questo è evidente soprattutto nel rapporto con Harry: in più occasioni lo tratta come un suo stesso figlio, portandolo ad esempio alla Coppa del Mondo di Quidditch (prelevandolo personalmente da casa Dursley) oppure accompagnandolo al Ministero della Magia per l’udienza. E mentre Molly considera Harry come un bambino da proteggere, come fa anche con i propri figli, Arthur capisce invece che renderlo partecipe di avvenimenti e piani significa aiutarlo e fornirgli armi utili per le difficoltà da fronteggiare.
Deciso all’occorrenza
Arthur si dimostra uomo mite nell’ordinario, ma molto deciso nelle sfide che affronta. A volte ci viene dipinto quasi come un tontolone, capace però di uscire da questa sorta di guscio ogni volta che serve, prendendo posizione (Ron deve aver preso da qualcuno).
Noi stessi ne siamo testimoni in diverse occasioni, come quando al Ministero fronteggia (quello che crede essere) Runcorn. Tuttavia, è soprattutto la famiglia, ancora una volta, che fa emergere questo suo lato, e lo vediamo bene quando Fred rimane ferito durante la battaglia dei sette Potter.
“Ti dimostrerò chi sono, Kingsley, solo dopo aver visto mio figlio! Adesso fatti indietro, se tieni alla pelle!”
Doni della Morte, Capitolo 5
Harry non aveva mai sentito il signor Weasley urlare così.
Arthur è quindi un uomo fedele, affidabile, aperto e gentile, ma che sa anche essere fermo e deciso quando necessario. Non solo da Luna, ma anche da lui possiamo imparare il coraggio di essere assolutamente noi stessi: non lascia infatti perdere il suo interesse per i Babbani e la loro tecnologia a causa di angherie e canzonature che riceve.
In tutto questo sta la forza di Arthur Weasley, nel suo essere persona tranquilla, ottimo mago, lavoratore zelante, nerd appassionato, padre devoto, insomma nel suo essere semplicemente (ma non banalmente) un brav’uomo.