Nel tempo, soprattutto grazie alle sue malefatte, inizialmente attribuite a ignari innocenti e da sempre caratterizzate da potente magia oscura, Lord Voldemort è riuscito a costruire attorno a sé una terribile aura di segretezza, ma la chiave per diradare questo alone di mistero giace proprio nella sua storia.
“Signore… è molto importante sapere tutte queste cose del passato di Voldemort?“
Principe Mezzosangue, Capitolo 10
“Lo reputo molto importante” rispose Silente.
Questo è lo scambio di battute tra Silente ed un perplesso Harry al termine della prima delle sue lezioni private in cui i due andranno più in profondità di quanto abbia mai fatto chiunque altro nel passato di Lord Voldemort. Cerchiamo anche noi, insieme a Harry, di comprendere come mai questo loro irripetibile viaggio svolge un ruolo centrale nella sconfitta di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato (potete leggere qui il significato dei diversi nomi di Voldemort).
Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura
Indagare e venire a conoscenza del vissuto di Tom Riddle (nome e identità da cui ha sempre cercato di allontanarsi) non fa luce soltanto sulla figura dell’attuale Signore Oscuro, ma anche sui suoi punti deboli, disseminati come i pezzi di un puzzle nella travagliata storia delle sue origini.
E punti deboli si rivelano essere proprio quelli che lui considera i suoi punti saldi: gli Horcrux. Essi diventano, infatti, le sue vulnerabilità, ciò da cui cominciare ad attaccarlo: l’analisi del suo passato mostra tutto ciò che lui ha lasciato scoperto e che ha trascurato.
Silente e Harry scoprono infatti la sua passione per gli oggetti preziosi legati ai suoi misfatti, e come questa torna in gioco con gli Horcrux. Essi non potrebbero mai essere oggetti qualunque, conservati in posti qualunque, ma esclusivamente oggetti preziosi con un grande potenziale magico, custoditi in luoghi significativi per il loro possessore.
Il mito del Male assoluto
L’ascesa di Lord Voldemort come mago oscuro più grande di tutti i tempi non è avvenuta tutta in un colpo, ma con atti di malvagità sempre più rilevanti. Questo è particolarmente evidente nel ricordo in cui Silente va a trovare il giovane Tom all’orfanotrofio: ci viene presentato un bambino solo ed emarginato, che ruba ai coetanei piccoli oggetti. Viene sottolineato che c’è una sorta di costruzione della sua malvagità, ma soprattutto che ogni volta c’è da parte sua una scelta consapevole del male, che rimanda fortemente alla celebre frase che Silente rivolse a Harry.
“Sono le scelte che facciamo che dimostrano ciò che siamo veramente, molto più delle nostre capacità“
Camera dei Segreti, Capitolo 18
Siamo dunque testimoni dello sviluppo del male, che appare in una sorta di veste umana: questo è fondamentale per demitizzarlo e per mostrare che il nemico da fronteggiare, per quanto formidabile, non è un’entità unica invincibile e che si può in qualche modo sconfiggere.
Mostrare la sua umanità, per quanto disgraziata e orribile, e le sofferenze che hanno segnato il suo ingresso nel mondo, rende meno irrazionale lo scontro con Lord Voldemort. Questo è fortemente necessario, perché è proprio tramite il clima di mistero e incomprensione che lui alimenta il suo mito e la sua forza, potenziando la sua aura di malvagità e la sua influenza sulla popolazione del mondo magico, che lo immagina quasi sovrannaturale, tanto da non riferirsi mai a lui con il suo vero nome. Tramite la sua storia lo si vede nella sua piccolezza, nella sua meschinità e nella sua tragedia, non più come lui desidera che lo si immagini.
La speranza è l’ultima a morire
Conoscere il suo passato sottolinea che anche per una persona come lui c’è speranza: lui non è il Male assoluto, ma è il risultato di un lungo e terribile processo che, in qualche modo, potrebbe essere invertito.
Questo viene rimarcato più volte: a partire da Hermione, che si interroga sulla possibilità di ricomporre l’anima dopo aver creato degli Horcrux, passando prima per Silente e poi per Harry, che provano pietà per Voldemort, fino ad arrivare al culmine, quando Harry lo capisce appieno, offrendogli la possibilità di redimersi anche all’ultimo.
“È la tua ultima possibilità” continuò Harry, “tutto ciò che ti resta… ho visto quello che sarai altrimenti… sii un uomo… cerca… cerca un po’ di rimorso…”
Doni della Morte, Capitolo 36
Quindi, nonostante tutto il male che Voldemort ha commesso, scavando nel suo passato ci accorgiamo del fatto che per lui una possibilità c’è sempre stata, anche alla fine, ma che è stato lui a rifuggire queste occasioni ogni volta, scegliendo sempre la strada peggiore (ne abbiamo parlato qui).
Se d’istinto l’atteggiamento che nutriamo nei suoi confronti è di disprezzo e odio, i suoi trascorsi ci aiutano a vedere invece un personaggio che ha bisogno di pietà e che questa, insieme all’amore, è l’unica arma davvero efficace per sconfiggerlo definitivamente, come suggerisce Silente.
“Non provare pietà per i morti, Harry. Provala per i vivi e soprattutto per coloro che vivono senza amore.”
Doni della Morte, Capitolo 35
Morte e sacrificio
Infine, rivivere parte della vita di Voldemort fa sì che Silente possa trasmettere a Harry uno dei messaggi più importanti dell’intera saga e determinanti per la sua disfatta finale.
Ma finalmente capiva quello che Silente aveva cercato di dirgli. Era, si disse, la differenza fra l’essere trascinato nell’arena ad affrontare una battaglia mortale e scendere nell’arena a testa alta. Forse qualcuno avrebbe detto che non era una gran scelta, ma Silente sapeva – e lo so anch’io, pensò Harry con uno slancio di feroce orgoglio, e lo sapevano i miei genitori – che c’era tutta la differenza del mondo.
Principe Mezzosangue, Capitolo 23
Fronteggiare il nemico perché è necessario, perché una profezia lo dice o scegliere consapevolmente di affrontarlo? La differenza può sembrare sottile, ma è immensa e il segreto sta tutto, ancora una volta, nelle scelte che si decide di compiere. La comprensione di questa differenza fa sì che, quando giungerà il momento, Harry sarà pronto a fare il sacrificio necessario, a salutare la Morte come una vecchia amica.
In conclusione, conoscere e comprendere il passato di Lord Voldemort permette quindi a Silente di mostrare a Harry non soltanto quali sono i mezzi per sconfiggerlo “materialmente”, ma anche come questa lotta travalica la semplice tautologia, “è cattivo perché è cattivo”.
Lo si deve affrontare capendolo e non odiandolo, vedendo la sua tragedia per ciò che è davvero, con l’obiettivo di annientare non solamente lui in quanto individuo, ma anche il tipo di vita che lui stesso incarna, una vita priva di amore e pregna di odio, paura e ignoranza.
Questo lo si fa controbattendo con un altro tipo di vita, quella che lui non ha mai capito, non hai mai vissuto, ma soprattutto non ha mai scelto.