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Recensione di Parole Magiche – La storia di J.K. Rowling

3 Novembre 2022 greg-past 5 min read

Recensione di Parole Magiche – La storia di J.K. Rowling

3 Novembre 2022 Ignotus 5 min read

Joanne Kathleen Rowling è una delle autrici più famose in tutto il mondo e, come ogni grande personalità, anche per lei è stato realizzato un biopic. Realizzato per la televisione nel 2011, Parole Magiche – La storia di J. K. Rowling (traduzione dell’originale Magic Beyond Words: The JK Rowling Story) è il film che narra la vita della mamma di Harry Potter: dagli anni dell’infanzia sino alla realizzazione del primo film. Il lungometraggio si basa sul libro di Sean Smith: J. K. Rowling – A biography. Nonostante il titolo dell’opera di Smith, la biografia è un racconto sommario della vita della Rowling: l’autrice non ha voluto contribuire alla stesura del libro.

Il film non è molto conosciuto e più avanti nell’articolo cercheremo di capire perché, tuttavia, per coloro che desiderano vederlo, il film è disponibile su Prime Video. Cominciamo quindi con la nostra recensione del film che racconta la vita di colei che ha creato il nostro mondo preferito.

La Rowling in 90 minuti

Alcune grandi personalità del passato possono vantare biopic degni dell’Oscar: si pensi a A Beautiful Mind, The Imitation Game o La Teoria del Tutto. Sarebbe molto bello poter dire che Parole Magiche ha, anche solo lontanamente, sfiorato il livello delle sopracitate opere. Il film ha comunque vinto il Canadian Screen Award 2013 nella categoria Miglior miniserie/film TV drammatico. Va inoltre tenuto presente che l’opera non nasce per il grande schermo, ma per la televisione.

Parole Magiche ha come soggetto una delle personalità più influenti dell’epoca contemporanea: un’autrice che spesso si è rivelata controversa, incoerente, ma anche geniale e altruista. La vita di Joanne Rowling è piena di alti e bassi e il suo passato è trapunto da delusioni e sacrifici. Parole Magiche riesce, in 90 minuti, a far impallidire i vivaci colori della vita del suo personaggio principale.


Regia e Cast

Paul A. Kaufman è il regista di un racconto semplice e poco coinvolgente: una semplice esposizione degli avvenimenti compressa e superficiale (probabilmente per adattarsi alla durata del film). Se dovessimo fare un paragone, in Parole Magiche la vita della Rowling scorre come la lettura di un banale elenco puntato: gli eventi della sua vita compaiono sullo schermo uno dietro l’altro e a nessuno viene data maggiore rilevanza. Eventi che avrebbero dovuto occupare molto più spazio vengono liquidati con un paio di inquadrature e uno scambio di battute banalissime.

Il cast di Parole Magiche si muove agevolmente nei ruoli assegnati. Ad interpretare la Joanne adulta è Poppy Montgomery che si dimostra molto calata nella parte e, in alcune scene, riesce a trasmettere la giusta intensità di emozioni. Per la parte di Dianne Rowling , la sorella minore di Joanne, è Emily Holmes a trasmettere, attraverso sguardi languidi, tutta l’apprensione e l’attaccamento di una sorella. Tra gli altri attori vi sono Antonio Cupo, Paul McGillon, e Andy Maton. Quest’ultimo è l’interprete dell’agente editoriale Chris Little che si afferma come personaggio meglio riuscito nel film, oltre ad essere il meglio interpretato.

Da destra: Poppy Montgomery, Paul A. Kaufman e Emily Holmes

La creatività di J. K. Rowling

La Rowling di Kaufman si presenta come una bimba dalla fervida immaginazione che cresce tra una fantasticheria e l’altra. J. K. in persona ha affermato questa sua reale caratteristica di quando era bambina (nonostante ciò alla Rowling sono state fatte accuse di plagio, le trovi tutte qui). D’altro canto solo una mente molto fantasiosa come la sua avrebbe potuto partorire la saga di Harry Potter. L’intero film è disseminato di riferimenti alla saga letteraria: dai folletti della Gringott agli scacchi che combattono. Alcuni riferimenti sono più sottili e reali come la Ford Anglia su cui l’adolescente Joanne ed il suo amico dai capelli rossi viaggiano.

Il problema in Parole Magiche è che il processo creativo della scrittrice viene mostrato come già bello e pronto. Durante la prima metà del film, Joanne viaggia con la fantasia e incontra un giovane Harry Potter completo di divisa, sciarpa di Grifondoro, cicatrice e occhiali. Cosi facendo si toglie a J. K. il merito di una ricerca minuziosa ed intima: come molti sanno alcuni dei personaggi o delle creature dei libri hanno preso forma in seguito ad eventi o riflessioni che Jo ha sperimentato (un esempio è la creazione del Dissennatore di cui Parole Magiche non parla, ma noi di E a te sì: proprio qui). Il film mostra la Rowling come una “vittima” di allucinazioni in cui le fondamenta dei romanzi sono ready-made.

Scena del film in cui Joanne “vede” per la prima volta Harry Potter

Parole poco magiche

Al film sono state mosse alcune critiche per quanto riguarda i dialoghi e gli accenti degli interpreti. Essendo una produzione Canadese, non tutti gli attori hanno origine inglese e ciò comporta dialoghi dal suono molto americano nonostante l’impegno del cast nell’acquisire un accento British. Alcuni diranno: e chissenefrega, tanto noi lo guardiamo doppiato in italiano! Beh, il doppiaggio italiano riesce a peggiorare la situazione.

A dirigere il doppiaggio di Parole Magiche – La storia di J. K. Rowling è Daniela Debolini, doppiatrice di grande esperienza che però ha commesso alcune sviste in questo biopic: a partire dal sincrono sfasato sino alla piatta intonazione della recitazione (ma forse anche in lingua originale non avrebbero avuto maggiore enfasi). Eppure c’è un errore che i fan più attenti non si sono lasciati sfuggire, un errore che solo chi non sa neanche cosa sia Harry Potter potrebbe commettere.

Poppy Montgomery nei panni di Joanne Rowling nel film biografico Parole Magiche
Poppy Montgomery in una scena del film

Degli zii… diversi

In una delle scene migliori possiamo vedere la Rowling tesissima, alcuni minuti prima di prendere parola per fare una lettura del suo romanzo appena pubblicato. La scena è carina e trasmette l’incredulità e l’insicurezza di una persona comune quando deve esibirsi davanti un pubblico (seppure esiguo). Così la giovane Rowling si fa coraggio e inizia a leggere la prima pagina di Harry Potter e La Pietra Filosofale: “Il signore e la signora Weasley…”

Eh sì, dice proprio Weasley! Purtroppo l’errore è tutto italiano: la versione in lingua originale non commette lo stesso obbrobrio, chiamando gli zii di Harry con il loro giusto cognome. Uno scivolone che sicuramente, in un film dedicato a una delle più grandi scrittrici viventi, è da evitare. A somme tirate, il doppiaggio si mantiene sullo stesso livello di alcune soap opera dei canali di provincia.


L’astensione della Rowling

Parole Magiche – La storia di J. K. Rowling non è il film che i fan di Harry Potter meritano (e neanche quello di cui hanno bisogno). È doveroso ripetere che la Rowling non ha voluto partecipare al progetto e questo, anche secondo la critica, ha penalizzato molto il film. Tuttavia ci sono alcuni aspetti positivi che vanno portati alla luce: il lungometraggio mostra alcuni eventi della vita dell’autrice sconosciuti ai più.

Possiamo vedere un’adolescente Joanne indossare un chiodo e comportarsi da ribelle, oppure vederla alle prese come insegnante bilingue in Portogallo. Più di tutte, però, una è la scena più toccante del film: Joanne, già scrittrice di successo, ritrova un suo vecchio manoscritto d’infanzia conservato in un cassetto della madre deceduta ormai da anni. Quest’ultima scena fa quasi perdonare gli strafalcioni precedenti poiché è ben girata e finalmente parla allo spettatore rendendolo non un mero osservatore, ma qualcuno vicino alla protagonista.

Genitori di J. K. Rowling
I genitori di Joanne Rowling

La biografia su pellicola della Rowling non ha ragionevolmente raggiunto grandi successi: il racconto è sterile e, se non fosse per alcune scene davvero toccanti e i per i riferimenti alla saga, sarebbe stato davvero uno strazio. Se non lo avete mai visto allora vi consigliamo di dargli un’occhiata, se l’avete già visto, beh non c’è bisogno che vi diciamo che è meglio non rivederlo!

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