Ideare un mondo senza tecnologia sembra fantasia pura. Ma vale lo stesso per il mondo di Harry Potter? Arthur Weasley rizza i capelli quando sente parlare di papere di gomma, figuriamoci come reagirebbe alla vista di uno smartphone! Ciò che per noi è mera quotidianità, per maghi e streghe che non hanno mai passato più di qualche ora nel mondo babbano è fantascienza. Immaginate, quindi, come le sorti del mondo magico sarebbero cambiate se vi fosse stato accesso a pratiche del campo tecnologico per noi ovvie e spontanee.
In alcuni campi della tecnologia, come quello della comunicazione, l’universo magico creato da J.K. Rowling sembra vivere ancora nell’Ottocento rispetto alla società attuale in cui siamo immersi; le lettere via gufo sono un’idea molto romantica, ma non sempre infallibile. Certo, anche i maghi si sono adeguati a invenzioni come l’automobile e la radio, e sotto molti aspetti sono avanti anni luce rispetto a noi (viaggiare con scope volanti sembra un sogno se pensiamo alle file chilometriche in auto), ma per altre cose non possiamo applicare lo stesso discorso.
Osserviamo come molte cose nel corso della storia avrebbero preso una piega diversa se maghi e streghe avessero adottato pratiche tecnologiche babbane.
La lettera per Hogwarts
Come accennato, la comunicazione è una delle grandi pecche del mondo magico. Certo, scrivere e spedire lettere cartacee è una pratica che interessa il mondo babbano come quello magico (nonostante tra i due ci sia una differenza abbastanza evidente per quanto riguarda la natura dei corrieri), ma è anche vero che, attualmente, tra babbani non vi è comunicazione che non passi tramite e-mail, messaggi e telefonate.
Le comunicazioni nel mondo magico sono garantite esclusivamente dalla rigorosità e precisione dei gufi, e se si ha una civetta come Edvige tutto fila liscio, ma se si ha un Errol?
Con un sistema di messaggistica elettronica forse avremmo evitato il sequestro da parte di Dobby delle lettere di Ron e Hermione per Harry, o l’invasione di lettere di casa Dursley alla vigilia del primo anno a Hogwarts del giovane mago; un messaggio elettronico di ammissione sarebbe stato più rapido. Tuttavia, non è detto (anzi è molto improbabile) che i severi Vernon e Petunia avrebbero acconsentito all’entrata di un computer nella loro casa a cui Harry avrebbe avuto accesso. Almeno però i Weasley avrebbero risparmiato qualche trauma cranico al povero Errol!
La condanna di Fierobecco
Si sa, la parola di un Malfoy, appartenente a una delle più potenti famiglie purosangue del mondo magico, vale molto di più di quella di un guardiacaccia appassionato di “creature strane”, soprattutto quando si parla di un’aggressione.
Durante la prima lezione di Cura delle Creature magiche del terzo anno, Hagrid presenta alla classe l’Ippogrifo Fierobecco, una maestosa creatura dal carattere difficile.
Sarà Harry a guadagnare la sua fiducia come nessun altro, rispettandolo e attendendo che fosse la creatura a decidere se e quando lasciarlo avvicinare. Tuttavia, nonostante una delle prime regole dettate da Hagrid imponesse di non offendere mai un Ippogrifo, Draco Malfoy gli si avvicina incautamente rivolgendogli offese e provocazioni e suscitando così l’ira della creatura, che lo ferisce a un braccio.
La situazione vede quindi la parola di Malfoy contro quella di Hagrid, il che rende abbastanza ovvio l’esito: la condanna di Fierobecco. Immaginiamo però, per un attimo, che uno o più studenti avessero posseduto una videocamera. Chiaramente, come Colin Canon ci insegna, le macchine fotografiche sono un prodotto della tecnologia diffuso tra maghi e streghe, ma le videocamere? O addirittura, i cellulari provvisti di esse?
Per l’epoca in cui è ambientato Harry Potter quest’utlima ipotesi appare abbastanza remota, ma pensate a come sarebbero andate le cose se uno o più studenti avessero filmato la scena, mostrando il comportamento aggressivo di Malfoy e non lasciando che fosse la sua testimonianza a decretare l’esito della questione.
La seconda prova del Torneo Tremaghi
Pensateci: quante volte Harry avrebbe tirato le cuoia se qualcuno non l’avesse aiutato? Molte, forse troppe. Prendiamo come esempio la seconda prova del Torneo Tremaghi, quando Harry cercava disperatamente un metodo per respirare sott’acqua che non fosse l’apnea. La risposta arriva dall’elfo domestico Dobby (e da Neville nei film), che gli dona l’Algabranchia, un’erba in grado di far spuntare branchie e pinne per un periodo di tempo limitato.
Ma se non ci fosse stato Dobby? Torniamo ancora una volta al mondo di internet e pensiamo a quanto sarebbe stato utile in situazioni come questa. Magari anche i maghi avrebbero creato una loro enciclopedia virtuale o blog di consigli sulle cose più strane (come dover respirare sott’acqua). Lì sicuramente Harry avrebbe trovato incantesimi, alimenti, erbe e quant’altro che lo avrebbero aiutato anche nel caso in cui nessuno avesse saputo miracolosamente dargli una risposta.
Il mondo magico non è sprovvisto di tecnologia e anzi, sotto molti aspetti risulta molto – MA MOLTO – più avanzato del mondo babbano. Insomma, un orologio che indica dove sono tutti i membri della famiglia Weasley è meglio di un localizzatore, visto che quest’ultimo non può decretare se si trovi in pericolo o meno. Eppure, ci sono alcuni aspetti della tecnologia babbana che tornerebbero estremamente utili persino al più preparato dei maghi. Forse Silente potrebbe fare un pensierino su dei computer nelle biblioteche, non trovate?