Quidditch, duelli, l’Espresso per Hogwarts e centinaia di ragazzi entusiasti: sono solo alcuni ingredienti del festival potteriano alla libreria Odense, in Danimarca.
In Italia gli eventi a tema HP sono numerosi, ma non si sono mai presentate complicanze con la Warner Bros che, nel caso del festival danese, ha deciso di scagliare un Petrificus Totalus sull’evento, che dovrà rinunciare a gran parte delle attività presentate.
Il gigante hollywoodiano, che detiene i diritti dei film della saga di JK Rowling, ha deciso che il povero festival della Danimarca dovrà fare a meno di utilizzare nomi e immagini collegate ai film.
Il capo di questa manifestazione, Søren Dahl Mortensen, ha dichiarato: “Il nostro è un evento senza scopo di lucro, come abbiamo già ribadito in passato. Ma abbiamo 13,000 persone in procinto di venire al festival, non possiamo chiudere così! Abbiamo ricevuto un comunicato ufficiale che diceva che non possiamo usare nulla appartenente al mondo di Harry Potter. Siamo riusciti a spaventare società come la Warner Bros.”
Il festival è iniziato nel 2003 come un piccolo evento nella Næsby Library a Odense, in Danimarca. Da quella volta, l’evento annuale è cresciuto esponenzialmente. Diverse associazioni culturali e più di 130 volontari sono attivi in questa manifestazione, che è conosciuta in tutta la città.
Alcune attrazioni includono un giro in treno in cui i visitatori possono prendere l’Espresso per Hogwarts; laboratori di scrittura in cui si preparano articoli per la Gazzetta del Profeta; gare a cavalcioni di manici di scopa.
Partecipano a quest’evento potterhead provenienti da tutta la Danimarca, così come dal Regno Unito. Persino la Rowling, nel 2010, vi ha fatto visita.
Adesso quest’evento è diventato una specie di tabù: non si può più pronunciare alcun nome appartenente alla saga. Ma come fare?
“Continueremo a fare il festival, ma dovremo chiamarlo in un altro modo. Forse lo chiameremo “Giorni magici“, oppure “Il Festival Che Non Deve Essere Nominato”. Non vogliamo arrenderci” dichiara Mortensen. “Non capiamo molto bene la posizione presa dalla Warner, visto che con la nostra attività manteniamo vivo quell’universo magico. Molti bambini non vedono l’ora di venire e sfoggiare i costumi che si portano da casa.”
Pagare i diritti non è un’opzione in quanto si parla di cifre fuori portata, per cui ci sarà bisogno di trovare nuovi nomi per tutte le attività del festival, in modo da non infrangere la legge. Speriamo che fatti del genere non accadano anche ai nostri eventi italiani!