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Aula di Pozioni: la Pozione Polisucco

19 Novembre 2022 greg-past 7 min read

Aula di Pozioni: la Pozione Polisucco

19 Novembre 2022 Ignotus 7 min read

È giunto il momento. L’Aula di Pozioni di Eate è pronta ad affrontare la pozione magica più celebre della saga: la Pozione Polisucco. Apparsa per la prima volta ne La Camera dei Segreti, questa pozione fa da protagonista in alcuni risvolti della trama di Harry Potter.

Dopo aver approfondito il filtro d’amore più potente al mondo (qui trovi l’articolo) siamo pronti a sviscerare tutto quello che c’è da sapere sulla ricetta della pozione letteralmente dalle mille facce.

Origini della Polisucco

L’origine del nome deriva da poli– che sta a significare molti, diversi, e da -succo. Questa crasi indica la tipica caratteristica della Polisucco: la pozione ha aspetto diverso per ogni persona di cui conferisce le sembianze. Sul web si legge anche che il prefisso poli- potrebbe derivare da polimorfismo, termine che, nelle scienze, indica la capacità di una specie o di un cristallo di avere più forme.

La preparazione della Pozione Polisucco è lunga e articolata e richiede un mese. Inoltre alcuni ingredienti devono subire alcuni processi come una lenta cottura, una lunga essiccazione oppure la raccolta in un determinato periodo. Vi sono poi alcune fasi di riposo che possono durare anche 12 ore. J.K. Rowling ha dichiarato di aver creato la ricetta della Polisucco usando la massima accortezza per ogni ingrediente, sebbene anche nelle altre pozioni ogni ingrediente ha una sua logica, la Polisucco è in questo senso un capolavoro di minuzia. Gli effetti della pozione si incontrano in molte altre opere che abbiamo raccolto in questo articolo.

Effetti della Pozione Polisucco sui membri dell'Ordine della Fenice

Risucchiare l’essenza

Iniziamo da uno degli ingredienti più intuitivi: le sanguisughe. Come molti sanno, questi vermi sono ematofagi e quindi traggono il loro nutrimento dal sangue. È proprio questa loro alimentazione parassitaria a indurre la Rowling a renderli un ingrediente della Polisucco. Questo risucchio di sangue suggerisce l’idea di un processo in cui viene assorbita anche l’essenza della persona o animale a cui viene prelevato il sangue. Vi è però una cosa poco chiara: le sanguisughe da impiegare nella posizione devono contenere sangue? Se sì, è sufficiente sangue di qualsivoglia animale o necessariamente sangue umano? Questa domanda non ha risposta, tuttavia è lecito pensare che i vermi succhiasangue siano impiegati perché possiedono un qualche tipo di magia che possa accelerare l’assimilazione dell’essenza della persona in cui ci si vuole trasformare.

Le sanguisughe sono sempre state accostate a pratiche occulte, ma hanno avuto anche largo impiego nella medicina del passato. I salassi, che per molto tempo sono stati considerati erroneamente come una cura a molti mali, venivano attuati sparpagliando sanguisughe sul corpo del paziente oppure sul punto interessato dalla patologia. Ad oggi la sanguisuga è un metodo obsoleto e dibattuto, anche se in alcuni casi particolari si ricorre al suo impiego. Più che il verme in sé, la farmacologia utilizza la sua saliva che contiene anticoagulanti, sostanze anestetiche e vasodilatatori.

Le sanguisughe sono tra i primi ingredienti della Polisucco

Svelata l’identità del Girilacco

La Pozione Polisucco richiede un altro ingrediente di origine animale che contiene in sé il simbolo di mutabilità dell’aspetto: la pelle di Girilacco. Il Girilacco ha una storia linguistica davvero bizzarra e strettamente legata ad Harry Potter. Prima de La Camera dei Segreti non esisteva un termine italiano per indicare questo serpente che era conosciuto dappertutto col nome di Boomslang.

Durante la traduzione del secondo libro si è deciso di tradurre Boomslang col neologismo Girilacco. Ad oggi il termine non è ancora ufficialmente riconosciuto anche perché il Boomslang non è una celebrità in confronto ai suoi simili e, a parte gli esperti che lo chiamano con il suo nome scientifico, nessuno incorre nel bisogno di doverlo chiamare Girilacco.

Girilacco o Boomslang. La sua muta è impiegata nella Pozione Polisucco

Girilacco e Polisucco: amici per la pelle

La traduzione fa perdere un po’ della simbologia dell’ingrediente e sappiamo che non è la prima volta che ciò accade, abbiamo dedicato un articolo a riguardo che puoi leggere qui. Detto ciò, il Girilacco è un serpente tipico delle zone sud sahariane. È tra i più velenosi della sua Famiglia, vive sugli alberi e possiede un veleno molto potente in grado di uccidere anche un essere umano a distanza di qualche ora dal morso.

Come tutti i serpenti, anche il Girilacco fa la muta e questo processo di rinnovamento della pelle richiama molto la metamorfosi che si subisce dopo la Polisucco.


Bicorno: perché nella Polisucco?

Sanguisughe e pelle di Girilacco sono reperibili nel mondo babbano, anche se molto difficilmente. Le cose si complicano se si vuole avere un corno di Bicorno. Il corno di questa creatura fantastica è fondamentale nella Pozione Polisucco e sta ad indicare la duplicità dell’identità di chi beve il preparato.

Il Bicorno è una grande e grassa creatura che ha origine da alcune leggende medioevali dell’Europa. Come si intuisce dal nome, ha due corna poiché il suo aspetto è per metà quello di una mucca e per metà quello di una pantera.

Uno dei due corni del Bicorno viene tritato e aggiunto alla Polisucco

Una creatura sessista

Nelle vecchie storielle, il Bicorno è sempre accompagnato da un’altra creatura: la Chichevache. Quest’ultima è scheletrica e smunta poiché, secondo le leggende, si nutre solo di mogli fedeli e devote. La dieta del Bicorno, invece, è a base di mariti fedeli e devoti e per questo è grasso e tondo. Queste due creature rappresentano bene il sessismo e la disparità tra sessi che vi era nel medioevo, tuttavia (e per fortuna aggiungerei) le creature hanno perso il loro significato simbolico diventando semplici creature fantastiche.

Curiosità sul Bicorno: esiste un omonimo uccello dell’Asia che si classifica tra i più grandi del mondo. Si esclude che il Bicorno della Polisucco sia questo volatile poiché non possiede delle corna, ma delle grosse protuberanze sulla parte superiore del grande becco.


Polisucco ronzante

Con il prossimo ingrediente terminiamo la parte di derivazione animale. Quando parliamo di metamorfosi non possiamo non pensare agli insetti. Molti di loro compiono questa pratica per passare dallo stato di larva a quello di adulto. J. K. Rowling ha scelto quelle che nel libro si chiamano mosche crisopa. Questi insetti, il cui nome corretto è Crisope o Crisopidi, hanno una delle metamorfosi più nette del mondo animale. A metamorfosi finita la Crisopa ha un aspetto del tutto diverso da quello precedente da larva.

L’uso di questi insetti nella Pozione Polisucco ha un significato abbastanza intuitivo: essi rappresentano la trasformazione completa dell’aspetto esteriore. Le Crisope sono molto importanti per la lotta biologica, esse infatti si nutrono di altri insetti più piccoli come gli afidi e gli acari che sono pericolosi per molte colture e, talvolta, anche per l’uomo.

Per la Pozione Polisucco le Crisope vanno stufate prima di essere aggiunte

La parte green della Polisucco

Le creature viste finora sono perfette per essere ingredienti di una pozione che cambia l’aspetto dell’utilizzatore, ma la Rowling ne sa anche di botanica e quindi ha aggiunto anche due erbe che calzano a pennello. La prima pianta necessaria alla Polisucco è la Centinodia che va colta esclusivamente durante i pleniluni.

Questa erba infestante è abbondante in Italia e sicuramente l’avrete incontrata senza sapere che quella fosse uno degli ingredienti della famosa Pozione Polisucco! Il nome Centinodia si è affinato dalla definizione di pianta dai cento nodi, infatti i tralci della pianta sono composti da molti più nodi delle sue simili. La Centinodia è conosciuta anche con altri nomi: correggiola, sanguinaria o tiragia.

Tutti i nodi vengono al calderone

Ciò che però rende la Centinodia perfetta per la celebre pozione è il suo polimorfismo. La Centinodia riesce ad adattare temporaneamente la sua morfologia a svariate situazioni. Quando la pianta si trova in situazioni di difficoltà, i suoi nodi sono più fitti e ravvicinati, invece in situazione di buona salute i tralci sono distesi e lunghi.

Anche le foglie cambiano forma e posizione a seconda dell’ambiente in cui la pianta vive. I botanici discutono da anni sulle molteplici varianti che la Centinodia sfoggia, indecisi se classificarle a parte o ritenerle come aspetti diversi di una stessa pianta. Insomma la Centinodia è una pianta che è stata annaffiata con la Polisucco: ogni tanto si trasforma e, a effetto terminato, ritorna alla sua forma originale!


Polisucco gusto fondente

La seconda e ultima pianta che chiude la ricetta della pozione è l’Erba Fondente. Anche qui vi è un rilevante intervento di traduzione: il nome originale dell’erba è Fluxweed o anche Flixweed (Flux- come flusso costante e mutevole, weed ossia erba). Il termine fondente rende bene l’idea di una liquidità in movimento che assume molte forme, ma la Fluxweed (che è un nome generico) si identifica con quella che in Italia è conosciuta come erba Sofia.

L’erba Sofia stata per lungo tempo considerata magica e le sono state attribuite incredibili capacità curative, smentite dal progresso della medicina. Dalla pianta inoltre si estraggono semi che si impiegano per la preparazione della senape. J. K. ha dichiarato che la scelta di questa pianta sta a simboleggiare la mutabilità di un corpo che si trasforma in un altro. Questa allegoria si deve imputare al nome inglese dell’erba Sofia che, come abbiamo visto, dona un senso di fluida dinamicità, un po’ come lo sciogliersi e il ribollire della pelle di chi ha appena fatto un sorso di Polisucco.


Ora che conosciamo gli ingredienti della celeberrima pozione Polisucco, non ci resta che scegliere in chi trasformarci! Non dimenticate di aggiungere una parte della persona designata (magari un capello, un pelo o un unghia), questo sicuramente servirà a riversare tutto il codice genetico dell’individuo nella pozione. Il DNA verrà poi incantato e si sostituirà a quello di chi beve. L’Aula di Pozioni di Eate vi aspetta alla prossima, intanto vado a cercare un capello di Brad Pitt.

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