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Incanto Patronus: come un trauma emotivo può influire sulle persone fino a farne cambiare la forma

12 Giugno 2019 sere-savo 7 min read

Incanto Patronus: come un trauma emotivo può influire sulle persone fino a farne cambiare la forma

12 Giugno 2019 Rose 7 min read

Si dice che la forma di un Patronus resti, per il mago che lo evoca, la stessa per tutta la vita. Tuttavia, sono stati documentati svariati casi in cui forti traumi emotivi hanno portato ad un cambio di forma che, in principio, non era ritenuto possibile.

Tuffiamoci insieme, allora, nel mistico mondo dei Patroni. Iniziamo con il darne un accenno, vedendone degli esempi di come dei traumi hanno permesso ad alcuni personaggi di cambiare la forma del proprio Patronus o, addirittura, di imparare ad utilizzarlo.

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Vari tipi di Incanto Patronus di forma corporea.

Cenni teorici

L’Incanto Patronus (di cui potrebbe interessarti il significato recondito) è un incantesimo di magia difensiva molto avanzata, molto al di sopra degli standard di Hogwarts, tanto che non è previsto l’insegnamento di questo incantesimo neanche nel programma ministeriale del settimo anno.

La funzione principale di questo incantesimo è quella di fungere da scudo tra il mago che lo evoca e la creatura oscura che lo sta attaccando, solitamente un Dissennatore (il quale, in contrapposizione a ciò che rappresenta il Patronus, è l’incarnazione della disperazione e del terrore) o, più raramente, un Lethifold (detto anche Letalmanto, è una Creatura Oscura carnivora molto rara che abita le zone tropicali).

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Dissennatori posti a guardia di Hogwarts (terzo film).

Si può evocare con la formula “Expecto Patronum” mentre si è pervasi da un’intensa sensazione di felicità: tanto maggiore sarà l’intensità della sensazione provata, tanto migliore sarà il risultato del Patronus. Può apparire in forma evanescente o corporea (avrà spesso la forma di un animale comune, mentre in casi rarissimi il mago riuscirà ad evocare una Creatura Magica, come, per esempio, la fenice di Albus Silente o il gigante di Andros l’Invincibile). La forma corporea del Patronus, rara o comune che sia, è solitamente definitiva (e, in ogni caso, non si può scegliere) per ogni mago. 

Tuttavia, in casi molto rari e particolari, tale forma può cambiare (sempre indipendentemente dal mago); ciò si può verificare in seguito a dei traumi emotivi particolarmente intensi. Ad alcuni maghi, invece, a causa della mancanza di ricordi felici o di amore all’interno del loro cuore, la possibilità di evocare un Patronus è preclusa

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Un Letalmanto sulle rive del mare.

Per chiarirci le idee, vediamo di citare come esempi alcuni personaggi all’interno della saga. Prendiamo come spunto Ninfadora Tonks e Severus Piton. Due dei personaggi generalmente tra i più amati dai fan dell’intera saga. Due personaggi che hanno non solo personalità, non solo abilità, ma anche storie completamente differenti. Suggerirei di analizzarli per bene uno alla volta, così da consentirci di poter fare più facilmente un paragone tra come Piton è riuscito ad evocare per la prima volta il suo Patronus e come Tonks è riuscita a cambiare la forma del suo.


Ninfadora Tonks

Della sua infanzia è stato detto poco o nulla, ma a giudicare dalla sua personalità dolce, allegra e spensierata (forse anche troppo, vista l’enorme goffaggine), possiamo dedurre che abbia vissuto una vita molto felice e tranquilla. Durante il suo lavoro per l’Ordine della Fenice, cominciò a legare sempre di più col licantropo Remus Lupin, il quale, seppur restio perché ben conscio della propria condizione, alla fine si lasciò vincere dai sentimenti e la sposò, donandole anche un cucciolo (scusate, ma ogni tanto devo, sono pur sempre un Serpeverde d’alto lignaggio). Due mesi dopo, morì durante la Battaglia di Hogwarts, uccisa dalla zia Bellatrix Lestrange.

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Ninfadora Tonks.

Severus Piton

Trascorse un’infanzia molto sofferta a causa dell’avversione del padre nei confronti della magia. Questa cosa si tradusse in atteggiamenti sgarbati e talvolta violenti nei confronti della moglie e del figlio, che già in giovane età dimostrò di avere una spiccata attitudine per la magia. La sua condizione (che gli fece disprezzare il mondo babbano e divinizzare quello magico) perpetrò, finché non incontrò per la prima volta Lily Evans.
La ragazza, di cui si innamorò perdutamente a prima vista, strinse con lui una solida amicizia grazie alla magia che li accomunava.

Arrivò il primo settembre dei loro 11 anni. L’Espresso per Hogwarts e Lily erano vicino a lui e quel letamaio babbano e quell’idiota di suo padre non li avrebbe rivisti per nove mesi. Ma non si aspettava certo che il luogo in cui aveva più bramato di andare sarebbe stato anch’esso un luogo di solitudine e dolore. Appena salito sul treno, incontrò James Potter e Sirius Black che lo bersagliarono subito, inaugurando una faida che sarebbe durata per tutta la loro vita. Addirittura, al quinto anno, lo umiliarono così tanto da fargli dire, in preda alla collera, una cosa orribile (che oltretutto nemmeno credeva) a Lily.

Severus Piton a quindici anni, poco prima dell’evento sopra citato.

Persa Lily per sempre e terminata Hogwarts, a Severus restavano solo l’odio per i Babbani e l’amore per la magia, specialmente per le Arti Oscure. Si unì quindi a Lord Voldemort, dandogli prova delle sue incredibili capacità di mago e diventando in poco tempo uno dei suoi più fidati consiglieri. 

Sappiamo poi molto bene che cosa accadde: Voldemort uccise Lily dopo che Severus gli ebbe riferito una profezia che non sapeva essere incompleta. Quest’ultimo tradì il Signore Oscuro per vendetta e passò dalla parte di Albus Silente nel tentativo di proteggere il figlio della donna che amava, sempre agendo nell’ombra, svolazzando da una fazione all’altra come spia su ordine del preside di Hogwarts. 

Severus Piton durante i suoi anni a Hogwarts come insegnante di Pozioni (1981 – 1996).

Una vita vissuta all’insegna del tradimento, delle trame e dei sotterfugi, del dolore, della perdita e della solitudine… fino al giorno della sua morte per mano di Voldemort in persona, durante la Battaglia di Hogwarts. A questo punto, possiamo passare finalmente al punto cruciale dell’articolo, facendo convergere le vite di Ninfadora e Severus nell’argomento Patroni.


Come un trauma emotivo può cambiare la forma di un Patronus…

Partiamo da Tonks: Ninfadora ha vissuto una vita felice e la sua mente abbonda di materiale per evocare un Patronus. Difatti, ha sempre evocato un Jack Rubbut. A partire dalla morte di Sirius, tuttavia, il suo potere magico ha cominciato a vacillare, poiché temeva di essere la causa della sua morte. Ella riteneva, avendo combattuto con Bellatrix prima di Sirius, che se fosse riuscita a sconfiggerla, lui sarebbe sicuramente sopravvissuto).

Successivamente, si è innamorata di Lupin e il suo amore per lui ha convertito la forma del suo Patronus in un lupo mannaro. Tuttavia, il suo Patronus risultava debole (come accenna Piton ai cancelli di Hogwarts all’inizio del sesto libro) a causa del crollo psicologico causatole dalla morte di Sirius e da Lupin. Questi, infatti, fingendo di non ricambiare i suoi sentimenti, la rattristava molto e quindi contribuiva a far diminuire drasticamente il potenziale del suo Patronus.

Nota: (potrebbe interessarti la storia dei genitori di Lupin).

Ninfadora col (finalmente) marito Remus Lupin.

… o permettere di imparare ad usarlo

Passiamo a Severus: la donna che amava prima diceva peste e corna del suo peggior nemico, poi se l’è fatto e ci ha pure figliato. Ha avuto un padre schifoso, un’infanzia schifosa, un’adolescenza schifosa ed è sempre stato solo come una bestia. Ha passato la seconda metà della sua esistenza a eseguire prima gli ordini folli di uno schizzato con manie di grandezza e poi quelli di un vecchio menomato che si infila gli anelli che sa essere maledetti e poi fa “Ah… muoio” e allora via di corsa per l’ennesima volta con le taniche di Lisomucil perché altrimenti il nonno ci rimette la barba. Insomma, che Patronus volevate che potesse evocare uno che ha passato la vita circondato dai matti? Che bel ricordo avrebbe potuto scegliere? Il giorno di ferie?

Poi Lily è stata assassinata e la rabbia verso Voldemort per aver ignorato i suoi sentimenti lo ha cambiato nel profondo. Successivamente, ha capito che il ricordo di Lily sarebbe potuto essere una culla in cui trovare pace e protezione dal mondo oscuro a cui aveva voltato le spalle. Fu così che la sua bacchetta sputò per la prima volta la cerva d’argento, ricordo indelebile di Lily Evans, che adesso sarebbe finalmente potuta rimanere accanto a lui per sempre.

“Lily… After all this time?”
“Always”.

L’amore è la chiave di tutto

Paragonando il modo in cui Tonks è riuscita ad evocare il suo nuovo Patronus con quello in cui Piton è riuscito ad evocare per la prima volta il suo, si potrebbe concludere (mi sento un po’ Silente nel dirlo) che la chiave di tutto sia l’amore. Più una persona prova amore, più potente e con una forma ben delineata sarà l’incantesimo quando lanciato; viceversa, meno una persona riesce a farsi pervadere dall’amore e più sarà nebuloso e debole il Patronus. Ciò spiega anche perché gente come Voldemort, incapace di provare amore, non possa evocare un Patronus

Mi rammento di quando Harry ha imparato il Patronus nell’ufficio di Lupin. Ha puntato su un ricordo felice (la sua prima volta sulla scopa) e ha fallito; poi ha pensato ai suoi genitori (un ricordo che gli ha scatenato un impeto di amore) e ce l’ha fatta.
Mi rammento di Aberforth, che pensava alla sua cara sorellina o ad Albus che pensava alla sua famiglia riunita e felice.

Mi rammento di George che, dopo la morte di Fred, è rimasto così traumatizzato da non riuscire più ad evocare il suo Patronus, come a voler simboleggiare che il suo gemello si era portato nella tomba tutto l’amore che gli era indispensabile per convocarlo
Insomma, se è vero che per evocare un Patronus serve essere felici, è anche vero che tale felicità deve essere amplificata da un amore potente.


Così si conclude questo mio approfondimento sui Patroni. Mi auguro che sia stato, anche se forse un accenno più lungo del solito, abbastanza piacevole da seguire, ma soprattutto interessante, convincente ed esaustivo.

Come sempre, fateci sapere nei commenti cosa ne pensate sull’argomento.
A presto col prossimo articolo!

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