Sappiamo bene che le vicende narrate dalla Rowling si svolgono per la maggior parte nel Regno Unito. Nel quarto libro gli orizzonti si allargano e conosciamo la scuola di magia francese (Beauxbatons) e una dell’est Europa, dal nome fortemente germanico (Durmstrang). Una domanda dovrebbe sorgere spontanea: e l’Italia?
Sembra proprio che il Bel Paese sia stato quasi dimenticato dalla Rowling. Sappiamo ben poco sulla parte magica dell’Italia. Eppure, alcune informazioni ci sono, dunque cerchiamo di raccoglierle per capire come se la passano i maghi italiani.
L’unica menzione diretta nella saga a opera di Rüf
Le lezioni di Storia della Magia del professor Rüf sono senza ombra di dubbio le più noiose dell’intero percorso di studi a Hogwarts, tanto che persino Hermione tende spesso a distrarsi durante quelle ore. Eppure, dobbiamo a lui l’unica (mezza) informazione sull’Italia magica. Grazie a una singola parola, che può facilmente sfuggire durante la lettura del libro, sappiamo che il nostro Paese ha conosciuto la magia.
Si schiarì la gola con un piccolo schiocco, come di un gessetto che si spezzasse, e proseguì: “Nel settembre di quello stesso anno, un sotto-comitato di stregoni sardi…”. Si interruppe un’altra volta. La mano di Hermione sventolava di nuovo in aria.
Camera dei Segreti, capitolo 9
Purtroppo non sapremo mai cosa ha combinato questo sotto-comitato, e non è neanche corretto parlare di Italia come Nazione, che all’epoca non esisteva ancora, dato che la lezione verteva sulla Conferenza Internazionale dei Maghi del 1289. In ogni caso, sappiamo che sul nostro territorio sono vissuti dei maghi e che la Rowling non si è completamente dimenticata di noi.
I nomi degli incantesimi e l’antica Roma
Abbiamo dunque appurato che sul nostro territorio sono vissuti dei maghi. A questo punto viene da chiederci cosa abbiano fatto. Beh, probabilmente hanno inventato degli incantesimi, tanti e tanti anni fa. La maggior parte degli incantesimi utilizzati a Hogwarts, infatti, possiede nomi latini. Questo sembra suggerire che i loro inventori siano stati gli antichi Romani. Ci sono delle eccezioni ben note, come il Sectumsempra, inventato da Severus Piton presumibilmente negli anni Settanta del Novecento.
Certo, questa potrebbe essere una soluzione di comodo adottata dalla Rowling, che non per forza vuole suggerire un’origine degli incantesimi. La scrittrice, infatti, si è anche presa qualche licenza. Ad esempio, Imperio non esiste nella lingua latina, dove il verbo usato per dire “comandare” fa impero alla prima persona singolare del presente indicativo. Vi rimandiamo a quest’articolo per approfondire. Cosa sappiamo effettivamente dei maghi dell’antica Roma? Non molto, a dir la verità.
Il vecchio sito ufficiale di Harry Potter descriveva un balordo esperimento di uno stregone, ironicamente chiamato Zaccaria Innocenti, che utilizzò l’incantesimo Tarantallegra sul Vesuvio. Secondo questo canone, sarebbe questa la causa della famosa eruzione del 79 d.C. che causò la morte di migliaia di persone e la distruzione di Pompei ed Ercolano (fonte: Harry Potter Fandom). Tuttavia, non sembra esserci traccia di questa storia sull’attuale Wizarding World.
C’è anche da dire che lo stesso nome dell’incantesimo deriva da due parole italiane: tarantella, il celebre ballo popolare italiano, e allegro, forse anche in riferimento al tempo usato in musica.
Blaise Zabini
Anche se gli studenti di Hogwarts risiedono tutti nelle Isole Britanniche, sappiamo bene che alcuni di essi hanno origini estere: ad esempio, cinesi nel caso di Cho Chang, indiane nel caso delle gemelle Patil. Ebbene, Zabini è un cognome che potrebbe suggerire un’origine italiana per Blaise.
Lo studente di Serpeverde, che nei film ricopre un ruolo maggiore che nei libri (sostituisce anche Tiger, in quanto l’attore era stato accusato per possesso di sostanze stupefacenti), possiede infatti un cognome attestato in 31 comuni italiani, con prevalenza in Emilia-Romagna, precisamente nella zona intorno a Ferrara (fonte: Mappa dei cognomi).
In che scuola studiano i maghi italiani?
La vera questione spinosa sui maghi in Italia è quella che riguarda una scuola di magia che li possa istruire. Come abbiamo già detto in precedenza, Hogwarts è destinata soltanto agli studenti residenti nelle Isole Britanniche.
Sembrerebbe quindi che i maghi italiani studino con gli “amici” francesi a Beauxbatons, il cui bacino d’utenza si estende certamente alla Penisola Iberica e al Benelux (fonte: Wizarding World). Molto più probabilmente, non c’è un’unica destinazione obbligatoria, ma la possibilità di scelta. Ricordiamo che Lucius Malfoy non ha mandato Draco a Durmstrang soltanto per l’imposizione contraria di Narcissa (e abbiamo qui cosa sarebbe successo altrimenti).
L’Italia del Quidditch
Oltre a sapere poco sulla storia della magia in Italia, si sa poco anche su quella dello sport. Sembra che non ci siano stati grandi giocatori di Quidditch da queste parti, in controtendenza con il grande movimento del Quidditch babbano realmente presente in Italia, Paese ospitante degli ultimi Mondiali, giocati nel 2018 allo Stadio Artemio Franchi di Firenze.
Tornando alla finzione a opera della Rowling, ciò che fa rabbia è che l’Italia non è selezionabile in Harry Potter: Quidditch World Cup, il videogioco uscito nel 2003. Ciò significa che la nostra Nazionale nel 1994 non si qualificò ai Mondiali e questo ci ricorda terribilmente qualcosa… ma basta, non vogliamo pensarci più, anche se sul calcio torneremo più avanti.
Se leggiamo la storia della Coppa del Mondo di Quidditch su Wizarding World, ci accorgiamo che l’unico giocatore di Quidditch italiano conosciuto è Luciano Volpi, un famoso Cercatore che fu accusato di partecipare sotto mentite spoglie ai Mondiali del 2014, ai quali l’Italia, ancora una volta, non si qualificò (ahia!).
Egli avrebbe infatti assunto l’identità di Bonawentura Wójcik per giocare nella nazionale polacca. Le accuse caddero quando i due parteciparono alla stessa conferenza stampa. Sì, in pratica il principio dell’accusa fu il classico “non sono mai stati visti nella stessa stanza”. Volpi potrebbe essere l’ennesimo caso di nome parlante scelto dalla Rowling, in quanto ricorda l’espressione essere furbo come una volpe, e lui quanto meno era stato accusato di aver fatto una “furbata”.
Se estendiamo il campo ai giocatori di origine italiana, c’è da segnalare tale Gianni Fedele, Cacciatore della Nazionale degli Stati Uniti d’America ai Mondiali del 1994.
Riferimenti all’Italia nei film
Ovviamente, mancando completamente il personaggio del professor Rüf nella trasposizione cinematografica, non abbiamo neanche il dettaglio sugli stregoni sardi. In compenso, però, il nostro Paese non è stato dimenticato completamente dai film. Il primo riferimento compare nel Calice di Fuoco, ma si tratta solo di una fugace apparizione del nostro tricolore.
Quella che vediamo lì in mezzo potrebbe benissimo essere una bandiera irlandese (verde, bianco, arancio), ma dato che ci sono anche bandiere di nazioni non qualificate alla finale ci piace pensare che quella sia una bandiera italiana.
L’Italia torna poi a fare capolino nella saga cinematografica con il settimo episodio, I Doni della Morte: parte 1. Sì, perché il locale dove il Trio si scontra con i Mangiamorte è chiaramente gestito da italiani ed è chiamato “Luchino Caffe”. In esso troviamo un’intera lista di “Panini italiani” dai nomi fortemente nostrani, come appunto “Italia”, “Barese” e “Veneziano”. Nel fotogramma che vi proponiamo, tra l’altro, possiamo osservare in alto una serie di stendardi con il logo della squadra di calcio del Milan.
Luca Caruso
Probabilmente questo nome non vi dirà nulla, o comunque nulla di inerente alla saga, ma ben due personaggi dei film sono stati chiamati con questo nome italiano. Questo è un easter egg nascosto da Miraphora Mina, la graphic designer di tutti gli otto film di Harry Potter insieme a Eduardo Lima, che ha inserito nei film il nome del figlio (di padre italiano, come lei ha dichiarato a La Repubblica).
Il primo è un componente dell’Esercito di Silente, il cui nome compare il secondo un musicista babbano il cui nome apparirebbe su un poster nella parte babbana di Londra ne I Doni della Morte: parte 1. Quest’ultimo è un riferimento alla reale professione di Luca Caruso, che è appunto un musicista jazz. I nomi, pur non comparendo chiaramente nei film, possono essere trovati in Harry Potter Limited Edition, il cofanetto con gli oggetti di scena utilizzati.
Animali Fantastici 5
La speranza di vedere un’Italia magica è ancora viva, anche se va sempre più ad affievolirsi. Nell’ormai lontano 2016, alla domanda “quanti film della serie di Animali Fantastici sono previsti?” la Rowling ha risposto con “cinque” detto in cinque lingue diverse.
Rispettivamente, queste lingue sono l’inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo e… l’italiano! Quindi, dopo i primi tre capitoli, ambientati rispettivamente in Inghilterra, Francia e Germania, ce ne aspettiamo un quarto in Spagna e il gran finale proprio nel Bel Paese. Al momento, però, la saga non gode di buona salute. Il terzo film, nonostante sia stato apprezzato più del secondo dalla maggior parte dei fan, non ha ottenuto il successo sperato al botteghino.
Se però la saga dovesse continuare, dovremmo cominciare a chiederci in quale città potrebbe essere ambientato questo quinto film, che potrebbe finalmente darci qualche dettaglio in più sui maghi nostri connazionali.
Per quanto riguarda l’ultimo quesito, aspettiamo di conoscere la vostra risposta nei commenti. Ambientereste l’ultimo film a Roma, così da chiudere il cerchio con l’origine latina degli incantesimi, o avete idee diverse?