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Harry Potter e la profezia che si auto-avvera

16 Settembre 2020 gian-tucc 4 min read

Harry Potter e la profezia che si auto-avvera

16 Settembre 2020 Neville 4 min read

La profezia della Cooman, causa scatenante delle vicende dell’intera saga, può essere considerata a tutti gli effetti una “profezia che si auto-avvera”. Scopriamo di cosa si tratta.

Nel corso della saga diventa chiaro che, se Piton non avesse ascoltato la profezia di Sibilla Cooman riguardo al bambino nato alla fine di luglio destinato a sconfiggere Voldemort, Voldemort stesso non si sarebbe messo alla ricerca di quel bambino… e forse nulla di tutto ciò che è successo sarebbe effettivamente accaduto.

Ciò che pensi accade

«Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze». Questo enunciato, risalente al 1928, costituisce il cosiddetto “teorema di Thomas”. Con esso, il sociologo americano William Thomas (1863-1947) sottolineò il fatto che l’agire sociale degli individui non è determinato esclusivamente dal rapporto fini-mezzi o da altri elementi oggettivi, ma anche dalle risorse cognitive e culturali degli attori stessi.

In altri termini, ciò che pensiamo della realtà sociale diventa reale nelle sue conseguenze. Una volta che attribuiamo un qualunque significato a una situazione, esso diviene la causa determinante del nostro comportamento e delle relative conseguenze. Più semplicemente: se penso che una cosa accadrà, mi comporto in modo tale che, alla fine, quella cosa accade a causa del mio comportamento.

Benché tutto ciò possa sembrare ancora troppo astratto, in realtà gli effetti del teorema di Thomas sono assai comuni. Specialmente se si pensa alla più diretta implicazione di tale “teorema”: la profezia che si auto-avvera (o autoadempie).


Banche e miti greci

Il concetto di profezia che si auto-avvera fu introdotto dal sociologo funzionalista Robert K. Merton nel celebre saggio Teoria e struttura sociale (1949) e indica una previsione che si realizza per il solo fatto di essere stata espressa.

Il più noto esempio di profezia che si auto-avvera riguarda il mondo finanziario. Se gli investitori si convincono dell’imminente crollo di un’azienda (non importa che la notizia sia vera o falsa), essi, perdendo fiducia, inizieranno a ritirare i propri risparmi, agendo, di fatto, come se il fallimento fosse davvero imminente. In questo modo, le loro aspettative diverranno reali: la banca non sarà più un istituto solido e garantito, e finirà per fallire.

Jean-Antoine-Théodore Giroust, Edipo a Colono, 1788, Dallas Museum of Art

La storia della letteratura, inoltre, è piena zeppa di esempi di profezie che si autoadempiono. Uno dei più celebri è tratto dalla mitologia greca e riguarda le vicende di Edipo, figlio di Laio (re di Tebe) e Giocasta. Quando a Laio viene profetizzato che suo figlio lo ucciderà e che poi si unirà alla madre, decide di abbandonare il piccolo Edipo, che viene ritrovato da un pastore.

Edipo viene cresciuto dai sovrani di Corinto, e quando viene a sapere della profezia, convinto che si riferisca a essi, abbandona Corinto e giunge a Tebe, dove, per una serie di vicende, finisce per uccidere Laio e unirsi a Giocasta. In definitiva, si può dire che la profezia riguardante Edipo diventa vera proprio a causa dei tentativi fatti da tutti per evitarla.


Tra i banchi di scuola

Gli esempi di profezia che si auto-avvera con cui abbiamo a che fare tutti i giorni sono numerosissimi, e molti di essi sono stati analizzati da studiosi di sociologia e psicologia. È il caso dell’effetto Pigmalione, studiato da Robert Rosenthal (1933) e Lenore Jacobson (1922), che può essere considerato una diretta espressione psico-pedagogica della profezia che si autoadempie.

Esso riguarda il mondo della scuola. Se degli insegnanti si convincono (in virtù dei risultati – falsi – di un fantomatico test d’intelligenza somministrato agli alunni, per esempio) che alcuni bambini siano meno dotati di altri, essi tratteranno tali bambini, anche inconsciamente, in maniera diversa rispetto a quelli considerati più capaci.

In tal modo, i bambini interiorizzeranno il giudizio degli insegnanti e la convinzione di essere più o meno dotati influenzerà la loro autostima e la loro motivazione. In definitiva, i bambini tenderanno a divenire proprio come gli insegnanti avevano immaginato.

L’effetto Pigmalione dimostra come le capacità intellettuali di una persona siano fortemente influenzate dalle aspettative degli altri

Voldemort… sconfitto in partenza?

La causa scatenante degli eventi dell’intera saga di Harry Potter è proprio la profezia che la Cooman annuncia a Silente e che Piton riferirà parzialmente a Voldemort. Il Signore Oscuro è letteralmente ossessionato dalla profezia. Silente invece, dall’alto della sua saggezza, ritiene che potrebbe essere la stessa profezia a mettere in moto la catena di eventi che porteranno alla sua realizzazione.

Ecco spiegato, dunque, il teorema di Thomas. Dopo aver udito la prima parte della profezia, Voldemort designa Harry “come suo eguale”. Ma è proprio questo a portare all’uccisione di Lily e James e al conseguente desiderio di Harry di fare giustizia per i propri genitori. È proprio il tentativo di Voldemort di uccidere Harry a portarlo, indirettamente, alla sconfitta definitiva.


Conoscevate questo fenomeno? L’avete sperimentato nella vita reale? Vi aspettiamo nei commenti!

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Neville
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