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Il fascino irresistibile delle Veela tra mito, arte e letteratura

21 Settembre 2020 ales-dilu 6 min read

Il fascino irresistibile delle Veela tra mito, arte e letteratura

21 Settembre 2020 Succodizucca 6 min read

Sappiamo che J.K. Rowling ama molto mescolare miti e leggende di diversi paesi all’interno delle proprie storie. Questo è particolarmente vero quando si tratta di creature magiche e le Veela sono certamente tra le più affascinanti e misteriose della saga. 

Comparse per la prima volta nel Calice di Fuoco, se ne parla quel tanto che basta a preparare il lettore per l’ingresso in scena di Fleur Delacour. Nei film, invece, il termine Veela non viene mai pronunciato. Dunque non c’è modo, senza aver letto i libri, di ricondurre il fascino esercitato da Fleur sugli altri studenti agli ammalianti poteri di questa creatura magica.

Non molti sanno che le Veela appartengono al patrimonio culturale e folklorico della mitologia slava. Le storie e leggende di questa tradizione pullulano di creature dotate di un fascino disarmante e quasi insopportabile per l’occhio umano. 

I mille volti delle Veela

Come già accennato, le Veela compaiono nei racconti della mitologia slava con il nome di Vila (Vile al plurale). In queste storie, vengono descritte come creature bellissime dai lunghi capelli biondi e sembianze umane

Rappresentate spesso come fate o ninfe, tre tipologie di Vile sembrano ricorrere con maggiore frequenza nei luoghi in cui il popolo fatato solitamente dimora. È infatti possibile trovare Vile protettrici delle foreste; Vile che vivono in prossimità dei corsi d’acqua; e Vile collegate all’elemento dell’aria. A causa di queste somiglianze, la mitologia relativa alle fate e quella delle Veela tende spesso a confondersi e sovrapporsi, arrivando a definire quest’ultime come una sorta di cugine alla lontana delle prime. 

Nonostante le apparenze, non bisogna credere che le Veela siano amabili creature. Se fatte arrabbiare, svelano infatti le proprie sembianze reali di arpie dalla pelle squamata e dal becco affilato. Per questo, sono anche definite “le sirene della terraferma”.

Quasi a voler confermare ulteriormente tale appellativo, alcune leggende definiscono le Veela come spiriti di ragazze morte che, grazie alla voce suadente, riescono ad attirare gli uomini all’interno delle loro danze, costringendo i poveri malcapitati a ballare fino alla morte solo per puro divertimento.

In quest’ultima veste più inquietante, ritroviamo un riferimento alle Veela persino in un’espressione idiomatica inglese ampiamente utilizzata ancora oggi. In inglese, le Vile della tradizione slava diventano Willies; e to give someone the willies significa proprio “far innervosire o spaventare qualcuno”.

Veela

Un fascino che colpisce anche l’Italia

Nonostante i cupi risvolti di alcune leggende, il fascino delle Veela è riuscito comunque a trascendere la mitologia slava fino a raggiungere pressoché tutti i paesi del Nord Europa, arrivando anche in Italia grazie al movimento artistico e letterario della Scapigliatura. Tantissimi sono gli artisti e gli autori che hanno inserito o anche solo menzionato la mitica creatura all’interno delle proprie opere.

Nel 1883, il compositore Giacomo Puccini realizza un’opera lirica dal titolo Le Villi. Qui le Vile sono rappresentate come bellissime e letali creature invocate nelle notti di luna piena per costringere un uomo colpevole di tradimento d’amore a danzare fino alla morte.

Dall’opera lirica, prende poi spunto il pittore Bartolomeo Giuliano, che nel 1906 realizza un olio su tela intitolato anch’esso Le Villi. Nel dipinto ritroviamo tutti gli elementi tipici che caratterizzano le Veela secondo la tradizione slava. Delle splendide ragazze dai capelli biondi sono intente in una danza circolare presso le rive di un lago, pronte a vendicare il torto d’amore protagonista dell’opera pucciniana.

Infine, anche lo scrittore Gabriele D’Annunzio, nella sua Ode alla nazione serba (1918), omaggia il paese ricordando le affascinanti creature come dee protettrici degli eroi di guerra. È questa un’altra caratterizzazione tipica delle Veela analoga a quella delle Valchirie nella mitologia norrena. 

Veela

Da Vile a Veela: quando Harry Potter incontra il mito

Attraverso secoli e secoli di racconti leggendari e mille diversi volti, quelle che erano in origine Vile, chiamate poi in Italia Villi e nel mondo anglofono Willies, diventano le Veela della nostra saga del cuore.

La Rowling riesce sapientemente a unire molti degli elementi che abbiamo visto caratterizzare le diverse versioni di questa creatura. Vediamo le Veela per la prima volta nel Calice di Fuoco, nel capitolo dedicato alla finale della Coppa del Mondo di Quidditch. In questa occasione, le Veela sono le mascotte della squadra bulgara e l’autrice ne fornisce un’accurata descrizione attraverso gli occhi stregati di Harry:

Le Veela erano donne… le donne più belle che Harry avesse mai visto… solo che non erano — non potevano essere — umane. Harry rimase interdetto per un attimo, mentre cercava di indovinare che cosa potessero essere; che cosa potesse far brillare in quel modo la loro pelle di un candore lunare, o far ondeggiare i loro capelli d’oro pallido senza che ci fosse il vento… ma poi cominciò la musica, e Harry smise di preoccuparsi del fatto che non erano umane: in effetti, smise di preoccuparsi di qualunque cosa. 

Harry Potter e il Calice di Fuoco – Capitolo 8: La Coppa del Mondo di Quidditch

È a questo punto che le Veela fanno sfoggio della propria danza ammaliatrice, incantando tutti gli uomini dello stadio. Per pochissimi istanti, questi ultimi desiderano compiere disperati atti di coraggio per dimostrare il loro valore:

E mentre le Veela danzavano sempre più in fretta, brandelli di pensieri selvaggi presero a rincorrersi nella mente confusa di Harry. Voleva compiere qualcosa di molto impressionante, e proprio in quel momento. Buttarsi giù dalla tribuna nello stadio sembrava una buona idea… ma era abbastanza buona? 

Harry Potter e il Calice di Fuoco – Capitolo 8: La Coppa del Mondo di Quidditch

Eppure, anche in questa occasione, le Veela non tardano a mostrare la loro vera natura. Provocate dai Lepricani, mascotte della squadra irlandese, le splendide creature si trasformano in terribili arpie armate di dardi infuocati:

Per tutta risposta le Veela persero il controllo. Si slanciarono attraverso il campo scagliando quelle che sembravano manciate di fuoco contro i Lepricani. Harry vide attraverso l’Omniocolo che non erano affatto belle, in quel momento: al contrario, i loro volti si allungavano in affilate teste d’uccello dai becchi feroci, e lunghe ali squamose spuntavano dalle loro spalle…

Harry Potter e il Calice di Fuoco – Capitolo 8: La Coppa del Mondo di Quidditch

Andando avanti con la lettura, incontriamo poi il personaggio di Fleur Delacour, campionessa scelta dal Calice di Fuoco per rappresentare la scuola francese di Beauxbatons nel Torneo Tremaghi. 

La ragazza esercita grande fascino sugli studenti di Hogwarts (e su Ron in particolare!) e scopriamo presto che del sangue Veela scorre nelle sue vene. Questo dettaglio ci porta a conoscenza di un fatto insolito: a differenza di molte creature magiche che non amano mescolarsi con gli uomini, le Veela sono solite unirsi ai maghi per generare figli, proprio come la nonna Veela di Fleur. Il risultato di tale unione è definito “mezza Veela”, che erediterà i poteri magici dal genitore mago e la bellezza e il fascino irresistibile dalla madre Veela. Inoltre, come ci conferma il caso di Fleur e della sorella Gabrielle, il sangue Veela riesce a resistere anche dopo alcune generazioni.

Infine, ricordiamo che nell’universo potteriano i capelli delle Veela costituiscono materia magica utile per fabbricare bacchette, come intuiamo dalla conversazione tra la stessa Fleur e Olivander nel capitolo “La pesa delle bacchette” del Calice di Fuoco.

Riuscivate a immaginare che dietro una creatura tanto affascinante e misteriosa come la Veela si nascondesse un intero mondo fatto di leggende e storie inquietanti? Ancora una volta J.K. Rowling riesce a stupirci con la sua innata capacità di unire elementi delle tradizioni più disparate.

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