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Le bacchette magiche: dalle origini alla saga

3 Marzo 2021 eleo-manc 6 min read

Le bacchette magiche: dalle origini alla saga

3 Marzo 2021 Priscilla 6 min read

Siete curiosi di sapere da dove viene lo strumento magico più famoso che esista? In questo articolo ci immergeremo nella storia delle bacchette magiche, a partire dalle antichissime origini fino ad arrivare alla loro rappresentazione all’interno della saga.

Le bacchette magiche, conosciute con diversi nomi nel corso del tempo, sono strumenti utilizzati per canalizzare la magia verso l’esterno.

Generalmente, il materiale utilizzato per la costruzione di questi oggetti è il legno, considerato anello di congiunzione tra l’uomo e l’albero, che rappresenta la natura.

Le origini delle bacchette magiche

Le origini delle bacchette magiche si perdono indietro nel tempo. Vi sono infatti rappresentazioni di uomini che brandiscono aste di legno già negli affreschi presenti nelle caverne preistoriche.

Nelle tombe egizie, il dio Ra e i Faraoni vengono spesso rappresentati con in mano sottili bastoni, questi venivano considerati simbolo di potere e supremazia.


Bastone di Asclepio e caduceo di Hermes

Un’icona antica che ricorda la bacchetta magica è il bastone di Asclepio, simbolo della medicina. Nel pantheon greco, Asclepio è, infatti, il dio della salute. Il simbolo è rappresentato come un bastone con un serpente attorcigliato. Tale animale, per via del cambiamento di pelle, simboleggia la rinascita e la guarigione.

Il bastone di Asclepio è spesso confuso con il caduceo di Hermes. Quest’ultimo è rappresentato come un bastone alato con attorcigliati due serpenti. La leggenda narra che il dio Hermes usò il caduceo per dirimere la lite tra i due serpenti. Da allora, tale bastone divenne simbolo del commercio e della concordia.

Bacchette Magiche Verga e Bastone

Il bastone di Dio

Il Signore disse a Mosè: ‘Perché mi chiami in aiuto? Ordina piuttosto agli Israeliti di riprendere il cammino! Prendi in mano il bastone e stendilo sul mare. Così aprirai un passaggio nel mare perché gli Israeliti possano camminarvi all’asciutto’ .

Libro dell’Esodo capitolo 14, versetti 15 e 16

Il bastone di Dio, tradotto talvolta come ‘asta di Dio’, è usato svariate volte da Mosè secondo l’antico Testamento. Ad esempio, Mosè usa il bastone per dividere le acque del Mar Rosso e per creare una sorgente da una roccia al fine di dissetare gli israeliti. Una caratteristica del bastone di dio è, inoltre, quella di trasformarsi in serpente.

Mosè Mar Rosso
Luca Giordano, Passaggio del Mar Rosso

La rhabdos di Circe

Preso e votato da meschini il nappo, Circe batteali d’una verga e in vile stalla chiudeali: avean di porco la testa, corpo, setole, voce, ma lo spirito serbavan dentro, qual da prima, integro.

Odissea, Libro X

La maga Circe dell’Odissea vive nell’isola di Eea ed è descritta come ‘dea terribile dalla voce umana’. La maga è in grado di creare pozioni con le erbe e di scagliare potenti incantesimi con la sua bacchetta, in greco rhabdos.

Nel racconto di Omero, Circe, dopo aver dato ai compagni di Ulisse una pozione per fargli dimenticare la loro terra, li trasforma in porci con la sua bacchetta.

Bacchetta Magica Circe
John William Waterhouse, Circe che offre la coppa a Ulisse

Le bacchette nel Medioevo

Nel grimorioLa chiave di Salomone’ sono distinti due strumenti magici: il bastone e la bacchetta. Il bastone è fatto con legno di sambuco o di canna, mentre per la bacchetta è utilizzato nocciolo o noce. In entrambi i casi legno deve essere vergine, cioè della crescita di un anno. Per quanto riguarda la fabbricazione, il legno deve essere tagliato dall’albero con un solo colpo, nel giorno di Mercurio (cioè mercoledì), all’alba.


Le bacchette magiche delle fate

Nell’immaginario fiabesco, le bacchette magiche appartengono, molto spesso, alle fate buone. Basta pensare alle rivisitazioni delle classiche fiabe ad opera della Disney per avere un quadro dell’utilizzo della bacchetta.

La fata madrina, con la sua bacchetta, trasforma Cenerentola per consentirle di partecipare al ballo. La fata turchina, invece, usa questo strumento per trasformare Pinocchio in un bambino vero.

Le tre fatine, Flora, Fauna e Serenella, donano ad Aurora de ‘La bella addormentata nel bosco’ la bellezza, il talento nel canto e la benedizione per indebolire la maledizione di Malefica, agitando le loro bacchette magiche.

Insomma, la bacchetta magica nelle fiabe è un oggetto utilizzato dalle forze del bene per compiere opere buone.

Bacchette magiche tre fatine

Le bacchette magiche nella saga

Nel mondo magico di Harry apprendiamo, fin dal primo libro, che i maghi e le streghe possiedono una bacchetta dall’età di undici anni. I giovani maghi, una volta raggiunta l’età scolare, acquistano le bacchette da appositi fabbricanti.


La struttura

Le bacchette magiche sono costituite da un corpo di legno con, all’interno, un nucleo. Le bacchette hanno poi lunghezze differenti e possono essere più o meno flessibili o rigide. Ogni bacchetta magica è unica poiché i materiali derivano da un albero e da creature con caratteristiche esclusive.

Fermo restando questo concetto, secondo uno studio condotto da Olivander, il fabbricante di bacchette inglese, ogni tipo di legno utilizzato per le bacchette ha caratteristiche omogenee (per un approfondimento sui legni delle bacchette cliccate qui).

I nuclei, invece, sono fatti con materiali di pregio derivanti da creature magiche. Secondo Olivander sono tre i nuclei in grado di produrre bacchette magiche di altissima qualità: il crine di unicorno, la corda di cuore di drago, la piuma di fenice (per un approfondimento sul tema potete cliccare qui). Sappiamo, tuttavia, che esistono altri nuclei utilizzati da fabbricanti di bacchette straniere.

Per quanto riguarda le dimensioni, generalmente le bacchette più lunghe sono attratte da personalità più grandi, mentre quelle più piccole favoriscono un lancio di incantesimi più raffinato ed elegante.

Infine, la flessibilità e la rigidità riguardando il grado di adattabilità e volontà di cambiamento del possessore della bacchetta.


La scelta della bacchetta

Come ci insegna Olivander, non è il mago a scegliere la bacchetta ma viceversa. In un’intervista (che potrete trovare qui), J.K. Rowling ha dichiarato che le bacchette sono oggetti quasi-senzienti. Queste ultime, dunque, sono in grado di individuare il mago o la strega più affine a loro.

Il rapporto che si viene a creare tra il mago e la bacchetta è un vero e proprio legame di fedeltà. Tale rapporto, come vedremo in seguito, può essere tuttavia interrotto.


L’utilizzo delle bacchette magiche altrui

«Ma si può comunque usare una bacchetta da cui non si è stati scelti?» chiese Harry.

«Oh, sì, un mago che si rispetti è in grado di incanalare i propri poteri in quasi tutti gli strumenti. I migliori risultati, tuttavia, si ottengono sempre dove esiste la più forte affinità tra mago e bacchetta. Sono legami complessi. Un’attrazione iniziale e poi un reciproco desiderio di apprendimento, la bacchetta che impara dal mago e il mago dalla bacchetta».

Harry Potter e i doni della Morte. Capitolo 7: il fabbricante di bacchette.

Sebbene l’utilizzo della propria bacchetta garantisca prestazioni migliori, non è escluso che un mago possa utilizzare una bacchetta altrui. Nell’ambito della saga, sappiamo infatti che Ron ha ereditato la sua bacchetta dal fratello Charlie e, nonostante ciò, la stessa funziona correttamente.

Quando una bacchetta viene sottratta ad un mago, tramite l’inganno o a seguito della vittoria in un duello, la stessa può cambiare fedeltà verso il nuovo possessore. L’affinità tra il nuovo possessore e il modo in cui la bacchetta viene sottratta influiscono sulle prestazioni di utilizzo.

Ad esempio, nel settimo capitolo della saga, quando Harry sottrae la bacchetta a Malfoy, l’oggetto sembra cambiare fedeltà verso Harry che riesce ad utilizzarla senza problemi. Mentre, invece, Hermione non riesce ad utilizzare la bacchetta di Bellatrix, probabilmente perché non l’ha sottratta direttamente alla proprietaria.

Olivander fabbricante bacchette magiche

La bacchetta di sambuco

Da molti la bacchetta di sambuco viene ritenuta una leggenda, derivante dalla Fiaba di Beda il Bardo intitolata ‘I tre fratelli’. In quest’ultima, il più ambizioso dei tre fratelli chiede come dono alla Morte la bacchetta più potente che ci sia.


I tre fratelli della fiaba sono realmente esistiti, si tratta dei fratelli Peverell: Ignotus, Cadmus e Antioch. Quest’ultimo era il possessore della bacchetta di sambuco che gli venne sottratta a seguito della sua uccisione nel sonno.

La bacchetta di sambuco passó poi di mago in mago e se ne persero, in gran parte, le sue tracce. Quel che sappiamo è che, ad un certo punto, la bacchetta si trovó nelle mani di Gregorovitch, un fabbricante di bacchette straniero.

Successivamente, la bacchetta venne sottratta a Gregorovitch dal mago oscuro Grindelwald. Quest’ultimo, in seguito, fu sconfitto da Silente che diventó quindi proprietario della bacchetta. Alla fine del sesto libro Silente viene disarmato da Draco Malfoy.

L’ultimo possessore della bacchetta sambuco è Harry. Quest’ultimo decide di riporre la bacchetta di sambuco nella tomba di Silente poiché ritiene che porti più guai di quanto valga.


In questo articolo vi abbiamo parlato di tutto quello che si sa sulle bacchette, ci sono, tuttavia, tante domande senza risposta che potete trovare illustrate qui.

Fateci sapere con un commento se avete altri dubbi o curiosità sulle bacchette magiche.

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