Vernon Dursley: un uomo burbero, abitudinario ed egocentrico. La sua vita ruota attorno al suo lavoro, in una ditta di trapani, e alla sua famiglia, composta da sua moglie Petunia e suo figlio Dudley. È, perciò, un uomo dalle vedute molto ristrette e dai mezzi limitati. In che modo, allora, potrebbe essere messo a paragone con Lord Voldemort?
Nel primo capitolo della Storia facciamo la conoscenza di Vernon e Petunia Dursley, presentati quasi fossero loro i protagonisti.
Mr e Mrs Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano.
Harry Potter e la Pietra Filosofale, capitolo 1: “Il bambino sopravvissuto”
Durante il capitolo, però, vengono introdotti nuovi nomi che risulteranno cruciali, come Albus Silente, Minerva McGranitt e Hagrid. Viene, inoltre, accennato all’esistenza di un mondo diverso da quello in cui vivono Vernon e famiglia e messo in chiaro quanto loro lo disprezzino. È alla base di ciò, quindi, che l’idea di un paragone tra Voldemort e Vernon Dursley prende forma.
Le basi del razzismo
In questo articolo non si intende fare una lezione sul razzismo, ma delinearne i tratti fondamentali è importante ai fini dello stesso svolgimento.
Secondo il vocabolario Treccani, la definizione di razzismo è la seguente:
razzismo s. m. [der. di razza, sull’esempio del fr. racisme]. – Ideologia, teoria e prassi politica e sociale fondata sull’arbitrario presupposto dell’esistenza di razze umane biologicamente e storicamente «superiori», destinate al comando, e di altre «inferiori», destinate alla sottomissione, e intesa, con discriminazioni e persecuzioni contro di queste, e persino con il genocidio, a conservare la «purezza» e ad assicurare il predominio assoluto della pretesa razza superiore.
Ancora, la definizione continua con una generalizzazione:
Più genericam., complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizî sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori.
Avendo chiaro, perciò, cosa si intende per razzismo, si può procedere ad analizzare due tra i personaggi che più dimostrano tendenze affini.
Vernon Dursley contro il mondo magico
Non dovrebbe stupire nessuno trovare il nome di Vernon Dursley in cima alla lista. E non solo perché è il primo personaggio all’interno della Saga che viene accostato ad intolleranza nei confronti di una data categoria di persone.
In questo articolo si può trovare la storia degli zii di Harry, che mette in chiaro come già da subito fossero accomunati dalle stesse idee. Gli esempi all’interno dei libri, poi, sono numerosi.
Fermo nel solito ingorgo del mattino, non poté fare a meno di notare che in giro c’erano un sacco di persone vestite in modo strano. Gente con indosso dei mantelli. Mr Dursley non sopportava le persone che si vestivano in modo stravagante: bisognava vedere come si conciavano certi giovani!
Harry Potter e la Pietra Filosofale, capitolo 1: “Il bambino sopravissuto”
“Quando lo abbiamo preso, abbiamo giurato di farla finita con tutte queste stupidaggini” disse zio Vernon, “che gliel’avremmo fatta passare, con le buone o con le cattive. Magia! Figuriamoci!”
Harry Potter e la Pietra Filosofale, capitolo 4: “Il Custode delle Chiavi”
“E ora, sta’ a sentire, ragazzo” disse in tono adirato. “Mi sta bene che in te ci sia qualcosa di strano, probabilmente nulla che non sarebbe guarito con una buona sculacciata… Ma quanto a tutte queste storie sui tuoi genitori… È vero, erano strampalati, inutile negarlo, e a mio parere il mondo sta molto meglio senza di loro. Quel che gli è capitato se lo sono cercato, a forza di frequentare tutti quei maghi… È accaduto proprio quel che avevo previsto; ho sempre saputo che avrebbero fatto una brutta fine”.
E questi sono tratti solo dai primi capitoli del primo di sette libri. Naturalmente ci sono tantissimi passi, a seguire, che sottolineano la forma di razzismo di Vernon Dursley nei confronti dei maghi, o, più generalmente, del diverso.
Lord Voldemort: la superiorità dei maghi
Anche Voldemort è un nome che risulta normale accostare all’argomento razzismo. In un passaggio di un’intervista del 2000, J.K. Rowling si esprime chiaramente a riguardo.
Fin dall’inizio della Pietra Filosofale, il pregiudizio è un tema molto forte. È plausibile che Harry entri in quel mondo a occhi spalancati: tutto sarà meraviglioso ed è il tipo di luoghi in cui le ingiustizie non accadono. Poi scopre che in realtà accadono eccome ed è uno shock per lui. Scopre di essere un mezzosangue: per un mago come Lucius Malfoy, lui non sarà mai un vero mago, perché sua madre era una nata babbana. È un tema molto importante.
J.K. Rowling, in un’intervista del 2000
Lizo Mzimba: Anche Voldemort è un mezzosangue!
Come Hitler! Vedi! Penso sia il caso in cui i più prepotenti prendono i loro stessi difetti, li attribuiscono agli altri e tentano di distruggerli. E questo è ciò che lui, Voldemort, fa.
Più di qualsiasi congettura, questo estratto esprime l’ideologia di Voldemort e la costruzione del suo personaggio. Conosciamo parte della sua storia, e ci sono diverse ipotesi su come sia diventato il Mago Oscuro più temuto dal Mondo Magico. Sappiamo bene, inoltre, come costruisca il suo potere ricorrendo alla paura e alla violenza, tutto nel nome della superiorità magica rispetto ai babbani.
Vernon Dursley e Voldemort: confronto possibile?
A questo punto ci si potrebbe chiedere in che modo si possa ipotizzare un confronto tra un ometto razzista come Vernon Dursley e un potente Mago Oscuro come Voldemort. Ovviamente, la discriminazione reciproca è un punto in comune e sembrerebbe essere anche il solo, dal momento che uno ha i mezzi per piegare intere comunità al suo volere e l’altro può al massimo innaffiare il suo giardino.
Eppure, non è proprio così. Fin dalle prime righe della storia apprendiamo quanto Vernon Dursley possa, in realtà, essere prepotente. Costringe Harry a vivere in un sottoscala per 11 anni, lo maltratta e, in tutti i sensi, tenta di sopprimerlo, nonostante Harry non sia neanche lontanamente conscio delle sue doti. Dimostra, perciò, di avere un potenziale distruttivo tanto quanto quello di Voldemort, con l’unica differenza di non averne i mezzi.
Ipotizziamo per un attimo che il mondo babbano venisse a conoscenza di quello magico. Di sicuro molti apprenderebbero la notizia con entusiasmo. D’altra parte, molti potrebbero sentirsi enormemente minacciati dalla presenza di persone con così tante possibilità in più e, quindi, creare delle rivolte contro i maghi. Sia chiaro, alcuni lo farebbero per invidia, altri per autentica paura, altri ancora per semplice odio verso la diversità. Ad un’analisi attenta, Vernon Dursley ha almeno due di queste caratteristiche. Cosa gli vieterebbe, perciò, di unirsi al potenziale gruppo anti-magia, se non diventarne lo stesso leader?
La storia, infine, ci viene in aiuto nel definire questo argomento. Il 1600 è tragicamente diventato famoso per il terribile processo alle Streghe di Salem, la barbara uccisione di donne innocenti accusate di aver stretto patti con il Diavolo. Non dobbiamo dimenticare, però, che non furono grandi maghi a compiere quelle stragi. Furono semplici uomini, contadini o predicatori o, ancora, mercanti. Gente normale, come zio Vernon, che aveva solo un enorme pregiudizio e un’ancora più grande paura di ciò che non comprendeva.
Alla luce di tutto questo, perciò, la conclusione non può che essere una: Vernon Dursley e Lord Voldemort, nella loro diversità, non sono altro che due facce della stessa medaglia.