Gli ultimi tre libri della saga sono stati talmente attesi dai fan che la loro pubblicazione ha richiesto una organizzazione logistica e un di livello di protezione del testo senza precedenti. Nonostante tutti gli sforzi non tutto è andato come previsto. Ecco alcune curiosità!
Dopo il successo dei primi quattro libri, la popolarità della saga va oltre ogni aspettativa. Il fascino della storia, unita ai lunghissimi tempi di attesa tra un capitolo e l’altro rendono i successivi libri l’oggetto del desiderio di milioni di persone.
Per proteggere il testo ed evitare anticipazioni, si scelse di pubblicare i singoli volumi nello stesso momento in tutto il mondo così da gestire e controllare ogni passaggio; un po’ come organizzare in gran segreto il più grande fuoco d’artificio sparato contemporaneamente da milioni di persone in tutto il mondo.
Le dimensioni dell’evento
Per comprendere questo fenomeno, consideriamo il solo HP7. Recentemente è uscito in libreria il controverso e attesissimo libro “Spare” sul principe Harry. Il volume è andato a ruba e gli addetti ai lavori, anche da noi, hanno commentato il grande successo paragonandolo all’uscita di “Harry Potter and the Deathly Hallows”.
Larry Finlay della casa editrice del libro, la Transworld Penguin Random House, ha dichiarato:
«Per quel che ne sappiamo, gli unici libri che hanno venduto di più nel loro primo giorno, sono quelli che avevano come protagonista l’altro Harry (Potter, ndr)”»
I fans più giovani del maghetto potrebbero pensare che tutto sommato ci “siano andati vicino”. Niente affatto. Si tratta solo di una dichiarazione ad effetto che rischia di sminuire quanto è successo per l’uscita di HP7: un evento mai visto prima, che difficilmente vedremo in futuro e non certo per un libro di saggistica.
Come riportato anche nel Guinness World Records, nel suo primo giorno di uscita:
- Spare – 10 gennaio 2023 – ha venduto 1.430.000 copie in tutto il mondo. 400.000 copie nel Regno Unito. Libro in inglese e in tutti i formati
- Harry Potter and the Deathly Hallows – 21 luglio 2007 – ha venduto 8.300.000 copie negli USA e 2.650.000 copie nel Regno Unito, senza contare quelle vendute nel resto del mondo. Libro in inglese solo formato cartaceo.
Al tempo invece si paragonava l’uscita di HP7 a “The Da Vinci Code” di Dan Brown, detentore del record di vendite fino a quel momento. A chiarire la questione ci pensò un portavoce della catena di librerie londinesi Waterstones:
«Mettere Il Codice Da Vinci a confronto con questo libro è come mettere un bungalow accanto alle Grandi Piramidi»
Nessuna anticipazione! Pena…
Se il successo dei primi quattro libri aveva preso di contropiede gli addetti ai lavori di tutto il mondo costringendoli a rivedere le loro priorità, a partire da HP5 il mondo dell’editoria inizia a comprendere le vere dimensioni del fenomeno e ad organizzarsi di conseguenza.
Proteggere il testo da anticipazioni diventa una necessità. Ma è anche un bel problema perchè la società è in trasformazione e Internet è ormai entrato nelle case di tutti. Ogni singola persona ha con se una fotocamera e una telecamera H24; le informazioni sono condivisibili all’istante. Come proteggere il testo?
Di chi è la responsabilità per le azioni di centinaia di persone che a vario titolo lavorano direttamente sul materiale come magazzinieri, fattorini o librai? Che responsabilità hanno i lettori in caso di errori nella distribuzione dei volumi?
I tentativi di furto e le fughe di notizie occorse in occasione della pubblicazione dei libri 5 e 6, tra cui l’eclatante rapimento del Principe Mezzosangue, fece emergere il problema dei leak in tutta la sua complessità.
Proteggere il testo ad ogni costo
La smisurata popolarità dei libri ha, di fatto, conferito all’autrice un potere così grande da poter dettare legge al pari di un dittatore. E così l’autrice, attraverso i suoi legali, intraprende una campagna di protezione dai leak a dir poco feroce. Sotto la voce “diritti e copyright” distribuisce responsabilità e minaccia rappresaglie su tutta la catena di distribuzione: case editrici e rivenditori che poi potranno prendersela anche con i lettori.
In questa catena vige una sola regola: entrare a gamba tesa e stroncare sul nascere ogni potenziale controversia. Ad esempio: il rivenditore che non si allinea alle politiche generali rischia cause legali, ammende e il ritiro a vita degli accordi per la vendita di tutti i libri di Harry Potter. Cioè l’annientamento.
Un accanimento che porterà a ingiunzioni e cause legali ai limiti della violazione dei diritti umani fondamentali. Di seguito i casi più eclatanti:
Il caso della Real Canadian Superstore
Prendiamo il caso di un negozio di alimentari canadese che ha venduto per errore diverse copie di HP6 prima della data di uscita ufficiale. L’editore canadese Raincoast Books, vistosi perso, chiese ed ottenne dalla Corte Suprema della Columbia Britannica un’ingiunzione che ordinava agli acquirenti di riconsegnare i libri e di cancellare ogni appunto o nota. Ma soprattutto vietava loro di leggere i libri.
Pur di proteggere il testo, gli avvocati, a sostegno della causa, dichiararono che “non esiste un diritto umano alla lettura”. La vicenda fece talmente rumore da scatenare un dibattito globale sui diritti fondamentali dell’uomo e sul copyright in generale oltre che una campagna di boicottaggio contro l’editore.
Il caso di Levy Home Entertainment e DeepDiscount.com
La Scholastic, in occasione della pubblicazione di HP7, minaccia una azione legale contro due librai, Levy Home Entertainment e DeepDiscount.com, per aver distribuito accidentalmente copie del libro prima del tempo.
Visti i precedenti canadesi, la casa editrice decise di non rivalersi sui lettori. Scholastic fa appello ai fan di Harry Potter che potrebbero ricevere copie in anticipo chiedendo loro di tenere i pacchetti chiusi fino alla mezzanotte del 21 luglio. I clienti che accettarono di non leggere il libro hanno poi ricevuto una maglietta speciale di Harry Potter e un coupon da $ 50.
Il caso del ricatto del principe
Nel giugno 2005, Aaron Lambert, una guardia di sicurezza di uno dei centri di distribuzione di libri inglesi, invece di proteggere i libri, ruba un certo numero di pagine di HP6 un paio di mesi prima della data di pubblicazione.
Così inizia a ricattare l’editore Bloomsbury e tenta di vendere il testo ad un giornalista del Sun. Le trattative di vendita diventano violente al punto che Lambert esplode un colpo di pistola verso il giornalista per fortuna senza conseguenze.
Lambert, dichiaratosi colpevole, si prende quattro anni e mezzo di carcere ma la vicenda non finisce qui: nel novembre 2011, la Rowling ha affermato che il Sun aveva tentato di “ricattarla” chiedendo un servizio fotografico in cambio della restituzione del manoscritto rubato. Il Sun! Non Lambert!
Le precauzioni
In questo clima di terrore, ogni attore coinvolto nella catena di distribuzione fu costretto a prendere ogni precauzione possibile. Qui alcune curiosità:
- Prima della pubblicazione solo circa 20 persone, inclusi gli editori e gli illustratori del libro, conoscevano il destino di Harry, neanche fosse l’ultimo segreto di Fatima.
- Le librerie non potevano aprire nessuna scatola prima della mezzanotte del 21 luglio. I volumi non possono essere neanche visti da lontano.
- Un avvocato fidatissimo di Scholastic si è recato a Londra per prendere di persona il manoscritto per la pubblicazione. Durante tutto il volo da Londra a New York ci si è seduto sopra.
- Spesso, il grado di fiducia verso i rivenditori era così basso che la Scholastic li ha obbligati a tenere i volumi inscatolati e chiusi a chiave nei camion fino alla fine.
- Per proteggere i libri prima della distribuzione, Bloomsbury ha dovuto trovare dei siti sicuri in tutto il paese con personale armato e cani da guardia.
- Per lo spostamento dei volumi, Bloomsbury ha utilizzato camion dotati di sistemi di localizzazione satellitare, così da rilevare in tempo reale deviazioni dal percorso previsto. I pallet furono sigillati e dotati di allarmi per evitare manomissioni.
- Un portavoce di Bloomsbury ha dichiarato: «per proteggere il testo, abbiamo uno specialista di contenzioso pronto 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana per affrontare eventuali violazioni. È nostra intenzione far rispettare vigorosamente l’embargo e chiedere un’ingiunzione immediata, se necessario».
- Alla fine Bloomsbury spenderà circa 10.000.000 di sterline per la logistica
- In Germania, ai lavoratori delle tipografie, fu vietato l’uso dei telefoni cellulari e fu dato loro pranzi al sacco. Ad alcuni fu imposto di lavorare quasi al buio per impedire loro dare una sbirciata.
Londra chiede aiuto agli 007
Nel Regno Unito tutto sommato le politiche di prevenzione sembrano aver funzionato e non si conoscono casi di leak. A testimonianza di quel periodo folle, qualche anno fa, il fondatore di Bloomsbury, Nigel Newton, ha raccontato diversi aneddoti ad una radio australiana:
«C’è stata quella volta in cui il quotidiano The Sun ha inviato un giornalista in una tipografia con 5000 sterline in contanti in una valigetta. Doveva trovare un lavoratore disposto a rubare una copia del libro in cambio di quella cifra».
Ma ancora più interessante è stata l’aver ammesso che fu coinvolta l’agenzia GCHQ, i servizi segreti britannici per le comunicazioni:
«L’ agenzia GCHQ un giorno mi chiama e mi dice: ‘abbiamo individuato una copia di un vostro libro su Internet’. Allora mi faccio inviare una pagina e la mostro al nostro editore. Fortunatamente era un falso».
Saputa la cosa, il Sunday Times chiese spiegazione alla GCHQ che, in risposta, rilasciò il seguente comunicato: “non possiamo commentare il nostro impegno contro le arti oscure”.
In USA invece, nonostante tutto…
Nonostante tutte le precauzioni, alcuni giorni prima del 21 luglio, sul sito Gaiaonline.com (prontamente chiamato in giudizio da Scholastic) vengono pubblicate fotografie di ogni pagina del libro HP7. Nelle foto, il libro è tenuto aperto su un tappeto con una mano. Parte del testo è sfocata, ma la maggior parte, compreso il finale, è chiaramente leggibile.
A quel punto l’intera comunità si spacca in 2 parti: chi analizzava le foto tentando di rendere il testo leggibile per poi ridistribuirlo in rete e chi non si collega più ad internet per paura di imbattersi in qualche rivelazione.
Intanto Lisa Holton, responsabile di Scholastic, pur sapendo che il materiale è autentico, tenta di insinuare il dubbio rivolgendosi direttamente ai fans con frasi del tipo: “evitate di leggere materiale trovato in rete perché non c’è modo di dire cosa è reale e cosa no”.
Successivamente, non potendo più negare l’evidenza dichiarerà: “I fan stanno dicendo quello che hanno sempre detto, che sarebbe ‘Non parlarmi nemmeno, non voglio sapere il finale’. Non credo che quanto accaduto rovinerà il divertimento di nessuno.” Sarà stato così?
E tu cosa avresti fatto se ti fosse capitato di dare una sbirciata al testo o di ricevere un volume qualche giorno prima degli altri? Lo avresti pubblicato in rete o sarebbe stato il tuo piccolo segreto?