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Smistamento dei filosofi: Serpeverde

9 Marzo 2021 ceci-russ 8 min read

Smistamento dei filosofi: Serpeverde

9 Marzo 2021 Minerva 8 min read

In quale Casa sarebbero stati smistati i più grandi pensatori della storia, se avessero frequentato Hogwarts? Scopriamo insieme quali sono i più celebri filosofi Serpeverde.

La filosofia è per pochi.

William Schwenck Gilbert 

Quali parole migliori per introdurre un gruppo di filosofi che hanno cambiato il mondo? E l’hanno fatto nella più alta consapevolezza che il pensare, come hanno pensato loro, è davvero per pochi. Può esserci convinzione più Serpeverde di questa?

Se volete rinfrescarvi la memoria sulla psicologia di questa casa, leggete il nostro articolo: vi aiuterà a riconoscere meglio, insieme a noi, i più celebri filosofi Serpeverde.

Gorgia

Gorgia è stato un filosofo greco del V secolo a.C. È ritenuto uno dei più grandi sofisti dell’antichità. Tanti hanno sempre considerato gli esponenti della sofistica come le pecore nere della filosofia. Interessati al successo e alla fama, al denaro e all’affermazione sociale, i sofisti sono sempre stati l’emblema di una filosofia fondata più sulla retorica, che sulla sapienza. O almeno, così apparvero agli occhi dei loro contemporanei.

Le pesanti critiche ricevute fin dagli esordi della corrente sofistica non fanno che confermare la loro presenza al tavolo dei Serpeverde: chi più di questi è stato spesso ingiustamente denigrato, considerato come “il cattivo”?

Gorgia, il filosofo della persuasione

Ecco, i sofisti sono i cattivi della filosofia, e Gorgia, fra questi, è il cattivo numero uno. Dedicò la sua riflessione interamente all’arte della persuasione e della retorica, per lui la parola era ciò che governa il mondo. Nella parola non conta il legame con la realtà e con la verità, conta soltanto la sua capacità di muovere i sentimenti di chi ascolta.

Sfruttando la dialettica per assurdo appena introdotta dal filosofo Zenone, Gorgia ribaltò le conclusioni della cosiddetta Scuola eleatica e arrivò ad affermare che nulla è contro la famosa legge parmenidea “l’essere è e non può non essere”. In sostanza, usò le armi di Zenone contro le teorie che Zenone stesso si era impegnato a difendere. Una mossa ingegnosa e quasi subdola, da vero Serpeverde.


Platone

Platone è stato un filosofo greco vissuto a cavallo fra il V e il IV secolo a.C. ed è considerato uno dei più grandi filosofi della storia. Prima di lui, nessuno aveva mai puntato così in alto e dopo di lui pochi sono arrivati dove è arrivata la sua filosofia. Nel dipinto La Scuola di Atene, Platone è ritratto con la mano e il dito indicanti l’alto, verso quel mondo delle Idee dov’era diretto il suo pensiero.

Della realtà terrena e del popolo, Platone aveva uno scarso apprezzamento: la verità sta al di là, fuori dalla caverna buia che rappresenta il mondo. Dentro alla caverna risiede ciò che di più lontano esiste rispetto allo Stato ideale, fondato sulla razionalità e sulla giustizia. La giustizia, ovviamente, quella proposta da Platone stesso e da questi attribuita a un ordine divino.

Platone, il filosofo dell'élite

La filosofia di Platone era per pochi: era un dialogo con gli amici, nel contesto del simposio, uno scambio di idee fra esponenti di una élite. E in questo il suo pensiero politico non si allontanava molto dalla sua concezione della filosofia. Lo Stato ideale risiedeva nelle mani di questa élite, che avrebbe gestito persino i rapporti con gli stranieri. Per Platone, questi rapporti erano da evitare per quanto possibile.

Bastano questi elementi, per capire perché Platone si sarebbe seduto accanto agli altri filosofi Serpeverde. Se vi va di fare un gioco, provate a sostituire i concetti menzionati con le parole “magia“, “Purosangue” e “Babbani“: vedrete che il discorso diventerà assai più familiare.


Pietro Abelardo

Pietro Abelardo è stato un filosofo e teologo francese vissuto a cavallo fra l’XI e il XII secolo. È considerato uno dei più grandi filosofi del Medioevo ed è assai famoso per la sua vita burrascosa. Ed è per questa, che il Cappello Parlante non avrebbe potuto collocarlo in altro luogo che fra i Serpeverde.

Non solo Abelardo fu un monaco votato all’amore per una donna, Eloisa, molto più che a quello per Dio: egli fu anche un grande cultore dei piaceri terreni. Non vi è traccia di umiltà monastica né di vocazione religiosa in lui: si trovano, invece, arroganza intellettuale e gioia di vivere.

La Chiesa condannò e diede alle fiamme la prima opera teologica di Abelardo. I suoi nemici chiesero e ottennero per lui la scomunica, per l’audacia con cui impiegava lo strumento dialettico nelle grandi questioni teologiche.

Abelardo, l'unico medievale fra i filosofi Serpeverde

Divenne celebre per la sua indole polemica e per il suo spirito libero, incapace di piegarsi a ogni inquadramento. Abelardo fu noto anche col soprannome di Golia: durante il Medioevo, tale appellativo aveva la valenza di “demoniaco“. Pare che fosse particolarmente fiero di questo soprannome, che guadagnò in relazione ai numerosi scandali di cui fu protagonista.

Abelardo affrontò con orgoglio tutte le disgrazie che lo videro protagonista. Fu specialmente fiero della sua capacità di togliere gli studenti agli altri. Se credevate di non poter trovare dei Serpeverde fra i teologi del Medioevo, dovrete ricredervi: Abelardo è stato uno dei più grandi filosofi Serpeverde di sempre.


René Descartes

Descartes, in Italia noto come Cartesio, è stato un filosofo e matematico francese vissuto nel XVII secolo. È considerato il fondatore della matematica e della filosofia moderna.

I motivi per cui si siederebbe al tavolo dei Serpeverde sono evidenti a chi abbia letto qualcosa della sua opera: l’ironia è ciò che ha guidato le sue riflessioni filosofiche più importanti. Fu alla base del suo metodo persuasivo e la persuasione fu la colonna portante della sua opera scritta.

Cartesio, tipica personalità Serpeverde

Tuttavia posso anche sbagliare“, scriveva dopo aver affermato ciò di cui era massimamente convinto. Al di là delle finte dichiarazioni di modestia, Cartesio sapeva benissimo di aver appena aperto la strada a una filosofia completamente nuova.

Il contesto in cui si mostrò più Serpeverde che mai è quello delle Risposte alle Obiezioni che alcuni suoi contemporanei gli mossero rispetto alle sue Meditazioni metafisiche. Qui si nota la sua profonda decisione, la sua determinazione, la sua convinzione rispetto alle proprie idee.

E si nota anche quanto scarsa fosse la sua voglia di sprecare tempo per rispondere a obiettori che, ai suoi occhi, non avevano capito nulla della sua filosofia. Non c’è niente di più Serpeverde che insultare l’idiozia di un’affermazione altrui, esprimendosi con i termini più aulici e cortesi.


Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Hegel è stato un filosofo tedesco, vissuto a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo: è considerato uno dei più grandi pensatori di sempre e incarna il culmine dell’Idealismo.

Hegel fu, nel panorama filosofico dell’Ottocento, il ritratto del successo. Negli stessi anni, un altro grande filosofo insegnò a Berlino, ma non ebbe la stessa fortuna: Arthur Schopenhauer è oggi ricordato per tanti motivi, ma il più curioso di questi è di certo il suo risentimento nei confronti di Hegel. Questi, si dice, era così affermato da “rubare gli studenti” ai suoi colleghi.

Per Schopenhauer, Hegel non era altro che un mercenario accademico, un sicario della verità che rese la filosofia serva dello Stato. Ai suoi occhi, rappresentava il più grande sofista dei suoi giorni, perché proprio i sofisti inaugurarono l’usanza di “guadagnar denaro con la filosofia”.

Hegel, principe dei filosofi Serpeverde

Hegel o lo si ama, o lo si odia. Rivoluzionò profondamente la filosofia e la cultura del suo Stato, sia nel bene, che nel male. Fu tanto venerato dai suoi studenti e dai suoi seguaci, quanto odiato e criticato da molti suoi colleghi, e persino da coloro che vennero dopo di lui. Possiamo dire che Hegel sia stato un Gorgia del suo tempo.

La sua è la filosofia dell’Assoluto e del conflitto. Uno Spirito unico e universale attraversa la storia e si serve della guerra per andare avanti: senza guerra, non può esserci alcun progresso.

E tuttavia, quello che può sembrare un cammino infinito dello Spirito tende in realtà a un fine e a una fine. Entrambi sono rappresentati da un’unica filosofia, quella dello stesso Hegel, da un solo popolo, quello tedesco, e da un solo tempo, l’Ottocento. In altre parole, Hegel riconobbe se stesso all’apice della storia e del pensiero: in questo, rappresenta il principe dei filosofi Serpeverde.


Friedrich Nietzsche

Nietzsche è stato un filosofo tedesco vissuto nel XIX secolo. È da molti ritenuto il pensatore più sublime e interessante della storia della filosofia.

In netto contrasto con la sua vita, parte della sua filosofia sembra ispirarsi a quegli stessi ideali cui anche Salazar Serpeverde si ispirò, quando fondò la sua Casa. Elogiò con convinzione “gli eletti, i potenti, gli uomini altolocati e di animo nobile“, in netto contrasto con i deboli e gli inferiori, rappresentanti della massa e portatori di una morale degli schiavi.

È questa morale della rinuncia e della carità, per via della netta maggioranza dei suoi sostenitori, a schiacciare i migliori e i più forti. Soltanto a questi, secondo Nietzsche, spetta di diritto il dominio sugli uomini e sulla storia: a questi pochi bennati e aristocratici, che riconoscono nella guerra il più grande valore.

Nietzsche, il più grande dei filosofi Serpeverde.

E tuttavia verrà un tempo in cui la morale dei signori prevarrà e la vera giustizia ripulirà il mondo dai suoi abitanti più ignobili. L’uomo mediocre lascerà un giorno il posto a un Oltreuomo, che rappresenterà uno stadio più avanzato dell’umanità. L’Oltreuomo innalzerà la volontà di potenza, che caratterizza tutta l’umanità, a unico criterio di morale e la rivelerà per ciò che è: l’autentico e legittimo motore del mondo.

L’Oltreuomo e non il Superuomo: con questo concetto verrà infatti strumentalizzato dal nazismo. Fu soprattutto questa parte della filosofia nietzscheana a essere sfruttata dalle politiche tedesche di inizio Novecento, motivo per cui Nietzsche verrà ingiustamente ricordato come anticipatore del nazismo.

In ogni caso, per i suoi forti ideali, certamente il Nietzsche filosofo non solo merita di sedersi fra gli altri filosofi Serpeverde, bensì potrebbe persino essere il loro più grande rappresentante.


Martin Heidegger

Heidegger è stato un filosofo tedesco del XX secolo. È anch’egli considerato uno dei più grandi pensatori della storia ed è particolarmente celebre non solo per la sua filosofia, ma anche per la sua vita. Dando uno sguardo a questa capirete perché il Cappello Parlante l’avrebbe collocato insieme agli altri filosofi Serpeverde.

Il suo rapporto con il nazismo è rimasto una macchia indelebile sulla sua figura sia di uomo, che di filosofo. Sotto questo punto di vista, Heidegger resta il più caratteristico rappresentante dei filosofi Serpeverde: un uomo che si è schierato dalla parte sbagliata in virtù dei suoi ideali ed è ricordato troppo spesso e volentieri solo per questo motivo.

Nel 1931 si professò seguace del nazionalsocialismo e nel 1933 si iscrisse al partito di Adolf Hitler, condizione necessaria per assumere l’incarico di rettore dell’università di Friburgo. La sua fiducia nel movimento nazionalsocialista risiedeva nella speranza che questo attuasse una rivoluzione culturale volta al rinnovamento dello spirito occidentale.

Heidegger, ultimo dei nostri filosofi Serpeverde

Non esiste, tuttavia, in tutta l’opera di Heidegger una sola frase antisemita. I motivi della sua adesione al nazismo furono sempre i motivi di un intellettuale e filosofo del suo tempo. Le sue dimissioni da rettore arrivarono, si pensa, per la delusione di fronte alla mancata rivoluzione sperata.

Negli anni a venire criticò sempre il nazismo, ma non fece mai ammenda delle sue scelte politiche. Non prese neppure mai le distanze dallo sterminio degli ebrei, al quale – diceva – lui non aveva preso parte. La sua amicizia – iniziata come relazione – con Hannah Arendt, celebre filosofa ebrea, ebbe alti e bassi, ma durò per tutta la loro vita.

Non tutti i Serpeverde sono dei mostri, nonostante le loro scelte. Heidegger rappresenta l’ambivalenza di un sublime filosofo, il quale decise consapevolmente di abbracciare ideali che, col senno di poi, dichiariamo terrificanti. Ricordiamo che i discorsi fatti da Voldemort avevano punti in comune con quelli pronunciati, tanto tempo prima, da Albus Silente: un personaggio che non solo non consideriamo per nulla folle, ma in cui riconosciamo un grande pensatore.


Siete d’accordo con queste scelte? Avreste fatto sedere altri filosofi al tavolo dei Serpeverde? Fatecelo sapere nei commenti!

Se siete curiosi di scoprire quali altri filosofi il Cappello Parlante ha smistato, leggete il nostro articolo sui filosofi Corvonero, Grifondoro e Tassorosso.

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