È passato un anno da quel 3 agosto 2016, giorno in cui ho iniziato a leggere Harry Potter and The Cursed Child. Come (credo) molti di voi, ero rimasta profondamente delusa e arrabbiata.
Buchi di trama, eventi assurdi, personaggi totalmente out of character… insomma, leggere l’opera teatrale mi aveva lasciato un grandissimo amaro in bocca. Ho pure scritto un commento cattivissimo (che potete trovare qui) in cui ho voluto sfogare il mio rancore.
Ma non mi sono arresa. E adesso voglio raccontarvi come, da odio incontrastato per TCC, io sia arrivata ad apprezzarlo oltre ogni mia aspettativa.
La Maledizione dell’Erede NON è un romanzo, ma come si presenterebbe se lo fosse?
Il mio percorso parte dal pdf scritto da una ragazza, Claudia Boleyn (potete trovarlo qui), la quale ha reso in versione romanzo The Cursed Child. Voi direte ok, che cagata, è una fan fiction, e non potrei darvi torto – io non sopporto le fan fiction. Questa versione riporta tutte le battute presenti nello script, con la differenza che, nel mezzo, c’è tutto quel contesto totalmente assente nel libro che abbiamo letto tutti. Mi ha permesso di apprezzare personaggi come Scorpius, Ginny e Draco in una maniera totalmente inaspettata. La psicologia dei personaggi domina le parti che collegano i discorsi diretti, mettendo in chiara luce pensieri, emozioni, sentimenti in uno stile perfettamente in linea con i personaggi creati dalla Rowling.
Ovviamente, ci sono cose che non ho digerito nemmeno in questa versione: Harry non era lo stesso Harry Potter che tutti conosciamo, così come non lo era Ron, che in questa sua versione adulta sembra un quarantenne che manda buongiornissimi. Per non parlare della questione Padma, Giratempo che arrivano al momento del bisogno, Delphi figlia di Voldemort e Bellatrix (quest’ultima cosa non la digerirò mai, MAI).
Poi ho visto lo spettacolo. E mi sono ricreduta.
Innanzitutto, la prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver letto la versione romanzata e aver visto lo spettacolo è stata:
Harry Potter e la Maledizione dell’erede non doveva essere stampato e venduto in libreria.
Partiamo dal fatto che l’atmosfera presente in scena è totalmente diversa da quella che s’immagina il lettore. Così diversa da mandare in secondo, anzi, in terzo piano la trama in sè.
Non so quanto ne sapete di teatro, comunque le battute che abbiamo tutti letto in The Cursed Child NON sono ASSOLUTAMENTE recitate nel modo in cui le abbiamo lette. Scordatevelo. Gli attori parlano velocissimamente, urlano tantissimo e si muovono come dei pazzi. Ma soprattutto, a teatro emergono delle caratterizzazioni che MAI potremmo vedere scritte. Perché non è fisicamente possibile.
La caratterizzazione dei personaggi emerge grazie al talento degli attori
Scorpius nello script pare un ragazzino intelligente, solare, a tratti insicuro. Nella rappresentazione è COMPLETAMENTE FOLLE. Urla come un pazzo, con toni di voce che fanno morire dal ridere gli spettatori ogni volta in cui apre bocca. Merito soprattutto dell’espressività pazzesca di Anthony Boyle, che non coglierete mai in una misera accozzaglia di parole sullo script.
Personaggi scritti non per essere letti, bensì per essere rappresentati
Ron in The Cursed Child è irritante come poche cose. Distantissimo dal Ron che conosciamo. Totalmente rincoglionito. Eppure a teatro funziona, funziona così bene che ogni sua comparsa sul palco rende la scena in corso improvvisamente comica, tanto da far ridere gli stessi attori!
Hermione è stata tanto criticata perché interpretata da un’attrice di colore. Ebbene, quando sei lì a vederla parlare CHISSENEFREGA del colore della pelle, Hermione è Hermione. La sola cosa che contesto è il fatto che la Rowling abbia detto che Hermione, per quanto ne sapevamo, avrebbe potuto essere nera. Pessima uscita, tuttavia resta un errore suo, non collegabile allo spettacolo in sé.
Come avrete capito, lo script che abbiamo letto non solo non rende giustizia ai personaggi, ma anche li distorce, li fa apparire diversi, superficiali, scontati. E solo leggendo la versione romanzata e vedendoli a teatro sono riuscita a cogliere la loro profondità. Cosa totalmente assente nello script.
Uno show, don’t tell che manca nelle pagine ma non sul palcoscenico
Voglio parlare anche di un’altra cosa: gli effetti speciali. Perché uno legge di pozioni Polisucco, incantesimi, scene sott’acqua, Materializzazioni, Metropolvere senza nemmeno pensare al fatto che tutte queste cose sono state rappresentate a teatro, e che sono loro stesse LA rappresentazione teatrale.
La trama è solo il contorno di uno spettacolo visivo incredibile
Nello script ci siamo lamentati – anzi, io mi sono lamentata – degli errori di trama come i viaggi nel tempo tutti sballati, totale assenza di Teddy Lupin, personaggi snaturati.
Tutte queste cose vengono TOTALMENTE oscurate da quella che è la scena teatrale. Completamente. Questo perché The Cursed Child è prima di tutto UNO SPETTACOLO TEATRALE, e in quanto tale ha bisogno di una storia che funzioni sul palco. E funziona benissimo. Però non funziona sulla carta. Molti lo hanno chiamato “Harry Potter 8” e tutti quanti abbiamo voluto compararlo ai romanzi che, nella nostra libreria, precedono la Maledizione dell’Erede… Errore grandissimo. Ecco perché non avrebbero mai dovuto pubblicarlo.
Un secondo gli attori sono in treno, il secondo dopo sono SOPRA al treno. Un secondo si vedono Albus, Scorpius e Delphi. Un secondo dopo ci sono Harry, Ron e Hermione. Gli effetti speciali sono incredibili, il gioco di luci e ombre è determinante e le musiche sono un grandissimo supporto uditivo. Solo dopo aver vissuto The Cursed Child, ti rendi conto che è inutile criticare la trama, perché essa non è la protagonista della storia.
L’errore più grande? Stamparlo e venderlo come “ottavo libro”
Ecco perché La Maledizione dell’Erede non sarebbe dovuto finire in libreria: perché racconta un’altra storia, non comparabile al resto della saga; è una cosa a parte! È uno di quegli scriptbook che non funziona se scollegati dalla propria opera. È come leggere il testo di una canzone degli AC/DC senza sentire la melodia (chi li ascolta ha capito cosa intendo): non solo è infinitamente riduttivo, ma anche suona sbagliato. È sbagliato.
Mi ero incazzata tantissimo quando avevo letto quel “non avrei voluto che tu fossi mio figlio”, ma quando l’ho visto a teatro ho sentito che Harry era ancora più incazzato di me.
La signora del carrello assassina diventa qualcosa di assolutamente comico quando vedi gli attori di Albus e Scorpius su una piattaforma rotante, con la signora che lancia loro delle robe che prendono fuoco per davvero.
Albus è più cretino di suo padre e per sistemare danni ne combina altri, ma quando lo vedi fare tutto ciò con enorme entusiasmo e con Scorpius al suo fianco che ulula come un pazzo (scatenando le più grasse risate allo spettatore), come puoi biasimarlo?
La McGranitt e Piton sono entrambi così perfetti, così divertenti che mi hanno ricordato i grandi Maggie e Alan nei loro panni più famosi.
Non dimentichiamo, infine, che questo spettacolo non ha vinto alcun Pulitzer, ma si è portato a casa ogni premio possibile agli Olivier Awards e non ha scherzato con i Tony Awards.
Insomma, come avete capito il mio rapporto con The Cursed Child è cambiato.
Da ex-ripudiatrice dello script (beh, anche ora non è che sia ben disposta nei suoi confronti eh), ho un consiglio da dare a voi, che lo odiate incondizionatamente: non lasciatevi fregare. Non lasciatevi fregare da una cosa che non mostra la realtà, che è solo marketing e che non giova alla saga di Harry Potter. È una cosa a parte, è canon ma è una cosa A PARTE. Non lasciate che il vostro cuore si avveleni. Abbiate fiducia nel giorno in cui avrete la possibiltà di vedere la vera opera: quella teatrale.