Se invece di guardare un film lo ascoltassimo a occhi chiusi, ci renderemmo conto che, solo sentendo le voci, siamo in grado di dipingere i protagonisti nella nostra mente. Lo scopo di doppiatori come Letizia Ciampa è proprio questo: dar vita solo con la propria voce, a un personaggio interpretato da altri, mettendone in luce la personalità e trasmettendone le emozioni.
Se vi siete sempre chiesti chi ci sia dietro la voce squillante e ferma che ripete “è Leviòsa… non Leviosà!” cercate questo nome: Letizia Ciampa. Conosciuta come “la voce italiana di Hermione Granger”, Letizia ha interpretato molti altri ruoli femminili, sempre diversi e stimolanti, sia sul grande schermo che in serie TV o animate.
I primi anni
Classe ’86, romana, Letizia ha iniziato a frequentare gli studi di registrazione già da piccolissima per andare a trovare il padre che all’epoca lavorava come rumorista. Dopo un po’ che frequentava l’ambiente, le proposero di fare un provino, dato che, come lei stessa ha raccontato, nel mondo del doppiaggio si cercano sempre nuove voci di bambini, vista la velocità con cui queste tendono a cambiare con la crescita.
A 8 anni ottenne la sua prima parte nel ruolo di una bambina nella commedia “Un giorno per caso”, film in cui recitavano Michelle Pfeiffer e George Clooney. In occasione delle registrazioni si è trovata a lavorare fianco a fianco a doppiatori del calibro di Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi.
A 14 anni venne contattata da Mario Maldesi, storico direttore di doppiaggio de “L’esorcista”, per completare il doppiaggio delle registrazioni originali in vista dell’uscita del film in versione DVD. Secondo il direttore, infatti, Letizia aveva esattamente la stessa voce della doppiatrice di trent’anni prima.
Da strega…
Nel 2001 una Letizia quindicenne partecipò e vinse il provino per doppiare la voce di Emma Watson nei panni della nostra amata Hermione Granger. Come ha raccontato in diverse interviste, prima del provino non conosceva la saga né aveva letto i libri, ed era quindi completamente inconsapevole del successo che avevano avuto globalmente: aveva preso la sua parte alla leggera, senza sentirsi addosso la responsabilità o la pesantezza del ruolo.
Si è trattata di un’esperienza bellissima anche per i rapporti che si sono creati in sala, dato che non capita quasi mai di poter doppiare insieme invece che in colonna separata.
Letizia Ciampa, riferendosi all’esperienza di doppiaggio di Hermione Granger
Negli anni, Letizia si è dovuta adattare sia all’evolversi del personaggio che alla storia di Hermione e, di conseguenza, anche al modo di recitare di Emma Watson. È partita prestando la voce a una giovane strega “so-tutto-io”, la cui paura più grande era quella di farsi espellere, per arrivare, alla fine, a dover interpretare una donna coraggiosa e brillante. Vi invitiamo a leggere questo articolo, dove parliamo dei momenti migliori di Hermione Granger nel corso della saga.
Crediamo sia indimenticabile, negli ultimi film, la dolcezza della voce di Letizia nel raccontare la fiaba dei fratelli Peverell, l’angoscia trasmessa durante la tortura di Hermione da parte di Bellatrix Lestrange o la commozione percepita quando si offre di accompagnare Harry nella Foresta Proibita alla resa dei conti con Voldemort. Con la sua interpretazione in questa fortunata saga ha vinto ben due premi. Stiamo parlando del “Romics Dd” nel 2002 come rivelazione femminile, e della Sirenetta d’Argento come miglior voce femminile all’Aquafestival di Cosenza nel 2003.
…a principessa…
Dopo la consacrazione con il doppiaggio decennale nei film di Harry Potter, Letizia venne riconfermata come doppiatrice ufficiale di Emma Watson in tutti i ruoli successivi. Divenne la studentessa ribelle Sam in Noi siamo infinito, la ladruncola sexy Nicky Moore in Bling Ring, la smarrita Ila in Noah.
È noto che l’attrice britannica abbia cercato di staccarsi dal ruolo di strega. Letizia, tuttavia, la conosceva ormai alla perfezione e sapeva prevederne il modo di parlare e persino di respirare. Il punto di svolta fu quando, dopo 15 anni dal provino per la voce di Hermione, riuscì a vincere anche quello per la voce di Belle (sempre interpretata dalla Watson) nell’adattamento cinematografico de La Bella e la Bestia. Il doppiaggio a questo punto diventa quasi magico, complici l’amore di Letizia per i classici Disney e l’arrivo di un nuovo amore che stava vivendo in quel periodo.
Ma la carriera da principessa di Letizia vanta anche altri due nomi: Cenerentola (Lily James) e Alice (Mia Wasikowska), personaggi a cui è rimasta molto legata dal punto di vista affettivo. Di quest’ultimo doppiaggio ricorda con grande soddisfazione il provino, inviato direttamente in America e scelto da Tim Burton in persona.
L’orgoglio più grande è stato proprio, al di là del suo nome, che un regista mi abbia scelto per il suo prodotto, per la sua personale creatura. È qualcosa che davvero ti riempie di felicità.
Letizia Ciampa parla dell’esito della sua candidatura per il doppiaggio di Alice
Di Cenerentola ha invece un ricordo dolce-amaro, legato soprattutto alla figura del padre, venuto a mancare quando Letizia aveva solo 14 anni. Per registrare una sola scena, in particolare quella in cui Ella parla con il padre, le sono servite moltissime ripetizioni, a causa del “magone” che non la lasciava parlare.
(…) l’ho fatta con le lacrime alla fine. Questo per dire che il lavoro è bello, sembra facile, ma è un lavoro di cuore, e se non ce l’hai non arriva questa cosa.
Letizia Ciampa parla del doppiaggio di Cenerentola in un momento difficile
…a Madre dei Draghi
Quando iniziarono i provini per il doppiaggio della serie americana “Il Trono di Spade”, Letizia decise di partecipare, nonostante fosse “impreparata” sull’argomento. Infatti, non aveva mai letto i libri né era consapevole del successo che la prima stagione stava riscuotendo negli Stati Uniti. Esattamente come era successo con Harry Potter, però, riuscì a vincere e ottenne l’arduo compito di dare voce alla Madre dei Draghi, Daenerys Targaryen, interpretata da Emilia Clarke.
Personaggio dinamico e pieno di sfaccettature, anche Daenerys si trova a dover crescere in fretta nel corso della serie. Infatti, passa da ragazzina sottomessa al fratello, a Madre dei Draghi e pretendente del Trono di Spade. La soddisfazione più grande per Letizia è stata riuscire ad adattare la propria voce a questa trasformazione, modulando l’intonazione e la profondità.
Questa sua capacità di interpretare la complessità del personaggio e la sua evoluzione nel corso della serie le ha consentito di vincere vari premi. Uno dei più importanti è il premio Voci nell’ombra nel 2017 come “miglior voce femminile” nella sezione TV. La sfida più grande è stata, invece, riuscire a parlare anche le lingue “straniere” presenti nella serie: il dothraki e il valeriano. Ha cercato, non senza difficoltà, di rimanere il più possibile fedele all’originale.
A volte però, devo essere sincera, qualcosa la inventavamo perché non sentivamo bene come si pronunciavano le parole.
Letizia Ciampa ammette di essersi lasciata “trasportare dalla fantasia” nel doppiaggio di alcune battute
Gli altri ruoli da “eroina”
Le protagoniste citate fino a qui sono, possiamo dirlo, leggendarie. Le storie di cui fanno parte hanno avuto un successo strepitoso prima a livello letterario e, in un secondo momento, a livello cinematografico e mediatico. Indubbiamente, si sono affermate nella storia dello spettacolo degli ultimi anni. Nella carriera di Letizia possiamo però trovare anche altre interpretazioni di personaggi femminili, che sono comunque riusciti a catturare l’attenzione e l’affetto del pubblico in momenti e modi diversi.
Letizia presta infatti la voce a Bloom, fata leader delle Winx; ad Anna Popplewell, Susan de Le Cronache di Narnia e Lola di Reign; a Vanessa Hudgens, la dolce Gabriella in High School Musical; a Kaya Scodelario, la coraggiosa Teresa di Maze Runner; ad Alexa Vega, Carmen in Spy Kids; a Lucy Hale, Arya di Pretty Little Liars.
Nonostante la giovane età, Letizia è quindi riuscita a fare sentire la propria voce attraverso personaggi unici e speciali. Di ognuno ha mostrato le diverse sfaccettature senza ricadere nel “già visto” o, meglio nel suo caso, nel “già sentito”. Si è quindi rivelata una professionista versatile e adattabile.
Articolo a cura di Aurora Bertoncello
Fonti:
Game Legends
Comingsoon
Noi degli 80/90
Cinefarm