C’è un momento in cui Harry Potter termina di essere una storia di magia per ragazzi. Le tematiche diventano più complesse, le tonalità sono più cupe, inizia una vera e propria guerra, abbiamo continue introspezioni sempre più profonde dei personaggi e riflessioni sul bene e sul male. Harry stesso non è più un “maghetto” ma è un ragazzo costretto a combattere in prima linea contro un nemico terrificante. Quel punto di svolta è la morte di Cedric Diggory.
Ci sono altri episodi che fanno svoltare la saga e fanno crescere di volta in volta i protagonisti, ma ora vedremo perché il finale del Calice di Fuoco è un evento centrale che segna in modo radicale la storia, un vero e proprio turning point, tanto da esserci un “prima” e un “dopo”.
Il primo finale amaro della storia
Il finale del quarto libro è cupo e struggente, in perfetta contrapposizione a quelli dei primi tre, che conferivano ai libri una dimensione quasi da favola. Questa sensazione non nasce soltanto dal ritorno di Voldemort, quanto dal fatto che egli ha già fatto la prima vittima del suo nuovo corso, anche se per mano di Peter Minus. Per questo viene annullata, per la prima volta, la tradizionale festa di fine anno con la premiazione del vincitore della Coppa delle Case. Da allora in poi, sarà un crescendo di finali amari e di lutti: Sirius, Silente, Dobby e le vittime della Battaglia di Hogwarts. Tutto ciò è aggravato dalla completa innocenza di Cedric e dal fatto che lui non ha avuto modo di reagire. Lo studente di Tassorosso muore semplicemente perché si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato, e questo momento è l’inizio di una guerra. Un concetto tanto semplice quanto brutale, e per descriverlo bastano queste poche e semplici parole che Harry pronuncia nel quinto film:
Cedric… Cedric conosceva questa roba. Lui era molto bravo. Solo che Voldemort era più bravo.
Harry Potter e l’Ordine della Fenice (film)
La consapevolezza di essere in guerra
Se Voldemort fosse tornato ma non avesse ammazzato Cedric il punto di svolta non sarebbe stato così netto. La morte di questo personaggio dà la consapevolezza ai protagonisti sul fatto che li attendono anni bui in cui altri maghi potrebbero rimetterci la vita. Ciò che spinge l’Esercito di Silente a combattere è proprio questo: i ragazzi vogliono evitare che altri innocenti facciano la fine di Cedric. Pur essendo ancora degli studenti, essi sono già consapevoli degli orrori che la guerra può portare, avendo visto morire un ragazzo della propria scuola che era di un animo buono e gentile (e in questo articolo di Wizarding World potete scoprire perché è spesso sottovalutato).
Scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile
La morte di Cedric pone i protagonisti davanti a una delle scelte più difficili della loro vita. Se abbiamo parlato di quanti hanno scelto di combattere, c’è da dire anche che un gran numero di maghi (compreso il Ministro della Magia in persona!) preferisce catalogare la morte di Cedric come un tragico incidente, negando il ritorno di Voldemort. Non tutti sono pronti ad ammettere il pericolo. A questo punto ci ritornano in mente le parole che utilizza Silente durante la commemorazione per il ragazzo di Tassorosso:
“Ricordatevi di Cedric. Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile, ricordate che cosa è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort. Ricordatevi di Cedric Diggory”.
Harry Potter e il Calice di Fuoco, Capitolo 37
Di fronte a questa scelta, Caramell e molti altri maghi hanno preferito ciò che è facile, cioè chiudere un occhio e fare finta di nulla, persino incolpando Harry dell’accaduto e finendo per fare il gioco di Voldemort. Altri invece sono scesi in campo a combattere, come i membri dell’Ordine della Fenice, ricostituito per l’occasione, e del neonato Esercito di Silente.
I Thestral
La prova schiacciante di quanto questo evento sia centrale è l’esistenza dei Thestral. La Rowling ha creato questi particolari animali proprio per sottolineare l’importanza traumatica della morte di Cedric per la vita di Harry e quindi per la saga. Harry conosceva già la morte, dato che era orfano di entrambi i genitori. Era anche venuto a conoscenza della morte di Raptor, avvenuta però quando lui non era cosciente. Ora è tutto diverso, ora c’è la piena consapevolezza di cosa significa morire, quindi è in grado di vedere i Thestral (a proposito, sapevate che ci sono altri personaggi oltre a Harry e Luna che li vedono? Cliccate qui per sapere chi sono). Sa anche che in quel momento la guerra non risparmia nessuno. Il trauma è così forte che Harry continua a sognare Cedric durante tutta l’estate, venendo persino preso in giro da Dudley.
Un evento centrale a tutti gli effetti
L’evento avviene nel quarto libro, che si trova esattamente al centro della saga. Possiamo quindi individuare tre libri “leggeri”, ovvero i primi tre, e tre più impegnativi, quelli successivi al Calice di Fuoco. Fino al Prigioniero di Azkaban Harry è un ragazzino che sta scoprendo gli aspetti meravigliosi del Mondo Magico e i passaggi segreti del castello, dopodiché i suoi pensieri si concentrano più su come usare ciò che ha imparato per fermare Voldemort. Nell’Ordine della Fenice sarà persino lui a insegnare ai compagni come difendersi.
Nei primi tre libri la differenza tra i “buoni” e i “cattivi” sembra piuttosto netta, negli ultimi tre invece scopriamo le sfumature di parecchi personaggi, parallelamente ai ragionamenti di Harry, che evolvono con la sua progressiva crescita, inducendoci a profonde riflessioni sul bene e sul male. Alla fine scopriamo che, come dice Sirius, “il mondo non è diviso tra persone buone e Mangiamorte“, infatti nell’ultimo libro scopriamo il passato burrascoso di Silente e le ragioni delle azioni di Piton (ovvero un amore verso Lily che diventa un’ossessione, come chiariamo in quest’articolo).
Il Calice di Fuoco: un libro di transizione
Il quarto libro è quello che fa da spartiacque tra questi due cicli. Questo passaggio è evidente anche per il numero di pagine che presenta, e di conseguenza per la trama più complessa. Per di più, si parte subito con la scena di un assassinio, quello di Frank Bryce. Successivamente vediamo che Harry inizia a preoccuparsi per la cicatrice che gli procura un dolore lancinante e “sente” che Voldemort si sta in qualche modo avvicinando.
Non mancano i momenti divertenti, come la visita dei Weasley a Privet Drive e il Ballo del Ceppo, ma ci sono tante avvisaglie che sembrano rivelare che sta accadendo qualcosa di grosso e di spaventoso: la comparsa del Marchio Nero, la sparizione di Bertha Jorkins, la follia di Crouch, Harry che si trova catapultato al centro di un evento internazionale. Il tutto è confermato dalla preoccupazione di Sirius e soprattutto da quella di Silente, che negli anni precedenti sembrava avere sempre il controllo della situazione. Gli eventi non riguardano soltanto Hogwarts e sono infatti il preludio di una vera e propria guerra. E alla fine di questo libro il conto sarà già salato, con la perdita di Cedric Diggory.
Per finire spendiamo due parole per il quarto film, in cui è evidente sia il passaggio a un’atmosfera più cupa (l’introduzione è da brividi e a tal proposito dobbiamo spezzare una lancia per la colonna sonora di Patrick Doyle, che ci ha regalato la versione più “dark” del Tema di Edvige) sia l’importanza tragica di quel momento di svolta, con l’urlo straziante di Amos Diggory: “È mio figlio! Il mio ragazzo!”. Da quel momento in poi, nella storia del Mondo Magico nulla sarà come prima.